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Storia di Pontelagoscuro


Premessa

In un sito che parla della storia di Pontelagoscuro può sembrare strano vedere una pagina che si chiami Storia di Pontelagoscuro ma il fatto è che nel sito metto tutti i risultati delle mie ricerche per cui molte pagine possono risultare troppo lunghe, complesse e scomode da leggere e quindi non interessanti per chi voglia semplicemente conoscere la storia di Pontelagoscuro senza entrare in una ridda di ragionamenti, di ipotesi e di controversie che possono avvincere solo alcuni appassionati dell'argomento.

Per questo motivo ho voluto realizzare questa pagina (che completerò nel tempo) che riporta la storia del borgo in maniera lineare senza entrare nelle controversie degli storici e senza avere una grande quantità di note a piè di pagina. La storia sarà egualmente completa e suddivisa in maniera uniforme nelle varie epoche storiche.

Per chi volesse conoscere gli avvenimenti di Pontelagoscuro ancora più in fretta ho preparato una breve storia di Pontelagoscuro che racconta succintamente tutti i fatti più importanti del borgo in uno spazio grande all'incirca come uno dei capitoli di questa pagina e che può essere letta qui [>>].

Pontelagoscuro prima di Pontelagoscuro

Sull'antichità di Pontelagoscuro gli storici hanno discusso molto ma non c'è dubbio che il territorio su cui poi sorgerà il borgo sia stato abitato fin da epoche remote e che quindi sia possibile raccontare la storia di Pontelagoscuro prima di Pontelagoscuro.

Un avvenimento remotissimo (tra i 60 ed i 40 milioni di anni fa) che influenzerà la storia futura è lo scontro fra la zolla italiana e quella europea che ha portato alla nascita delle Alpi e corrugato il fondo del golfo che poi diventerà la Pianura Padana. Uno di questi corrugamenti ha le sue punte a Ficarolo e a Copparo per cui Pontelagoscuro, che è circa in mezzo, ha sotto di sé una conca di roccia che, coi millenni, si è riempita di sedimenti.
Però, dato che i sedimenti col tempo si compattano, avendone di più sotto di sé il terreno di Pontelagoscuro ha sempre avuto la tendenza ad abbassarsi più in fretta delle zone circostanti e quindi a trasformarsi in una palude.

La Pianura Padana viene abitata fin da epoche remotissime: a Monte Poggiolo, sui primi colli di Forlì, sono state trovate tracce dell'Homo erectus risalenti a 800.000 anni fa e a Collecchio di Spilamberto (MO) viveva, circa 200 mila anni fa, l'uomo di Neanderthal. Tracce dell'Homo sapiens databili a 30-40000 anni fa sono state trovate a Lemignano di Collecchio (PR) e vicino a Bologna si sono rinvenuti oggetti fatti dall'uomo nel Paleolitico medio e superiore (a Cava Fiorini) ed anche in quello inferiore (a Cave IECME).

Un ramo del Po a Settepolesini, vicino a Bondeno, forma un'ampia curva dove si arenano i corpi degli animali morti trasportati dalla corrente. Qui vengono trovati gli scheletri di un rinoceronte lanoso (50.000 a.C.) e di un megacervo (12.000 a.C.).

A Savignano sul Panaro è stata rinvenuta una Venere di oltre 30000 anni fa. Si tratta di una statuetta che rappresenta una donna con enormi cosce e glutei. Questo tipo di scultura è stata trovata in vari siti paleolitici e viene convenzionalmente chiamata Venere.

La massima estensione della glaciazione si ha da 23000 a 17000 anni fa. Allora la Pianura Padana è una steppa fredda con rari arbusti, il livello del mare è molto più basso ed il Po scorre molto più a sud di ora. La glaciazione continua fino al 10300 aC, la Pianura Padana diventa una steppa erbacea con betulle nane. A 12000 anni fa risale la Venere di Chiozza ritrovata vicino a Scandiano (RE).

