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I Grappa veneziani


I Grappa più antichi

A prima vista il cognome Grappa sembrerebbe essere di origine veneta, data la presenza del Monte Grappa e dell'omonimo liquore, ma, al giorno d'oggi, non troviamo un solo Grappa in tutto il Veneto e ne troviamo pochissimi nell'intero Nord-Est dell'Italia.

Però la citazione più antica di questo cognome l'avevo trovata negli Archivi notarili di Venezia [1] dove risulta che Donato Grappa esercitò la professione di notaio in Venezia dal 1400 al 1404 (anche se non è detto che fosse veneziano dato che allora si poteva esercitare il notariato non solo per autorità veneta, ma anche per autorità apostolica e imperiale).

E' molto interessante il fatto che, nell'elenco dei Vescovi di Torcello (diocesi ora soppressa), per gli anni dal 1405 al 1418 sia indicato Donato de Greppa. E' vero che Greppa non è Grappa ma bisogna tener presente che le citazioni antiche di questo cognome sono pochissime (ed oggi il cognome Greppa non esiste più anche se c'è Greppi) e che secondo il Meersseman [2] il cognome di questo Vescovo potrebbe in realtà essere stato Grappa.

Sempre consultando gli inventari dell'Archivio di Stato di Venezia, avevo poi trovato alcune altre notizie molto interessanti: la prima è che nell'elenco completo delle famiglie che appartenevano alla Cittadinanza originaria veneziana compare anche la famiglia Grapi e la seconda che è che nell'elenco dei Notai della Cancelleria Inferiore troviamo a Venezia un notaio Domenico Grapia nel 1324-34 ed un notaio Donato Grapa nel 1388.

Appariva quindi abbastanza facile pensare che dal cognome Grapi si sia passati prima a Grapia, poi a Grapa ed infine a Grappa, però, anche se la presenza di due (o tre) Donato è interessante, i casi in esame sono troppo pochi per potere dire qualcosa di certo, tanto più che, anche molto dopo il 1400, si possono trovare citazioni dei cognomi che si suppongono trasformati in Grappa.

Nel 1602 a Venezia troviamo un Zuanne Grapia che intaglia le lettere delle scritte presenti sul monumento sepolcrale che Alessandro Vittoria sta facendo realizzare nella chiesa di San Zaccaria [3] mentre, il 20 agosto del 1746, muore a Pontelagoscuro Teresa Grapi di Girolamo all'età di 58 anni [4]. Pontelagoscuro faceva parte dello Stato Pontificio ma si trova a pochi chilometri da Polesella che apparteneva a Venezia.

Un altro Grappa vissuto a Venezia nella seconda metà del XIV secolo è Paolo Grappa che viveva nel sestiere di San Marco nei pressi della chiesa di San Moisè e che ha avuto una figlia di nome Marta [5].

Successivamente però ho trovato una citazione del cognome Grappa ben più antica di quella di Donato Grappa. Si tratta di Alberto Grappa che, il 19 marzo 1156, riceve la concessione di una casa posta nel Castellaro (la zona centrale di Modena dove c'era il castello del Vescovo) da parte del Cardinale Ildebrando, rettore della Chiesa di Modena [6].
Questo Grappa, modenese e così antico, rimette in dubbio ogni considerazione su quale sia il luogo d'origine dei Grappa. A lui dedico un'intera pagina del sito [>>].

Nel corso del XVI e XVII secolo troviamo vari Grappa che vivono sulle sponde del lago di Garda (che allora era territorio veneziano) di cui parlo diffusamente più avanti.
Inoltre, a Roma nel 1613, un Ferdinando Grappa (del quale ignoriamo il luogo d'origine) canta, come contralto, nella basilica di San Lorenzo in Damaso su incarico del Cardinale Alessandro Damasceni Peretti di Montalto [7] ed una Cecilia Grappa è citata nel 1639 a Trenno presso Milano [8].

I Grappa di Salò

Nella seconda metà del XVI secolo e nella prima del XVII troviamo alcuni Grappa che vivono a Salò e a Maderno. Dato che molti di loro si occupano di diritto non è impossibile che fossero imparentati con i notai che vivevano a Venezia un secolo e mezzo prima.

Bisogna infatti tener presente che Salò entrò a far parte dei domini veneziani nel 1423 e che nella seconda metà del XVI secolo era la capitale di un vasto territorio, chiamato Magnifica Patria, il cui podestà aveva anche il compito di amministrare la giustizia.

