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Storia di Pontelagoscuro


I Cavallari di Pontelagoscuro

Agli inizi del 1900, quando per il commercio fluviale che ha reso ricca Pontelagoscuro è già iniziata la fase finale, in paese troviamo due famiglie Cavallari più o meno legate al commercio ed alla navigazione fluviale.

Lo studio delle loro origini e della loro storia è interessante per mostrare due casi limite di evoluzione di una famiglia di Pontelagoscuro legato al commercio sul Po. Queste due famiglie non sono imparentate fra di loro (a meno di antenati molto remoti) e mentre una risiedeva a Pontelagoscuro da oltre due secoli e si era sempre occupata di commercio, l'altra risiedeva in paese da "solo" un secolo aumentando d'importanza in un tempo relativamente breve.

La famiglia di Agostino Cavallari

La prima famiglia è quella di Agostino Cavallari che seguì le orme dei suoi antenati che per oltre due secoli si erano occupati di commercio e di navigazione fluviale. Agostino Cavallari era relativamente benestante e per parecchi anni ebbe la carica di Delegato del Sindaco di Ferrara, eppure nel 1910 preferì abbandonare Pontelagoscuro ed il commercio sul Po trasferendo i suoi affari a Ferrara.

Probabilmente l'impressione che i tempi d'oro del commercio sul Po stessero per finire serpeggiava da parecchi anni. Si può notare infatti che, in genere, nelle famiglie di commercianti e spedizioni era il primogenito a subentrare al padre nella attività di famiglia. Per Agostino Cavallari invece non era stato così, lui non era il primogenito ma il suo fratello maggiore, Bianco Cavallari, aveva preferito lavorare a quell'impresa che in quegli anni sembrava potesse garantire il futuro roseo di Pontelagoscuro: lo zuccherificio.

Gli antenati di Agostino Cavallari

Gli antenati di Agostino Cavallari si trasferirono da Ancona a Pontelagoscuro nel XVII secolo. Questo fu il secolo in cui l'importanza di Pontelagoscuro come porto commerciale crebbe grandemente, ricordiamo che la costruzione della famosa via Coperta fu iniziata nel 1648 e che i magazzini sovrapposti alla via Coperta ed utilizzati per il deposito del grano furono aggiunti nel 1671.

Particolarmente interessante è la provenienza da Ancona, infatti proprio da Ancona e Senigallia, dal 1628 al 1680 [1], furono fatte grosse spedizioni di grano verso il ferrarese recentemente acquisito dallo Stato Pontificio. Il commercio del grano continuò poi per tutto il secolo seguente quando da Pontelagoscuro passava anche il grano destinato al bolognese.

Purtroppo sappiamo poco su questi primi Cavallari, se non che commerciavano o vendevano generi alimentari, perché su di loro abbiamo solo scarne notizie. Molto interessante sarebbe poter leggere le ricerche fatte da Giuseppe Cavallari (1875-1951) prima della seconda guerra mondiale ma purtroppo, con gli eventi bellici, tali ricerche sono andate perdute così come gran parte dei documenti su cui erano basate.

E' probabile che i primi Cavallari, trasferitisi da Ancona al ferrarese, abbiano abitato su terreni prossimi a Pontelagoscuro ma dipendenti dalla Parrocchia di Francolino. Nel Catasto Carafa, risalente al 1779 [2], troviamo molti Cavallari che sono proprietari di terreni posti nella zona, ad est del borgo di Pontelagoscuro e circa all'altezza dell'isola Bianca, dove tuttora sorge Ca' Cavalara e dove il froldo sul Po era chiamato Froldo Cavallaro fin dal XVII secolo [3] mentre, in una carta del 1658, troviamo un Bellino Cavallaro che possiede una casa e dei terreni immediatamente a nord di Francolino [4].

In queste zone troviamo molti Cavallari citati negli estimi e nei terratici di un'epoca ancora più antica e cioè fra il 1623 ed il 1629 [5]. Alcuni nomi sono gli stessi dei Cavallari più recenti, per quanto ciò sia poco significativo, mentre i mestieri che esercitano sono i più diversi anche se ce ne sono di benestanti che possiedono terreni e case e forse anche un mulino sul Po.

