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Un caso di leso buonsenso


Un caso vero

In un'altra pagina di questo sito propongo la creazione di un Ministero del Buonsenso [>>] e faccio un esempio di leso buonsenso tramite il sistema di calcolo dell'Irpef regionale in otto regioni italiane secondo il quale, per un solo euro in più di entrate, si devono pagare centinaia di euro in più di imposta.

Ora in questa pagina mostro un altro esempio di leso buonsenso e lo faccio parlando di nuovo di tasse per cui si potrebbe obiettare che in Italia i casi di leso buonsenso non riguardano solo le tasse e che dovrei mostrare degli esempi più variati.

Però quello che mostro non è un caso teorico ma un caso vero che ho visto realmente per cui ho voluto far conoscere l'assurdità di questo logica tramite la quale lo Stato fa pagare più tasse ad un cittadino perché lo Stato stesso lo ha pagato in ritardo! Al danno, quindi, si aggiunge la beffa.

Ovviamente uso dei nomi di fantasia ed ho modificato gli importi di base della vicenda per evitare che gli interessati siano individuabili. Comunque, dato che la materia fiscale è molto complessa, se qualcuno trovasse degli errori nei miei conti me lo faccia sapere e specialmente, in tale caso, mi faccia sapere come ricuperare quanto, eventualmente, pagato di troppo.

La storia di Pippo e Peppa

Pippo e Peppa sono due insegnati precari che, da molti anni, aspettano la sospirata assunzione in ruolo. Hanno fatto vari concorsi e sono da tempo abilitati ma, senza l'assunzione in ruolo, ogni anno possono al massimo aspirare ad una supplenza annuale sempre in posti diversi e lontani da casa e sempre precaria.

Tutta le vicenda di come lo Stato ha trattato per anni gli insegnanti precari rappresenta un caso eclatante di leso buonsenso e meriterebbe una lunga trattazione ma esula dagli scopi di questa pagina per cui non entro nel merito di una storia lunga e complicata che, per altro, non conosco nei dettagli.

Nel 2010 però a Pippo e Peppa è andata ancora peggio del solito perché non hanno avuto alcuna supplenza e sono rimasti a spasso. Hanno cercato qualcos'altro da fare e sono stati impiegati, per parecchi mesi, da un Ente pubblico che li ha utilizzati come precari assicurando un compenso totale di 6000 euro lordi.

Pippo è stato pagato a metà dicembre del 2010, cosa che gli permesso di passare un buon Natale, ed ha ricevuto 4743,33 netti che derivano dai 6000 euro dovuti meno 1200 euro di ritenuta fiscale (pari al 20% del totale) meno 56,67 euro di contributi previdenziali a carico del lavoratore (pari ad un terzo del 17% della parte eccedente i 5000 euro).

Peppa invece è stata pagata un mese dopo, a metà gennaio del 2011, però ha passato anch'essa un buon Natale perché, prima di Natale, saputo che era finalmente passata di ruolo e che avrebbe preso servizio dall'inizio dell'anno nuovo. Anche Pippo entra in ruolo e prende servizio dall'inizio dell'anno nuovo.

A giugno del 2011 bisogna pagare le tasse per i redditi del 2010. Peppa, nel 2010, non ha avuto alcun reddito e non deve fare nulla mentre Pippo ha avuto i 4743,33 euro della sua prestazione precaria per cui deve presentare il modello Unico che si presenta abbastanza semplice: 6000 euro di redditi nella riga RL15 (Compensi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente), 1200 euro di ritenute nella riga RL20 (Ritenute d'acconto) e 57 euro nella riga RP23 (Contributi previdenziali ed assistenziali).

Pippo quindi ha un reddito imponibile di 5943 euro (dato dai 6000 euro lordi meno i 57 euro di contributi previdenziali) ed una imposta lorda di 1367 euro (23% dell'imponibile). Ha però diritto alla detrazione per redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ed altri redditi che, nel suo caso, è pari a 1079 euro.

