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Le spedizioni successive alla prima


Cosa racconta Giuseppe Cesare Abba

Cesare Abba è il più famoso fra i cronisti della spedizione di Garibaldi in Sicilia. La sua opera più nota è Da Quarto al Volturno che ha come sottotitolo Noterelle di uno dei Mille e che, come dice il titolo, racconta la storia della intera spedizione [1].

All'inizio di quest'opera si accenna alla segretezza della spedizione (Si fanno grandi misteri su questa partenza. A sentire qualcuno, neanco l'aria deve saperla) ma non si fa notare che, a causa di questa segretezza, molti giovani, che avrebbero partecipato con entusiasmo alla spedizione, con loro grande rammarico, ne ebbero notizia solo dopo la partenza da Quarto e partirono poi con le spedizioni successive.

Nel libro di Cesare Abba le spedizioni successive alla prima vengono citate poche volte. Nel racconto della giornata antecedente all'attacco di Palermo viene detto che si è deciso appunto di attaccare Palermo e di non fermarsi a Castrogiovanni per attendere rinforzi dal continente.

Il 7 giugno viene citato un drappello d'animosi venuti da Malta, su d'una barca peschereccia. Scesero a Scoglietti, e camminando a furia di sproni e di oro vennero difilati a Palermo.

L'11 giugno Abba racconta l'arrivo della spedizione Agnetta:

Per la via che facemmo da Marsala al Pioppo, e poi essi dal Pioppo in una volata, sono giunti qua sessanta giovani condotti da Carmelo Agnetta. Navigarono da Genova a Marsala, su d'un guscio che si chiama l'Utile, dove avran dovuto stare pigiati peggio che i negri menati schiavi. ... Hanno portato due migliaia tra schioppi e schioppacci, e munizioni da guerra e i loro cuori. C'è Odoardo Fenoglio veneto da Oderzo amico mio, sfolgorante ufficiale della brigata Pavia, che ho visto e abbracciato ai quattro Cantoni; c'è Cavalieri, c'è Frigerio, tutti valenti e gentili e colti, arrivati in tempo, per onorare la salma di Tuköry che oggi porteranno a seppellire.

Ed infine il 21 giugno viene segnalato l'arrivo della spedizione Medici: Medici è arrivato con un reggimento fatto e vestito. Entrò da Porta Nuova sotto una pioggia di fiori. Quaranta ufficiali, coll'uniforme dell'esercito piemontese, formavano la vanguardia.

Nella cronaca della stessa giornata ci sono le note più importanti sul grande numero di volontari che erano affluiti dopo i Mille. La prima dice Noi della spedizione dispersi nell'onda dei sopravvenienti, porteremo con noi le memorie dei venticinque giorni vissuti come nella solitudine, faticando, combattendo e credendo e la seconda Ci hanno raggiunti parecchi amici da Palermo, e dicono che vi arriva gente da' porti di Liguria e di Toscana ogni giorno.

Però l'opera in cui Abba fa risaltare di più l'importanza delle spedizioni successive alla prima è Storia dei Mille [2], non tanto per quello che dice ma in quanto fa terminare l'opera con la presa di Palermo, ammettendo quindi implicitamente che fin qui è giunta la spedizione dei Mille e che le successive vittorie sono dovute a tutti i volontari accorsi e non ai soli Mille che pur tanto hanno fatto.

Nel libro comunque ci sono alcuni accenni sia al fatto che molti non poterono partecipare alla spedizione dei Mille benché lo desiderassero (parlando dei Mille si afferma Di loro fu subito detto che erano eroi favolosi, pazzi sublimi, ed altre simili iperboli, e anche delle ingiurie. Invece di volenterosi com'essi ve n'erano in Italia a migliaia; ma ad essi intanto era toccata quella fortuna), sia all'arrivo delle successive spedizioni: Per allora bastava che l'Italia spingesse avanti l'opera iniziata dai Siciliani e dai Mille. Questi si sarebbero modestamente confusi nell'onda grossa di volontari che essa avrebbe mandati, come infatti mandò. Ma nei giorni che corsero tra lo sgombro dei regi e l'arrivo di quella che fu chiamata la seconda spedizione condotta dal Medici, le gioie che Palermo fece loro godere furono cose da novelle orientali.

