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I Martini di Sicilia


Premessa

Al giorno d'oggi il cognome Martini non è molto diffuso in Sicilia. Ne troviamo in tutto circa 130 dei quali quasi una cinquantina vivono nel Comune di Belmonte Mezzagno vicino a Palermo [1]. Esiste anche una località che si chiama Martini e che si trova in provincia di Messina sulle prime colline a sud di Capo d'Orlando.

In passato però una famiglia Martini ebbe il possesso di vari feudi in Sicilia e di essa ci parla Antonino Mango di Casalgerardo nella sua opera sulle famiglie nobili siciliane [2].

Antonino Mango racconta anche le vicende della famiglie Di Martino e Martinez e dice che, con molta probabilità, queste due famiglie e la famiglia Martini non sono che rami diversi di una famiglia sola. Personalmente ritengo che, mentre sia possibile che Martinez sia stato italianizzato in Martini o Di Martino, sia viceversa estremamente improbabile che da Martini o Di Martino possa essere derivato poi il cognome Martinez.

Perché l'ipotesi di Antonino Mango potesse essere corretta, bisognerebbe che il cognome Martinez fosse, in Sicilia, più antico degli altri due ma così non è perché lo stesso Mango cita dei Martini o dei Di Martino nel XIV secolo mentre i primi Martinez dei quali ci parla risalgono al XVII secolo.

Ritengo pertanto che i Martinez non siano collegati ai Martini mentre invece ciò sia possibile per i Di Martino, tanto più che entrambe le persone più antiche che portarono questi cognomi si chiamavano Guglielmo, per cui riporto le notizie che Antonino Mango ci dà su questi due ultimi cognomi.

Leggendo però l'opera di Filadelfo Mugnos sulle famiglie nobili siciliane [3], scritta oltre due secoli prima di quella del Mango, ho visto che non riporta alcuna famiglia Di Martino mentre invece riporta i Martini sui quali dà anche dati che il Mango invece attribuisce ai Di Martino.

Personalmente ritengo che sia probabile, specie se i Martini erano giunti in Sicilia dal nord, che inizialmente avessero il cognome Martini e che, in alcuni casi, questo si sia pian piano trasformato in Martino dato che nel sud è molto frequente che i cognomi terminino in o e non in i. Comunque riporto anche quanto scrive Filadelfo Mugnos ma tenendolo separato da quanto dice il Mango.

E' bene anche precisare che, nel leggere le storie delle varie famiglie nobili, è facile trovare dei riferimenti al tempo dei Martini oppure la notizia che una famiglia perse i suoi feudi per essersi ribellata ai Martini. Le famiglie alle quali accadde ciò sono ben tredici (Alessi, Aloisio, Capobianco, Castelli, Damiata, Orlando, Passaneto, Petrelli, Sciacca, Scurto, Sigona, Scorciagatta e Traversa) oltre agli Alagona ed i Chiaramonte che furono a capo della rivolta.

I Martini in questione, però, non hanno nulla a che fare con il cognome Martini ma dicendo i Martini ci si riferisce ai due re di Sicilia che si chiamarono Martino e che regnarono consecutivamente dal 1392 al 1410. Erano entrambi aragonesi ed il loro dominio, iniziato col matrimonio tra Martino, figlio primogenito del re di Aragona e la regina di Trinacria, Maria di Sicilia, che era stata rapita, fu duramente osteggiato dai siciliani.

Molte famiglie siciliane che invece appoggiarono i Martini ottennero in premio feudi, rendite od altri privilegi (Antignolo, Armata, Bufalo, Caltagirone, Filesio, Rau e Villanova) e furono varie anche quelle che giunsero dalla Spagna assieme a loro entrando poi a far parte della nobiltà siciliana (Heredia, Queralt, Raisi, Sacariga, Saladino, Santacolomba e Sarzana).
Varie altre sono citate per aver avuto incarichi importanti al tempo dei Martini (Arezzo, Capozzo, Cruyllas, Giallongo, Gioeni, Patti, Sardo, Talamanca e Xamar).