Del resto il 27 giugno 1781 Don Antonio Cavallari, sacerdote a Ferrara, e Luigi e Giuseppe Cavallari, fratelli e cugini di Don Antonio vendono un mulino sul Po di loro proprietà ad Alfonso Fioravanti [6] e Don Iovacchinus Cavallari di Francolino, padre di Giuseppe è il primo di questi Cavallari ad acquisire, nel 1750, una casetta a Pontelagoscuro nel luogo detto la Busa [7].

Il primo Cavallari, antenato diretto di Agostino, su cui abbiamo notizie certe è Giovanni Francesco Cavallari che nasce all'inizio del XVIII secolo ed ha due figli: Pietro e Nicolò. E' sicuramente imparentato con Giovacchino e con Giuseppe anche se non sappiamo l'esatta parentela.

Infatti, nel Catasto Gregoriano, Giovanni Francesco Cavallari compare varie volte nel patronimico dei suoi figli Pietro e Nicolò ma quella veramente interessante è una proprietà indivisa di Nicolò e Pietro fu Francesco, Andrea e Domenico fu Carlo Antonio, Angelo fu Giuseppe, Luigi fu Giovacchino ed una proprietà indivisa fra così tanti nomi fa pensare che si tratti di parenti che hanno ereditato da un unico antenato.

Si tratta della particella 365 dei brogliardi di Francolino [8] che riguarda un'isola boscata con fonte posta alla Giara Cavallari. Si tratta dell'Isola Bianca sul Po [9] che, in effetti, una antica tradizione familiare diceva che fosse stata anticamente dei Cavallari.
In realtà il Catasto cita un contratto di livello e dice i proprietari erano Giovanni Battista ed Antonio Massari ma, a quell'epoca, il livellaro aveva tutti i diritti del proprietario tranne alienare il bene.

E' molto interessante anche l'indicazione Giara Cavallari per un luogo che, per più di un secolo, era stato chiamato Froldo Cavallari. Il cambio di denominazione dimostra che il ramo del Po fra l'Isola Bianca e la sponda ferrarese aveva allora cominciato ad interrirsi, cosa che è continuata fino ai giorni nostri e continua tuttora.

Entrambi i figli di Giovanni Francesco si occupano di commercio con ottimi risultati economici. Sono citati molto spesso nelle cronache di Antonio Dolcetti e durante il periodo in cui Pontelagoscuro era occupata alternativamente dagli austriaci e dai francesi, vengono chiamati, dagli uni e dagli altri, a far parte dei vari comitati cittadini che si sono succeduti.

Molto curioso è il fatto che il Dolcetti, quando, all'inizio del suo diario [10], elenca le case di commercio e di spedizioneria, non elenchi i Cavallari. Il solo Pietro è citato in un elenco di proprietari di pubblici negozi di minor conto e precisamente sotto la dicitura di cinque botteghe di formaggiari e grassina.
Che Pietro Cavallari non fosse il semplice proprietario di una bottega lo si deduce sia dal fatto che possedeva un magazzino talmente grande da essere usato come punto notevole nella carta del Po disegnata dal tenente Pietro Ulloa durante l'occupazione francese [11], sia perché, quando nel marzo del 1801 a diciotto mercanti di Pontelagoscuro viene imposta una tassa di guerra, Pietro Cavallari deve pagare 150 scudi contro i 100 che paga Antonio Dolcetti (che, nel suo diario, si lamenta moltissimo dell'esborso).
Anche considerando che Dolcetti lavorava in società con i fratelli Braghini che pagano 180 scudi in tutto, il gruppo dei Cavallari è al livello dei maggiorenti del paese, infatti pagano 150 scudi ognuno Pietro e Nicolò Cavallari e 70 scudi Angelo Cavallari di Giuseppe.

Non si deve pensare che il Dolcetti dicesse ciò per malanimo verso i Cavallari ma il fatto è che, a Pontelagoscuro, lo Spedizioniere era ammantato di un'aura di ammirazione che non aveva chi, pur occupandosi anch'esso di commercio sul Po, gestiva inoltre una bottega di commercio al minuto.
Questa ammirazione l'ho riscontrata personalmente parlando, anni orsono, con i figli di Agostino Cavallari che raccontavano di come loro nonno, Antonio, fosse Spedizioniere.

