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In ricordo di Marina Grappa

Scritti di Marina Grappa


Premessa

Dato che Marina solitamente scriveva non per il piacere di scrivere ma per motivi pratici e che spesso segnava i suoi pensieri dove capitava, per il momento ho raccolto solo alcuni suoi scritti che ho ritenuto interessanti per far capire il suo pensiero e per aiutare gli altri.

Per ora li ho raccolti abbastanza a caso e solo col tempo potrò fare un lavoro più organico mostrando più compiutamente il pensiero di Marina ed i diversi temi dei quali si è occupata.

Li ho suddivisi in vari capitoli secondo la loro tipologia ed in futuro, all'aumentare del volume degli scritti pubblicati, questi capitoli potranno diventare delle pagine separate.

I vari capitoli riguardano i Pensieri giovanili (una serie di pensieri filosofici scritti fra il 1968 ed il 1977), gli Scritti inerenti la medicina che coprono un grande numero di anni e svariatissimi argomenti, gli Scritti d'argomento politico e sociale che riguardano l'impegno di Marina in questi settori ed infine gli Scritti umoristici che mostrano come Marina, le rare volte in cui scriveva qualcosa di tipo diaristico, fosse capace di raccontare gli avvenimenti con uno stile vivace ed intriso di spunti sottilmente umoristici che traspare anche in alcuni degli scritti più seri.

Nell'anno scolastico 1961/1962 Marina frequentava la Prima Media presso la scuola Torquato Tasso di Ferrara. Scrisse una poesia molto bella intitolata La neve che fu pubblicata sul giornalino della scuola che si chiamava Dal buco della serratura e che veniva stampato su della carta dal caratteristico colore arancione chiaro:

 

 

LA NEVE

Dal cielo cade leggera
come giglio, tenue e pura
una fiorita soave
di candida neve.

La bianca bambagia
si adagia sui tetti
e sulle strade
con mossa silenziosa e lieve.

Un profondo silenzio di pace
si diffonde per l'aria tranquilla:
tutto dorme, tutto tace
ed il niveo candor delle valli scintilla.

Un riso giocondo aleggia
sul viso di un bimbo giulivo
che batte le piccole mani festoso
a quell'incanto meraviglioso.

 

 