I Martini ed i Di Martino secondo Antonino Mango

I Martini (o de Martinis)

La famiglia dei Martini (o de Martinis) di Sicilia sarebbe originaria di Firenze. Un Guglielmo Martini, con privilegio del 5 dicembre 1392, ottenne la concessione dei feudi di Fridi e Faverchi. A quell'epoca a Firenze vi erano già varie famiglie Martini e di alcune di queste parlo dettagliatamente in un'altra pagina [>>].

Senza dei precisi riferimenti è difficile dire se questa notizia sia esatta e quale fosse la famiglia fiorentina dalla quale derivarono i Martini di Sicilia. Comunque, considerando che sia i Martini Gucci che i Martini Cetti, nel XIV secolo, erano dei mercanti appartenenti all'Arte della Lana, è tutt'altro che improbabile che dei loro componenti abbiano avuto degli interessi nel sud dell'Italia.

I feudi di Fridi (o meglio Friddi) e Faverchi si trovavano in una zona montuosa dell'interno del isola a sud-est di Palermo e ad una quarantina di chilometri dalla costa. Nelle note sulla famiglia Ascoli il Mango ci dice che questo feudo era loro ma che essendo Umana de Asculi morta senza figli, re Martino concesse questo feudo a Guglielmo de Matina.

Il Guglielmo di cui si parla è sicuramente quello che ebbe la concessione il 5 dicembre 1392 ma, a questo punto, il dubbio è se si chiamasse Martini o Matina. Considerato però che né nel Mango, né nel Mugnos c'è alcuna traccia di una famiglia Matina, ritengo che si tratti di un semplice errore di trascrizione e che il cognome giusto sia Martini.

Non so per quanto tempo questi feudi rimasero ai Martini. Nel XV secolo, furono degli Agramonte ma, essendo Giacomo de Agramonte morto senza figli, il re Alfonso concesse il feudo di Faverchi a Vitale de Blanes. Successivamente furono della nobilissima famiglia dei Ventimiglia fino a che Elisabetta Ventimiglia sposò Leone Lercaro.

Successivamente Francesca Lercaro sposò Baldassare Gomes al quale, il 22 settembre 1595, fu concessa la licenza di fondare una nuova città perché tutta la zona tendeva a spopolarsi. Il Gomes chiamò la nuova città Lercara in onore di sua moglie Francesca. Questa città esiste tuttora, si chiama Lercara Friddi ed è sede dell'omonimo Comune.

Oltre un secolo dopo la concessione dei feudi di Friddi e Faverchi ai Martini, Pietro Martini, tramite sua moglie Eleonora de Naro, possedette la metà dei feudi di Caddeddi e Bufalefi, dei quali ebbe l'investitura il 6 marzo 1509. Questi feudi si trovavano vicino a Pachino, nell'estremo sud della Sicilia; successivamente Bartolomeo Martini (che immagino fosse suo figlio) diventò, per intero barone di questi feudi con l'investitura avvenuta il 23 giugno 1530.

Questi feudi, prima di essere della famiglia Naro, erano stati della famiglia Pompeo. Non so per quanto tempo questo feudo rimase ai Martini. Alla fine del XVIII secolo Simone Rau ottenne l'investitura dei titoli di marchese della Ferla e barone di Bufalefi

Stemma dei Martini di SiciliaLo stemma nobiliare di questi Martini era di rosso, a tre corone d'oro, ordinate 2 e 1. Non vengono date ulteriori notizie su questa famiglia e non viene indicato il suo destino.

I Martino (o di Martino)

Per quanto riguarda i (di) Martino il Mango ci dice che alcuni autori sostengono che questa famiglia fosse originaria del regno di Napoli mentre altri dicono che venisse da Firenze. Chi l'avrebbe portata in Sicilia sarebbe stato Guglielmo Martino che fu senatore di Palermo nel 1335.

Molto tempo dopo abbiamo Giuseppe di Martino che fu capitano di giustizia di Caltagirone nel 1588-89 ed Antonino-Onofrio di Martino che, con privilegio del 11 giugno 1666, ottenne il titolo di barone di San Giorgio di Morabito. Questo feudo si trovava vicino a Naso in provincia di Messina dove vi era anche il feudo di Martini che però, a quell'epoca, era in mano ai Branciforte.