I primi Grappa che troviamo citati negli inventari dell'Archivio Storico del Comune di Salò sono i fratelli Antonio e Guglielmo Grappa che vivevano a Maderno. Nel 1568 il Comune di Salò indisse una causa contro di loro in merito al pregresso dei pagamenti delle tasse per dei terreni che essi avevano acquistato nei dintorni di Maderno.
Le autorità locali diedero torto ai Grappa i quali allora si appellarono al Collegio dei dieci savi del Senato di Venezia
[9].

E' estremamente probabile che l'Antonio Grappa sopracitato coincida con l'Antonio Grappa che fu Vicario di Maderno nel 1555-1556 [10] e che in precedenza era stato prima Oratore e poi Nunzio Ordinario a Venezia.
Si potrebbe pensare che fosse lui il Grappa che si trasferì da Venezia alle sponde del lago di Garda ma di lui viene detto che era uno di quelli della Riviera, era quindi nativo della zona e non un forestiero.

Praticamente negli stessi anni (1570) troviamo un altro Grappa impegnato in un'altra causa. Si tratta di Giovanni Grappa che però è impegnato nella causa non direttamente bensì come procuratore di Giovanni Righettini e Giuseppe Borgesi che vantano un credito di 39 lire planete [11] contro Bartolomeo Del Gizol. Giovanni vince la causa e la controparte viene pure multata per non essere presentata a deporre [12].

Questo Giovanni è, molto probabilmente, il padre di Erculiano e Claudia Grappa ed è già morto quando, nel 1616, Erculiano si sposa. Negli anni immediatamente successivi troviamo un altro Giovanni Grappa che si occupa anche lui di legge e che è tra gli estensori del nuovi Statuta criminalia di Salò che vengono pubblicati il 29 settembre 1620 [13].

Negli stessi anni un altro Grappa, ma che si chiama Giuseppe, si occupa di studi di diritto. Si tratta di Joseph Grappa, Salodiensis ed il suo nome compare in una iscrizione , datata 1612, che si trova davanti all'ingresso maggiore dell'Università di Padova e che elenca i nomi di numerosi giuristi [14].

Nel 1616 Erculiano Grappa sposa Camilla Monselice, figlia di Antonio, (quella dei Monselice era una importante famiglia di Maderno). Nel 1617 Erculiano è esattore su tutto il territorio per conto dell'illustrissimo signor Giustinian Badoaro [15]. Nel 1630 infuria la terribile epidemia di peste descritta poi dal Manzoni ed Erculiano decide di fare testamento, il che accade il 30 luglio 1630. Nel testamento Erculiano nomina eredi i figli maschi delle sorelle, precisando però che, qualora si fossero estinte tutte le loro stirpi, sarebbe diventato erede il Comune di Salò [16].

Non so se Erculiano sia morto durante l'epidemia di peste o se ne sia scampato ma sicuramente muore poco dopo e la sua morte dà inizio ad un tourbillon di contestazioni e di cause. Dapprima il contendere è fra Claudia Grappa Turco, sorella di Erculiano e che evidentemente era vedova, che chiede ed ottiene di essere riconosciuta tutrice del figlio Gian Angelo Turco e Bartolomeo Monselice, cognato di Erculiano (in quanto fratello di Camilla, moglie di Erculiano), che, con istanza del 9 marzo 1633, chiede di avere dall'eredità 6.000 lire planete [17] e metà dei mobili dotali.

Una sentenza podestarile del 21 giugno 1633 accoglie l'istanza di Bartolomeo Monselice però, il 26 luglio 1633, Claudia, sorella di Erculiano e madre di Gian Angelo Turco, si appella ai rettori di Brescia i quali richiedono la copia della sentenza del giugno 1633 ed invitano il podestà a far comparire davanti a loro Bartolomeo Monselice.

Intanto, il 29 agosto 1633, il podestà della Riviera emette una sentenza a favore del comune di Salò contro dei pretesi eredi di Erculiano Grappa (che non è chiaro chi siano dato che il contendere fra Claudia Grappa e Bartolomeo Monselice era già davanti ai rettori di Brescia).

Il 17 ottobre 1635, gli auditori nuovi (si trattava di un grado di giudizio intermedio e si occupavano dei domini di terraferma) intervengono a favore del Monselice ma Claudia Grappa riesce infine ad ottenere (il 4 settembre 1637) dai rettori di Brescia il taglio della sentenza podestarile a lei avversa del giugno 1633 e ad entrare in possesso dei beni già assegnati a Bartolomeo Monselice.

Non è chiaro cosa succeda a questo punto ma è il Comune di Salò che continua il contendere perché intende far valere i suoi diritti sulla eredità di Erculiano Grappa contro Bartolomeo Monselice ed il 27 marzo 1643 fa presentare, da parte di Bernardino Giustachini, agli auditori nuovi un volume sulla vicenda al quale è acclusa una offerta di compromesso proposto da Bartolomeo Monselice per risolvere la causa che ha col Comune [18].