Pensieri giovanili

1968 - Vorrei incontrare fra questo formicaio di gente tutta protesa a lottare per se stessa, a occuparsi dei fatti propri, vorrei incontrare in questo grigiore un'anima buona che mi dicesse tenendomi per mano Su vieni, sono qui per proteggerti, ti vedo stanca e malata di vivere ma non puoi arrenderti per così poco proprio adesso che sei al sorgere della vita e credimi, la vita è meravigliosa in se stessa anche se ora a te, al tuo giovane sguardo sembra così orrenda, così ingiusta, così diabolicamente feroce.
Vedo che non comprendi le mie parole e allora ti spiegherò meglio perché io trovo la vita così meravigliosa. Non guardare il cielo e il sole e la luna e le stelle mentre io ti parlo perché là non troverai la spiegazione dei miei pensieri, non pensare a Dio, esso è troppo alto ed irraggiungibile per la tua anima bisognosa di vita e di calore, assetata di pace e libertà ma guarda in terra. Guarda quella gente che corre affannosa per la strada, tu non vedrai sui loro volti l'accenno di un sorriso, guarda quella gente che lavora faticosamente dall'alba al tramonto è stanca, preoccupata, desiderosa di ciò che vuoi tu, osserva quella gente in quelle case silenziose ornate da bei giardini è gente che soffre come te di sofferenze indicibili, hanno il corpo e l'anima feriti e nessuno ne ha coscienza perché ognuno è convinto di essere il solo a vivere in questo modo.
Vedi quei ragazzi che sembrano vestiti di arcobaleno e che sfrecciano dinnanzi a te, forse tu dirai quelli almeno sono felici! ma lo credi proprio? Io ti dico invece che essi non sanno nulla di ciò che li circonda, non immaginano nulla, navigano nell'aria come aquiloni e inseguono beati la fantasia senza confini, senza forma, senza . . . realtà.
Chi può dire se gli aquiloni siano felici oppure infelici, finché volano esistono soltanto, poi quando il vento li abbatte essi, semplicemente spariscono dal cielo! Ed ora volgi ancora il tuo sguardo verso quella gente, quei bambini, smagriti e pallidi, la povertà li consuma a poco a poco come candeline di cera, ma anche loro rincorrono i sogni comi aquiloni trasportati dal vento, solo che volano più in basso degli altri perché sono tanto carichi di dolore e di tristezza!
I loo occhi spalancati cercano nel buio e nel freddo delle loro stamberghe ciò che cerchi tu: un'anima buona che li prenda per mano e li faccia sorridere e mostri loro un mondo con più calore, con più bontà e con . . . tanta roba buona da mangiare.
Povere creature di cui nessuno si cura, eppure oggi tutti parliamo dei giovani, delle nuove promesse e delle nuove speranze che essi rappresentano, ascoltiamo le loro parole e ci sentiamo orgogliosi della loro intelligenza e ci facciamo insegnare come vivere allegramente da bande di ragazzette in miniabiti sgargianti, a cavallo di motorette superveloci.
Che ignoranza madornale la nostra, che società cieca, sorda, ottusa e per giunta ridicola se non ode neppure o non vuole udire le disperate richieste d'aiuto di gente come noi quando il nostro stesso cuore sanguina per motivi molto meno gravi!
Ecco questo è il quadro di una umanità sperduta nell'universo in cui domina ancora la paura anziché un amore sereno e cosciente.
Questo è ciò che tu scambi per vita dando alla sua presunta inesorabile crudeltà la colpa della tua insoddisfazione; ma non ti accorgi che la vita è solo uno strumento nelle tue mani che hanno la facoltà di farla diventare un'avventura stupenda dato che sei cosciente di vivere.
Quella che tu chiami crudeltà della vita è solo paura della gente, una tremenda paura di non riuscire a godere in tempo tutti i beni materiali che ci offrono queste vacanze in terra, la paura che nasce quando non riusciamo a spiegarci l'esistenza dell'universo, l'uomo alla continua ricerca dell'autore di questo suggestivo scenario, ha dimenticato di essere proprio lui l'unica realtà palpitante, il perno centrale attorno a cui roteano piante, minerali, montagne, oceani, cieli e pianeti. Sgomenti come siamo in mezzo al selvaggio e all'inesplorato abbiamo scambiato per creature selvagge e sconosciute addirittura i nostri stessi simili. Sta in quelli, dunque, che hanno almeno intuito la verità e sono riusciti a ridimensionare questo nostro mondo, a esortare con ogni mezzo l'umanità restante a bandire l'egoismo e la vigliaccheria, per far posto a qualcosa di meglio.
Il giorno in cui l'uomo si renderà conto di aver vissuto secoli di guerra e di ingiustizia causa la sua paura, simultaneamente i suoi occhi si apriranno e riconoscerà in ogni vicino, in ogni simile un suo fratello.
Dunque coraggio vedi che dipinta così la vita rassomiglia ad una fiaba di Walt Disney, una bellissima fiaba a lieto fine in cui tu se vorrai potrai cominciare ad essere la prima interprete.
Ed ora smettila di torturarti, riuscirai ad avere ciò che desideri solamente a un patto: che tu non ti consideri la più infelice di questa terra e che la tua mente non insegua troppi voli di fantasia, capito, non temere ti sarò sempre accanto per consigliarti e ispirarti in ogni occasione; vedo con soddisfazione che finalmente queste mie parole ti hanno donato un po' di pace, ma promettimi serenamente che non sciuperai altro tempo in lamenti e sospiri e ogni volta che la tristezza invaderà il tuo cuore sorriderai in cuor tuo e canterai anziché piangere.
Poi rileggerai anche queste poche . . . ahem, volevo dire queste sostanziose righe e ti ricorderai di me. Ciao, arrivederci a presto.

