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Storia di Pontelagoscuro


Il Catasto Gregoriano

Nel 1816 Papa Pio VII decise di far realizzare un catasto generale di tutto lo Stato Pontificio secondo le modalità già utilizzate quando era stato realizzato il Catasto Napoleonico delle Legazioni e delle Marche.

Il Castato fu pronto ed utilizzabile solo nel 1835 quando era Papa Gregorio XVI e da lui prese il nome e fu chiamato Catasto Gregoriano. Una copia era conservata localmente ed un'altra presso l'Archivio di Roma. Questa copia (che è quella che ho usato io [1]) contiene i dati originali in quanto quelle locali sono state rimaneggiate nel corso degli anni.

Per quanto riguarda le ricerche sulla storia di Pontelagoscuro questo Catasto, a differenza del Catasto Carafa, comprende anche le case ed i magazzini che si trovavano nella golena del Po ed ho quindi realizzato questa pagina per vedere appunto i dati relativi a quanto costruito in golena.

Un'altra caratteristica interessante è che, mentre nel Castasto Carafa le varie particelle sono interamente colorate, nel Catasto Gregoriano si differenzia la parte effettivamente costruita dal resto della particella.

Purtroppo non si è in grado di dire a che data corrispondano i diversi dati perché, essendoci voluti molti anni per la sua realizzazione, questi non sono aggiornati allo stesso periodo per cui può accadere di trovare un particella di proprietà di un tizio ed un'altra dei suoi eredi perché, evidentemente, era vivo quando è inserita la prima particella ed è deceduto prima che venisse inserita la seconda.

Per di più alcuni dati non sono nemmeno aggiornati al 1816, anno in cui si prospettò la realizzazione del catasto ma sono più vecchi come viene spiegato nel dettaglio dove si parla della golena dei Tamarisi [>>].

Anche sui cognomi non c'è molta precisione. Ad esempio gli appartenenti alla famiglia Zanchetti sono talvolta chiamati correttamente col loro cognome e talvolta indicati come Zanchetta e ciò addirittura in righe consecutive dei brogliardi [2] del censimento!

Le case in golena nella zona ovest del borgo

Mappa con le case in golena nella zona ovest del borgo

La zona est delle case in golena rappresenta il centro del borgo. E' qui infatti che vi è la famosa Via Coperta ed il palazzo che ospitava la dogana. A destra della Via Coperta, sull'argine maestro vi era la Strada Mare mentre a sinistra, dopo la Piazza del Mercato, vi era Via Panaro.

L'importanza economica di Pontelagoscuro si nota subito osservando la grande quantità di magazzini e di attività commerciali che vi erano attorno alla Via Coperta.

Le particelle 444, 446, 543, 544, 553, 554, 558, 587, 588, 599 e 600 corrispondono tutte a dei magazzini mentre la 547 identifica le scale che permettevano di salire ai granai situati al primo piano della Via Coperta. Le particelle I ed L sono edifici utilizzati dalla Dogana, La I come emporio e la L come magazzino. Le particelle 545 e 546 identificano delle botteghe e la 442 una osteria.

Dal lato di via Panaro solo due particella, 444 e 542, corrispondono a delle abitazioni ed entrambe sono case da affittare mentre, dal lato di Strada Mare, le case da affittare sono individuate dalle particelle 586, 589, 590 e 591.

Le particelle corrispondenti a case abitate dai proprietari sono: 556 (dei fratelli Mariano e Vincenzo Ozeri), 557 (delle famiglie Olivari) con uso anche della casa al 555, 559 (di Domenico Zanchetti e fratelli), 561 (di Maria Zanchetti Cavallari), 562 (dei fratelli Giovanni Battista ed Anselmo Nagliati), 585 (di Giovanni Battista Goldini) e 592 (di Paolo Scarpa) mentre la 560 è ad uso di Barbara Scaranari Zanchetti.

Le case in golena nella zona est del borgo

Mappa con le case in golena nella zona est del borgo

Anche nella zona ad est del borgo vi sono numerosi magazzini. Generalmente si tratta di grosse costruzioni, tutte affacciate sul porto e sono individuati dalle particelle 601, 619, 620, 621, 625, 632 e 633. Inoltre la particella 604 corrisponde ad una osteria e la 636 ad una fornace.

Vi sono poi alcune case da affittare. La particella 602 è suddivisa in dodici case e ci sono poi le particelle 603, 606, 626, 627 e 638.

