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Altre due proposte per migliorare le elezioni democratiche


Il vincolo di mandato

In Parlamento è accaduto varie volte che dei deputati o dei senatori uscissero dal partito nel quale erano stati eletti per passare ad un altro partito o fondarne uno nuovo. Talvolta questi cambiamenti sono stati di tale entità da determinare il cambiamento della maggioranza che era stata eletta o il mantenimento della maggioranza da parte di un gruppo di partiti che rischiavano di perderla.

Ogni qual volta ci si è trovati in una di queste situazioni le reazioni sono state diverse: chi vedeva il proprio gruppo rafforzato elogiava tale scelta come se i transfughi fossero San Paolo sulla via di Damasco mentre chi ne rimaneva danneggiato accusava gli avversari di aver comprato i transfughi con denaro o con promesse di poltrone importanti. Se le parti si invertivano, lo stesso succedeva con le accuse.

E' da notare che accusare qualcuno di essersi fatto comprare senza aver la benché minima prova per dimostrarlo sarebbe un reato se detto da un comune cittadino ma non lo è se detto da un parlamentare perché il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione dice che i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse.

In tutto ciò chi ci rimette di più sono coloro che avevano votato per i transfughi che vedono deluse le loro aspettative e che non possono agire in alcun modo se non aspettare pazientemente le successive elezioni e votare per qualcun altro. Nulla però può essere addebitato a chi cambia idea dopo essere stato eletto perché l'articolo 67 della Costituzione esclude che un membro del Parlamento possa essere sottoposto ad un vincolo di mandato.

Non vi è dubbio che si tratti di una norma giusta che tende ad impedire che un membro del Parlamento possa ricevere dei condizionamenti esterni però non è certo bello e nemmeno rispettoso del popolo sovrano che qualcuno possa farsi eleggere facendo certe promesse ai suoi elettori e poi, una volta eletto, faccia esattamente il contrario.

Si noti che si possono immaginare situazioni paradossali dove, pur agendo esattamente nei limiti della norma, il Parlamento potrebbe arrivare ad effettuare scelte, anche gravi, aborrite dal popolo che, pur essendo sovrano, non avrebbe alcun modo di intervenire. Per fare un esempio si immagini una situazione simile a quello in cui si trovò l'Italia allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Vi erano due ampi schieramenti uno di interventisti che volevano che anche l'Italia entrasse in guerra ed uno di neutralisti che volevano che l'Italia ne restasse fuori. Immaginiamo dunque che, in una tale situazione, ci siano le elezioni e che stravincano i partiti neutralisti ma che, pochi giorni dopo essere stati eletti, coloro che avevano detto di voler mantenere l'Italia neutrale votino invece la sua entrata in guerra.

Costoro potrebbero anche aver agito in buona fede ritenendo che, in quei pochi giorni, la situazione internazionale sia cambiata in modo tale da rendere necessario questo totale cambiamento di fronte ma non c'è dubbio che i loro elettori rimarrebbero estremamente delusi e non potrebbero nemmeno agire in alcun modo, probabilmente nemmeno tramite un referendum abrogativo dato che, l'articolo 75 della Costituzione proibisce referendum abrogativi della ratifica di trattati internazionali.

Tutto ciò premesso ritengo che gli unici che abbiano diritto di giudicare se un membro del Parlamento stia rispettando quanto espresso in campagna elettorale siano i suoi elettori ma reputo anche necessario che costoro abbiano il modo di sfiduciarlo anche prima della naturale scadenza del Parlamento.

Per fare ciò è necessario che un cittadino possa dimostrare per chi ha votato e possa, in qualsiasi momento, pretendere che a costui venga tolto il voto che gli aveva dato. Utilizzando le votazioni elettroniche si può fare in modo che il voto espresso venga collegato al cittadino votante al quale viene consegnata una password che gli permetta di annullare successivamente il suo voto se il candidato per il quale ha votato non lo soddisfa più.

I moderni programmi crittografici permettono di fare ciò senza che nessuno possa sapere per chi si abbia votato ma penso che sarebbero molti quelli che non si fiderebbero di un tale sistema per cui ritengo che sarebbe meglio passare al voto palese.

Ciò può sembrare strano a molti dato che il fatto che il voto sia segreto viene visto come un grande progresso perché impedisce che un elettore sia ricattato in base al suo voto ma non si pensa però che il voto segreto toglie del potere all'elettore che non ha più alcun modo di far rispettare il suo volere dopo aver espresso il suo voto.

Ovviamente un elettore potrebbe togliere il proprio voto al suo candidato ma non potrebbe esprimere un nuovo voto per un altro candidato, altrimenti si andrebbe in una situazione di elezioni permanenti. Quando un candidato perde abbastanza voti da scendere sotto la soglia minima per essere eletto decade dalla sua posizione e cessa ogni attività.

Rimane da decidere se, in tale situazione, sia meglio sostituirlo con il primo dei non eletti o se lasciare il suo posto vacante.
Ritengo che, per evitare pressioni da parte del primo dei non eletti sugli elettori dei suoi compagni di partito, sia meglio lasciare il posto vacante. Qualora il numero dei posti vacanti diventasse eccessivo impedendo il funzionamento del Parlamento, questo verrebbe sciolto e si andrebbe a nuove elezioni.

Le schede bianche

Dopo le elezioni tutti i giornali pubblicano le percentuali ottenute dai vari partiti ma chi guardasse la percentuale fra i voti ottenuti da un partito ed il totale degli aventi diritto al voto troverebbe dei numeri molti inferiori. Ciò avviene perché nei conteggi si tiene conto solo dei voti validi e quindi non viene contato chi non ha votato oppure ha votato scheda bianca o nulla.

Se nulla si può dire sull'opinione di chi non è andato a votare o ha votato scheda nulla, per quanto riguarda chi lascia la scheda bianca ritengo possa significare che non apprezza alcuno dei candidati che gli vengono espressi e penso che di questa sua opinione si debba tenere conto.

Dato però che alcuni ritengono che la scheda bianca dimostri che al votante va bene chiunque, propongo di inserire sempre nelle schede elettorali anche la scritta nessuno di questi così chi, in precedenza, avrebbe dovuto votare scheda bianca potrebbe ora esprimere pienamente il suo pensiero.

I voti così espressi avrebbero lo stesso valore di quelli espressi a favore dei rappresentati dei partiti e porterebbero all'elezione di parlamentari, consiglieri regionali e quant'altro con le stesse in regole in vigore per costoro. Ovviamente, dato che vengono elette delle persone inesistenti, i relativi posti rimarrebbero vuoti.

Se i vuoti causati da tali voti fossero così tanti da impedire il funzionamento dell'organo eletto si dovrebbe andare subito ad elezioni anticipate alle quali si potrebbe candidare chi, nelle elezioni fallite, aveva ricevuto abbastanza voti da essere eletto ma non chi non li aveva ricevuti che andrebbe quindi sostituito da un altro candidato.

Con questo sistema i partiti starebbero più attenti alla volontà popolare e non si disinteresserebbero di coloro (e non sono pochi) che non trovando più alcun partito che difenda le proprie idee finiscono per votare scheda bianca.


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