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Storia di Pontelagoscuro


Il libro La Nave dei Re di Luigi Griva

Per secoli Pontelagoscuro è stato un importante porto fluviale ma oggi il porto non esiste più ed ora, navigando sul Po, a Pontelagoscuro non si può nemmeno attraccare [1]. Anche la Nena, l'ex-vaporetto veneziano restaurato ed attrezzato per portare i turisti sul Po, non può attraccare a Pontelagoscuro ma deve fermarsi all'approdo della Canottieri che si trova a valle del ponte ferroviario.

In così tanti anni per il porto di Pontelagoscuro sono passate migliaia di imbarcazioni dei tipi più svariati. Nel giornale Postiglione del Ponte Lagoscuro [2], che fu pubblicato solo nel 1818, troviamo citati pelaghi, pieleghi, polacche, paranze, tartane, bombarde, brigantini, burgozzi, burchi, bucintori, brazzere, peotte, roscone, tratte e più generici battelli.

Di tutte queste barche non rimane più traccia ed il tempo ha eliminato anche i tantissimi mulini natanti che erano ancorati lungo le sponde del Po.

C'è però una eccezione: è sopravvissuta allo scorrere del tempo una delle navi che solcarono le acque del Po nel '700. Si tratta di un Bucintoro, costruito a Venezia, che navigò fino a Torino dove doveva essere consegnato ai Savoia che lo avevano ordinato e che giunse a Pontelagoscuro domenica 5 agosto 1731.

Questo bellissimo battello ha superato i secoli ed è arrivato sino a noi, non solo perché di trattava di una nave speciale, ma anche per delle fortunate coincidenze che gli hanno fatto superare guerre ed assedi.

Ora è di proprietà del Museo Civico di Arte Antica di Torino che lo ha dato in comodato alla Reggia di Venaria dove è ora esposto dopo che il Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale" lo ha riportato ai primitivi splendori [3].

Alla fine del 2012 Luigi Griva, archeologo e ricercatore di storia navale sabauda, ha pubblicato un interessantissimo libro, intitolato La Nave dei Re [4], dove racconta tutte le vicende di questo battello e descrive l'evoluzione del traffico fluviale piemontese sul Po nel '700.

Per questo motivo tale libro è utilissimo non solo per chi si interessi di costruzioni navali o di storia sabauda ma anche a tutti coloro che vorrebbero sapere di più sulla navigazione fluviale che un tempo fu così importante per il commercio nella Pianura Padana e che ora, purtroppo, è tanto negletta.

Argomenti del libro La Nave dei Re di Luigi Griva

Il libro La Nave dei Re reca il seguente sottotitolo: Il bucintoro dei Savoia e il Po a Torino nel Settecento ed è stato pubblicato nel 2012 per le Edizioni del Capricorno.

L'autore, come già detto, è Luigi Griva che ha scritto numerose pubblicazioni scientifiche sulla storia fluviale e navale, edite su Studi piemontesi e Studi veneziani e che era stato citato su questo sito, già negli anni scorsi, in quanto i suoi scritti (Venezia - Torino 1731: Un Bucintoro per i Savoia [5] e Navaroli del Po in epoca sabauda [6]) contenevano alcune informazioni utili per narrare la storia di Pontelagoscuro.

Copertina del libro 'La Nave dei Re' di Luigi GrivaIl titolo La nave dei Re nasce non solo dal fatto che, al momento del varo dei Bucintoro, i Savoia erano re da qualche anno (dal 1713 re di Sicilia e poi, dal 1720, re di Sardegna) ma anche perché i Savoia si erano proclamati re di Cipro da molto tempo mettendosi così in urto con la Repubblica di Venezia che vantava anch'essa dei diritti sull'isola [7].

Per questo motivo (abbastanza futile visto che Cipro era saldamente in mano ai turchi dal 1571) i due stati avevano rotto le relazioni diplomatiche fin dal '600 e fu proprio l'incarico che i Savoia diedero ai cantieri veneziani di costruire il loro sfarzoso bucintoro che permise il riavvicinamento dei due stati e la successiva ripresa delle relazioni diplomatiche che furono riallacciate nel 1738.

Il libro inizia proprio spiegando i motivi della costruzione di questa nave di rappresentanza e le ragioni politiche che vi stavano dietro. Si volevano infatti celebrare i successi della dinastia sabauda che, nel '700, stava espandendo i propri domini ad est fino a portare i confini del ducato sul Ticino.

Seguono due capitoli dove si racconta dei vari bucintori che hanno solcato le acque del Po. Il bucintoro (il cui nome deriverebbe da bucio d'oro dove il bucio era un tipo di nave medievale) era nato sì a Venezia ma ogni corte ne aveva almeno uno. I Savoia stessi ne avevano posseduto altri prima di ordinare quello di cui si narra in questo libro.

L'appassionato di storia di Pontelagoscuro noterà che non manca la citazione del Bucintoro degli Estensi mandato da Ferrara a Francolino per accogliere il Patriarca di Costantinopoli.