Questo vorrei che mi dicesse un'anima buona.

1971 - La vita viene troppo spesso e volentieri riempita dai passatempi, quasi fosse un noioso periodo di attesa da far scorrere il più veloce possibile. Quanti istanti perduti inutilmente!
L'uomo dovrebbe aver capito finalmente di essere l'unico artefice e depositario della propria vita, troppo spesso l'accetta passivamente credendo che "vita" sia sinonimo di adempimento alle abitudini, alle tradizioni, agli schemi di un secolare sistema sociale.
Pare quasi che all'atto di realizzare compiutamente la propria vita, la fantasia venga a mancare.
Ogni giorno sarebbe bello inventare un nuovo mondo, correre per strada, sorridere a tutti, improvvisare discorsi amichevoli sul tram, cantare o vestirsi dei colori più sgargianti, ballare al suono di una chitarra sulle panchine dei giardini pubblici, etc. etc.

1971 - Vorrei avere 100 vite per poter conoscere tutte le creature di questo mondo, parlare con loro e ascoltarle, comprenderle e amarle, capire quanto si è in errore quando si vuole imporre ai nostri "compagni di vita" la nostra personale verità.
Perché sempre vogliamo essere noi anime originali, superdotate, gli unici veri campioni della razza umana, privilegiati per una legge soprannaturale che non vogliamo scrutare.
Perché vogliamo essere noi gli unici esseri umani degni di realizzare il nostro io, in mezzo a una massa informe, anonima di gente che noi giudichiamo mediocre o superiore (molto di rado!) ma mai simile a noi!!
Perché domani non chiedi il nome e la patente di umanità al tuo vicino di tram, perché non ti fermi a chiedere cosa pensa dell'amore al primo uomo che incrocerai sul tuo cammino?
Perché tanto per essere veramente uomo non entri un mattino in Chiesa a supplicare qualcuno di allievare l'agonia di qualche tuo fratello in una sala d'ospedale, dietro la porta d'acciaio di qualche carcere!
Ti sei mai chiesto perché non hai mai reclamato finché la sorte ti ha dato benessere, fortuna, serenità e invece hai imprecato, hai inveito contro la disumana crudeltà di una legge invisibile appena questi ti venivano tolti. Strano come le leggi di vita per l'uomo siano sempre crudeli. Forse perché l'uomo appena felice pensa che tutto gli sia dovuto senza indagare sull'origine delle leggi che governano la felicità dell'uomo.
Sarebbe bello se per cinque minuti domani la civiltà dei consumi cessasse di pulsare, sarebbe bello se la sua folle corsa, il suo ritmo assordante si tramutasse in una grande calma. Sarebbe bello se per un istante la gente volgesse la sua attenzione a quello di cui prima ignorava persino l'esistenza!

~1976 - Promessa di essere giusta e coerente per tutta la vita e di lottare sempre in nome della verità dell'amore umano.

Scritti inerenti la medicina

1976/77 - Non mi piace l'atmosfera agghiacciante che regna agli esami, diventano banchi di prova per chi ha sangue freddo e pochi scrupoli! Deve cambiare.
Ho visto gente copiare sfrontatamente davanti agli occhi del profe e degli assistenti, copiare di sana pianta le risposte del libro di testo, prendere 30 e avere le congratulazioni dell'insegnante e venire addirittura stimato come "furbo e dritto", mentre c'è chi sgobba per mesi, affronta l'esame onestamente e magari prende 18. Non è un mondo che mi piace ma capisco che tutto questo è colpa del professore, della sua faccia gelida e sbiadita senza la traccia di un sorriso, è la paura che si respira che ci fa diventare vili e menefreghisti!
Sarà colpa di quel viso inespressivo e della scarsa umanità di quelle figure se domani molti medici non sapranno la medicina e magari, per sbaglio, ammazzeranno qualcuno!

