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Andrea Cavallari - Vacanze dedicate, tutte o in parte, alle immersioni subacquee


1970 - Baia di Campi (Gargano)

Nell'estate del 1970 ho fatto una lunga vacanza, assieme a Roberto col quale stavo seguendo la Facoltà di Ingegneria e che era anche un mio ex-compagno di scuola del Liceo. Siamo stati in tenda al Gargano ed abbiamo dedicato la maggior parte del nostro tempo alle immersioni subacquee. Le facevamo in apnea ma si trattava di immersioni di tutto rispetto.

Partivo infatti a nuoto alla mattina con la muta addosso tirandomi dietro la boa di segnalazione alla quale era appeso tutto quello che mi poteva servire e vagavo per parecchie ore al largo o lungo le rive rocciose. Lo scopo ufficiale era la caccia subacquea che era praticamente l'unica attività alla quale un subacqueo si poteva allora dedicare ma mi piaceva molto anche osservare i tanti spettacoli meravigliosi che si potevano ammirare.

Eravamo alla baia di Campi che si trova tra Vieste e Pugnochiuso. E' formata da una vasto golfo con una spiaggia di sassi con due penisole rocciose alle estremità e due isolette al largo. Allora c'era solo un campeggio che era enorme perché occupava praticamente tutta la baia.

La baia di Campi, a sud di Vieste, nel 1970

Alle spalle della spiaggia vi era una sottile striscia di alberi ed arbusti e poi una vasta piana assolata dove, secondo il pensiero di chi aveva realizzato il campeggio, dovevano stare le tende e dove c'erano i servizi (alquanto spartani). Però tutti quelli che avevano una tenda non troppo grande la infilavano tra la vegetazione vicina alla riva stando così all'ombra.

Così facendo però si era lontanissimi dai servizi per arrivare ai quali si doveva fare un lungo tratto in salita e sotto al sole per cui tutti si recavano ai servizi in macchina suscitando le ire dei gestori del campeggio che tenevano molto a preservare il silenzio. Per lo stesso motivo c'era una sbarra che alla sera veniva chiusa piuttosto presto e che avrebbe dovuto impedire alle macchine di entrare dopo una certa ora.

La sbarra però sorgeva praticamente in mezzo al nulla per cui si poteva agevolmente passare a destra o a sinistra della sbarra stessa ed entrare lo stesso. Al campeggio soggiornava anche un fortunato possessore di una Bizzarrini (un auto che aveva un'altezza massima da terra di meno di un metro) che poteva disdegnare la sbarra e passarvi sotto.

Dato che stavamo più in mare che a terra tutto ciò ci interessava poco. Il mare era veramente stupendo. Sul fondale si poteva vedere la grande pinna nobilis comunemente chiamata nacchera dalla quale un tempo si ricavava il bisso ed in acqua libera vagavano enormi banchi di pesci che si tenevano sempre poco oltre la distanza massima alla quale poteva arrivare il fucile subacqueo (ma come facevano a saperlo?).

Una volta un banco di pesci, ancora più grande del solito, mi è arrivato incontro mentre stavo risalendo dal fondo e si è aperto tutto intorno a me per superarmi, per cui, per svariati secondi, mi sono trovato al centro di una enorme e precisissima sfera le cui pareti erano fatte di pesci vivi ed in movimento. Uno spettacolo veramente straordinario!

I punti dove c'era più vita e dove era più semplice osservarla erano le due estremità rocciose lungo le quali passavo parecchio tempo. Oltre a grandi e svariate quantità di pesci fra i quali molti coloratissimi labridi, vi erano parecchie anemoni di mare, oloturie e rose di mare (Reteporella grimaldii) che sembrano una delicatissima trina ed infatti sono chiamate anche trina di mare.

Lungo le pareti rocciose c'erano anche numerose grotte più o meno grandi, alcune delle quali venivano visitate anche dai turisti portati dai motoscafi. Le abbiamo visitate tutte a nuoto, stando attenti a non essere travolti dai motoscafi nelle più grandi. Una di queste è molto bella perché formata da una grande stanza sferica piena d'acqua ma col soffitto crollato per cui la luce entra dall'alto e si vedono le foglie degli alberi sporgere tutt'attorno all'apertura circolare [1].

