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Storia di Pontelagoscuro


Dove è situata Pontelagoscuro?

Pontelagoscuro si trova nel territorio del Comune di Ferrara sulla sponda meridionale del Po a 44° 53' 07" di Latitudine Nord e a 11° 36' 32" di Longitudine Est. E' distante sei chilometri dal capoluogo a cui è collegato da un tratto della S.S. 16 Adriatica e da altre strade.

Ha una sua stazione ferroviaria che si trova sulla linea Bologna - Venezia ed è poco distante dal casello di Ferrara Nord della autostrada A13. Il suo territorio è attraversato dalla idrovia (Canale Boicelli) che collega il Po al Burana - Po di Volano.

Pontelagoscuro viene nominato spesso, anche all'estero, perché è sede di una stazione idrografica molto importante in quanto l'idrometro di Pontelagoscuro è quello più a valle del corso principale del Po e quindi ne misura la massima portata.

Lo zero dell'idrometro di Pontelagoscuro è posto a 8,51 metri sul livello medio marino. La portata media del Po è di 1500 mc al secondo con una massima magra di 200 mc (25 aprile 1949) ed una massima piena di 12000 (14 novembre 1951) [1].
La massima quota di piena à stata di 12,49 metri nel 1951. Il fondo del Po si trova cinque metri sotto il livello del mare [2]. La massima quota di secca è stata di 6,84 metri sotto lo zero idrometrico [3].

In passato Pontelagoscuro è stato nominato anche come curiosità nel campo dei trasporti urbani. Infatti la linea numero 4 che lo collegava a Ferrara aveva alcune corse che proseguivano fino a Santa Maria Maddalena immediatamente al di là del ponte su Po.
Si aveva così una corsa urbana che cambiava Comune, Provincia e Regione [4].

La ricostruzione di Pontelagoscuro

Durante la II Guerra Mondiale il paese di Pontelagoscuro è stato sottoposto ad intensissimi bombardamenti che lo hanno raso al suolo in maniera pressoché totale.
Pochi mesi dopo la fine della guerra venne posto il problema del piano di ricostruzione. Furono presentati quattro diversi progetti che furono discussi con i cittadini che, in gran numero, affollarono la Sala del Plebiscito dove erano esposti.

Il Consiglio Comunale di Ferrara, nella seduta del 28 giugno 1946, discusse il Piano Regolatore della città alla presenza di rappresentanti degli abitanti di Pontelagoscuro che chiedevano come mai si volesse ricostruire il paese non dove sorgeva prima della guerra ma spostato verso Ferrara e quindi distante dal Po.

Dei desideri dei cittadini di Pontelagoscuro, che pure avevano presentato un loro progetto che però non fu mai discusso nei dettagli, non si tenne alcun conto e si iniziò a ricostruire il paese spostato di seicento metri dal fiume e dalla sua posizione originaria [5].

Benché sia inconfutabile che una fascia di rispetto dalle sponde del fiume era indispensabile e non si poteva pensare di ricostruire le case attaccate all'argine come erano prima o addirittura anche in golena, si è trattato di una decisione molto miope che non teneva alcun conto della storia economica di Pontelagoscuro che era tutta basata sul commercio fluviale.
E' vero che il commercio languiva da tempo ma questa scelta ha finito per affossarlo quasi completamente proprio mentre, negli altri paesi europei, assurgeva a grande importanza anche per i miglioramenti tecnologici delle chiatte da trasporto.

Della scelta di affossare il trasporto fluviale e marittimo a favore di quello su gomma, ne paghiamo tutt'oggi le conseguenze sia in termini economici, sia come inquinamento, sia come lentezza e pericolosità del traffico stradale.
Una moderna chiatta, con un equipaggio di quattro uomini, porta un carico pari a quello di oltre ottanta TIR con un consumo ed un inquinamento estremamente più bassi.

Locandina del film di Alessandro Raimondi 'Un murales, una storia'Si può infine far notare che non è stato bello, da parte di una giunta di sinistra dell'Italia appena liberata, non aver tenuto alcun conto dei desideri del popolo ed aver voluto trasformare quella che era una cittadina con una sua storia in un quartiere dormitorio abitato dagli operai al servizio delle ricostruite industrie.

Non solo non si è tenuto alcun conto dei desideri e delle proposte dei cittadini di Pontelagoscuro ma chi voleva la ricostruzione del paese nella sua sede originaria è stato accusato di voler favorire i propri interessi particolaristici (dal Consigliere Salatini durante la seduta del Consiglio Comunale del 24 luglio 1946) e tacciato di sentimentalismo e quasi sbeffeggiato (dal Consigliere Tortora che, nella medesima riunione, fece un confronto fra la ricostruzione di Colonia e quella di Pontelagoscuro).

Nel 2011 il regista Alessandro Raimondi (con il montaggio di Vitaliano Teti e la fotografia di entrambi) ha realizzato un interessantissimo filmato, intitolato Un murales, una storia [6], che racconta la storia della ricostruzione di Pontelagoscuro ed il perché il borgo fosse stato ricostruito lontano dalla sua posizione originaria.

Il filmato contiene anche numerose interviste ad abitanti giovani e vecchi del borgo, all'architetto Carlo Bassi [7], a Antonio Tassinari di Teatro Nucleo [8] ed al sottoscritto, Andrea Cavallari, in qualità di esperto della storia di Pontelagoscuro.

