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Pietro Grappa


Il bisnonno di mia moglie

Pietro Grappa è il bisnonno paterno di mia moglie. E' il più antico Grappa il cui nome ci sia arrivato attraverso la tradizione orale.

E' nato, nel 1836 a Mizzana, da Luigi Grappa ed Annunziata Zanetta. E' l'unico loro figlio maschio. Prima di lui sono nate due gemelle, Luigia e Maria Rosa, nel 1825 ed un'altra bambina Teresa nel 1831. Dopo di lui nascerà ancora Elisa nel 1844. Le due gemelle sono nate a Francolino dove viveva sua padre che si trasferì poi a Mizzana, assieme ai suoi fratelli Antonio e Domenico Antonio prima che nascesse Pietro.

Pietro sposa Teresa Mazzacurati, figlia di Giuseppe, circa nel 1858. Teresa era nata a Vigarano all'incirca nel 1840. Il cognome Mazzacurati è diffuso nel ferrarese ma è ritenuto oriundo di Bologna dove viveva la nobile famiglia dei Mazzacorati (con la o) che, specie nelle citazioni più antiche, sono spesso anch'essi chiamati Mazzacurati [1].

Stemma dei MazzacuratiPer questa famiglia vengono riportati vari stemmi, tutti simili fra loro. Quello forse più antico è il seguente: spaccato, nel 1° d'azzurro al leone leopardito tenente una mazza d'argento, nel 2° sbarrato d'oro e di rosso. A Bologna nello stemma compare anche il capo d'Angiò caratteristico degli stemmi di molte famiglie bolognesi.

Pietro Grappa si sposta da Mizzana a Porotto e probabilmente lo fa perché diventa uomo di fiducia di Gaetano e Giorgio Talassi che sono dei possidenti, proprietari della casa dove va ad abitare lui in via Civetta 312 ed anche di quella di fianco.

I Talassi hanno molti terreni, anche se di questi sono livellari e non proprietari ma a quell'epoca la cosa non era molto diversa perché significava che avevano affittato delle terre con un contratto a lunghissimo termine e che le gestivano come fossero loro.

Il legame fra Mizzana e Porotto è dato dal fatto che quella dei Talassi, anche se originaria di Ficarolo, era una famiglia che orbitava fra Mizzana e Porotto tant'è che di Angelo Talassi, poeta ed improvvisatore della seconda metà del '700, si dice, da parte di vari autori [2], che sia nato a Mizzana quando invece nacque a Porotto nel 1745 [3].

Nel 1860 nasce il primo figlio che viene chiamato Luigi come il nonno. Nel 1861 c'è il primo censimento dell'Italia unita e le schede riportano la composizione delle varie famiglie quale era alla sera del 31 dicembre 1860. Al numero 312 di via Civetta a Porotto troviamo una famigliola: il padre è Pietro Grappa, la madre Teresa Mazzacurati e poi c'è il figlioletto Luigi che non ha nemmeno un anno.
Successivamente nasceranno altri sette figli e così, da quest'unica coppia, avranno origine tutti gli attuali Grappa ferraresi.

Nella scheda del censimento si trova scritto che Pietro Grappa non sapeva leggere e scrivere. Questa notizia appare alquanto strana, sia perché nelle stesse schede c'è scritto che era stato incaricato dai Talassi di ritirare le schede anche per conto loro, sia perché la tradizione familiare dice che era stato in seminario ma era uscito prima di prendere i voti e si era sposato. Insegnava ai bambini e siccome non lavorava in campagna per gli altri non faceva niente.

Inoltre una sua nipote raccontava che lui era amico del prete di Porotto il quale si divertiva a dirgli che in seminario, dopo che lui era andato via, gli avevano insegnato delle specie di magie e dato che lui non ci credeva e lo prendeva in giro, una volta gli avrebbe detto Vai a casa e guarda. Davanti a casa c'era un vecchio albero da frutto (forse un pero) e quando lui è arrivato l'ha trovato pieno di topi che salivano su e giù per l'albero e non si riusciva a scacciarli, solo dopo che il prete ha fatto qualcosa se ne sono andati.