La più bella di tutte però l'abbiamo trovata per caso e non so quante persone l'abbiano vista perché vi si entra solo a nuoto passando per una stretta fessura, ornata da pungenti ricci di mare, che è quasi interamente sommersa. L'interno è ampio ma completamente buio, però, dato che la stretta fessura continua per un bel po' sott'acqua, la luce che riesce a filtrare illumina l'acqua della grotta rendendola color verde smeraldo mentre i corpi di chi vi sta nuotando appaiono come delle silhouette nere.

Vicino alla nostra tenda campeggiava un gruppetto di studenti romani che, pur essendo tutti di famiglie agiate, si professavano di estrema sinistra ed estimatori anche di teorie alquanto strane e poco comprensibili (tipo i nazimaoisti). Dato che chi non concordava con loro era automaticamente un fascista ed un servo del sistema, ci siamo divertiti a chiacchierare a lungo di politica con loro ma attaccandoli da sinistra riuscendo così a spiazzarli spesso.

Se qualcuno di loro leggesse queste mie note lo saluto così come saluto il mio amico Roberto con il quale non sono più in contatto da moltissimi anni.

Ben ventiquattro anni dopo, sono ripassato per la Baia di Campi durante una vacanza al Gargano con la mia famiglia. Ero molto curioso di rivedere i luoghi e come appaiano le due isolette che sorgono al centro della baia ed intorno alle quali ho tanto nuotato.

Riconosco subito i posti che sembrano immutati, ma quando volgo lo sguardo sul campeggio, orrore! al centro di quella che era una spianata incolta alle spalle della fascia di verde dove stavano tutte le tende, sorge un coso stranissimo che a me sembra orrendo.

Si tratta di una costruzione enorme simile ad un palazzo di qualche favola, di un colorino chiaro che sembra zucchero filato o meglio quei bastoncini di zucchero colorato. E' piuttosto brutto e ricorda molto un Luna Park. E' un vero pugno nell'occhio e rovina la splendida baia. Per fortuna le due isolette sono in fila e posso fotografare la baia senza dover inquadrare l'orrido coso.

Le isolette della baia di Campi nel 1994 La baia di Campi, a sud di Vieste, nel 1994

Successivamente, in Internet, vedrò che questa costruzione ha suscitato molte polemiche e che qualcuno l'ha definita ecomostro. La cosa più strana è però che questa gigantesca struttura non sia mai stata utilizzata.

Intanto iniziano a tornare i barconi delle gite alle grotte ma sono stati via pochissimo il che vuol dire che di cose ne devono aver viste veramente poche considerato che, in questa zona, vi sono molte grotte famose (la Grotta Grande, la Grotta Calda e la Grotta Sfondata che ha un buco nel soffitto da cui entra la luce e da cui si affaccia la vegetazione).

Noi però possiamo assistere al numero del salvataggio di alcuni bagnanti rimasti bloccati sull'isolotto. Infatti il vento ha portato via il canottino con cui erano andati all'isola ed in due stanno cercando inutilmente di raggiungerlo a nuoto. Uno dei barconi si ferma, raccoglie il canottino e lo rimette in mare alquanto sopravvento rispetto ai nuotatori.

In quel punto, cioè nella strettoia fra l'isola e la punta che chiude la baia a sud, il vento deve essere veramente tremendo perché non si limita a spingere il piccolo canotto gonfiabile ma a tratti lo solleva addirittura e lo fa volare. I due nuotatori rischiano di mancarlo ma finalmente lo acchiappano e possono tornare all'isola a prendere gli altri bloccati lì, mentre noi, invece, proseguiamo la nostra gita.


[1] - Si tratta della Grotta Sfondata Grande che si trova nel promontorio che chiude a nord la Baia di Campi.   <<


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