Il film è stato presentato in prima visione, sabato 24 settembre 2011 a Pontelagoscuro, con una suggestiva proiezione notturna, organizzata dalla Pro Loco, nel parco Tito Salomoni presso la scalinata sull'argine ed all'incirca dove sorgeva un tempo la Via Coperta.

Ponte Vecchio e Ponte Nuovo

Chi, al giorno d'oggi, guardasse una cartina o una foto aerea di Pontelagoscuro e la confrontasse con una carta più antica, ad esempio quella fatta nel 1814 dai topografi dell' I.G.M. di Milano [9], si stupirebbe di quanto da me raccontato nel precedente capitolo perché noterebbe ben poca differenza, fra le due carte.
Infatti non troverebbe un paese posto a seicento metri dal fiume bensì vedrebbe che il numero delle case poste lungo la riva del Po è circa lo stesso nelle due carte anche se ora ci sono molte case in direzione di Ferrara che nel 1814 non c'erano.

Questo è successo perché i cittadini di Pontelagoscuro, dopo aver chiamato Ponte Nuovo la zona ricostruita, hanno cominciato, in un modo o nell'altro, a ricostruire case anche nella zona dove sorgeva il paese chiamata ora Ponte Vecchio.
Un po' alla volta tutta la zona occupata un tempo dal paese è stata riempita di case ed i cittadini di Pontelagoscuro si sono presi la rivincita della battaglia persa nel 1946.

Purtroppo non è mai stata ricostruita la caratteristica Strada Coperta, né si è fatto molto per far rinascere il traffico fluviale che tanto importante sarebbe per l'Italia tutta.

Per quanto riguarda la Via Coperta, considerato che dove sorgeva vi è ora un parco pubblico intitolato a Tito Salomoni (famoso pittore, nato a Pontelagoscuro), lancio l'idea di ricrearla piantando alberi dove vi erano i pilastri ed unendo i rami, man mano che crescono, a formare gli archi in modo da ottenere col tempo una Via Coperta arborea e viva, così come si sta facendo nel Giardino di Villa Strobele di Val di Sella (TN) dove sta crescendo una Cattedrale Vegetale.

Invece, per il traffico fluviale, sono in corso grossi lavori di ampliamento dell'Idrovia Ferrarese per rendere possibile il transito anche a chiatte di classe 5. E' sicuramente una buona cosa ma temo che, a giudicare dallo scarso traffico che c'è ora sull'analoga Idrovia Veneta, i risultati non saranno esaltanti.

Ritengo che sarebbe molto meglio e meno costoso potenziare la navigazione sul Po Grande dove le moderne navi fluvio-marine, lunghe centocinque metri e larghe undici e cinquanta, che navigano con un fondale di due metri e ottanta, possono già arrivare a Cremona partendo da qualunque porto marino e non solo da Ravenna come accadrebbe con le chiatte.

E' curioso che, dopo tanti secoli, si ripetano gli stessi errori degli Estensi che si intestardirono nel voler mantenere navigabile il Po di Primaro, spendendovi cifre enormi e non vollero o non pensarono a potenziare invece il porto di Pontelagoscuro sul Po Grande. cosa che costò loro Ferrara perché, quando il Papa la reclamò, si erano molto impoveriti ed avevano la popolazione contro per cui non furono in grado di opporsi.


[1] - Andrea Leziroli - Ferrara e il Po (brevi note sul padimetro di Ferrara, recentemente restaurato) - Ferrara, 2005.   <<

[2] - a cura di Carlo Ferrari e Lucio Gambi - Un Po di terra: guida all'ambiente della bassa pianura padana ed alla sua storia - Edizioni Diabasis - Reggio Emilia, 2000.   <<

[3] - Dal quotidiano Il Resto del Carlino - Edizione di Ferrara - Anno 2003.   <<

[4] - Anche oggi c'è un autobus urbano che arriva fino a Santa Maria Maddalena, in Veneto, ma la linea ha ora il numero 11.   <<

[5] - Carlo Bassi Pontelagoscuro: una realtà urbana da disegnare in "Il Lago-Scuro Ponte per la Città" - Ferrara 1987.   <<

[6] - Alessandro Raimondi - Un murales, una storia - DVD con il film e con annesse le interviste integrali ai testimoni - Associazione culturale Ferrara Video&Arte - Italia, 2011.   <<

[7] - Carlo Bassi, architetto e scrittore (Ferrara, 1923 - Milano, 2017) ha progettato molte opere pubbliche, specialmente chiese tra le quali, a Ferrara e sua ultima opera, la chiesa dedicata al Beato Giovanni Tavelli da Tossignano.
Ha pubblicato diversi scritti su Ferrara e sulla storia dell'architettura.   
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[8] - Antonio Tassinari, attore e regista (Firenze, 1958 - Ferrara, 2014) entra a far parte del Teatro Nucleo all'inizio degli anni '80. Quando la sede si trasferisce da Ferrara a Pontelagoscuro nasce il Teatro Comunitario di Pontelagoscuro.
Antonio Tassinari diventa il responsabile del Teatro Julio Cortázar del Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro e dirige gli spettacoli Il Paese che non c'è, Gran Cinema Astra, Liber/Azione e La Patria Nuova interpretati da abitanti del paese.
Nel 2012, in Argentina, fonda il Gruppo di teatro comunitario Tanos de Argentina per il quale prepara lo spettacolo Memorie Migranti interpretato da venti discendenti d'italiani,   
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[9] - Carta del Dipartimento del Basso Po - 1814 - ristampata dall'Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna.   <<


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