[Il brano precedente mi impressiona molto perchè è tristemente profetico. Infatti, se il tumore che ha poi ucciso Marina fosse stato visto da chi lo doveva vedere quando lo doveva vedere, Marina, molto probabilmente, sarebbe ancora con noi. N.d.R.]

2005 - Il marito della sig.a ### è morto al @@@ in modo disumano: era malato terminale ma non grave, era entrato nel reparto al primo piano del @@@ per l'applicazione VCO (catetere venoso centrale).
Il primo giorno gli è stato levato il cerotto antidolorifico e poi cambiato con uno nuovo ma il secondo giorno non gli è più stato rimesso, l'uomo ha iniziato ad urlare e la moglie ha chiesto spiegazioni. Le hanno detto che i cerotti non venivano più prodotti e passati dalla ditta con quella percentuale di morfina per cui non lo mettevano più.
La donna si era offerta di portare quelli che aveva a casa ma la dott.ssa Xyz ha urlato che non si prendevano farmaci dall'esterno, la legislazione non lo permetteva e fu maltrattata. Al posto del cerotto fu somministrato un flacone di %%% (un noto fortissimo ansiolitico) e l'uomo andò in coma. Di lì a poco la morte.
L'Associazione Zyx, interpellata, si è allineata senza dare responsabilità ai medici del @@@.
Atroce.

2008 - Quanto Marina ha scritto a proposito dell'impegno nel Comitato etico è riportato in una pagina a parte [>>].

2009 - Siamo tutti destinati a morire di morte violenta ma non ci vogliamo pensare o ci illudiamo che questo non ci riguardi.
La morfina serve solo a tacitare la coscienza del medico o di chi aiuta un malato terminale. in realtà nelle ultime fasi induce incubi orribili ma il malato non è più in grado di reagire, neppure di muoversi o gridare aiuto. Dovrebbero eseguire EEG [elettroencefalogrammi] a queste povere persone, scoprirebbero che l'attività cerebrale è sopra i livelli massimi perché la mente è in preda al panico ma il corpo non è più in grado di muoversi grazie alle sostanze oppiace.
Attendo smentite.

2009 - A tutt'oggi la Scienza Oncologica e la Genetica non sono in grado di stabilire a livello soggettivo e con sufficiente approssimazione la sua prognosi. Il suo tumore potrebbe rivelarsi meno aggressivo di quanto previsto o addirittura ininfluente sulla sua prospettiva di vita.
Lei deve essere al corrente di questa incertezza prognostica perché è importante ai fini di una scelta consapevole delle terapie disponibili. La tossicità dei trattamenti potrebbe arrecare danni anche irreversibili all'organismo a livello cardiaco, neurale, epatico, renale, polmonare, ecc.
Questi danni possono manifestarsi precocemente o tardivamente ma questo rischio deve essere segnalato al paziente e l'etica impone di segnalare l'impossibilità, da parte dell'oncologia chimica, di prevedere a livello individuale l'evoluzione futura del tumore.

2010 - Se fosse evidenziabile la frammentazione del pensiero, dell'attenzione e della concentrazione come si rende evidente nella parola (linguaggio verbale) di chi balbetta, si scoprirebbe che esiste anche una balbuzie di pensiero, di attenzione, di scrittura, di attività onirica, di ascolto, ecc.
Nel cervello di chi ha questa sindrome si instaura, per esigenze di sopravvivenza, una sovratensione permanente a livello nervoso (ipertonicità muscolare) che durante qualsiasi attività normale o intellettiva coinvolge entrambi gli emisferi (è stato rilevato mediante TAC cerebrale con isotopi radioattivi).

