Spazio per comunicazioni urgenti

Altri Comaschi, anche non imparentati, più o meno famosi


Adriana Comaschi - scrittrice

Tra il 1988 ed il 1993 ha scritto numerosi racconti e saggi di fantascienza con particolare riferimento alla saga di Star Trek. Tra le sue opere più recenti ricordiamo la raccolta di racconti Sabja de Fek basata sulle antiche leggende ladine e la saga del Duca di Norlandia composta da sei romanzi (Il Condottiero delle Isole, W'Unker di Rocca d'Ombra, Lo Stregone dei Ghiacci, L'Artiglio di Fuoco, Il Rinnegato e L'Incantatore).

Esiste anche una Adriana Comaschi, affermata giornalista dell'Unità ma non si tratta della medesima persona bensì di due persone omonime.

Alfonso Comaschi - giornalista

Alfonso Comaschi nasce a Ferrara nel 1912. Si laurea nel 1937, presso l'Università di Padova, con una tesi dal titolo I viaggi e le fortune di Honoré de Balzac in Italia: 1832-1846 e si dedica poi al giornalismo. Esordisce, nel 1944, presso la Gazzetta di Venezia Sera, dal 1948 è al Mattino del Popolo e passa poi al Gazzettino. E' anche corrispondente dell'Europeo e del Corriere Lombardo.

Vive a Venezia e scrive innumerevoli articoli, spesso firmati con la sigla alco, molti dei quali riguardanti problemi specifici delle varie città e paesi del Triveneto. Nel 1954 riceve il Premio Cortina per il miglior pezzo giornalistico su Cortina. Con un suo articolo, pubblicato sul Gazzettino del 25 agosto 1971 ed intitolato Moena è decisa a seguire le sorti della Valle di Fassa difende la ladinità di Moena. Dal 1971 al 1977 è consigliere dell'Ordine dei giornalisti del Veneto.
E' affascinato del volo e già sposato ed in età matura, prende il brevetto di pilota ed entra a far parte dell'UGAI (Unione Giornalisti Aviatori Italiani). Vola su Venezia e sulla laguna partendo dal piccolo aeroporto Nicelli del Lido.

Curiosamente in Internet lo si trova citato più spesso per due articoli scritti ancora da studente che per i tantissimi articoli scritti da giornalista professionista. Entrambi sono usciti subito dopo la Mostra del cinema di Venezia del 1937. Nel primo, uscito addirittura su Libro e Moschetto, il giornale ufficiale dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti), parla bene del film La grande illusione di Jean Renoir definendolo un bel lavoro. Il film in questione, presentato la sera del 18 agosto 1937, era stato invece stroncato dalla critica ufficiale di regime per il suo messaggio pacifista e antirazzista. Viceversa, mentre la critica italiana osannava il kolossal Scipione l'Africano, lui stroncò questo film voluto da Mussolini per esaltare la vittoriosa Guerra d'Etiopia e la proclamazione dell'Impero.

Antonio Comaschi (Bologna 1805? - Mar Nero 1845) - aeronauta

Aeronauta bolognese, molto attivo alla metà dell'XIX secolo. Partecipò ai moti del 1831 e del 1832 e dovette emigrare in Francia assieme al fratello Giovanni. Una volta tornato in Italia, si dedicò all'aeronautica.
Una sua ascensione a Bologna, prevista per il 5 novembre 1838 sulla Aeronave Rettiremiga di Muzio Muzzi, non ebbe luogo, perché il pallone si squarciò quando fu staccato dalle due alte torri di legno alle quali era stato appeso per il gonfiaggio. L'Aeronave Rettiremiga era composta da un globo a forma di lenticchia con un anello di legno e due ruote verticali attaccate alla navicella con delle vele regolabili unite ai raggi.

Successivamente Antonio Comaschi utilizzò dapprima un suo pallone che ricordava un po' quello di Muzio Muzzi ma con l'anello in tela e senza le ruote verticali e successivamente un suo speciale pallone formato da un cilindro con due coni ed un paracadute per poter tentare di dirigerlo.
Nel 1839 fece ascensioni di prova a Livorno e forse a Pisa, in piazza dei Miracoli, e a Firenze; poi, in volo libero, nel 1841 ne fece a Torino (due voli), Lione (due voli) e Nîmes, nel 1842 fece un'altra ascensione a Torino ma il pallone fu distrutto dopo l'atterraggio da un gruppo di soldati ubriachi.

