Spazio per comunicazioni urgenti

I Cavallari calabresi


San Fantino: il più antico dei Cavallari?

Chi legga la storia dei santi calabresi potrebbe pensare che la più antica citazione di un Cavallari, risalente addirittura al IV secolo, sia in Calabria e che il nome derivi dal lavoro svolto di guardiano di cavalli.

Infatti San Fantino, il Vecchio, che è anche il più antico santo calabrese essendo nato nel 294 e morto nel 336, era soprannominato il Cavallaro o anche il Taumaturgo. Era nato a Tauriana, città calabrese posta verso il Tirreno, dove lavorava come guardiano di cavalli (da cui il soprannome) per Balsamio, un patrizio romano.

Fantino era segretamente cristiano ed aiutava i poveri in vari modi anche utilizzando i cavalli per trebbiare di nascosto il loro grano. Scoperto da Balsamio e costretto alla fuga fermò la acque del fiume Metauro (che oggi si chiama Petrace) e di fronte a ciò anche Balsamio si convertì. Fantino fece poi numerosi altri miracoli. San Fantino viene festeggiato il 24 luglio ed una chiesa a lui dedicata c'è anche a Venezia.

Tutte le notizie sulla sua vita ci provengono da uno scritto di Pietro, Vescovo di Taureana, risalente all'VIII secolo [1]. Questo scritto intitolato Bios e cioè Vita è però scritto in greco e a San Fantino viene attribuito il titolo di Ἱππονομεὑς e non di Cavallaro che nasce invece dalla traduzione del termine greco.
Per cui, benché San Fantino sia detto il Cavallaro non rappresenta la più antica citazione di un Cavallari.

I Cavallari di Dinami

Se guardiamo la distribuzione attuale del cognome Cavallari in Italia vediamo che in Calabria questo cognome è poco diffuso. Se però non guardiamo solo il numero totale di persone che portano questo cognome in una Provincia ma calcoliamo la percentuale di coloro che si chiamano Cavallari rispetto al totale degli abitanti della Provincia, scopriamo una insolita concentrazione di Cavallari in Provincia di Vibo Valentia.

Facendo ulteriori ricerche si possono trovare vari Cavallari a Dinami dove sono citati fin dal '600. Dinami prende il nome dal fiume Torno che anticamente era chiamato Dinami perché le sue acque sono molto impetuose (in greco dynamis significa forza). La forza di queste acque rese possibile la costruzione di mulini e gualchiere per la lavorazione della lana. Dinami divenne quindi un centro importante dove si lavoravano i prodotti agricoli e della pastorizia.

Tra le varie corporazioni quella dei conciapelli era la più importante e di essa faceva parte la famiglia Cavallari. Nel corso del XVII secolo troviamo tre sacerdoti appartenenti a questa famiglia: Giacomo di Nicola, Giacomo di Giovanni e Martino. Successivamente da Garopoli si trasferì a Dinami la famiglia Cavallari Puccio che fece costruire due palazzi dai portali imponenti e da Fabrizia giunse un chirurgo che si chiamava anche lui Cavallari [2].

Vicinissimo a Dinami è il paese di San Pietro di Caridà dove esiste tuttora il Palazzo Cavallari che è stato recentemente restaurato e dove ha sede il Municipio.

Vari altri Cavallari vivevano a Garopoli che è il paese natale del giurista Domenico Cavallari del quale parlo pià avanti. Ricordiamo Marianna Cavallari, nata circa nel 1750, che, intorno al 1770, sposò il barone Don Vincenzo Calcaterra, figlio di Domenico e fu madre dei filosofi Nicola e Pasquale Calcaterra e del colonnello Antonino, noto per aver scritto le proprie memorie (Memorie istoriche militari: dal 1799 al 1822).

Quella dei Calcaterra era quella più ricca e potente di Dasà (un altro paese, sempre nella stessa zona) ma anche quella dei Cavallari era una famiglia importante. Infatti, quando i figli di Marianna e Vincenzo vengono inviati a Napoli a studiare, sono posti sotto la protezione degli zii Cavallari.

