Spazio per comunicazioni urgenti

La Repubblica Italiana è uno Stato laico?


Le mie considerazioni

Quando ho scritto le mie note sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'Uomo sul Crocifisso nelle scuole, leggendo sulla stampa i vari commenti alla sentenza, ho trovato spesso l'affermazione che l'Italia è uno Stato laico e che per lo Stato tutte le religioni sono uguali. Qualcuno addirittura diceva che la laicità dello Stato è il principio costituzionale supremo.

Mi sono quindi posto la domanda di cosa si intendesse con la parola laico ed in base a cosa si potesse affermare che l'Italia sia uno stato laico.

In latino l'aggettivo laicus significava comune ed è stato poi usato per indicare un oggetto od una persona non consacrata. Un laico quindi era chi non ha preso i voti religiosi: una persona poteva anche essere religiosissima ma, se non aveva preso i voti, era un laico.

Poi la parola laico ha esteso il suo significato ed ora viene usata anche per chi, pur appartenendo a pieno titolo ad un certo gruppo, si differenzia in modo sostanziale dagli altri componenti del gruppo.
Per fare un esempio si vedano i Comitati Etici delle USL che sono composti da medici, personale sanitario e rappresentati di associazioni di cittadini dove questi ultimi sono definiti membri laici del Comitato, per cui si hanno anche casi dove un posto di membro laico è occupato da religiosi.

Se per laico si intendesse solo quello che era il suo significato originario e cioè chi non ha preso i voti religiosi si potrebbe anche essere d'accordo sul fatto che l'Italia non sia uno stato laico: in effetti, a differenza del Vaticano, del Regno Unito [1] o della Norvegia [2], a capo dell'Italia non vi è un appartenente al clero.

Anche se, dicendo l'Italia è uno stato laico, si volesse sostenere che l'Italia non ha più una religione ufficiale che, tranne alcune eccezioni, deve essere quella dei suoi cittadini, così come era in tempi passati [3], si potrebbe essere d'accordo sull'affermazione che l'Italia sia uno stato laico.

Se invece per laico si intende quello che alcuni, sempre più spesso, affermano e cioè che con questo termine si indichi chi non ha una religione o non la manifesta pubblicamente, sostengo che non sia vero che l'Italia sia uno Stato laico.

Infatti, se leggiamo attentamente la Costituzione Italiana, non solo non vi troviamo scritto che l'Italia sia uno Stato laico ma non vi troviamo in alcun punto le parole laico o laicità [4], per cui dire che la laicità dello stato è il principio costituzionale supremo è una affermazione che non si basa su di un preciso articolo ma che può, al massimo, essere estrapolata dalle parole di alcuni articoli.

E' vero che nella Costituzione non vi è indicata una religione ufficiale dello Stato ma è un fatto certo che l'Italia riconosca numerose feste religiose nazionali e che si tratti esclusivamente di feste religiose cattoliche [5].
Stranamente, mentre c'è chi non vuole il Crocifisso perché violerebbe la sua libertà religiosa, non ho ancora letto di qualcuno che pretenda di andare a lavorare nei giorni dichiarati festivi in quanto feste religiose cattoliche perché ciò significherebbe riconoscere una festa di una religione diversa dalla sua [6].

Anche il dire che per lo Stato Italiano tutte le religioni sono uguali è una affermazione non vera. Quelli che sono eguali davanti alla legge sono i singoli appartenenti alle varie religioni (Articolo 3 della Costituzione) ma non le religioni stesse. Infatti i rapporti fra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica sono regolati dall'Articolo 7 che riconosce l'indipendenza e la sovranità della Chiesa mentre quelli fra lo Stato e tutte le altre religioni sono regolati dall'Articolo 8 che riconosce alle confessioni religiose diverse dalla Cattolica il diritto di organizzarsi secondo i propri statuti purché non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

Ritengo quindi che sia corretto dire la Repubblica Italiana è una stato laico quando, con questa frase, si voglia dire che l'Italia non impone ad alcuno di seguire una religione ma che permette a tutti coloro che lo vogliano di esprimere, anche pubblicamente, la propria religione, mantenendo però legami particolari con quella che è la religione della maggioranza dei suoi cittadini.

Non ritengo invece sia corretto dire che l'Italia sia uno stato laico quando con ciò si intenda dire che lo Stato debba essere ateo o comunque non si debba interessare in alcun modo di religione e che per lui una associazione religiosa debba avere la stessa importanza (se non meno) di un gruppo di appassionati di trenini elettrici o di collezionisti di francobolli [passioni comunque rispettabilissime e che ho praticato anch'io in passato N.d.A.].