In soli quattro mesi fabbricò un nuovo pallone e riuscì ad effettuare un'altra ascensione a Roma nel dicembre del 1842. Nel 1843 fece ascensioni a Napoli e Palermo. Nel corso della prima ascensione a Napoli volò a lungo fino ad atterrare a Quaglietta in piena notte suscitando timore fra i contandini che lo avevano preso per il diavolo.
Nel 1844 si recò a Costantinopoli dove, l'8 luglio, fece un'ascensione diventando famosissimo in quanto si trattava del primo volo effettuato in Turchia. L'anno seguente, il 12 giugno 1845, durante una ascensione in onore del matrimonio della sorella del Sultano, scompariva nel Mar Nero.

Antonio Comaschi (Lodi 1834 - Ferrara 1911) - patriota

Nel 1859, benché, essendo lombardo, fosse soggetto all'Austria, si arruolava nell'8a compagnia del 2° reggimento dei Cacciatori delle Alpi, proprio il giorno prima che Garibaldi passasse in rassegna i volontari per la prima volta, partecipando poi alla II Guerra di Indipendenza.
Nel 1860, già laureato in legge, appena saputo della spedizione di Garibaldi, si arruolava per raggiungerla. Assieme ad altri volontari di Lodi, arrivava a Genova ma non riusciva ad imbarcarsi sul Washington della Spedizione Cosenz che partiva lasciando a terra molti volontari essendo troppo carico.

I volontari lodigiani partivano così l'8 luglio su di una vecchia carretta mercantile, il Saumon, destinata al trasporto del carbone, che per la fretta della partenza, non venne nemmeno ripulita, e giungevano a Palermo il 14 luglio.
Antonio Comaschi partecipò al resto della campagna dapprima col grado di sergente e poi, dopo la battaglia di Milazzo, con quello di sottotenente. I volontari di Lodi furono impegnati in combattimento a Milazzo, a Cajazzo e sul Volturno.
Nel 1882 è stato pubblicato il suo discorso pronunziato al cimitero di Gallarate per la morte di Giuseppe Garibaldi.

Carla Comaschi - attrice

Dopo aver frequentato l'Accademia teatrale Silvio D'Amico ha recitato in teatro con Eduardo De Filippo e con Domenico Modugno, alla radio con Nunzio Filogamo ed in televisione nella commedie La favola di Natale di Ugo Betti (1962), Antigone Lo Cascio di Giulio Gatti (1963), L'incoronata di Alfonso Sastre (1963), La paura numero uno di Eduardo De Filippo (1964), Elena di Euripide con regia di Ottavio Spadaro (1966), Un cappello pieno di pioggia di Michael Gazo (1982), Adelchi Alessandro Manzoni con regia Orazio Costa Giovangigli (1990) e negli sceneggiati Le anime morte (1963), Scaramouche (1965), La donna di fiori (1965) e La fiera delle vanità (1967). Inoltre, sempre in televisione, ha recitato spesso anche nel teatro per ragazzi.

Ha partecipato al film I clowns di Federico Fellini come voce narrante. Ha doppiato molte attrici in sceneggiati televisivi (tra i quali Dallas, La Valle dei Pini e General Hospital) ed è stata la voce di svariati personaggi dei cartoni animati (tra i quali Mila e Shiro, Candy Candy e Doraemon).

Carlo Comaschi (Gussola 1878 - Cremona 1923) - antifascista

Andato in America intorno al '900 si interessò ai movimenti anarchici. Rientrato nel suo paese natale, fondò la sezione locale del Partito Socialista, creò le prime organizzazioni sindacali dei contadini e contribuì alla creazione delle cooperative tenendo corsi gratuiti di studio.

Fece propaganda contro la guerra 15-18 e organizzò molti scioperi. Alla fine del 1922 fu aggredito nel suo ufficio comunale e ferito alla testa con un martello. Ricoverato all'ospedale di Cremona, vi moriva dopo alcuni mesi di agonia.

Carlo Comaschi - partigiano

Operava nel piacentino. Nel febbraio-marzo del 1945 è comandante della 2a brigata della 1a Divisione "Piacenza" che assume il nome di Brigata M. Busconi. Il nome di battaglia di Carlo Comaschi era Guido.