Quando mi hanno raccontato questo fatto ho pensato ad una battuta o a uno scherzo da parte del prete invece nel Rituale Romano, edito da Papa Paolo V e modificato da Papa Benedetto XIV, era effettivamente presente una speciale benedizione da utilizzare per proteggersi dagli animali nocivi [4].

Esisteva infatti la Benedictio deprecatoria contra mures, locustas, bruchos, vermes et alia animalia nociva. Benedizione deprecatoria significa pregare perché una cosa non avvenga ed in questo caso era contro i topi, le locuste, i bruchi, i vermi e gli altri animali nocivi che venivano definiti pestiferi e di cui veniva chiesto lo sterminio. Questa benedizione poteva essere fatta solo da un sacerdote al quale, in questa occasione, era prescritto di indossare la stola viola.

Questa notizia è in totale contrasto con il supposto analfabetismo di Pietro Grappa. Le possibili spiegazioni sono due: la prima, che mi sembra più probabile, è che Pietro Grappa abbia detto a quelli del censimento di non saper firmare per qualche ragione, forse dei timori relativi a nuove tasse, la seconda è che la nipote di Pietro Grappa si sia spiegata male ed il suo racconto fosse rivolto all'altro suo nonno che si chiamava anch'esso Pietro.

Dopo Luigi, Pietro Grappa e Teresa Mazzacurati hanno altri sette figli: Giuseppe (1864), Alfonso (1868), Ernesta (1870), Ercole (1872), Augusta (1874), Ferdinando (1876) ed Angelo (1879).

Dapprima Pietro vive nella casa dei Talassi ma successivamente riesce ad acquistarla e compra anche alcuni terreni lì attorno. Non so quando ciò avvenga ma è stato sicuramente dopo il 1877 dato che nel Catasto realizzato in quell'anno [5] a Porotto non compare alcun Grappa.

Pietro muore nel 1903 e le sue proprietà vengono ereditate dai suoi figli. Nel 1915 i quattro figli che ancora risultano domiciliati a Porotto e che hanno qui delle proprietà suddividono e scambiano porzioni di terreno in modo da avere tutti i propri terreni contigui. I quattro figli in questione sono Ferdinando, Angelo, Ercole ed Alfonso. Quest'ultimo però si trovava allora a Venezia per servizio.

L'atto notarile [6] è piuttosto complesso perché alcune parti erano in comproprietà con i Talassi ed i loro eredi ed un'altra era in comproprietà con un certo Giuseppe Lodi fu Marcello che era di Malalbergo ma viveva a Porotto di fianco ai Grappa.

Le sorelle di Pietro Grappa

Sulla vita delle quattro sorelle di Pietro Grappa non ho molte notizie.

Di Luigia so che sposò Giovanni Mazza ed andò a vivere a Ferrara dove morì il 30 giugno del 1905 ad ottant'anni d'età. La sua gemella Maria Rosa sposò Carlo Zucchini, rimase vedova e si trasferì a Porotto.

Non so se il trasferimento a Porotto sia avvenuto prima o dopo la morte del marito ma è probabile che sia stato dopo considerato che a Porotto viveva Pietro, fratello di Maria Rosa. Morì il 21 aprile del 1901.

Di Teresa so solo che si sposa e poi successivamente rimane vedova ma ignoro sia il suo anno di morte, sia il nome del marito. Di Elisa so che faceva la lavandaia e che sposò Giovanni Torelli il 29 aprile 1862.

I figli di Pietro Grappa

Come già detto Pietro Grappa e Teresa Mazzacurati hanno avuto otto figli. Tutti i loro figli e le loro figlie si sono sposati e tutti i maschi hanno a loro volta dei figli dai quali derivano i Grappa ferraresi.

Il primogenito è Luigi che nasce l'11 marzo 1860, sposa Leonilde Polici, figlia di Giovanni ed ha almeno tre figli. I primi due, entrambi maschi, nascono nelle Marche, rispettivamente a Montemonaco ed a Sarnano mentre il terzo (una femmina) nasce a Porotto dove evidentemente Luigi era tornato a vivere. Ignoro sia il suo anno di morte, sia se esistano dei suoi discendenti.