Cosa troviamo in altri autori

Fra gli scrittori che hanno raccontato la Spedizione dei Mille abbiamo Alexandre Dumas, il famosissimo autore de' Il conte di Montecristo e de' I tre moschettieri, che, nel 1860, raggiunse Garibaldi a Palermo il 9 giugno sul proprio yacht.
Dumas, l'anno successivo, pubblicò un libro intitolato Les garibaldiens
[3] che è molto interessante e contiene ricche informazioni, anche se talvolta un po' colorite dalla fantasia dello scrittore.

All'inizio di questo libro Dumas racconta che, sbarcato a Genova il 28 maggio, apprese della partenza di Garibaldi, raccolse molte informazioni in merito e vide una lettera inviata il 5 maggio da Garibaldi al dott. Agostino Bertani nella quale si diceva Io lascio a voi gli incarichi seguenti: raccogliere quanti mezzi sarà possibile per coadiuvarci nella nostra impresa; ... che ovunque sono italiani che combattono oppressori, là bisogna spingere gli animosi ....

Garibaldi aveva inviato un'altra lettera a Giacomo Medici per consolarlo di averlo lasciato a Genova scrivendogli ma, a Genova, sarai più utile all'impresa di quanto non potrai esserlo in Sicilia.
Dumas spiega infatti che Medici aveva il compito di preparare le successive spedizioni e che una di queste, con 150 uomini e mille fucili, era già partita il 27 maggio [4] ed un'altra di due piroscafi e 2500 uomini doveva partire nei giorni successivi.
Nel resto del libro Dumas non parla più delle spedizioni successive alla prima se non il 19 giugno per raccontare l'arrivo, a Palermo, della spedizione Medici.

Un famoso autore contemporaneo che ha scritto un biografia di Garibaldi, è Indro Montanelli che, nel 1962, ha pubblicato, insieme a Marco Nozza, un libro intitolato appunto Garibaldi [5]. Anche Montanelli dice ben poco sulle spedizioni successive alla prima. Racconta solo della spedizione Medici di tremila volontari che dice voluta dal Cavour dopo che il 29 maggio aveva appreso della caduta di Palermo.

Racconta anche che, dopo la caduta di Palermo, si era formata una piccola Legione straniera formata soprattutto con ungheresi, polacchi e francesi giunti alla spicciolata e che, con anche le bande dei picciotti, Forbes [6] faceva ascendere quell'esercito a diecimila uomini.
Contando i mille originari, i tremila di Medici e tremila picciotti si arriva a settemila e quindi si vede che le altre spedizioni arrivate con ulteriori volontari non dovevano essere state poche.

Anche in Internet non ho trovato molto sulle spedizioni successive alla prima. Cercando qua e là ho solo trovato l'informazione che le spedizioni dopo la prima sono state ben 21 ed ho trovato citate le spedizioni Agnetta, Medici, Cosenz, Faldella e Sacchi.

Un elenco abbastanza completo delle spedizioni successive alla prima lo si può trovare nel libro Garibaldi and the making of Italy scritto da George Macaulay Trevelyan [7] e pubblicato per la prima volta nel 1911.

Qui vengono elencate le spedizioni Agnetta (24 maggio), Corte (8 Giugno), Medici (10 Giugno), Caldesi (10 Giugno), Malenchini (10 Giugno), Fazioli (29 Giugno), Cosenz (2 Luglio), Siccoli (7 Luglio), Curci (9 Luglio), Vacchieri (9 Luglio), Ciravegna (10 Luglio), Strambio (10 Luglio), Cesarò (16 Luglio), Sacchi (18 Luglio), Gobbi (21 Luglio), Berti (22 Luglio), Pietro Cortes (6 Agosto), Pianciani (11 Agosto) e Nicotera (1 settembre) per un totale di circa 21.000 garibaldini.

In realtà il numero totale delle spedizioni dipende da come le si raggruppa, ad esempio le spedizioni Medici, Caldesi e Malenchini del 10 giugno fanno tutte parte della spedizione Medici di cui ci parla Cesare Abba ed anche Corte, partito l'8 giugno, avrebbe dovuto farne parte ma fu catturato dalla marina borbonica.