2010 - Sono perfettamente d'accordo sul fatto che la mammografia possa ridurre il rischio di mortalità per le donne che vi si sottopongono ma a una sola condizione: che essa venga utilizzata da mani esperte e faccia davvero diagnosi precoce al punto da impedire sovratrattamenti dannosi oltre che inutili non sapendo ancora stabilire la prognosi di un tumore "maligno".
E' di una gravità inaudita che si continui ad ignorare il pericolo insito in una prevenzione che non si realizza, che promette la diagnosi precoce (per non dover trattare le donne con farmaci ad alta tossicità) ma in realtà non mantiene affatto le promesse e nella maggior parte dei casi sottopone donne sane a protocolli cosiddetti precauzionali o adiuvanti, estremamente pesanti e con effetti collaterali anche irreversibili o tardivi.

2011 - Non fingiamo di essere delle verginelle, nessuno degli studi internazionali sui farmaci è riproducibile e finanziabile da altri Istituti di Ricerca. Esiste anche il problema della non tracciabilità dei dati dovuta alla zelante protezione della privacy dei pazienti, così ben protetti da diventare solo dei codici (una volta entrati negli studi) e da non sapere neppure quale sia il proprio codice se si volesse accedere alla propria cartella clinica.
E poi ci sono tanti altri paletti: i ricercatori con conflitti d'interesse, i ghost writers, i "lost in transmission", i report sulle ADR (adverse drug reaction) secretati perfino ai MEDICI . . . ed il problema delle overdiagnosi.
Come si può avere la CERTEZZA che i DATI presentati siano veritieri? OCCORRE SOLO UN ATTO DI FEDE !!!! che ricade sulla pelle degli esseri umani.
Meglio sarebbe un sano principio di precauzione ma i MERCATI NON ASPETTANO, hanno in mano LA NOSTRA VITA !!!
Io non sono una persona eroica, sono solo arrabiata nera, i veri eroi sono i medici che combattono onestamente contro la CORRUZIONE.

2011 - I'm a lay member of Ethics Committee in Bologna. I'm acting for a part of consumers and patients. I read an interesting article published in British Medical Journal about a serious item such as the unpublished reports of the trials by the drug companies so that the reviews, the systematic reviews and also metanalisys are based on trials which original data are not avalaible even for physicians.
This article, published this year in January, is signed by a researcher Tom Jefferson and collegues.
Also it's important the problem called "lost in transmission" and "ghost writers" that you will know, I'm sure.
I'm worrying because the people are going on to die in the postmarketing phase but it doesn't matter, il isn't important! What is important is the Industrial share or blue chips because of that. The value of human life is less than a blue chip.
I call that a "scandalous crime".

[Questo testo è in inglese perché si tratta di un intervento preparato per il simposio Dove va la medicina? tenutosi a Milano presso l'Istituto Mario Negri. al quale Marina, all'ultimo momento, non potè partecipare N.d.R.]
Questa è la sua traduzione in italiano:

Sono un membro laico del Comitato Etico di Bologna. Sto agendo per una parte dei consumatori e dei pazienti. Ho letto un interessante articolo pubblicato nel British Medical Journal su di un elemento serio quale le relazioni degli esperimenti fatti da parte delle aziende farmaceutiche che non vengono rese pubbliche in modo che le recensioni, le revisioni sistematiche e anche le metanalisi si basano su esperimenti per i quali non sono disponibili i dati originali nemmeno per i medici.
Questo articolo, pubblicato quest'anno nel mese di gennaio, è firmato dal ricercatore Tom Jefferson e dai suoi colleghi.
Inoltre è importante il problema chiamato "lost in transmission" e "ghost writers", che voi ben conoscete, ne sono sicura.
Sono preoccupata perché le persone vanno a morire nella fase post-marketing, ma ciò non importa, non è importante! Ciò che è importante è la quota industriale o "blue chips" piuttosto che questo. Il valore della vita umana è minore di quello di un blue chip.
Io definisco ciò un "crimine scandaloso".