Vi è poi un breve capitoletto dove si parla anche delle gondole sul Po. Al giorno d'oggi noi, se sentiamo dire gondola, pensiamo subito ed esclusivamente a Venezia ma questo tipo di barca, costruito a Venezia, veniva utilizzato anche altrove e due gondole seguirono il bucintoro dei Savoia nel suo viaggio fino a Torino.
Purtroppo queste due gondole non hanno superato lo scorrere del tempo ed ora ne rimangono solo i ferri anteriori (detti dolfin).

Del resto anche a Pontelagoscuro vi sono state delle gondole. Gli Estensi, infatti, avevano alcune gondole che navigavano nel laghetto che circondava la loro Delizia dell'Isola [8].

Inizia poi la parte più corposa del libro dove si racconta dello sviluppo della marineria sabauda nel '600 e specialmente nel '700, delle imprese di navigazione e dei viaggiatori sul Po e dei rapporti commerciali fra Torino e Venezia.

La lettura di questi sette capitoli è utilissima non solo per gli appassionati di storia sabauda ma anche per tutti coloro che si interessano alla storia della navigazione, alla storia economica ed alle vicende di tutti gli stati rivieraschi interessati.

Mostrano anche quanto fosse importante il commercio fluviale per l'economia ed il benessere dei vari stati e fanno rimpiangere le scelte sbagliate fatte in Italia dove si è negletto il trasporto delle merci per via d'acqua mentre nel resto d'Europa veniva tutelato e dove ora sono in piena efficienza ben 30.000 chilometri di vie d'acqua interne.

Infine si entra nel merito delle vicende del bucintoro dei Savoia raccontando della sua costruzione che seguiva di pochi anni quella dell'ultimo bucintoro costruito per i Dogi di Venezia e che non è giunto fino a noi perché distrutto dalla soldataglia francese alla fine del 1798.

Il racconto di come fu costruito e splendidamente ornato il bucintoro è molto interessante perché riporta anche i costi sostenuti per la vari parti. Il costo delle sole dorature fu di quasi dieci volte quello dello scafo.

Il viaggio di risalita del Po richiese un mese (dal 2 agosto al 2 settembre 1731) ed in questo viaggio Pontelagoscuro fu una tappa importante perché qui terminava la navigazione nei canali interni ed iniziava quella sul Po.

A Pontelagoscuro vi era il padrone piemontese Francesco Rostino, mandato da Casale per conto del generale di Saint Laurent, per prendere in consegna il convoglio condotto in precedenza dai marinai veneziani.

Francesco Rostino era accompagnato da due bovari piemontesi che dovevano aiutare il traino del convoglio. I buoi possono trainare un peso maggiore rispetto ai cavalli ma sono più lenti e questo spiega il lungo tempo impiegato nella risalita del Po.
Il convoglio non era infatti costituito dal solo bucintoro ma vi era anche un burchiello carico di merci e le due gondole.

Infine si racconta di come fu utilizzata questa nave regale che però giunse a Torino in un momento politicamente delicato e di come sopravvisse fortunosamente all'occupazione francese in quanto fu nascosta sotto le arcate del lato destro del Castello del Valentino e coperta con teli e frasche di salice.

Successivamente il bucintoro dei Savoia fu utilizzato ancora e l'ultima volta fu dopo l'Unità d'Italia e precisamente nel 1867 in occasione del matrimonio fra il principe Amedeo di Savoia e la principessa di Cisterna d'Asti, Maria Vittoria del Pozzo.


[1] - Dal 2007 esiste un attracco turistico ma si trova sul canale Boicelli e non sul Po dal quale è diviso dalla conca di Pontelagoscuro.   <<

[2] - Postiglione del Lagoscuro - N. 1-51 - Anno 1818.   <<

[3] - Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale" - atti del convegno Il "Bucintoro" dei Savoia: contributi per la conoscenza e per il restauro 22-23 marzo 2012 - Torino, 2012.   <<

[4] - Luigi Griva - La Nave dei Re - Edizioni del Capricorno - Torino, 2012.   <<

[5] - Luigi Griva - Venezia - Torino 1731: Un Bucintoro per i Savoia - in Studi piemontesi - XXXI, 2 p. 301 - Torino, 2002.   <<

[6] - Luigi Griva - Navaroli del Po in epoca sabauda in Atti del IX Convegno "Randevò a la Vila" - San Sebastiano da Po, 2004.   <<

[7] - Nel 1434 Ludovico di Savoia aveva sposato Anna di Cipro, figlia di Giano di Lusignano, re di Cipro, Gerusalemme e Armenia. Il loro figlio, Luigi di Savoia, sposò, nel 1459, la sua cugina, Carlotta di Lusignano, figlia di Giovanni II di Cipro, diventando così re di Cipro, Gerusalemme e Armenia ma, nel settembre del 1460, fu cacciato da Giacomo di Lusingano, figlio illegittimo di Giovanni II di Cipro, che successivamente, nel 1468, sposò la veneziana Caterina Cornaro. Caterina divenne poi regina di Cipro ma, nel 1489, dopo due fallite ribellioni, abdicò in favore della Repubblica Veneta.   <<

[8] - Andrea Marchesi - Delizie d'archivio: regesti e documenti per la storia delle residenze estensi nella Ferrara del Cinquecento - Tomo 1: Dimore suburbane ed extraurbane - Edizioni Le immagini - Ferrara, 2011.   <<


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