Con la fine dell'epoca glaciale la Pianura Padana si copre prima di pini e betulle (10300 - 8800 aC) e poi di querce (8800 - 7500 aC) seguite da noccioli, tigli ed anche frassini, aceri ed olmi mentre, nelle zone paludose, ci sono salici, ontani e pioppi. Con lo sciogliersi dei ghiacci il mare risale arrivando al suo massimo nel 4500 aC quando la costa va da Adria a Massafiscaglia.

A quell'epoca la popolazione ha già cominciato a vivere in villaggi e a produrre ceramiche. Scavi di villaggi del V millennio sono stati fatti a Fiorano (MO) e a Lugo (RA) ed hanno mostrato che le merci vengono già commerciate a distanze molto considerevoli in quanto è stata trovata dell'ossidiana proveniente da Lipari e dalla Sardegna.

Tra il 3000 ed il 2300 aC comincia l'uso dei metalli, dapprima il rame e poi il bronzo (2300 - 1650). I villaggi sono su palafitte, la zona più abitata è verso il Garda mentre in Emilia la popolazione è scarsa. Sono stati fatti dei ritrovamenti a Rubiera e Spilamberto (MO), però l'unico insediamento sul Po risalente a prima del 2000 aC è stato fatto non molto lontano da Pontelagoscuro, a Fornace Grandi di Bondeno.

Il territorio del quale fa parte Pontelagoscuro viene occupato, tra il 1650 ed il 1550 aC da genti arrivate da nord del Po ed inizia un'intensa attività agricola con l'uso dell'aratro a uncino. Sono stati fatti scavi di villaggi di quest'epoca a Pilastri di Bondeno, a Mariconda di Melara e a Sermide. Sono state trovate anche ruote e morsi di cavalli e quindi esistevano anche delle piste percorribili.

Verso il XII secolo aC questa civiltà, detta delle terramare, scompare e viene sostituita da nuovi insediamenti (cultura villanoviana). Uno di questi si sviluppa a Frattesina (vicino a Fratta Polesine), a meno di venti chilometri da dove sorgerà Pontelagoscuro. Si trova sulle rive del Po che allora era diviso in due rami: quello nord passava per Sermide, Fratta ed Adria e quello sud per Bondeno ed Ostellato. Il territorio della futura Pontelagoscuro era quindi incuneato fra i due rami del Po.

Il villaggio si estende su ben nove ettari e vi si producono, in gran quantità, oggetti di pasta vitrea, di osso e corno di cervo, di bronzo e altri metalli e perfino di avorio di elefante e forse di ambra il che mostra dei collegamenti con i principali centri di civiltà del Mediterraneo come conferma anche il ritrovamento di frammenti di ceramica micenea.

Nel IX secolo anche questi insediamenti decadono ma inizia l'influenza di Felsina (Bologna) che arriva fino al Po. I ritrovamenti più settentrionali sono a Mirandola e a Santa Maddalena dei Mosti (Bondeno). La zona di là dal Po è occupato da popolazioni paleovenete e a nordovest dai Celti.

Nell'VIII secolo, dopo la rotta di Sermide, il ramo del Po a sud riceve più acqua e diventa più grosso di quello di Adria. Nel VI secolo aumenta lo sfruttamento agricolo ed inizia il controllo idraulico.

A metà del VI secolo gli scontri nel Tirreno fra greci, etruschi e cartaginesi aumentano l'importanza della pianura padana per il collegamento con l'area dei Celti a nord e con la via dell'ambra che arriva fino al Baltico. Oltre a Felsina, altre città importanti sono Spina ed Adria.

Nel V secolo lungo il Po di Adria sorgono molti centri minori etruschi dei quali sono state trovate tracce a Pezzoli-Mezzana (vicino Adria), Borsea e Balone (vicino a Rovigo), Crespino, Pontecchio Polesine e San Cassiano, tutti in provincia di Rovigo e non lontani da Pontelagoscuro e poi a Gavello (Bondeno) ed il più grosso a Bagnolo di San Vito a 10 km da Mantova.

