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Andrea Cavallari - Vacanze dedicate, tutte o in parte, alle immersioni subacquee


2000 - Elba

Nel giugno del 2000 abbiamo passato una dozzina di giorni all'isola d'Elba dove avevamo affittato un appartamentino situato subito sopra la spiaggetta di Fonza che si trova vicino a Marina di Campo ma che non è facile da raggiungere perché è in fondo ad un lungo stradelllo sterrato con saliscendi impegnativi al termine del quale è difficile sia parcheggiare che voltare la macchina.

La spiaggia di Fonza all'isola d'Elba

Noi invece possiamo lasciare la macchina dalla nostra casa e scendere a piedi. Appena arrivati vado giù da solo a vedere la spiaggia. Mi metto su di un masso, mi tolgo le scarpe e riesco a scendere in acqua. Ho solo la maschera ma riesco lo stesso a fare una certa nuotata, vedendo molte posidonie (le piante marine, erroneamente credute alghe, che trasformano in prati i fondali sabbiosi) ed i vari pesciotti che vivono in questo tipo di fondali, ci sono pochi ricci di mare e molte alghe bianche, sia del tipo che sembrano fiori di convolvolo (la Padina pavonica), sia altre più piccole. Le acque sono molto limpide.

Il giorno successivo mi metto le pinne nuove e faccio un lungo giro fino ad uno scoglio in cima al capo più vicino. Al ritorno ci sono due in kayak che parlano con mia moglie e chiedono informazioni. Vengono da Lacona e ci hanno messo un'oretta.
Più tardi gonfiamo la canoa che abbiamo con noie la si porta giù a spalla. Si tratta di una Metzeler a due posti che ci ha prestato mio fratello. Faccio un giro con mio figlio e passiamo la punta fatta oggi a nuoto. Poi superiamo varie altre punte (al largo c'è un isolotto che si chiama lo Scoglio della Triglia) fino ad una di granito con pareti a picco sul mare e dove riusciamo anche a stare all'ombra ma nessuna è quella finale da cui si vede Lacona.

Su di una canoa gonfiabile

Al centro della spiaggia di Fonza e quasi a riva c'è un grande masso spezzato in due con in mezzo un canalino allagato dal mare. Dopo aver visto da riva una seppia vicino a mia moglie ed avergliela indicata, c'è un tentativo di cattura da parte dei bambini presenti. Il tentativo viene fatto con un secchiello ed ovviamente fallisce.

Scendo in acqua e guardo le rocce che stanno in mezzo alla baia e che sono ricche di grossi cristalli di calcite, nuoto nel passaggio fra le due rocce e guardo una grande fessura con alcuni pesci ed una grossa bavosa. Poi faccio a nuoto un lungo giro dall'altro lato della baia ma ci sono delle zone fredde, mi viene quasi il dubbio che ci siano delle sorgenti d'acqua dolce ma non ne vedo altri segni.

Incontro uno di questi pesci rossi con la testa nera che si vedono ogni tanto e che non so come si chiamino [1]. Ci sono anche dei pesci più grossi, ne vedo anche uno che forse è un cefalo o una spigola.
Faccio un lungo giro, superando molte punte rocciose e mi fermo anche per una sosta su di una roccia al sole, mezzo in acqua e mezzo fuori. Alla fine arrivo in vista di Marina di Campo. Noto alcuni scogli semisommersi. Al ritorno, per fare prima, vado diritto senza seguire le ondulazioni della costa, faccio comunque una lunga nuotata.

Uno sciarranoNei giorni successivi usiamo spesso la canoa arriviando anche in vista della spiaggia di Marina di Campo, tra noi e la costa c'è un isolotto diviso dalla riva alta e rocciosa da uno stretto canale. Circumnavighiamo pian piano l'isola ammirando le posidonie che, a causa della posizione riparata e del basso fondale, crescono praticamente fino in superficie. Durante il ritorno noto una minuscola spiaggetta incuneata fra le rocce.