Finalmente il Comune di Salò entra in possesso di tutta o parte dell'eredità di Erculiano Grappa ma i problemi non sono finiti e la busta con i documenti relativi all'Eredità Grappa continua ad ingrossarsi.

Infatti tra i terreni che fanno parte dell'Eredità Grappa ce n'era uno che si trovava a Maderno, in contrada delle Vernace, che era stato assegnato a Giovan Battista Alchieri, il quale aveva rinunciato a favore di Erculiano Grappa, di cui si era presentato garante Bartolomeo Monselice.
Dopo che questo terreno era pervenuto al Comune di Salò, quello di Maderno chiede il pagamento degli affitti arretrati e dopo un contenzioso, ottiene una confisca ai danni del Comune di Salò.

Un'altra controversia, per obbligazioni inerenti all'eredità Grappa, si ha fra il Comune di Salò e Filippo Pavone, fu Gian Antonio, di Collio ed il contendere va avanti dal 1649 al 1685.
Inoltre il Comune ha una serie di obblighi religiosi da adempiere in base al legato Grappa [19].

Comunque il Comune dall'eredità ha anche dei vantaggi e troviamo che un giardino, posto in contrada Santa Croce in Maderno, che era di Erculiano Grappa, viene affittato a Giorgio Aquilani. Nel 1665 troviamo vari atti pubblici inerenti anche le proprietà pervenute dall'eredità di Erculiano Grappa [20].

Intorno al 1680 c'è un'altra contesa legata all'eredità e questa volta la causa è addirittura fra il Comune di Salò ed il reverendissimo arciprete per un motivo curiosissimo. Bisogna sapere che, per esecuzione del legato Grappa, si teneva una esposizione del Santissimo negli ultimi tre giorni di carnevale.
Dalle tante candele accese in questi giorni avanzava molta cera che aveva un discreto valore. Nel 1679 era accaduto che alcune persone (Giovanni Quai, Giacomo Parolari, Battista Francini e Stefano Rota) se ne erano impossessate ed erano finite in carcere per otto mesi.

Le sentenze in merito a questo furto erano state emesse dall'avogador di comun Giacomo Gabriel il 31 dicembre 1679 e dall'avogador Natale Donato il 28 febbraio 1680. Nelle sentenze si diceva che, per evitare il ripetersi di tali fatti, l'arciprete avrebbe dovuto consegnare al sagrestano e lasciare a disposizione del Comune le cere avanzate nell'esposizione del Santissimo.

Però l'arciprete, che è Lorenzo Cagliari, il 3 marzo 1680 si oppone ed afferma che l'avogador di comun è stato informato male ed il Comune non può vantare diritti sulle cere residuate ma il 4 maggio 1681 l'avogador Gabriele Marcello conferma quanto precedentemente disposto [21].

C'è da dire che il 23 aprile 1680 il consiglio generale del Comune di Salò aveva deliberato la spesa per l'onorario della messa Grappa e che questa delibera, fatta subito dopo l'opposizione dell'arciprete, è alquanto curiosa e fa sospettare che sia stata fatta allo scopo di dar maggiore valore alla pretesa di avere dei diritti sulle cere avanzate [22].

La gestione dei beni pervenuti dall'eredità di Erculiano Grappa, che dovevano essere molti, era complessa ed il Comune aveva nominato un amministratore che li gestisse. Nel 1690 l'amministratore della ragion Grappa era Giovan Battista Turina fu Giovanni, che era di Tignale ma che viveva a Salò.

Costui vende al Comune di Salò un censo annuo di lire 105 su di un terreno a Polpenazze ed una casa con un laboratorio per la lavorazione del lino a Salò per 2.100 lire. Garanti dell'operazione erano Antonio Fanoli fu Domenico e Bartolomeo Benvenuta fu Giacomo che era il suo fratellastro.

Anche in questo caso nasce un contenzioso sui censi arretrati ed essendo morto nel frattempo Antonio Fanoli e probabilmente anche le altre persone coinvolte nella vendita, il Comune dapprima cerca di riscuoterli dagli eredi Turina e Benvenuta e poi intenta causa alle sorelle Angela e Giulia Fanoli eredi di Antonio.

La causa si trascina per vari anni dapprima davanti all'avogador di comun e poi davanti agli auditori nuovi e la sentenza finale è favorevole al Comune [23]. Le sorelle Fanoli però non sono in grado di pagare la somma richiesta tutta in una volta e chiedono di dilazionare il pagamento. Al già cospicuo ed ormai centenario fascicolo sull'Eredità Grappa si aggiunge così anche l'inventario dei beni e della contabilità della famiglia Fanoli [24].