Può anche darsi ci fosse un sentimento di superiorità del cittadino rispetto a chi è nato a qualche centinaio di metri dal centro del paese. Pietro e Nicolò infatti erano nati in una casa un po' di distante dal paese verso est e quindi situata sul territorio della Parrocchia di Francolino, Pietro si era poi trasferito in centro nella casa del suocero Domenico Silvestri, come si vede nel Catasto Carafa, mentre Nicolò, nel 1765, risultava ancora appartenere alla Parrocchia di Francolino [12].
Questo sentimento esiste anche nei ferraresi odierni: quando, a Bologna, incontro un ferrarese e dico di essere anch'io di origine ferrarese mi viene chiesto immancabilmente Ma di Ferrara Ferrara? intendendo con questo chiedere se sono di Ferrara città o di fuori. Per altro, per quelli della mia età, di Ferrara città significa nato entro le mura e per quelli più vecchi significava nato in un piccolissimo intorno del Castello e del Duomo.

Le case di questi Cavallari a Pontelagoscuro sorgevano nella parte più orientale del borgo e Nicolò Cavallari, nel 1802, acquistò un terreno sito nella golena detta dei Tamarisi dove, nel 1805, costruì una casa che fece nascere una questione fra le Parrocchie di Francolino e di Pontelagoscuro a proposito di dove corresse il confine fra le due parrocchie quando attraversava questa golena.

La questione fu poi risolta dal Vescovo che decise che la casa in questione apparteneva alla Parrocchia di Pontelagoscuro ma che ne sarebbe stata considerata l'ultima per cui ulteriori case eventualmente costruite oltre di essa sarebbe appartenute alla Parrocchia di Francolino [13].
Questo terreno si trovava subito ad est di quello che, nel 1812, fu acquistato da Carlo Luigi Chiozza per costrirvi lo stabilimento della sua Fabbrica Saponi che ebbe poi una storia più che centenaria.

Pietro Cavallari ha un figlio maschio (Giovanni Battista che nasce nel 1774) dopo il quale però l'attività di famiglia passerà tutta nelle mani del primogenito di Nicolò Cavallari che si chiama Antonio.
Antonio si sposa, rimane vedovo e si risposa con un'altra Cavallari, Elisabetta figlia del fratello di quell'Angelo nominato in precedenza e nipote di Giuseppe e che fa parte del ramo dei Cavallari di Francolino, proprietari terrieri.

Antonio ha molti figli sia dalla prima che dalla seconda moglie ma qui abbiamo un fatto curioso: chi seguirà le orme del padre non sarà né il suo primogenito Vincenzo (nato nel 1793), né uno degli altri figli avuti dalla prima moglie bensì l'ultimogenito Gaetano (nato nel 1814), avuto dalla seconda moglie [14].
Il probabile motivo di questa scelta è che forse, col tempo, i Cavallari avevano investito in terre i guadagni della loro attività commerciale e quindi Vincenzo preferisce dedicarsi alla cura di queste terre (o forse di quelle dei suoi suoceri) piuttosto che alla più rischiosa attività commerciale.

In quegli anni infatti si cominciavano a vedere gli effetti dell'infausta decisione del Cardinal Consalvi che, al Congresso di Vienna, cedette all'Austria la Transpadana ferrarese ed accettò l'assurda tesi portata avanti dagli Austriaci che il ramo principale del Po, su cui doveva passare il confine fra il Lombardo-Veneto e lo Stato Pontificio, fosse quello di Goro.
Ciò portò a maggior dazi per la navi che risalivano il Po di Venezia e che poi scaricavano a Pontelagoscuro diminuendo quindi la naturale vocazione del porto di Pontelagoscuro a fare da cerniera fra il commercio marittimo e la navigazione fluviale.