Nel IV secolo i Celti iniziano ad occupare tutto il territorio. Nel IV e III secolo tutta la Pianura Padana è in mano ai Celti. Nella zona di Pontelagoscuro ci sono i Galli Lingoni e più a sud i Galli Boi e a nord i Veneti. Lungo il Po e a Mantova rimangono alcuni insediamenti etruschi.

Nel 295 aC i romani si affacciano nella pianura padana (battaglia di Sentino), nel 283 vengono sconfitti presso il lago Vadimone, nel 268 viene fondata Rimini, nel 218 Piacenza e Cremona, nel 183 Modena e Parma e nel 187 viene costruita la via Emilia.

I romani fanno vaste opere di bonifica e di deforestazione. Il territorio viene centuriato cioè diviso in terreni quadrati tutti della stessa dimensione con strade e fossi di scolo. I segni della centuriazione sono ancora visibili in tutta la Pianura Padana a sud del Po tranne nel ferrarese e nell'area attorno a Ravenna.

Non si sa se ciò sia perché quelle aree erano rimaste paludose o se i segni della centuriazione siano spariti con l'abbassarsi del terreno. Alcune tracce di centuriazione trovate recentemente fanno pensare che l'area centuriata coprisse anche buona parte di queste zone. Le località più importanti del ferrarese sono Vicus Varianus (Vigarano) e Vicus Habentia (Voghenza).

Questo territorio è attraversato dalla via Annia che andava da Bologna al Veneto e della quale si sa poco e dalla via Emilia Altinate che collega la via Emilia ad Altino (vicino a Venezia). La zona di Pontelagoscuro, essendo a nord del Po, fa parte della X Regio (Venetia) ed è soggetta ad Adria. Vi sono molti piccoli centri rurali ed ampie proprietà imperiali.

A Pontelagoscuro non sono mai stati rinvenuti oggetti risalenti all'epoca romana o più antichi anche se, durante i lavori per il ponte ferroviario costruito nel 1871, sono stati trovati, a 15 metri sotto il fondo del Po, mattoni, cocci, pietre e legni di abete sui quali nessuno ritenne utile indagare.

Vicino a Pontelagoscuro però sono numerosi i siti di epoca romana. In via Canapa, a sud-est di Pontelagoscuro, sono stati trovati i resti di un edificio rurale di grandi dimensioni del I secolo dC, una villa romana è stata trovata a Casaglia, non lontano da Pontelagoscuro e a Francolino, nella possessione Vilumana che si trova sulla Fossa Lavezzola, sono stati trovati i resti di una necropoli romana del I secolo dC e le fondazioni di una casa con anche tessere musive e vari oggetti databili al III secolo dC.

Con le invasioni barbariche il territorio si spopola, nessuno fa più manutenzione idraulica e pian piano si formano vaste paludi. Nel VII secolo il ferrarese è zona di confine tra i bizantini ed i longobardi che, nel secolo successivo, occupano definitivamente il territorio.

Le origini di Pontelagoscuro

La data di nascita di Pontelagoscuro non è nota con certezza e gli storici ancora dibattono intorno a quest'argomento. Gli storici più antichi non hanno mai avuto dubbi ed hanno considerato come primo documento ufficiale che sancisca l'esistenza di Pontelagoscuro il diploma imperiale con cui Enrico III concede franchigie ai ferraresi, emesso a Ponte (Actum ad Pontem) il 24 agosto 1055.

Alcuni storici moderni identificano il Pontem del diploma di Enrico III con Ponte Duce vicino all'attuale Casumaro e fissano la prima citazione di Pontelagoscuro al 1222, anno in cui, secondo la Chronica parva ferrariensis di Riccobaldo da Ferrara (scritta alla fine del XIII secolo), i Salinguerra, per attaccare Ferrara, passarono per il ponte del Lagoscuro (transitis pontibus Bonetici atque Lacuscurii).

Può sembrare che la questione dell'antichità di Pontelagoscuro possa interessare solo gli storici ma il problema è che, fra queste due date, avvenne la rotta di Ficarolo che modificò il corso del Po e la domanda a cui si vorrebbe rispondere è se Pontelagoscuro esistesse già all'epoca della rotta e si sia trovata per caso sul nuovo ramo del fiume oppure se sia sorta sulle rive di questi successivamente alla rotta che portò un ramo del fiume a passare a nord di Ferrara.