Sempre a Garopoli troviamo Francesca Cavallaro che sposò lo scultore Domenico De Lorenzo di Tropea (1742 - 1812) che realizzava statue in legno di tiglio prodotto da una sua proprietà detta Longa e che sono notevoli specialmente per la precisione nei particolari anatomici. Francesca e Domenico ebbero vari figli: Giosuè, Cerajuolo, Michele e Giuseppe che divenne sacerdote, poiché tutti questi si occuparono di scultura sacra, furono chiamati i Santari. Lo scultore più promettente era Michele che però, purtroppo, morì a soli 31 anni.

Domenico Cavallari di Garopoli

Domenico Cavallari nacque a Garopoli nel 1724. Garopoli (un tempo chiamata Charopolis) era un casale di Caridà che ebbe una storia abbastanza importante. Ora è una frazione del Comune di San Pietro di Caridà. Oltre a Domenico, a Garopoli nacque il teologo Domenico Caristina (1740 - 1803) che si distinse nel campo della teologia fondamentale.

Domenico si trasferì a Napoli, ancora giovanissimo, nel 1740 e fu allievo di Giovan Battista Vico. Fu ordinato sacerdote e studiò in particolare il diritto canonico per il quale ottenne, nel 1765, la cattedra presso l'Università di Napoli dove insegnò finché visse.

Dal 1768 al 1772 si svolge la polemica sull'abolizione della cattedra delle Decretali (ovvero le norme di Diritto Canonico), propugnata anche dal filosofo Antonio Genovesi, in quanto la si considerava una intromissione della Chiesa nello Stato ma la cattedra rimase e nel 1779, fu affidata a Domenico Cavallari. A quell'epoca infuriava anche la polemica fra curialisti ed anticurialisti, si discuteva cioè se la chiesa possedesse i beni temporali per concessione del re e se il vescovo dovesse occuparsi solo dei sacramenti per cui la chiesa non potesse infliggere pene temporali.

L'opera più importante di Domenico Cavallari è Istitutiones iuris canonici (Istituzioni di Diritto Canonico) che fu stampata a Napoli in tre volumi editi rispettivamente nel 1764, 1768 e 1771 e che ebbe un enorme successo. Le ristampe furono numerosissime (almeno diciasette) tra le quali quelle di Pavia nel 1782 e di Palermo nel 1786 e 1791.

Ne esiste anche una edizione che risulta stampata addirittura a Poznan ma si tratta di una finzione dovuta al fatto che, nel 1817, l'opera era stata messa all'indice per via delle idee gianseniste di Domenico Cavallari che sostiene che, essendo la chiesa sorta nello Stato, può esistere della normativa civile anche per le materie ecclesiastiche ed indica alcune norme di spettanza civile che, col tempo, sono state trasferite fra i diritti della Chiesa [3].

Domenico Cavallari ha anche scritto Istitutiones iuris romani (Istituzioni di diritto romano) in due volumi, il primo dei quali fu stampato a Napoli nel 1774 ed il secondo uscì postumo nel 1778 a cura di suo nipote Antonino. Sempre postumi sono usciti, nel 1786, i Commentaria de iure canonico, stampati a Napoli, che rappresentano una revisione delle Istitutiones iuris canonici con anche degli ampliamenti.

Domenico muore a Napoli nel 1781. E' curioso che il suo cognome sia indicato come Cavallari nel Dizionario biografico degli italiani e come Cavallaro nella Enciclopedia Treccani. Nelle sue opere, dato che erano in latino, si firmava Dominicus Cavallarius.


[1] - Pietro, Vescovo di Taureana (a cura di Domenico Minuto) - La vita e i miracoli del santo e glorioso servo di Cristo Fantino - Edizioni Giuseppe Pontari - Reggio Calabria, 2003.   <<

[2] - Giuseppe Crocenti - La valle del Marepotamo - Edizioni Frama Sud - Chiaravalle Centrale, 1980.   <<

[3] - Antonio Piromalli - La letteratura calabrese - Pellegrini Editore - Cosenza, 1996.   <<


Tophost

Questo sito non utilizza cookie

Copyright © Andrea Cavallari
Tutti i diritti sono riservati