[1] - Andrea Da Mosto - L'Archivio di Stato di Venezia - Tomo I - Biblioteca d'Arte Editrice - Roma, 1937.   <<

[2] - Gilles Gérard Meersseman - Miscellanea - Editore Antenore - Padova 1970.   <<

[3] - Tommaso Temanza - Vita di Alessandro Vittoria - presso Giuseppe Picotti tipografo - Venezia, 1827.   <<

[4] - Liber Mortuorum 1743-1746 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[5] - Gherardo Ortalli - Scuole e maestri tra Medioevo e Rinascimento: il caso veneziano - Il mulino - Bologna, 1996.   <<

[6] - a cura di Emilio Paolo Vicini - Regesto della Chiesa Cattedrale di Modena - Casa libraria editrice italiana Prof. P. Maglione - Roma, 1931 - (rappresenta il Volume XVI dell'opera Regesta chartarum Italiae dell'Istituto storico italiano).   <<

[7] - John Walter Hill - Roman Monody, Cantata, and Opera from the Circles Around Cardinal Montalto Volume 1 - Clarendon Press - Oxford, 1997.   <<

[8] - Sito genealogico della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni: FamilySearch.   <<

[9] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Processus contra Grappas pro communi Salodii (1568 marzo 5 - 1569 ottobre 12) - Busta 130.   <<

[10] - Claudio Fossati - Il vicariato di Maderno in La Sentinella Bresciana, n. 212 [digitalizzato a cura della classe 4a Liceo Scientifico V. Capirola di Ghedi (a.s. 2012-2013] - 1 agosto 1880.   <<

[11] - La lira planeta era una moneta, di uso locale, che aveva come sottomultipli i soldi ed i denari.   <<

[12] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Causa fra particolari in cui è procuratore Giovanni Grappa (1570 maggio 22 - 1575 marzo 5) - Busta 130.   <<

[13] - Catalogo della raccolta di statuti, consuetudini, leggi, decreti, ordini e privilegi dei comuni: delle associazioni e degli enti locali italiani, dal medioevo alla fine del secolo XVIII - Editore Tipografia del Senato - Roma, 1943.   <<

[14] - Luigi-Ignazio Grotto Dell'Ero - Della Università di Padova: cenni ed iscrizioni - Dalla Tipografia Crescini - Padova, 1841.   <<

[15] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Possessi e non reperitur de bonis tolti per domino Herculiano Grappa, esattor sutto il regimento dell'illustrissimo signor Giustinian Badoaro (1617 novembre 15 - 1618 dicembre 15) - Busta 130.   <<

[16] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Per il comune di Salò contro il dottor Bartolomeo Monselese pro hereditate Grappa (1633 marzo 9 - 1643 settembre 22) - Busta 130.   <<

[17] - E' molto difficile fare un confronto fra il valore delle monete antiche e quelle d'oggi ma stimando il valore delle merci che si potevano comprare con 6.000 lire planete si può dire che corrispondono ad oltre 300.000 euro mentre, facendo una valutazione in base al costo medio degli immobili, il valore reale di tale somma è ben superiore.   <<

[18] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Per il comune di Salò et contra il dottor Bartolomeo Moncelese (1616 novembre 20 - 1637 dicembre 23) - Busta 130.   <<

[19] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Adizione dell'eredità di Erculiano Grappa da parte del comune di Salò e amministrazione della stessa (1633 agosto 29 - 1685 agosto 30) - Busta 130.   <<

[20] - Archivio Storico del Comune di Salò - "Quedam instrumenta" - Comune di Salò e sue ragioni (1658 giugno 28 - 1667 giugno 22) - Busta 111.   <<

[21] - Archivio Storico del Comune di Salò - Cause del culto divino - Contra il reverendissimo arciprete per le cere avanzate all'esposizione del Venerabile (1679 dicembre 16 - 1681 maggio 4) - Busta 76.   <<

[22] - Archivio Storico del Comune di Salò - Cause del culto divino - Opposizioni alle difese del reverendo arciprete di Salò (1678 agosto 28 - 1681 dicembre 28) - Busta 76.   <<

[23] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Per il spettabil comun di Salò contro Fanoli (1736 giugno 1 - 1737 maggio 6) - Busta 130.   <<

[24] - Archivio Storico del Comune di Salò - Eredità Grappa - Carte di famiglia Fanoli (1656 - 1736) - Busta 130.   <<


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