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Origine del cognome Comaschi


Una origine geografica

L'origine del cognome Comaschi appare, a prima vista, piuttosto facile da svelare: si tratta di un cognome di origine geografica, una famiglia si è trasferita da Como in un altra città ed i suoi componenti sono stati indicati come i comaschi.

Questa interpretazione appare ancora più giusta se si pensa che, proprio nell'epoca nella quale si sono formati gli attuali cognomi, gli abitanti di Como erano famosi in tutta Europa, come artigiani abilissimi, in particolare come costruttori di cattedrali ma anche come minatori, cavatori di pietre, etc.

Ciò ci fa pensare che il cognome Comaschi sia alquanto diffuso ma così non è. Se sfogliamo gli elenchi telefonici italiani troviamo solo 220 Comaschi e 4 Comasco. I comaschi costruttori di cattedrali erano detti anche mastri comacini ma non esiste né il cognome Comacini, né Comacino.

Osservando i luoghi dove compare, nei tempi più antichi, il cognome Comaschi e dove è oggi più diffuso, si nota che questi sono, in gran parte, compresi nei confini di quello che era il Ducato di Milano. Si può pensare che il fatto di essere originari di Como abbia dato origine al cognome Comaschi solo in località relativamente vicine a Milano dove la città di Como era ben conosciuta mentre altrove ciò non è accaduto o più probabilmente la provenienza da Como ha dato origine al più generico cognome Lombardi molto diffuso sia in Italia (14801 Lombardi e 10377 Lombardo sugli elenchi telefonici), sia all'estero nella versione Lombard.

Il più antico Comaschi

In effetti il più antico Comaschi di cui ho trovato traccia viveva ai confini del Ducato di Milano in quanto l'ho trovato citato in una pergamena della Biblioteca Ambrosiana di Milano datata 21 Maggio 1368 [1].
Con questo atto Magister Paolo Comaschi compra due pezze di terra al prezzo di sette fiorini da Caterina Zannis De Bonifaciis, moglie di Pellegrino Pelani.

Il luogo dove avviene questa transazione non viene indicato con grande chiarezza in quanto si tratta di Burgo Gipssi Crustinei (Dioc Regii). Neanche il nome del notaio è di grande aiuto, viene infatti indicato come Butricus de Meledullo e non compare in altre pergamene.

Appare probabile che Dioc Regii indichi Reggio Emilia (che in quegli anni era contesa fra il Ducato di Milano ed i Gonzaga) ma la conferma l'ho avuta leggendo un rubricario degli Statuti del Comune di Reggio Emilia del 1392 [2] nel quale ho trovato citato tre volte questo Crustineum [3] a proposito di fossi, canali e ponti. La parola Crustineum dovrebbe quindi indicare il Torrente Crostolo mentre la parola Gipssi indica probabilmente un posto dove si cavava il gesso.

Lungo il corso del Torrente Crostolo troviamo delle importanti ed antiche cave di gesso nel territorio di Vezzano sul Crostolo che in epoca medievale era un punto di controllo delle vie che attraversavano l'Appennino.
La necessità di specificare Crustinei si spiega col fatto che, nel territorio di Reggio, si trovava anche il Castello del Gesso che però era situato in località Ventoso (ora Comune di Scandiano) alquanto distante dal Crostolo.

Nel 2008 un gentile lettore del mio sito mi ha confermato questa interpretazione e mi ha indicato il Monte del Gesso vicinissimo a Vezzano sul Crostolo. Dalla carta topografica si vede anche il toponimo La fornace che fa pensare ad una cava di gesso dato che il gesso, se non era usato come pietra da costruzione, andava cotto.
Guardando le foto da satellite della zona su Google Earth si vede bene il monte ormai ridotto ad un mozzicone per gli scavi ed anche una foto della zona con una costruzione dall'aria vecchiotta ai piedi del monte.

Il prezzo in fiorini avrebbe fatto pensare alla Toscana ma, in quegli anni, esisteva anche il fiorino milanese. Del resto i possedimenti del Ducato di Milano comprendevano anche terre ora in Toscana; la Garfagnana è rimasta in mano al Ducato di Milano fino al 1650 e tuttora la parte più meridionale della provincia di Pavia si incunea profondamente fra Piemonte ed Emilia verso la Toscana.