Nell'elenco sopra citato la spedizione Sacchi si trova al quattordicesimo posto eppure questa viene spesso citata come la quarta spedizione essendo le precedenti quella dei Mille e quelle di Medici e di Cosenz.

Nell'elenco manca la spedizione di Andrea Sgarallino che partì con 78 uomini sulla tartana Adelina il 3 maggio (e quindi addirittura prima dei Mille) e che partecipò alla diversione di Zambianchi della quale parlo in una apposita pagina [>>].

Un altro libro nel quale si hanno alcune notizie ed un elenco delle spedizioni successive alla prima è la poderosa opera su Garibaldi scritta da Antonio Balbiani [8].

Qui si elencano le navi che hanno portato i volontari che vengono dapprima raggruppati nella cosiddetta seconda spedizione e cioè quella di Medici: 8 giugno l'Utile (comandante Natale Poggi) con 100 volontari ed il clipper Charles Georges (comandante Clemente Corte) con altri 800, il 10 giugno Oregon (comandante Vincenzo Caldesi) ed Washington (comandante il colonnello Giacomo Medici) con circa 2500 volontari complessivi ed infine, sempre il 10 giugno ma partendo da Livorno anziché da Genova Franklin (comandante Malenchini) con 800 volontari.

Vengono poi elencate le navi ed i comandanti che si considerano abbiano fatto parte della cosiddetta terza spedizione e cioè quella di Cosenz: 29 giugno Medeah (comandante Andrea Fazioli) con 650 volontari, 2 luglio Provence (comandante Carlo Setti) con 770 volontari e Washington (comandante il colonnello Enrico Cosenz) con altri 1270, 9 luglio Provence (comandante Curci) e Saumon (comandante Angelo Vacchieri) con 1300 volontari complessivi, 10 luglio Isère (comandante Ciravegna) con 400 volontari e City of Aberdeen (comandante Pietro Strambio) con altri 900 ed infine il 15 luglio Amazon che portava i 900 volontari che, partiti sull'Utile ed il Charles Georges erano stati catturati dai borbonici e liberati dopo un mese.

Il Balbiani continua elencando una successiva serie di partenze: 18 luglio Città di Torino (comandante Gaetano Sacchi) con 3435 volontari, 19 luglio Provence (comandante Giorgio Cesarò) con 405 volontari, 21 luglio Franklin (comandante Gobbi) con 564 volontari e Amazon (comandante Luigi Berti) con altri 390, 23 luglio Isère (comandante G. Pellegrini) con 423 volontari, 27 luglio Oregon (comandante Sanctis) con 400 volontari, 30 luglio Provence (comandante Gastaldi) con 583 volontari, 9 agosto Provence (comandante Pietro Cortes) con 211 volontari ed infine 10 agosto Sidney Hall (comandante G.B. Gastaldi) con 542 volontari.

Infine sono citate le dieci navi che avrebbero dovuto portare la spedizione Pianciani (Bisantino, Isère, Amazon, Garibaldi, Torino, Calatafimi, Veasel, Veloce e due clipper che sarebbero stati rimorchiati dal Garibaldi e dal Veloce).

Un elenco delle spedizioni con anche il numero dei partecipanti lo troviamo pure nel libro Storia della 15A divisione Türr nella campagna del 1860 in Sicilia e a Napoli di Carlo Pecorini Manzoni pubblicato a Firenze nel 1876 [9]. Qui sono elencate venti spedizioni (compresi i Mille ma escluso Sgarallino) per un totale di 23.238 volontari.

Viene detto anche quanti di questi volontari fossero stranieri. Si tratta di 1261 persone così suddivise: Legione ungherese 440, Cacciatori esteri 105, Legione inglese 456 ed infine Legione francese (La Flotte) 260.
Inoltre viene riportato anche il numero dei componenti delle squadriglie siciliane presenti in Palermo il 1 giugno 1860 che è di 3229 picciotti.