Carlo Comaschi (Lodi 1816 - Milano 1904) - patriota

Avvocato milanese, nativo di Lodi. Alla vigilia delle Cinque giornate di Milano era consulente legale aggiunto presso i Luoghi Pii Elemosinieri di Milano dove era consulente legale l'avvocato Giunio Bazzoni, poeta e carbonaro, che era diventato famoso quando, nel 1825, aveva composta una ode anonima in morte di Silvio Pellico. La notizia della morte di Silvio Pellico si era poi rivelata falsa ma l'ode era comunque diventata famosissima.

Partecipa attivamente alla rivolta contro gli austriaci e combatte contro le guardie di polizia della Caserma posta nella contrada di S. Bernardino alle Monache e per primo issa il tricolore sulla Caserma conquistata.
Nei giorni successivi combatte contro dei soldati croati negli orti circostanti all'Orfanotrofio della Stella e qui viene sfiorato da un colpo partito dai suoi stessi uomini.

Durante il Governo Provvisorio è segretario della Commissione esaminatrice dei più famigerati poliziotti austriaci arrestati nei giorni dell'insurrezione popolare e tra questi il Conte Bolza ed il Galimberti.
Fa poi parte della Commissione, detta dei Sette, che sorvegliava la condotta di tutti gli incaricati in qualsivoglia parte del pubblico servizio.
Il 5 agosto viene chiamato a far parte della Commissione incaricata delle requisizioni per l'approvvigionamento della Città ma il giorno successivo gli austriaci tornano a Milano ed è costretto a riparare in Svizzera.

Nel 1861, in marzo, si reca a Caprera assieme ad una delegazione di rappresentanti di associazioni operaie e di ex-volontari che si pone lo scopo di incitare Garibaldi a riprendere la lotta per la liberazione di Roma e di Venezia.

Diventa amico di Don Giovanni Bosco, il futuro Santo, che ospita varie volte nella sua casa di Milano.

Carlo Comaschi (Milano ? - San Martino 1859) - patriota

Sottotenente del 5° Reggimento di fanteria della Brigata Aosta, il 24 giugno 1859, cadde in combattimento in un assalto alla baionetta durante la battaglia di San Martino della II Guerra di Indipendenza.
Fu insignito di medaglia d'argento alla memoria.

Clodoveo Comaschi - patriota

E' medico condotto a Calestano nel parmense. Partecipa ai moti rivoluzionari del 1831 quando contribuisce a far esporre il tricolore all'Università.
Partecipa anche ai moti del 1848; per questo, nel 1849, il duca Carlo di Borbone lo rimuove dal suo posto ma, alla fine dello stesso anno, con un atto di clemenza per la nascita della principessa Alice Maria Carolina di Borbone, gli viene concesso di concorrere ad una condotta in un altro Comune e diventa medico condotto ad Alseno.
Riuscì poi a tornare a Calestano dove lo troviamo citato come membro della Commissione Comunitativa di Statistica fin dal 1854.

Comasco Comaschi (Cascina ? - Cascina 1922) - antifascista

Comasco Comaschi era dirigente della Pubblica Assistenza di Cascina e Maestro d'Arte. A Cascina (in provincia di Pisa) suo paese natale, era conosciuto e stimato da tutti. Insofferente ad ogni prepotenza si mise in urto col nascente regime fascista e fu assassinato nel marzo del 1922. A Cascina gli è stato intitolato uno dei viali cittadini.

Davide Comaschi - pasticcere

Davide Comaschi è un pasticcere specializzato nel cioccolato artistico e nelle torte da matrimonio monumentali. Nel 2010 entra a far parte dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani e nel 2011 riceve la medaglia d'argento alla Coupe du Monde de la Pâtisserie a Lione.
Nel 2014, a Parigi, diventa campione del mondo di cioccolateria e nello stesso anno, viene premiato come Pasticcere dell’Anno.

Don Franco Comaschi - sacerdote

Don Franco Comaschi fu parroco nella parrocchia di Mezzano (PV) dal 1962. Fece costruire la sua casa vicino al piccolo Santuario del Novello di Travacò, una cappelletta isolata la cui costruzione risale alla fine del 1500 e che, data la sua posizione lungo l’argine del Po, è sempre stata considerata protettrice contro le alluvioni.
Per merito di Don Franco Comaschi il Santuario del Novello divenne anche meta di pellegrinaggio per sofferenti. Don Franco Comaschi volle che la sua casa, dopo la sua morte, diventasse un Centro Diurno per anziani.