Proprio a Pontremoli troviamo dei Comaschi nell'estimo del 1508 nelle frazioni di San Colombano e di San Pietro [4]. Poco più di un secolo dopo troviamo un Comaschi imparentato con la nobile famiglia dei Malaspina feudatari delle terre del basso pavese. In questo caso si tratta del ramo dei Malaspina di Pregola, Isola, Campi, Pej, Alpe e Vezimo [5].

Si tratta di Giambattista Comaschi, di Montesegale in Val Versa, che, il 13 giugno 1645, sposa Camilla Malaspina terzogenita del Marchese Antonio Malaspina (morto nel 1626) e di Maria Malaspina dei Marchesi di Fabbrica [6].
Giambattista, rimasto vedovo [7], si risposa poi con Lodovica Malaspina terzogenita di Gian Luigi Malaspina (Marchese di Alpe e Artana dal 1626, morto nel 1659) e della Nobile Agostina Castelli.

Il più antico Comaschi mio antenato

E' curioso notare che il più antico Comaschi, di cui conosco il nome e mio antenato diretto, si chiami proprio Giovanni Battista, però il periodo di un secolo e mezzo che intercorre fra costui e il precedente è troppo grande per poter ipotizzare un collegamento che sarebbe interessante non tanto per la nobiltà dei Malaspina ma perché permetterebbe di risalire al primo antenato che ha portato un dato cognome: il Marchese Alberto vissuto agli inizi del 1100 che era di stirpe obertenga e che fu detto il Malaspina [8].

Esiste però un Comaschi che potrebbe fare da ponte fra il nostro antenato e costui. Si tratta di Giovanni Battista Comaschi che nel 1769 insegnava diritto criminale all'Università di Parma [9]. Era un eminente studioso pagato molto bene, che potrebbe anche essere il nonno del nostro antenato considerando sia il nome uguale, sia la medesima propensione per le attività giuridiche e visto che nacque, nel 1724, in località Montalto a Varano de' Melegari da una famiglia di cui viene detto che era onesta, civile ed in altri tempi ricca, potrebbe anche essere il pronipote del Giovanni Battista Comaschi che sposò le due Malaspina.

Ha avuto vari figli nati attorno al 1750 e anni seguenti tra i quali potrebbe esserci il padre del nostro Giovanni Battista. Questa, per altro, è una possibilità vaghissima perché non c'è nessuna indicazione di un legame fra lui o i suoi figli e Lodi. Lui è morto ad Antognano in provincia di Piacenza ed i suoi due figli dei quali ho qualche notizia certa (Giuseppe e Vincenzo) hanno continuato entrambi ad abitare a Parma [10] mentre un terzo figlio (Pietro) pare essersi trasferito a Piacenza nel 1801.

I Comaschi casata patrizia

Molto interessante sarebbe anche consultare l'opera di Raffaele Fagnani, illustre storico, autore dell'opera indubbiamente più vasta e cospicua intorno alle famiglie nobili del Ducato di Milano.
Purtroppo l'opera di Raffaele Fagnani, che si intitola Familiarum Commenta, è di difficile consultazione in quanto non è mai stata stampata ed è conservata in due manoscritti. Uno in 14 volumi, è l'originale, e lo possiede la Biblioteca Ambrosiana, l'altro, in 9 volumi, è una copia autentica e si trova nell'Archivio di Stato di Milano.
Si tratta di una vastissima ed importante opera, che raccoglie una quantità di documenti, notizie e dati intorno a circa 1300 insigni casate patrizie lombarde (fra cui i Comaschi)
[11], notizie preziose per noi perché tratte da fonti e da archivi pubblici e privati che oggi non esistono più.

Comunque, considerato che il Fagnani è morto nel 1623, la consultazione di questa opera potrebbe darci interessanti notizie sui Comaschi più antichi ma non certo mostrarci un collegamento fra il nostro Giovanni Battista e quelli più antichi.

I Comaskey

Facendo delle ricerche in Internet ho scoperto, per caso, che negli Stati Uniti esiste il cognome Comaskey che si trova diffuso in una decina di stati.
La cosa mi ha incuriosito ed ho pensato che potesse trattarsi di Comaschi italiani emigrati negli Stati Uniti il cui cognome fosse stato storpiato all'atto dell'ingresso nel paese in quanto la pronuncia di Comaskey è molto simile a quella del cognome Comaschi.