Il secondogenito è Giuseppe che nasce nel 1864 e che sposa Maria Bellati. Hanno otto figli tra i quali due gemelli che però muoiono poco dopo la nascita. I loro discendenti vivono tutt'ora a Ferrara. Giuseppe muore il 3 maggio 1929 e viene sepolto nella Certosa di Ferrara. La sua vedova, Maria Bellati, vive ancora a lungo e muore il 25 novembre 1947.

Il terzogenito è Alfonso che nasce nel 1868. Ignoro il nome della moglie ma so che ha avuto tre figlie femmine. I suoi discendenti portano i cognomi Accorsi e Finchi. Credo che abbia fatto il carabiniere (o il poliziotto) e che sua moglie non fosse ferrarese ma l'abbia conosciuta dove prestava servizio. Nel 1915 risulta trovarsi a Venezia per servizio militare ma di essere ancora domiciliato a Porotto. Alfonso muore il 19 febbraio 1956 e viene sepolto nella Certosa di Ferrara.

Dopo tre maschi, nel 1870, nasce la prima femmina che viene chiamata Ernesta e che poi sposerà Giovanni Biancati. Ignoro sia se abbia avuto dei figli, sia l'anno della sua morte.

Il quintogenito nasce nel 1872 e viene chiamato Ercole. Si tratta del nonno di mia moglie e di lui parlo più diffusamente in una apposita pagina [>>].

Nel 1874 nasce una seconda femmina che viene chiamata Augusta e che poi sposerà Giuseppe Fortini. Ignoro sia se abbia avuto dei figli, sia l'anno della sua morte.

Ferdinando nasce nel 1876. Sposa Luigia Magri ed ha sei figli, due dei quali però muoiono ancora piccolissimi. Muore il 2 ottobre 1954 e viene sepolto alla Certosa. Sua moglie gli sopravvive per altri cinque anni, muore il 22 luglio 1959 e viene sepolta accanto al marito. I discendenti di Ferdinando Grappa portano i cognomi Osti e Poltronieri.

L'ultimogenito nasce nel 1879 e viene chiamato Angelo. So che si sposa due volte e che la seconda moglie aveva vent'anni meno di lui ma ignoro i nomi delle mogli anche se sembra che una di loro si chiamasse Angelina. Dapprima ha tre figlie femmine (una dalla prima moglie e due dalla seconda) e poi, quando è già anziano gli nasce un figlio maschio per però morirà tragicamente a soli due anni.

Nel 1938 accade una grave disgrazia riportata anche dalla stampa nazionale [7]. Suo figlio Emanuele, di soli due anni, ingerisce dei semi di stramonio che gli erano stati dati da un altro bambino e viene ricoverato all'ospedale in gravi condizioni. La Datura stramonium è una pianta selvatica che fa grandi fiori bianchi che si aprono solo di notte e che è velenosa ed in particolar modo lo sono i suoi semi.
Suppongo che il bimbo non ce l'abbia fatta dato che non ho avuto sue notizie dalla tradizione orale.


[1] - Francesco Pasini e Ferruccio Frassoni - Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara - originale 1914 - ristampa anastatica Edizioni Arnaldo Forni - Bologna, 1997.   <<

[2] - Benedetto Croce - Quaderni della "Critica" - Volume 2 - Editore G. Laterza - Bari, 1946.   <<

[3] - Donatella Capodarca - Rinascimento ed Arcadia nella vita letteraria ferrarese del settecento - Ed. Mucchi - Modena, 1986.   <<

[4] - Rituale Romanum Pauli V Ponteficis Maximi jussu editum et a Benedicto XIV auctum et castigatum - Editio Ratisbonensis Prima - sumtibus, chartis et typis Friderici Pustet - Ratisbonae, Neo Eboraci & Cincinnatii, 1872.   <<

[5] - Catasti Censuari - 1877 - presso Archivio Storico Comunale di Ferrara.   <<

[6] - Archivio Notarile Distrettuale di Ferrara - Notaio Antonio Finotti - atto del 25 giugno 1915 - repertorio n. 57218.   <<

[7] - Stampa Sera - edizione pomeridiana del quotidiano La Stampa di Torino - Anno 72 - nn. 216 e 217 del 12 e 13 settembre 1938.   <<


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