La sentenza della Corte Costituzione

Dopo che avevo già scritto queste mie considerazioni, ho scoperto che esiste una sentenza della Corte Costituzionale (la 203 del 1989) che, occupandosi della legittimità costituzionale delle modifiche al Concordato lateranense, ha trattato proprio questi argomenti.

Ho quindi subito cercato il testo di questa sentenza leggendolo poi con attenzione ed ho scoperto molte cose interessanti.

Innanzi tutto ho visto che è in base a questa sentenza che si può affermare che il principio supremo della laicità dello Stato sia uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica e come ciò derivi dal contenuto degli articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione ma ho letto anche l'affermazione che la laicità non implica indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni bensì garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale.

Come avevo correttamente immaginato anch'io, quello che non è più in vigore è solamente il principio, originariamente richiamato dai Patti lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano.

Appurato che laicità dello Stato non significa né ateismo, né indifferenza dinanzi alle religioni, rimane da stabilire se per lo Stato le religioni siano tutte uguali o se quella cattolica, sia vista un po' diversamente dalle altre.

Secondo me basterebbe leggere l'articolo 7 della Costituzione e confrontarlo con l'8 per vedere che la religione cattolica gode di un ruolo particolare nella Costituzione italiana ma, per chi non ne fosse convinto, viene in aiuto ancora una volta il decreto 203 del 1989 della Corte Costituzionale.

La Corte era chiamata a decidere sulla legittimità costituzionale dell'art. 9, punto (recte: numero) 2, della legge 25 marzo 1985, n. 121 e sul Protocollo addizionale che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede ed ha deciso che questo articolo, in base alla Costituzione (articoli 2, 3 e 19), è costituzionale.

Quello che è molto interessante dell'art. 9 della legge 121 del 1985 è che la sua prima proposizione afferma La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado.

Ancora più interessante però è quanto scrive la Corte Costituzionale nella sua sentenza dove dice che, in questa proposizione, sono individuabili quattro dati significativi:

  1. il riconoscimento del valore della cultura religiosa;

  2. la considerazione dei principi del cattolicesimo come parte del patrimonio storico del popolo italiano;

  3. la continuità di impegno dello Stato italiano nell'assicurare, come precedentemente all'Accordo, l'insegnamento di religione nelle scuole non universitarie;

  4. l'inserimento di tale insegnamento nel quadro delle finalità della scuola.

Specialmente i primi due dimostrano che sbaglia chi sostenga che la laicità dello Stato significhi che lo stato debba essere assolutamente indifferente alle religioni e che quella cattolica sia una religione qualsiasi e confermano che il cattolicesimo fa parte delle radici culturali italiane.


[1] - Può sembrare strano vedere accomunato il Vaticano al Regno Unito ma, in entrambi gli stati, il Monarca è anche la suprema autorità della religione ufficiale. Ricordo che nel Regno Unito la Chiesa anglicana è la religione ufficiale e che ogni sovrano deve giurare di sostenere e proteggere il credo anglicano e che non può sposare chi non sia protestante.   <<

[2] - Ancora più strano può apparire sentir chiamare la Norvegia uno stato teocratico ed io stesso non lo sapevo ma nel 2011, leggendo il numero 198 della rivista Meridiani interamente dedicato alla Norvegia. ho scoperto con stupore (a pagina 50) che in Norvegia il Re è anche il capo della Chiesa di Stato che è quella luterana.   <<

[3] - L'articolo 1 dello Statuto Albertino del 1848 recitava: La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi.   <<

[4] - Altre Costituzioni invece usano esplicitamente la parola laico. Ad esempio la prima parte dell'articolo 2 della Costituzione della Repubblica Francese del 1958 afferma che la Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale.   <<

[5] - D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 792, aggiornato il 5 agosto 2002.   <<

[6] - Dato che alcune di queste feste religiose sono state spostate alla domenica successiva e che ai lavoratori sono stati riconosciuti dei giorni aggiuntivi di ferie (le cosiddette festività soppresse), si potrebbe pensare di concedere questi giorni solo a chi presenti una dichiarazione nella quale dica di sentirsi cattolico. Visto che c'è chi sostiene che in Italia i cattolici siano meno di quello che si dice, questo potrebbe essere un ottimo modo per contarli!   <<


Tophost

Questo sito non utilizza cookie

Copyright © Andrea Cavallari
Tutti i diritti sono riservati