Ho quindi fatto ulteriori ricerche consultando le liste degli immigranti ed ho notato che molte delle persone per le quali, all'atto degli ingressi negli Stati Uniti, era stato indicato il cognome Comaskey provenivano dall'Irlanda.

Ciò non quadra affatto con una possibile storpiatura del cognome Comaschi ed infatti ho poi scoperto che Comaskey è sì la storpiatura di un cognome ma che questo cognome non è Comaschi e che il fatto risale a prima dell'emigrazione in America.

Comaskey infatti deriva dal cognome irlandese Mac Cumascaigh che è stato talvolta trasformato anche in Comiskey, Comeskey o Cumaskey.
Questa famiglia è originaria della Contea di Monaghan in Irlanda
[12] da dove si è poi sparsa nella regione di Leister più a sud. Ora si trova principalmente nelle contee di Cavan, Longford e Westmeath.

Stemma dei Mac CumascaighMac Cumascaigh significa figlio di Cumascach (antichissimo nome irlandese che fu anche di re d'Irlanda). Il prefisso Mac fa pensare alla Scozia ma è usato anche in Irlanda quando è riferito al nome del padre, si usa invece il più noto O' quando ci si riferisce al nome di un nonno o di un antenato più antico.

Lo stemma dei Mac Cumascaigh è il seguente: capo rosso portante tre gigli d'argento, due bande di losanghe azzurre (4,2) in campo bianco.


[1] - Regesti delle pergamene - S.C. 380 - Biblioteca Ambrosiana di Milano.   <<

[2] - I rubricari degli statuti comunali di Reggio Emilia (secc. XIII - XVI) - a cura di Antonella Campanini - Reggio Emilia 1997.   <<

[3] - Tutte le citazioni di Crustineum sono nel libro V che riguarda i canali, i fossi e i ponti. Troviamo: (XXXV) Quod potestas faciat fieri conscilium super Crustineo et Mutillena et navillio de Corrigia, (XXXVI) De Crustineo et Mutillena cavandis et reaptandis e (LXIII) Quod potestas teneatur mandare executioni cavamentum Crustinei.   <<

[4] - Laura Bertoncini - Il mondo rurale pontremolese nel XV secolo - Tesi di Laurea in Storia Medievale - Università degli studi di Firenze Anno accademico 1995/96.   <<

[5] - I Malaspina di Pregola, Isola, Campi, Pej, Alpe e Vezimo a cura di Davide Shamà e Andrea Dominici Battelli in Genealogie delle dinastie nobili italiane.   <<

[6] - Deputazione di storia patria per le province parmensi - Archivio Storico per le Provincie Parmensi - Serie 4 - 1964 - pagina 313.   <<

[7] - Giorgio Fiori - I Malaspina: castelli e feudi nell'Oltrepò piacentino, pavese, tortonese - Tip.Le.Company - Piacenza, 1995.   <<

[8] - Secondo Tommaso Porcacchi, che, nel 1585 pubblicò a Verona il libro Historia dell'origine ed successione dell'illustrissima famiglia Malaspina, la nascita del soprannome Malaspina sarebbe molto più antica e risalirebbe ad almeno seicento anni prima di Alberto Malaspina.
Il primo ad essere così chiamato sarebbe stato Accino, figlio di Ilduino signore di Luni, infatti, alle calende di agosto del 562, Giustiniano avrebbe fatto marchese Accino con il cognome di Malaspina e gli avrebbe dato uno stemma con uno spino fiorito su tre monti.   
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[9] - Maurizio Mamiani - Le arti e le scienze nel progetto illuministico di Francesco Venini (Parma, Real Paggeria, 1768) - Conferenza tenuta il 21 Settembre 1999 presso la Sala delle Feste della Banca del Monte di Parma in Palazzo Sanvitale a Parma.   <<

[10] - Roberto Lasagni - Dizionario biografico dei parmigiani - Parma, 1999.   <<

[11] - Giuseppe Bonelli - Raffaele Fagnani ed i suoi "Commentari" intorno alle famiglie milanesi - in Archivio Storico Lombardo - (settembre 1906 Serie 4, Volume 6, Fascicolo 11).   <<

[12] - Edward MacLysaght - The surname of Ireland - Irish University Press - Dublin, 1973.   <<


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