Ho con me una macchinetta fotografica usa e getta che può essere utilizzata anche sott'acqua e faccio varie foto cominciando da mio figlio che nuota e finendo con un tordo coloratissimo. In realtà io ho sempre chiamato tordo questo pesce piuttosto comune (ci sono vari tipi di tordi) ma poi ho scoperto che invece si tratta di uno sciarrano. Lo Sciarrano (Serranus scriba) non ha niente a che fare coi tordi, lui è un serranide mentre i tordi sono labridi, entrambi i pesci, però, sono colorati e solitari.

Successivamente c'è un po' di mare mosso e vado a nuoto fino allo scoglio per vedere di fare una foto anche se le onde hanno mosso tutto perché ne voglio fare una con il bianco della schiuma, faccio un banchetto di pesci proprio all'altezza dello scoglio.

Alcuni pescetti nuotano sotto le onde che si frangono

Tornando vedo un buco perfettamente rettangolare in un sasso, il buco rettangolare è proprio quello che fa distinguere le antiche ancore romane quando vengono ritrovate (in realtà quello che viene ritrovato è solo un peso di piombo che stava sopra all'ancora vera e propria che era di legno e di cui non si trova più nulla).

Vedo bene che non si può trattare di un ancora, tra l'altro il buco è troppo grande, ma sono curioso di capire di cosa si tratti e mi immergo alcune volte prima di capire che si tratta di uno di quei grossi mattoni fatti di tufo o pozzolana che si usano spesso nel sud dell'Italia.

Quando il mare torna bello faccio un lungo bagno assieme a mio figlio che viene con me a vedere i fondali; ancora a riva dove l'acqua è bassa trovo un polpo nascosto in un buchetto in uno scoglio che sbuca dalla sabbia, lo faccio vedere a mio figlio che però non riesce a vederlo. Scatto una foto anche se so che sarà difficile vederlo nella fotografia, anche se si indica il punto dove si trova.

Un maschio di tordo pavonePoi si prosegue la nuotata e si va dove non si tocca. Mio figlio va bene ma poi si sente insicuro e torna indietro. Molto probabilmente non è che non riesca a nuotare ma gli fa effetto vedere tutto il vuoto sotto di sé nell'acqua limpida.
Continuiamo più a riva e fa molti progressi, mi scatta anche una foto (ma poi, quando la svilupperemo, scoprirò che ha tenuto un dito sull'obiettivo per cui mi si vede solo in parte), dopo torna su ed io mi faccio un giretto.

Vedo uno strano pesce giallo con le pinne blu disteso sul fondo. E' piuttosto grosso e sembra morto, penso sia stato colpito dal signore anziano che gironzola ogni tanto col fucile da sub e prende vari pesci.
Non so di che pesce si tratti così mi immergo e mi avvicino. Rimane immobile e non scappa ma, mentre sto per risalire, noto che muove un occhio. Allora prima lo fotografo e poi mi avvicino molto fino a spaventarlo e lo vedo scappar via.

Vedrò poi che si tratta di un maschio di tordo pavone (Symphodus pavo), pesce che ha in effetti questa strana abitudine che viene così descritta: spesso lo si incontra mentre si riposa appoggiato su un lato oppure in posizione di invito alla pulizia, con il capo in alto e la bocca aperta.

Una leccia stellaUn po' più in là faccio anche una immersione più fonda (lasciando la macchina fotografica a galleggiare in superficie perché non può scendere oltre i cinque metri) per vedere un grosso pesce nascosto e al ritorno taglio la baia direttamente nuotando sulla zona sabbiosa che c'è al centro e vedo due pesci grandi con la coda lunata a cui scatto due foto.

Non so cosa siano ma dalla forma e da come si muovono mi sembrano quasi delle ricciole. Non sbaglio di molto perché si tratta di una coppia di Leccia stella (Trachinotus glaucus), parente stretto della ricciola.

Un polpo che gioca con un elasticoIl giorno dopo ritrovo il polpo di ieri e lo fotografo mentre gioca con l'elastico della macchina fotografica. Sia mia moglie che mio figlio lo vedono. Vado poi in giro e faccio qualche altra foto. Nuoto e poi vedo mio figlio sugli scogli, dopo mi sento chiamare e mia moglie e mio figlio, guardando qualcosa, mi dicono di raggiungerli.