Deve quindi pagare 288 euro di Irpef ma, essendogliene già stati trattenuti 1200, non solo non deve sborsare alcunché ma può chiedere il rimborso dei 912 euro che gli sono stati trattenuti in eccesso.

Nel 2011 sia Pippo che Peppa lavorano tutto l'anno come insegnanti di ruolo e nel 2012 ricevono i loro CUD che sono identici: al punto 1 ci sono i redditi che sono di 25000 euro, al punto 101 l'imposta lorda che è di 6150 euro (pari al 23% dei redditi fino a 15000 euro ed al 27% per quelli eccedenti), al punto 107 la detrazione per il lavoro dipendente pari a 1024 euro ed infine al punto 5 le ritenute Irpef effettuate pari a 5126 euro.

A giugno del 2012 bisogna pagare le tasse per i redditi del 2011. Pippo, nel 2011, ha avuto solo i redditi segnati nel CUD i cui conteggi quindi corrispondono a quelli dell'Irpef per cui non deve pagare alcunché e non deve nemmeno compilare il modello Unico perché il CUD va già bene.

Peppa invece, oltre ai redditi segnati nel CUD, nel 2011, ha avuto anche i redditi derivanti dalla sua prestazione precaria pagatale in ritardo. I suoi redditi lordi salgono quindi a 31000 euro e l'imponibile a 30943 euro (vanno tolti i 57 euro di contributi previdenziali). La sua imposta lorda diventa subito molto più alta di quella pagata da Pippo perché i 6000 euro guadagnati nel 2010 e ricevuti nel 2011 sono tassati al 27% anziché al 23% perché, sommati a quelli del CUD, eccedono i 15000 euro ma di una metà si paga addirittura il 38% perché eccede i 28000 euro.

Pippo si era trovato un'imposta lorda di 1367 euro nel 2011 e di 6150 nel 2012 per un totale di 7517 euro, Peppa invece, per avere la colpa di essere stata pagata in ritardo, si trova, nel 2012, un'imposta lorda di ben 8078 euro cioè oltre cinquecento euro in più ma le beffe sono solo all'inizio.

Infatti Pippo nel 2011 ha goduto di una detrazione per redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ed altri redditi pari a 1079 euro e nel 2012 una detrazione per il lavoro dipendente pari a 1024 euro mentre Peppa, avendo avuto entrambi i redditi in un solo anno, ha diritto a detrazioni molto minori pari rispettivamente a 529 ed 805 euro.

La beffa però continua perché Peppa, avendo avuto entrambi i redditi in un solo anno, non può usufruire di entrambe le detrazioni ma ne deve scegliere una. Peppa si trova quindi un'imposta netta di 7273 euro ed avendo avuto solo 5126 euro di ritenute Irpef nel CUD deve pagare la differenza pari a 2147 euro.

Riassumendo si vede che Pippo e Peppa hanno fatto gli stessi lavori con la stessa paga ed entrambi hanno avuto 1200 euro di ritenute Irpef per il primo lavoro e 5126 per il secondo, però quando a giugno si è trattato di pagare l'Irpef, Pippo nel 2011 ha ricevuto indietro 912 euro e nel 2012 non ha pagato alcunché Peppa invece nel 2011 non ha pagato alcunché ma nel 2012 ha dovuto pagare ben 2147 euro.

Peppa quindi, per l'unica colpa di essere stata pagata in ritardo da un Ente dello Stato, ha versato di Irpef allo Stato ben 3059 euro in più (912 + 2147) di Pippo che ha l'unico merito di essere stato pagato prima. Qualcuno mi spieghi se non è questo un esempio eclatante di leso buonsenso!

Per altro qui mi fermo al solo calcolo dell'Irpef per non appesantire troppo la pagina ma, in realtà, le beffe per Peppa non sono finite perché, vivendo in Emilia-Romagna dove vige l'assurdo calcolo del quale parlo nella pagina sul Ministero del Buonsenso [>>], ha dovuto pagare di più anche di addizionale regionale all'Irpef e a giugno 2012 ed a novembre 2012, versare l'acconto per l'Irpef 2013.


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