Gerardo Comaschi (XVI secolo) - libraio ed editore

Gerardo Comaschi nacque a Piacenza da Piergiovanni ma si trasferì a Milano dove aprì una libreria. Fu anche editore ma conosciamo una sola opera tra quelle che furono stampate presso di lui e si tratta de' Il liceo dove si ragiona dell'ordine delle academie [sic], et della nobiltà, libro primo di Bartolomeo Taegio che fu stampata in Melano [sic] nel 1572.
Il suo negozio era un punto di ritrovo e veniva utilizzato anche come recapito per la posta. In un manoscritto del 1577 si trova l'indicazione di indirizzare le lettere a Gerardo Comaschi, libraio. Nel 1582 dovette cessare la sua attività e fallì.

Giacomo Comaschi (Caminata 1766 - Bologna 1837) - patriota

Giacomo Comaschi era piemontese in quanto proveniva da Caminata in Val Tidone che allora faceva parte del Regno di Sardegna ma viveva a Bologna dove era Chiaviere del Torrone e cioè faceva il carceriere. Nel 1795 si trovò coinvolto in una grave vicenda: il 14 novembre 1794 erano state arrestate molte persone perché, seguendo le idee rivoluzionarie francesi, volevano liberare la patria. I capi e gli organizzatori di questo gruppo rivoluzionario erano il bolognese Luigi Zamboni, lo studente piemontese Giovanni De Rolandis (condannato poi a morte), Antonio Forni e Cantillo Galli (condannati poi alla galera perpetua).

Luigi Zamboni, avendo scoperto una vecchia canna muraria, tentò di effettuare uno scavo per raggiungerla e fuggire ma fu scoperto prima di terminare il lavoro. Dato che il capo delle guardie era anziano si decise di sostituirlo e Giacomo Comaschi fu nominato al suo posto.

Il 18 agosto 1795 Luigi Zamboni morì in cella, ufficialmente suicida ma secondo alcuni assassinato da due compagni di cella e chi scoprì l'accaduto fu proprio Giacomo Comaschi che fu subito arrestato ed accusato di negligenza perché aveva tolto la catena posta al piede di Luigi Zamboni e non aveva controllato a dovere il prigioniero che aveva già tentato due volte la fuga. Il Comaschi si difese spiegando di aver tolto la catena perché Zamboni aveva una piaga ad un piede ma fu condannato a tre anni da scontare ad Ancona.

Secondo molti storici, specie risorgimentali, il vero motivo della condanna sarebbe stato che il Comaschi affermò che Luigi Zamboni non si era suicidato ma era stato ucciso dai suoi compagni di cella su incarico delle autorità e disse che proprio il giorno prima della morte del giovane il suo superiore gli aveva ordinato di mettere altri due detenuti nella sua cella quando prima era sempre stato tenuto in isolamento.

Giambattista Enrico Comaschi (Varano de' Melegari 1724 - Antognano 1783) - giurista

Studioso eminente di diritto, dopo una carriera nell'amministrazione ducale come commissario e podestà di vari paesi del parmense, viene chiamato ad insegnare diritto criminale all'Università di Parma quando questa viene riorganizzata dopo la cacciata dei Gesuiti dagli stati parmensi avvenuta nel 1768.

E' retribuito molto bene. Il costo dello stipendio dei quattro più eminenti studiosi, fra cui il Comaschi, ammontava a oltre 40.000 lire parmensi quando, in precedenza la spesa per l'intera Università era di sole 28.000 lire parmensi.
Nel 1777 è nominato Consigliere nel Tribunale della Dettatura e nel 1778 Assessore della Regia Casa.

Giovanni Battista Comaschi (XIX secolo) - patriota

Era di Parma e contestava la legittimità del governo ed in particolare dell'Arciduchessa e fu inquisito. Durante i moti del 1831, dopo l'arrivo dei tedeschi si tenne nascosto in una cantina continuando a stampare delle lettere rivoluzionarie definite mordaci dalla polizia ducale.

Nell'agosto del 1831 fu ordinato il suo arresto al quale però riuscì a sottrarsi. Successivamente si costituì, fu processato ed in seguito amnistiato ma rimase soggetto a vari controlli di polizia anche dopo essere uscito dal carcere.