Le particelle corrispondenti a case abitate dai proprietari sono: 605 (Francesco Salara), 618 (Nicolò Cavallari), 622 (Antonio Benini), 623 (Innocenzo Pasqualini), 630 (Lucia Pepoli Giacomuzzi), 634 (Ippolito Reali) e 637 (Antonio Bignardi) mentre sono tenute a proprio uso le case corrispondenti alle particelle: 624 (fratelli Carlo e Antonio Scaranari), 628 (Apollonia Molli Farelli), 629 (Angela Zanforlini Fiori), 631 (Anna Tinelli Prigoli) e 635 (fratelli Giovanni e Santo Reali).

La golena dei Tamarisi

Mappa della golena Tamarisi

La golena detta dei Tamarisi [3] si trova ad est del borgo di Pontelagoscuro. Quando termina inizia il froldo Crispi [4] che si trova sul territorio di Francolino. La cartina sopra riportata illustra la parte più ad ovest della golena che comprende le particelle dalla 640 alla 646 e che è suddivisa fra due soli proprietari.

Quelle dalla 639 alla 642 sono di proprietà di Antonio Bignardi fu Domenico. La 639 è l'aia della casa che si intravede sulla sinistra della carta (particella 638) che è una casa da affittare sempre di proprietà di Antonio Bignardi come anche quelle contingue che appaiono nella precedente carta e che sono la 637 dove abita e la 636 che è una fornace.

Nella particella 639 vi sono anche buche ad uso della fornace, la 640 è la casa del massaro mentre la 641 è tenuta a brolo [5] e la 642 a zerbo [6].

Le particelle dalla 643 alla 646 sono di proprietà di Nicolò Cavallari fu Francesco. La 643 è tenuta a pascolo, la 644 è la casa del massaro, la 645 è una buca con acqua e la 646 è tenuta a zerbo.

Queste informazioni ci permettono di affermare che i dati questa parte del Catasto Gregoriano sono aggiornati a dopo il 1805 ma che non arrivano oltre i primi mesi del 1812.

Infatti dalle ricerche di Don Giovanni Stegani apprendiamo che, nel 1802, Nicolò Cavallari acquistò un terreno sito nella golena detta dei Tamarisi dove, nel 1805, costruì una casa che fece nascere una questione fra le Parrocchie di Francolino e di Pontelagoscuro a proposito di dove corresse il confine fra le due parrocchie quando attraversava questa golena.
La questione fu poi risolta dal Vescovo che decise che la casa in questione apparteneva alla Parrocchia di Pontelagoscuro ma che ne sarebbe stata considerata l'ultima per cui ulteriori case eventualmente costruite oltre di essa sarebbe appartenute alla Parrocchia di Francolino [7].

Invece, dal rogito del notaio Gaetano Forlani del 20 aprile 1812 [8], apprendiamo che Antonio Bignardi vende un suo terreno confinante ad est con quello di Nicolò Cavallari e a sud con un terreno che rimane di proprietà di Antonio Bignardi e con la Strada Mare che corre sull'argine maestro.
Si tratta quindi delle particelle 641 e 642 che nel Catasto Gregoriano risultano invece ancora di proprietà di Antonio Bignardi. L'acquirente è Carlo Luigi Chiozza che utilizzerà questi terreni per impiantarvi la sua fabbrica di sapone che avrà una storia secolare e che sarà famosa in tutto il mondo. Dal rogito apprendiamo anche che Antonio Bignardi era detto Bregone.

I proprietari

Ecco l'elenco dei nomi dei proprietari con l'indicazione delle relative particelle:


[1] - Archivio di Stato di Roma - Fondo della presidenza del censo - Catasto Gregoriano - Ferrara, mappa e brogliardi di Pontelagoscuro.   <<

[2] - I brogliardi sono i registri del Catasto Gregoriano dove, ordinati secondo il numero identificativo delle particelle, venivano riportati i nomi dei proprietari ed altri dati.   <<

[3] - Il tamariso è la tamerice che veniva piantata a difesa degli argini, specialmente nelle zone paludose.   <<

[4] - Un froldo è un argine a contatto diretto con l'acqua del fiume senza che vi sia interposta una golena.   <<

[5] - Un brolo è un orto o un giardino delimitato da una fila di alberi, generalmente da frutto.   <<

[6] - Uno zerbo è una prateria sassosa ed incolta.   <<

[7] - Giovanni Stegani - Cenni storici di Francolino - S. A. Industrie Grafiche - Ferrara 1936 - (ristampa anastatica a cura della Pro Loco di Francolino - Litografia Tosi - Ferrara, 2003).   <<

[8] - Walter Ferrari e Luigi Lugaresi - Industria Saponiera Chiozza & Turchi: due secoli di storia - Stampato e rilegato daVolta la carta - Ferrara, 2012.   <<


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