Scritti d'argomento politico e sociale

1991 - Mentre rifletto sulla guerra che sta divampando nel Golfo Persico e sui motivi reali per cui l'uomo continua a macchiarsi di crimini senza mai maturare, mi chiedo se i movimenti pacifisti siano davvero credibili oggi sotto la minaccia ricattatoria di una catastrofe apocalittica che ci travolge tutti.
Mi chiedo se davvero la nostra pace sia stata una conquista di maturità culturale ed etica o solo una cortina protettiva attorno all'Occidente frutto di compromessi immorali, di abusi, di schiavismo economico, e di eccidi passati sotto silenzio.
Quanti milioni di morti è costata (in termini di guerre locali, di rivolte, di sofferenze immani) questa nostra "pace", esempio edificante di cultura evoluta.
Non è forse perché questa nostra pace era già macchiata da sempre, che ora si è tornati a parlare di manovre di guerra, di truppe nemiche, di bombardamenti, di torture e mutilazioni nella più grande legalità.
"Il fine giustifica i mezzi" dunque è ancora il nostro principio di vita perché la guerra, l'orrore della guerra è sempre esistito su questo pianeta e noi direttamente o indirettamente l'abbiamo sempre sostenuta.
Allora occorre porsi un altro interrogativo! L'alternativa scelta non deve essere più tra pace e guerra ma tra diritti umani violati per mantenere la nostra pace o diritti umani difesi sempre, comunque e dovunque in ogni angolo della Terra.
Il vero dilemma che sorge, però, a questo punto è: quanti esseri umani fra tutti i pacifisti della Terra sarebbero capaci di dare la vita per non uccidere il proprio fratello? Quanti di essi sotto la minaccia delle armi o sotto la lusinga del proprio benessere personale e familiare da difendere o i falsi ideali di fedeltà o obbedienza a un capo carismatico anche solo per semplice viltà rifiuterebbero di assassinare un uomo? La risposta ci conduce inevitabilmente alle nostre responsabilità.
Ognuno di noi porta dentro di sé un potenziale assassino, è solo questione di limiti alla soglia di sopportazione oltre alla quale l'inibizione ad uccidere viene annullata.
Ma anche se vi fossero esseri umani capaci di preferire la morte propria a quella di altri fratelli, state pur certi che la "selezone naturale" li cancellerebbe presto dal mondo dei vivi.
Allora non possiamo illuderci sul destino umano, ma dobbiamo partire da queste radici per capire quanto può essere nobile lo sforzo dell'uomo per riscattarsi dalla sua ambiguità e come risieda tutto qui il senso della sua vita.

2010 - Per combattere la morte dello spirito e anche quella fisica occorre non essere più soli. Occorre una nuova cultura, quella della reciprocità e del rispetto e dell'affetto.

2010 - Esiste il problema degli studenti universitari abbandonati a se stessi: non si fanno verifiche (scritte o orali), compiti a casa da controllare a campione (se gli insegnanti non hanno il tempo) o corretti dagli assistenti. Ne va della competenza futura di questi studenti o addirittura si giocano l'abbandono dell'Università

2010 - Leghiamo lo stipendio dei parlamentari alle pensioni minime e al salario dei lavoratori. C'era già: era il parametro.

[Un tempo tutti gli stipendi negli enti pubblici erano legati fra loro da un numero detto parametro. Se c'era un aumento valeva per tutti e non solo per certe categorie e si partiva sempre da chi era il meno pagato il cui parametro era 100 per cui, per dare un aumento di 22.000 lire a chi aveva un parametro di 220, bisognava anche dare un aumento di 10.000 lire a chi era il meno pagato e così via. N.d.R.]

2011 - Siamo in un mondo che sta perdendo i riferimenti morali. Il PIL guadagna sulle disgrazie dei popoli e sulle guerre. Cementificazione ovunque.
I profitti industriali spingono la gente a comprare senza soldi per poi farli cadere nella rete degli usurai e degli esattori che pignorano le case e ogni altro bene.