Poi, nel XVIII secolo troviamo Giuseppe di Martino che, il 6 marzo 1742, ottenne l'investitura del titolo di barone di Maurogiovanni (feudo che era vicino a Licata in provincia di Agrigento) ma in qualità di marito di Caterina Valdina; Salvatore di Martino e Ortolano che fu capitano di giustizia in Cefalù nel 1770-71; il barone Domenico di Martino che fu tesoriere di questa stessa città nel 1771-72 ed infine Tommaso di Martino che era suo figlio e che, il 17 luglio 1797, ottenne l'investitura del titolo di Rocca e Valdina o Maurogiovanni.

Per questi Di Martino il Mango riporta due stemmi diversi fra loro, anche se con alcune caratteristiche simili e completamente differenti da quello che aveva riportato per i Martini. Il primo è: d'azzurro, a due leoni affrontati e controrampanti ad un monte piantato sopra un mare agitato, sormontato da tre stelle, il tutto d'oro ed il secondo è: d'azzurro, al leone d'oro tenente con le zampe anteriori una lira dello stesso.

I Martini secondo Filadelfo Mugnos

Il Mugnos inizia dicendo che la famiglia Martini è annoverata fra le famiglie nobili di Firenze ma non specifica né che sia giunta di là, né quando e continua dicendo che fiorì all'epoca di Federico II quando Nicolò Martini fu Capitano di Piazza di Mineo e dell'isola di Malta.

Dato che Federico II regnò nel XIII secolo, questo Nicolò Martini è vissuto alquanto prima dei due Guglielmo citati dal Mango. Inoltre dato che Federico II fu Re di Sicilia ma regnò su tutta l'Italia del Sud ciò rende possibile che sia vero sia che i Martini provengano da Napoli, sia che provengano da Firenze. Può darsi infatti che si siano trasferiti da Firenze a Napoli quando Napoli e la Sicilia erano un tutt'uno e poi, successivamente, si siano definitivamente spostati in Sicilia.

Nicolò Martini, Capitano di Piazza di Mineo e dell'isola di Malta, è citato anche da Don Biagio Aldimari che scriveva nel 1691 [4] che però ne parla in calce alle sue note sulla famiglia di Martino dicendo che questa famiglia aveva un ramo anche in Sicilia.
L'Aldimari stesso nomina gli autori sui quali si è basato fra i quali Giulio Cesare Capaccio che scriveva nel 1634 [5] nel quale però non vi è citato Nicolò, né vi è alcunché che induca a pensare che i di Martino, che furono anche signori di Faicchio e che erano originari di Massa Lubrense, abbiano a che fare con i Martini di Sicilia.

Infine anche Mattia Zona, nella sua storia della città di Calvi [6], cita Nicolò Martini ma dato che lo fa nella dedica a Pasquale Sanniti che, tramite il matrimonio di sua figlia Ippolita, si era imparentato con i Duchi di Faicchio, è alquanto probabile che si sia basato su quanto scritto dall'Aldimari. E' comunque interessante che parli della nobile stirpe dei Martini e non di quella dei di Martino.

Il Mugnos, dopo aver parlato di Nicolò Martini, continua con un punto e virgola e con la frase procreò Guglielmo che fu senatore di Palermo nel 1335. Dato che, per ragioni anagrafiche, è impossibile che Guglielmo fosse figlio di Nicolò, suppongo che il soggetto sottinteso sia la stirpe dei Martini. Questo Guglielmo Martini è lo stesso che il Mango chiama invece Guglielmo Martino.

Continua poi parlandoci di Pietro Martini, figlio di Guglielmo, che sposò la figlia di Giorgio di Landres che fu giurato di Mazzara nel 1402. I Landres (che il Mango non cita) erano una famiglia nobile di Mazzara ed avevano il seguente stemma: castello d'argento, in campo rosso, con un soldato armato che tiene una spada in mano sopra la sua cima.

Da Pietro Martini nacquero Giorgio, Lancillotto, Arcadio e Nicolò che, per via dei loro matrimoni, si trasferirono poi in altre città del Regno. Lo stemma di questi Martini è tre corone in campo rosso (lo stesso citato dal Mango).

Il Mugnos conclude le sue note dicendo che ai suoi tempi questa famiglia aveva dei rami a Siena e Verona. Non so se sia vero che i Martini di Siena e di Verona derivassero da quelli di Sicilia ma è indubbio che allora negli elenchi della famiglie nobili di queste due città comparivano i Martini [7].