Giorgio Comaschi - showman

E' sicuramente il Comaschi più noto al pubblico specialmente per le trasmissioni televisive che ha condotto o a cui ha partecipato. Le sue attività però sono molteplici.
Infatti è stato giornalista, specialmente per lo sport e lo spettacolo. Ha scritto alcuni libri. Si è occupato di teatro ideando anche vari spettacoli. Ha lavorato lungamente alla radio ed ha perfino girato, come regista, alcuni cortometraggi.

Giuseppe Comaschi (Bobbio 1889 - Bobbio 1966) - militare e partigiano

Giuseppe Comaschi era il nome di battaglia come partigiano di Giuseppe Bellocchio che combattè nella Prima Guerra Mondiale raggiungendo il grado di maggiore e venendo decorato con una Medaglia d'argento ed una di bronzo al Valor militare mentre, nella Seconda Guerra Mondiale, arrivò al grado generale di brigata prima e di generale di divisione poi.
Dopo l'8 settembre si unì ai partigiani. Nel giugno 1944, entrò a far parte, come esperto militare, del Comando Generale del Corpo volontari della libertà e scelse Giuseppe Comaschi come nome di battaglia. Il Comando Generale era composto da lui e da un rappresentante per ognuno dei cinque partiti antifascisti. Nel settembre del 1944 fu sostituito dal generale Raffaele Cadorna ed assunse il ruolo di comandante della piazza di Milano.

Ida Comaschi Caria (Meana Sardo 1911 - Cagliari 1987) - paleontologa

Benché Comaschi sia il nome di suo marito Cesare, viene citata in questo elenco di Comaschi in quanto ha sempre firmato le sue numerosissime pubblicazioni col nome di Comaschi Caria.
Nel 1939 ha intrapreso la carriera universitaria presso l'Ateneo di Cagliari. Dal 1943 al 1975 le è stato affidato l'insegnamento della Paleontologia e durante la guerra, a causa dell'assenza del titolare, anche i corsi di Geologia e di Ingegneria Mineraria.
Ha svolto una intensa attività di ricerca scientifica rivolta esclusivamente alla paleontologia della Sardegna. Oltre a numerosissime pubblicazioni rivolte agli specialisti, ha scritto Animali e piante fossili della Sardegna che è l'unica sintesi divulgativa della paleontologia sarda e che è giunta alla terza edizione.
Le sono state intitolate due delle specie nuove che ha ritrovato, la prima riguarda un echinoderma risalente al Miocene (Amphiope nuragica Comaschi Caria), la seconda un cervide dell'epoca würmiana (Megaceros algarensis Comaschi Caria).

Livio Comaschi (XVI - XVII secolo) - intagliatore

Livio Comaschi nacque nel piacentino nel XVI secolo e si dedicò all'arte dell'intaglio, lavorando prevalentemente a Venezia. Con un contratto del 20 aprile 1596 gli venne affidato l'incarico di intagliare un fregio a fogliami sui 48 stalli del coro della Chiesa di San Giorgio Maggiore, situata sull'omonima isola veneziana, la cui costruzione, su progetto di Andrea Palladio, era iniziata nel 1566 e sarà portata a termine nel 1611.
Nel 1597, con un ulteriore accordo stipulato il 20 giugno, gli venne affidato anche l'intaglio delle cartelle dei sedili superiori (i 48 sedili erano suddivisi su due ordini) ed in questa occasione venne assunto anche Pietro da San Barnaba perché lo aiutasse. Nello stesso anno venne assunto anche Albert Van den Brulle per le figure a tutto tondo, infatti sul coro andava rappresentata la vita di San Benedetto.
Il lavoro fu molto apprezzato tant'è che, il 20 aprile 1606, Livio Comaschi fu convocato. assieme a Iseppo Scolari, Francesco Terilli e Giacomo de Zuan Battista, per fare la stima giurata degli ultimi lavori di Agostino e Marcantonio Vanini che avevano intagliato i fregi del nuovo Bucintoro, varato quell'anno in sostituzione di quello del 1526.

Luciano Comaschi - calciatore

Nativo di Montichiari crebbe calcisticamente nel Brescia nel quale, giovanissimo, giocò una partita in serie B durante il campionato 1948/1949. L'anno successivo giocò in serie C con la Bondenese e poi con il Crotone nel 1950/51.
Passato nelle file del Napoli, esordì in serie A durante il campionato 1951/52. Rimase nove anni nel Napoli (fino al campionato 1959/60) giocando, come terzino, ben 302 partite e segnando anche quattro goal.