2011 - Una società disgregata significa che ogni singolo individuo è in perenne conflitto con se stesso e con i partner, non ha più tempo per accorgersi che gli stanno portando via i diritti conquistati dai padri o dai nonni.

2011 - Uno schema che si ripete: finanziate dall'estero le persone insoddisfatte scendono in piazza, se le rivolte hanno toni bassi entrano in ballo i cecchini che sparano sulla folla, così la folla incolpa il governo e chiede l'aiuto dell'ONU.
La rivolta monta sempre di più finché diviene guerriglia, allora i rivoltosi chiedono al governo di andarsene e vogliono espropiarlo delle società statali più ricche, se ne impossessano fingendo di gestirle ma poi le vendono ai finanziatori.

[Se pensate che ci sia un riferimento a fatti accaduti nel 2014, vi sbagliate. Guardate infatti la data e considerate che Marina, purtroppo, al 2014 non ci è arrivata. Il fatto è che questo, come scrive Marina nel titolo, è uno schema che si ripete. Marina lo sapeva, molti politici e giornalisti famosi invece non lo sanno. N.d.R.]

2012 - In sogno io vorrei la fine di tutti i conflitti, quelli fra gli eserciti e quelli interiori, la pace finalmente e il rispetto di tutti i diritti inviolabili, vorrei la fine di tutte le violenze sugli esseri umani, sui bambini, sulle donne, sui vecchi, sui disabili.
Vorrei poter avere un cavo di collegamento per sentire e comprendere il dolore di chi mi sta accanto e far trionfare l'amore finalmente e per sempre.

Scritti umoristici

Già da giovanissima Marina aveva nello scrivere una sottile verve umoristica. Ecco le didascalie che aveva scritto, in un album di vecchie foto, sotto quelle dei suoi genitori ancora bambini:
1924 Il mio futuro padre "Grappa Mario" quarto da sinistra viene ritratto in posa austera e soldatesca da una prodigiosa e fumante macchina fotografica di quell'era assieme ai suoi compunti compagni di scuola, i cosiddetti e soprannominati da persona non ancora accertata "I patiti dello studio". Età: 9 anni circa.
1923 La mia futura madre "Grappa Elba (Martini)" è qui ritratta all'età di 9 anni in una espressione di ilare sarcasmo.

1981 - Verso le 17 gonfiamo il gommone e con una rapidità fulminea lo trasciniamo fino alla spiaggia. Entusiasmo generale: é il nostro primo battesimo in Grecia sul gommone. Si carica tutto il necessario e remiamo un poco fino al largo. Poi Andrea avvia il motore o meglio "cerca di avviarlo".
Orrenda gomitata sulla mia testa che ero tutta intenta ad ammirare il paesaggio. Il motore entra decisamente in sciopero, forse dovremo remare come due galeotti. Andrea comincia a scagliare fulmini contro Zeus. La corrente ci porta fino agli isolotti antistanti la spiaggia, il sole è scomparso e l'acqua si fa cupa e bluastra. L'entusiasmo si é afflosciato, io prego Giove, Minerva e tutti gli dei dell'Olimpo che ci risparmino l'emozione di finire in bocca ai pesci.
Andrea comincia leggermente ad arrabbiarsi, io mi ripasso la traduzione greca di "aiuto". Finalmente Andrea si ricorda di non aver aperto il rubinetto della benzina. Torna l'entusiasmo, eureka!
Si ritenta di avviare il motore ma stavolta metto la testa quasi sotto il gommone, eh eh! la gomitata va a vuoto. Il motore tossisce un po', forse ha preso freddo, niente da fare, il cielo si rannuvola un po'. Intorno non ci sono quasi più barche. Sarà il naufragio, ormai ci sono rassegnata. Poi un grido di speranza e Andrea si dà del fesso: é finita la benzina.
Riempiamo con mosse acrobatiche il serbatoio del motore, mentre io comincio a pensare che siamo antipatici a tutto l'Olimpo. Finalmente il motore si avvia. Respiro di sollievo e gita panoramica meravigliosa, soprattutto la vista della spiaggia che si avvicina. Per questa volta i pesci resteranno a bocca asciutta.