Foto di Agostino Cavallari (1871-1920)Gaetano deve essere ben conscio di questi problemi e cerca di risolverli unendo i propri affari a chi è più addentro al commercio gestito da navi battenti bandiera austriaca.
Infatti nel ruolo delle tasse del 1853 [15] vediamo che, oltre ad essere finalmente considerato Speditore di merci, lo troviamo associato con Francesco Plenario che proviene da Trieste dopo aver abitato a lungo a Venezia dove ha conosciuto sua moglie e dove sono nati i suoi figli.
Dall'entità delle tasse pagate si vede che gli affari dei Cavallari-Plenario sono all'incirca allo stesso livello degli altri spedizionieri. Avere una o più botteghe al minuto, anche se meno di prestigio, è sempre molto redditizio. Infatti gli unici ad essere più tassati degli spedizionieri sono tre commercianti proprietari di più botteghe di diverso genere.

A Gaetano subentra il suo unico figlio maschio (nato nel 1843) e che si chiama Antonio, come il nonno, e che, a sua volta, chiamerà tutti i suoi figli Gaetano, come primo o secondo nome, per mantenere la dicitura Antonio e Gaetano Cavallari alla sua ditta di spedizioni.
Antonio guadagna ancora molto bene dalla sua attività ma che qualcosa stia cambiando è nell'aria. La navigazione fluviale ha ora anche la concorrenza delle ferrovie che si fa più forte nel 1871 quando viene costruito il ponte sul Po e la linea viene prolungata fino a Venezia.
Intanto i Plenario cessavano la loro attività e vendevano le loro proprietà a Pontelagoscuro.

Antonio ha molti figli e come detto in precedenza, gli subentra suo figlio Agostino (il cui nome completo era Gaetano Agostino e che è nato nel 1871) che è l'ultimo dei Cavallari di questa famiglia ad occuparsi di commercio sul Po.

La famiglia di Federico Cavallari

La seconda famiglia è quella di Federico Cavallari che troviamo nel 1912 alla inaugurazione del nuovo ponte di ferro e che fa parte di una Società di Navigazione sul Po [16] che cerca di continuare i fasti commerciali di Pontelagoscuro dei secoli precedenti.
Non ho informazioni su cosa abbiano fatto poi Federico Cavallari (che muore nel 1939) ed i suoi discendenti ma ho qualche notizia sui suoi antenati e sull'iter che li ha portati ad occuparsi di spedizioni sul Po.

Gli antenati di Federico Cavallari

Gli antenati di Federico Cavallari sono giunti a Pontelagoscuro alla fine del XVIII secolo. Il primo Cavallari di questa famiglia su cui abbiamo notizie certe è Francesco ma, molto probabilmente, chi si trasferisce a Pontelagoscuro è suo figlio Michele che sposa Chiara Callegari di Giuseppe.
Il primogenito di questa coppia viene battezzato a Pontelagoscuro l'8 ottobre del 1798 e viene chiamato Francesco come il nonno. Non sappiamo che lavoro facesse Michele che non è mai citato nelle Cronache di Antonio Dolcetti e non compare nell'elenco dei mercanti colpiti dalla tassa di guerra.

Il figlio Francesco ha una bottega di pizzicagnolo in cui lavora anche suo figlio Ponziano nato nel 1831. Dal ruolo delle tasse del 1853 si vede che paga 2 scudi l'anno di tasse. Può non sembrare molto se consideriamo che ci sono commercianti che pagano quattro volte di più ma non è nemmeno pochissimo visto che il medico-chirurgo del paese paga poco di più e precisamente 2 scudi e 50 baj. I guadagni comunque sono sufficienti per vivere bene e per mettere da parte qualcosa e già nel 1832 Francesco acquista una casa.

Successivamente, anche con l'aiuto del figlio Ponziano, gli investimenti aumentano e si diversificano. Vengono acquistate alcune case con bottega e vari magazzini tra i quali anche quello, sito in via Mare, dal quale, nel 1858, fu ricavato il teatro di Pontelagoscuro che rimase di proprietà di Francesco Cavallari [17].
Non ho dati dettagliati sulle attività di Ponziano ma è molto probabile che avesse interessi anche nelle spedizioni di merci sul Po. Non è forse un caso che nel 1863 Antonio dell'altro ramo dei Cavallari gli chieda di fargli da testimone alle sue nozze.