Luigi Comaschi (Pavia 1792 - Bergamo 1886) - docente

Nacque a Pavia nel 1792. Fu docente di latino e greco presso il Liceo di Bergamo e si dedicò anche al giornalismo.
Fu vicepresidente dell'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti in Bergamo e fu Consigliere ed Assessore del Comune, facendo parte anche del Consiglio Provinciale sopra alle Scuole.

Il suo carteggio di oltre 400 lettere a vari corrispondenti, risalente al periodo 1815 - 1885 è conservato, insieme a numerose altre lettere riguardanti la scuola, presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, città nella quale morì nel 1886.

Marco Comaschi - medico

Marco Comaschi è un medico genovese specializzato in Endocrinologia, Diabetologia e Medicina interna.
E' presidente dell'Associazione Medici Diabetologi ed oltre ad aver diretto vari Dipartimenti presso le ASL, si occupa di ricerca presso l'Università di Genova e quella di Zurigo.

Nino Comaschi (Bondeno 1907 - Bologna 1980) - giornalista e fotografo

Nel 1935 iniziò a lavorare per il quotidiano Il Resto del Carlino come fotografo sportivo, in particolar modo per le partite di calcio. Dopo due anni si occupò anche di cronaca e di avvenimenti politici.
Nel dopoguerra iniziò anche a scrivere come giornalista professionista per il Giornale dell'Emilia, per il settimanale sportivo Il calcio illustrato ed ovviamente per Il Resto del Carlino.
Nel 2002 l’archivio fotografico di Nino Comaschi consistente in oltre 50000 scatti è stato acquisito dalla Cineteca Comunale di Bologna.

Pietro Comaschi (XIX secolo) - patriota

Il 16 giugno 1847, a Parma, vi furono grandi festeggiamenti per il primo anniversario dell’elezione di papa Pio IX, che furono visti come un gesto di ribellione in quanto il Papa era allora considerato favorevole all'unità d'Italia e la giornata terminò con violenze da parte delle truppe per sciogliere la folla acclamante.

In questa occasione Pietro Comaschi propose una raccolta di fondi ed una distribuzione di pane ma successivamente questo suo atteggiamento fu considerato sedizioso ed il 15 luglio fu trasferito per punizione e destinato ad adempiere l'ufficio di commesso nella podesteria di Ferriere, con l'obbligo di dimorare costantemente nel capoluogo del comune.
Quando nel 1848, il Duca di Parma, Carlo II, dovette lasciare il ducato in mano ad un governo provvisorio, al Comaschi venne ridato lo stipendio a partire da quando perse l'impiego a causa del fatto del 16 giugno 1847 e poi fu nominato Ragioniere nella Divisione d'Agricoltura, Commercio e Statistica nella Sezione dell'Interno.

Dopo un anno però Parma fu rioccupata dalle truppe austriache. Il Duca non vide affatto bene chi aveva avuto a che fare col governo provvisorio e nel 1851 una commissione allontanava dai pubblici impieghi il Dott. Pietro Comaschi definito come uno degli impiegati pertinacemente sleali.
La piemontese Gazzetta del Popolo da Torino riportava la vicenda scrivendo che questa commissione faceva le vendette del Duca e a dichiarando E' doloroso vedere italiani prostrarsi alla rovina dei loro concittadini.

Vincenzo Comaschi (Parma 1750 circa - 1817) - letterato

Nasce e vive a Parma. E' figlio di Giovanni Battista Comaschi [>>] e Lucia Bazoni.
Pubblica diverse opere tra le quali Epigrammi per le faustissime nozze della r. principessa di Parma Carolina Teresa di Borbone con s.a.s. il principe Massimiliano di Sassonia (1792), Saggio sopra l'epigramma (1792), Tributo di lodi con epigrammi a Cloride Tanagria in ringraziamento del dono di un'ode dalla medesima fatto a me Vincenzo Comaschi (1792), la traduzione dal francese di Polissena, tragedia di Antoine d'Aubigny de La Fosse (1795) e Lettere campestri della Vedova N.N. ad una sua amica (1805) per le quali firma la prefazione ma delle quali in realtà è lui stesso l'autore.
Si dedica poi ad una Storia di Parma che doveva coprire il periodo 1796 - 1816 ma muore prima di aver terminato la sua opera.


Tophost

Questo sito non utilizza cookie

Copyright © Andrea Cavallari
Tutti i diritti sono riservati