Basandosi solo su questi due documenti non si può dire nulla di certo. Non c'è dubbio che il primo scritto che nomini contemporaneamente un ponte ed il Lagoscuro sia la Chronica parva ma è anche vero che non c'è nulla che mostri che Ponte Duce abbia maggiori chance di Pontelagoscuro di essere il luogo dove Enrico III emise il suo diploma imperiale per cui l'opinione più sensata sull'argomento resta quanto scrisse Lodovico Antonio Muratori che pubblicò per primo questa pergamena e che, a proposito dell'Actum ad Pontem, disse: forse il Ponte oggidì appellato di Lagoscuro.

Esistono anche due documenti antichi che nominano un Ponticulo vicino a Ferrara ma le informazioni che danno sono così scarse da rendere impossibile identificare, con ragionevole sicurezza, dove si trovasse questa località. Il primo è una pergamena longobarda, datata 756 ma forse scritta nell'XI secolo che descrive i possedimenti dell'abbazia di Nonantola ma, per il ferrarese, la descrizione è vaga e cita località altrimenti sconosciute per cui se ne può ricavare solo che Ponticulo era vicino a Ferrara e ad un lago detto Lago Fatuo.

La seconda citazione è nella Chronica parva dove si parla di alcune piccole fortificazioni costruite per controllare gli accessi a Ferrara. C'è però un evidente errore che complica tutto, vi si dice infatti che queste fortificazioni furono costruite da Guglielmo degli Adelardi per opporsi all'espansionismo degli Estensi.

Gli avversari di Guglielmo degli Adelardi non erano però gli Estensi bensì i Salinguerra che occupavano il territorio di Fiesso e solo dopo la morte di Guglielmo degli Adelardi ed il matrimonio della sua giovanissima figlia Marchesella con Azzo VI, gli Estensi, che erano a Rovigo, vantarono diritti su Ferrara scontrandosi con i Salinguerra.

Quindi, se le fortificazioni furono costruite per opporsi agli Estensi, non c'è dubbio che il Ponticulo in questione sia Pontecchio Polesine ma, se invece furono costruite da Guglielmo degli Adelardi contro i Salinguerra, si dovevano trovare fra Ferrara ed il territorio di Fiesso ed è quindi molto probabile che il Ponticulo in questione coincida con Pontelagoscuro e del resto fu di lì che passarono i Salinguerra, nel 1222, quando attaccarono Ferrara.

Notando che le citazioni più antiche del Lagoscuro hanno una i di troppo (atque Lacuscurii e ad Laguscurium negli Statuti di Ferrara) ho proposto che il nome non derivasse da Lago Oscuro bensì da Lago dei Curii (nobile famiglia dell'antica Roma) tanto più che una delle zone del ferrarese era chiamata anticamente Massa Curili che potrebbe significare zona dei Curii ma io stesso definisco ciò come una curiosità o una provocazione.

Dai documenti antichi non si può ricavare nulla di più ma il nome Lago Fatuo mi ha fatto pensare ad un lago con poca acqua che d'estate sparisce perché si secca del tutto e mi ha portato a formulare una nuova ipotesi che non si basa su dei documenti ma su come si evolva nei secoli una zona paludosa e che ha il pregio di spiegare tutte le antiche leggende su Pontelagoscuro ed anche perché Enrico III abbia accampato il suo esercito proprio Ad Pontem.

Dopo che non fu più fatta manutenzione idraulica il territorio a nord di Ferrara e del Po (che allora scorreva a sud di Ferrara) e che si abbassava più rapidamente delle zone circonvicine fu in gran parte invaso dalle acque. Quando una depressione viene invasa dalle acque il lago che si forma contiene pochi nutrienti minerali per cui c'è poca vegetazione sia nelle sue acque che intorno.

Col tempo i nutrienti aumentano e si innesca una fase, relativamente veloce, che porta all'interrimento ed alla sparizione del lago. Durante questa fase accadono molte cose che troviamo puntualmente raccontate nelle antiche leggende su Pontelagoscuro.