Il feudo di Martini

Il paese di Martini, che si trova in provincia di Messina sulle prime colline a sud di Capo d'Orlando, era un feudo decorato col titolo di Marchesato che dava diritto ai suoi signori di avere il trentaquattresimo posto in Parlamento [8]. Non so se il suo nome derivasse da quello della famiglia Martini o no. Se così fosse, però, significherebbe che la famiglia Martini è giunta in Sicilia in epoca abbastanza remota.

Infatti la prima citazione del paese di Martini risale al 1132 quando ne aveva il dominio Riccardo Russo. All'epoca di Federico II fu concesso agli eredi di Nicola e poi Federico III lo concesse ad Adamuccio Scorciaracche fino a che, con un privilegio datato 13 dicembre 1396, giunse ad Aracchio Scorciagatta che successivamente lo perse per essersi ribellato al re Martino.

Il re Martino lo concesse allora a Galeotto Spadafora. Il feudo rimase agli Spadafora per qualche tempo tranne un breve periodo durante il quale fu di Berengario di Orioles al quale era stato venduto nel 1405. Alla fine giunse a Giovanna Spadafora che sposò Bernardo Bardasso e la signoria passò, nel 1494, a Galeotto Bardasso, loro nipote.

La signoria rimase a lungo ai Bardasso e nel 1556, ne diventò signore Giovanni Bardasso che fu l'ultimo di questa famiglia ad averla in quanto, dopo di lui, passò a Tommaso Campolo e successivamente a suo figlio Francesco e poi a sua nipote Giuseppa che sposò Antonio Branciforte che fu il primo principe di Scordia e poi anche marchese di Martini per privilegio di Filippo IV nel 1643.

Come si vede, nella storia del feudo di Martini, la famiglia Martini non è mai nominata. Appare quindi improbabile che il nome del feudo derivi da quello dell'omonima famiglia anche se, non sapendo con certezza quando questa famiglia sia giunta in Sicilia, non è possibile escluderlo del tutto.

Infine va detto che il Mango scrive che, nel 1589, Pietro d'Aragona era barone di Martini e che anche i Palermo furono baroni di Martini. Dato però che, nel 1589, il feudo di Martini era dei Campolo e che si trattava di un marchesato e non di una baronia, si potrebbe trattare di una località diversa da quella del paese di Martini sulla quale non ho, per ora, alcuna informazione precisa.

Può anche darsi, però, che la località che ha generato questo nome sia sempre la stessa e che sia il titolo ad essersi differenziato perché spesso chi lo aveva si trova citato come Principe di Santa Margherita e Barone di Martini.


[1] - Sito L'Italia in dettaglio con informazioni sulle regioni, le province, i comuni ed anche le frazioni in Italia e sui cognomi italiani.   <<

[2] - Antonino Mango di Casalgerardo - Il Nobiliario di Sicilia - Libreria Alberto Reber - Palermo, 1912.   <<

[3] - Filadelfo Mugnos - Teatro genologico delle famiglie nobili, titolate, feudatarie, & antiche nobili, del Fidelissimo Regno di Sicilia, viventi & estinte - Parte Seconda - Per Domenico d'Anselmo - Palermo, 1655.   <<

[4] - Don Biagio Aldimari - Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere - nella Stamperia di Giacomo Raillard - Napoli, 1691.   <<

[5] - Giulio Cesare Capaccio - Il Forastiero - Per Gio. Domenico Roncagliolo - Napoli, 1634.   <<

[6] - Mattia Zona - Calvi antica, e moderna ossia Memorie istoriche dell'antichissima città di Calvi - Seconda edizione - Presso Raffaele Miranda - Napoli, 1820.   <<

[7] - Flaminio Rossi - Teatro della Nobiltà d'Italia ove compariscono le Nobili & Illustri Famiglie di cento e dieci più famose città cominciando da Napoli e suo Regno - Appresso Gio. Iacomo Carlino - Napoli, 1607.   <<

[8] - Vito Amico - Dizionario Topografico della Sicilia - tradotto dal latino e annotato da Gioacchino Dimarzo - Volume Secondo - Tipografia di Pietro Morvillo - Palermo, 1856.   <<


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