Non si riesce ad andare a riva in questo punto per via degli scogli, così proseguo e torno a riva dal solito posto. Quando risalgo vado a vedere cosa vogliono: volevano farmi vedere delle alghe bianche in una pozza d'acqua. Sono alghe molto comuni che si possono vedere un po' dappertutto. Sono di colore bianco e vagamente simili ad un fiore di convolvolo (si tratta della Padina pavonica).

Prima di tornare a casa vogliamo fare un bel giro con la canoa e sfrutto l'ultima mattina disponibile per fare un giro a nuoto per finire le foto, il polpo oggi non c'è e non trovo niente di interessante anche se arrivo abbastanza oltre il solito scoglio.
Non è troppo limpido, vedo delle mormore abbastanza grosse ma la macchina fotografica non è carica e mentre la carico se ne vanno, ci sono dei saraghi e dei pesci di colore rosso ma non riesco ad inquadrarli bene in un punto dove ci sia abbastanza luce [2].

Ci sono anche dei grossi balani, detti anche denti di cane, [3], e potrei fare una bella foto ma con questa macchina non posso avvicinarmi a meno di un metro e verrebbero troppo piccoli.
Al ritorno faccio un'unica foto ad un pesce colorato che ha il pregio di non scappare e di lasciarsi inquadrare senza problemi.

Una donzellaSi tratta di un maschio di Donzella (Coris julis). Questo pesce presenta una caratteristica molto strana: i giovani sono tutti femmina poi, invecchiando, diventano maschi.
Poi, mentre nuoto per tornare, vedo una cosa scappare veloce fra i sassi, sembra quasi una murena piccola che nuoti in acqua libera.

Torno a riva, si risale, si mangia, ci si riposa un po' e si scende con la canoa. Mia moglie e mio figlio salgono ed io vado a nuoto. Facciamo un viaggio che potremmo spacciare per una grande impresa dicendo di essere andati dall'Elba ad Ischia ma, anche se ciò è verissimo, Ischia non è la nota isola bensì è la spiaggetta vista giorni orsono verso Marina di Campo che si chiama appunto Ischia.

Io di solito sto davanti alla canoa esplorando sott'acqua ma provo anche a farmi tirare però è più la fatica che altro. Si arriva alla spiaggia, esploro l'attracco e li aiuto ad arrivare a riva evitando i vari scogli che chiudono l'ingresso della piccola spiaggetta. Subito fuori dagli scogli vedo un folto gruppo di mormore e lo fotografo poi vorrei fare una foto alla canoa dal di sotto e mi immergo più volte, relativamente in fondo, per scattare la foto risalendo dal basso.

Mio figlio sulla canoa, visto da sott'acqua     Mia moglie sulla canoa, vista da sott'acqua

La canoa non dice molto ma si vedono mia moglie e mio figlio che si sporgono guardando giù e la loro immagine deformata dall'ondeggiare della superficie dell'acqua è molto particolare così scatto una foto ad ognuno di loro. Più in là vedo alcuni di quei pesci rossi che non ero riuscito a fotografare stamattina. Sono indeciso se fare la foto o tenerne una per me ma quando provo a caricare la macchina scopro che è finito il rullo ed ormai è finita anche la nostra vacanza.


[1] - Si dovrebbe trattare del maschio di Tripterygion tripteronatus detto Peperoncino. I maschi hanno la testa di un nero più intenso durante il periodo della riproduzione che è appunto all'inizio dell'estate.   <<

[2] - In effetti il Tripterygion tripteronatus, detto Peperoncino per il suo colore rosso, tende a sfuggire la luce diretta del sole per cui sta sempre dentro e fuori da buchi o sotto gli scogli.   <<

[3] - Si tratta di quelle specie di conchiglie a forma di cono (ma, in realtà, sono dei crostacei) che crescono numerose sugli scogli.   <<


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