Nel 1873 Francesco è ancora vivo e decide di passare tutte le sue attività ed i suoi beni al figlio Ponziano che però muore in quello stesso anno.
Ereditano i figli e le figlie di Ponziano che sono Federico, Vitaliano, Clelia ed Eugenia.

1918 - Firma di Federico CavallariFederico prende a mano le attività di famiglia orientandosi sempre più verso il commercio sul Po. Dal Catasto del 1877 [18] vediamo che i beni immobili di questo ramo dei Cavallari sono ormai paragonabili a quelli del ramo di Agostino Cavallari descritto in precedenza.

La storia di queste due famiglie è simile come successione dei fatti ma con sviluppi temporali molto differenti. Purtroppo entrambe dovranno fare i conti con la decadenza del commercio sul Po e spariranno dalla vita attiva del paese.


[1] - Economia e cultura a Ferrara dal '600 al tardo '700 di Werther Angelini, [Edizioni Argalia, Urbino 1979].   <<

[2] - Catasto Carafa - compilato nel 1779 per la tassazione dei terreni dei tre comprensori del Polesine di Ferrara, di San Giorgio e della Transpadana Veneta - è conservato presso i Consorzi di Bonifica del I e II Circondario - nel 2005 è stato digitalizzato su DVD-ROM.   <<

[3] - Eustachio Manfredi - Risposta alle ragioni dei Signori Ceva e Moscatelli - in Raccolta di autori che trattano del moto delle acque - Tomo quinto - Stamperia di Sua Altezza Reale - Firenze, 1768.   <<

[4] - Bartolomeo Gnoli - Carta del ferrarese - 1658.   <<

[5] - Archivio Storico del Comune di Ferrara - Archivio Comunale Antico - Estimi e terratici - Busta 5 - 1623-1629.   <<

[6] - Archivio di Stato di Ferrara - Archivio Notarile - Notaio Contughi Scannabecchi Agricola - M. 1609, p. 2 (1779 - 1796).   <<

[7] - Archivio di Stato di Ferrara - Archivio Bentivoglio - Stato Patrimoniale - Libro 231, 19.   <<

[8] - Archivio di Stato di Roma - Fondo della presidenza del censo - Catasto Gregoriano - Ferrara, brogliardi di Francolino. (consultabile anche tramite Internet nell'ambito del Progetto Imago.   <<

[9] - Archivio di Stato di Ferrara - Cessato Catasto Terreni - Mappe - Francolino.   <<

[10] - Antonio Dolcetti ha lasciato un diario manoscritto [cfr. Fondo Carletti (n. 15727) - Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara] che riguarda prevalentemente il periodo 1796-1801 e che è stato anche pubblicato col titolo Le cronache di Pontelagoscuro da Roberto Balzani, [Edizioni Analisi srl, Bologna 1993].   <<

[11] - Carta della Pianta del Porto di Ponte Lago Scuro ridotto a Carta Marittima dal Ten.te in primo dell'Armata Citt.o Pietro Ulloa aggiunto al Cap.no di detto Porto, pubblicata a pagina 60-61 in "Il Lago-Scuro Ponte per la Città - a cura di Marica Peron e Giacomo Savioli - Ferrara 1987".   <<

[12] - Liber Baptismorum 1764-1801 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[13] - Giovanni Stegani - Cenni storici di Francolino - S. A. Industrie Grafiche - Ferrara 1936 - (ristampa anastatica a cura della Pro Loco di Francolino - Litografia Tosi - Ferrara, 2003).   <<

[14] - Liber Baptismorum 1801-1826 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[15] - 1853 - Ruolo compilato per la tassazione delle persone esercenti attività commerciali, artigianali e liberali a Pontelagoscuro - pubblicato in Documenti del vivere quotidiano a Pontelagoscuro dalla Restaurazione all'Unità - Assessorato alle Biblioteche e agli Archivi del Comune di Ferrara - 1989.   <<

[16] - Rivista - Gazzetta del Popolo - anno 1912.   <<

[17] - Giovanni Bedani - Memorie storiche di Pontelagoscuro - Ferrara 1905.   <<

[18] - Catasti Censuari - 1877 - presso Archivio Storico Comunale di Ferrara.   <<


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