1990 - Poi si va coi bambini al parco giochi. Qui ci cimentiamo con gli scivoli perché all'inizio vediamo un'anziana signora provare a salirci.
Tento prima io per due volte, la seconda arrivo giù sparata sbattendo il sedere con violenza e con uno scossone che riecheggia fino al cervello con risate generali. Poi prova Michela che alla fine della corsa s'incastra letteralmente col sedere e dobbiamo aiutarla tutti a venir fuori con replica delle risate generali compresi anche dei vecchietti presenti nel parco.
Decidiamo di tornare a casa ed intanto i vecchietti provano tutti quanti ad andare sullo scivolo, le nostre performances li hanno incoraggiati. L'ultimo rimane seduto sulla piattaforma in alto non risolvendosi ad andare né avanti né indietro (non so se poi abbiano chiamato i pompieri!).

1990 - Pranziamo con braciole, costolette e salsicce, poi si va al maneggio. decidiamo di montare a cavallo in cinque cioè Gino con Federico, Michela, Donatella ed io. A me viene dato un cavallo di nome Paloma, bianco, una femmina che faceva da guida agli altri.
Michela monta con uno stile da John Wayne cioè dobbiamo spingerla su in tre per il sedere. Io monto con una certa preoccupazione dandomi tutta la spinta che potevo ma nonostante tutto devo essere aiutata dallo stalliere e non mi sento per niente a mio agio anche perché lo stalliere vuole subito cedermi le redini per lasciarmi la guida del cavallo.
Io lo imploro di avere pietà e di accompagnarmi lui durante tutto il giro (è la prima volta!). Mi sento come se fossi in vetta ad un cammello tanto sono in alto e prego Dio di mandarmela buona.
Inizia il giro ed arriviamo al guado del torrente con molti sassi e dirupi, penso che potrei facilmente cascar giù e mi afferro saldamente al pomolo della sella, tutto fila liscio fino al secondo guado dove mi ritrovo io le redini fra le mani ed il cavallo anziché andare dritto volta bel bello a sinistra arrampicandosi su per il versante del torrente.
Mi sento preoccupata e comincio a sollecitare l'aiuto di qualcuno che finalmente interviene tirando con forza il cavallo per le redini che si rimette finalmente in carreggiata così continuo il giro chiaccherando con lo stalliere che mi riferisce di come sia importante stare bene dritti in sella con la schiena tenendo le staffe con la parte anteriore dei piedi e non coi tacchi e spingendoli in avanti, poi come sia importante ispirare sicurezza al cavallo e dimostragli amore perché egli obbedisca tranquillamente.
Riesco a fare partire il cavallo ogni volta con un colpo di piedi che all'inizio è stato un po' troppo debole per paura di fargli male ma la cosa fa sorridere lo stalliere perché i cavalli non sentono male così facilmente.
Il movimento delle redini è un po' problematico perché io istintivamente uso il metodo inglese (tirando cioè una briglia o l'altra a seconda del lato da cui voglio far voltare il cavallo) ma anche se all'inizio la tecnica sembrava funzionare mi viene detto che questi cavalli obbediscono solo al metodo americano (cioè tirare entrambe le redini dal lato della curva).
Lo stalliere continua dicendo che i cavalli adatti a quel lavoro sono femmine o maschi castrati, il costo è di circa tre milioni ciascuno. Si parla poi del tempo e della siccità che incombe, questa è un'estate poco piovosa.
Ritorniamo al maneggio ma anziché entrare subito nel recinto lo stalliere mi consiglia di proseguire per la spianata erbosa ed il sentiero che sale; ormai mi hanno lasciata sola a governare il cavallo ed io lo lascio brucare un po'.


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