Ci possono essere delle improvvise fioriture algali, dovute alla Oscillatoria rubescens, che ne colorano le acque di rosso sangue. Ciò assomiglia straordinariamente alla leggenda che lega il nome del Lago Oscuro ad un fatto d'armi sanguinosissimo, quando Arnoldo Costabili riportò la vittoria contro gli Adrioti e ne seguì una strage orrenda.

Oppure la fioritura può essere dovuta alla Microcystis aeruginosa che produce delle tossine velenose che avvelenano le acque del lago ed uccidono il bestiame che vi si abbeveri. Ecco perché il Carena descrisse la villa di Lagoscuro come luogo di mortifere esalazioni.

Col tempo lo specchio d'acqua del lago si riduce e s'interra trasformandosi pian piano in un acquitrino mentre la vegetazione litoranea diventa fitta. In questa fase può accadere che il lago sia ricco d'acqua solo nelle stagioni più piovose mentre sia del tutto secco in estate. E' un lago che ora c'è ed ora non c'è e quindi lo si può chiamare a ragione un lago fatuo come il lago dell'antica pergamena longobarda.

La vegetazione litoranea cresce sempre di più e diventa una fitta foresta ed ecco quindi l'antica selva foltissima che secondo il Frizzi avrebbe dato il nome al Lagoscuro. Dove il terreno è molto acido il lago evolve in una torbiera (e strati di torba sono stati trovati sotto il letto del Po) altrimenti diventa un prato sul quale cresce la foresta e diventa indistinguibile dal resto del territorio ed anche questo concorda con quanto detto dal Frizzi

Fra i vari tipi di boschi che si possono trovare nella Pianura Padana il più buio in assoluto è l'alneto e cioè il bosco di ontano nero. L'ontano (Alnus glutinosa) trova il suo ottimo in terreni inondati dove l'acqua tende a ristagnare pur mantenendo un minimo ricambio. Tutto ciò quadra perfettamente con l'ipotesi del Frizzi.

Le zone che si sono interrite in questo modo e specialmente quelle dove vi sono stati boschi di ontano nero sono ricchissime di nutrienti e quindi straordinariamente fertili, ecco perché Alberto Penna, parlando del polesine ferrarese, scrisse que' terreni sono fruttiferi di grani, ed erbe, producendone in gran copia, e più Casaglia, e la Diamantina, che gli altri luoghi.

Finché il lago era ricco d'acqua non c'era alcun problema a superarlo in barca ma quando cominciarono ad esserci due lunghissimi periodi durante i quali il lago era una distesa di melma e fango impossibile da superare sia a piedi che in barca nacque un ostacolo che costringeva a girare attorno al lago allungando moltissimo il percorso.

Ritengo quindi che si costruì una passerella di legno attraverso al lago come quella che, secoli dopo, fecero i veneziani attraverso le paludi di Melara durante la Guerra del sale (1482-1484). Da questo piccolo ponte sarebbe nato il termine Ponticulo che troviamo nei documenti più antichi. Enrico III si accampò qui con il suo esercito perché, in caso di pericolo, poteva attraversare la palude e distruggendo il ponte, porre un ostacolo insormontabile fra sé ed i suoi nemici.

Dopo la rotta di Ficarolo il Po si trovò a passare per queste zone dette del Lagoscuro ma, per qualche tempo, il flusso delle acque fu scarso per cui fu possibile modificare la vecchia passerella per farle superare il nuovo ostacolo e questo sarebbe il ponte citato dalla Chronica parva e che, forse, compare in una antica mappa detta di Fra' Paolino dove, di fianco al quadratino che identifica Pontelagoscuro, ce n'è un altro sul Po.

Successivamente il fiume si allargò ed il ponte andò distrutto ma rimase il nome di Ponte del Lagoscuro.

Il seguito è ancora in lavorazione
ma verrà inserito qui solo se
sarà risolto il problema dello scopiazzatore seriale
che ha pubblicato libri prodotti saccheggiando i siti altrui
tra i quali anche questo


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