Dove trovare altre notizie

La prima fonte che ho utilizzata è stata il libro I Lodigiani nella guerra del 1860 [10] che racconta la storia dei volontari provenienti da Lodi e che era in mio possesso in quanto mio bisnonno, Antonio Comaschi, era stato uno di quei volontari.
Anzi è stata proprio la lettura di questo libro che mi ha spinto ad interessarmi alle spedizioni successive a quella dei Mille.

Soltanto sei lodigiani di nascita e due adottivi riuscirono a far parte dei Mille ma più di duecento lodigiani partirono in tre successive spedizioni.
Questo libro, il cui testo riporto integralmente nel sito, è stato pubblicato nel 1910 ed è firmato semplicemente Un Garibaldino del 1860.
Oltre che sotto forma di libro, il testo è stato pubblicato anche nella rivista Archivio storico per la Città e Comuni del circondario di Lodi - Anno XXIX e dall'indice di questa rivista apprendiamo che l'autore del libro è Bortolo Vanazzi.

Vario materiale su può trovare su giornali e riviste pubblicate fra il 1882, anno della morte di Garibaldi ed il 1910, cinquantesimo anniversario della spedizione dei Mille. Molte di queste riviste sono consultabili on-line sul sito della Biblioteca Nazionale Braidense [11] che rende disponibili varie centinaia di testate giornalistiche dell'Ottocento e dei primi del Novecento, specialmente lombarde.

Qui ho trovato altre informazioni sui volontari lodigiani, la relazione di Gaetano Sacchi sulla spedizione da lui condotta [12] ed alcune note giovanili di Giulio Adamoli [13].

Inoltre in Internet, sul sito della famiglia Adamoli [14], è stato pubblicato, quasi nella sua interezza, il libro Da San Martino a Mentana: ricordi di un volontario di Giulio Adamoli (che ha fatto parte della spedizione Agnetta) e che era stato pubblicato a Milano nel 1892.

Poi, sul bollettino della Domus Mazziniana [15], Manlio Bonati ha pubblicato le Memorie inedite del garibaldino Francesco Parodi che raccontano la storia dei volontari imbarcati sul Provence il 2 luglio nell'ambito della spedizione Cosenz e che fecero poi parte della Brigata Assanti.

Sempre sulla spedizione Cosenz abbiamo anche La 16esima divisione Cosenz nella guerra del 1860 di Alessandro Magni, pubblicato a Roma nel 1903, che, benché si tratti di uno smilzo libretto, contiene molti dati utili.

Per scrivere la pagina sulla diversione di Zambianchi ho utilizzato l'omonimo libro di Giovanni Pittaluga [16] che ha anche molte interessanti notizie sulle spedizioni di Pianciani e di Nicotera che ho utilizzato per scrivere un'apposita pagina che tratta di avvenimenti molto interessanti ma pressoché sconosciuti [>>].

Molto utile per la storia della Spedizione Medici è stato il libro scritto da Piero Corbellini che vi partecipò e che tenne un diario giornaliero degli avvenimenti [17]. Si tratta di un libro molto interessante e ben scritto che riporta anche molte annotazioni sui costumi locali e sui monumenti visti e che meriterebbe di essere letto e conosciuto maggiormente.

Sulla spedizione Medici abbiamo anche La battaglia di Milazzo narrata dal Generale Giacomo Medici al Capitano Pasini, pubblicato a Cremona nel 1883, dove il racconto inizia dalla partenza della spedizione e Souvenirs et aventures d'un volontaire garibaldien di Clément Caraguel (spedizione Medici), pubblicato a Parigi nel 1861, molto ricco di aneddoti ma purtroppo quasi privo di indicazioni temporali precise.

Sempre per la pagina sulla Spedizione Medici mi è servito l'articolo Le spedizioni Medici-Cosenz scritto da Alessandro Luzio e pubblicato nel n. 6 della rivista La lettura del 1910 [18], anche se riguarda solo l'organizzazione della spedizione e non il suo svolgersi.

La cattura della spedizione Corte e gli avvenimenti seguenti sono narrati in un diario di un milite garibaldino che si trovava a bordo del clipper e che è stato pubblicato sul giornale di Genova L'Unità Italiana [19] subito dopo lo svolgersi degli avvenimenti stessi. Non sono ancora riuscito a trovare e a leggere questi scritti ma un ampio riassunto degli stessi è contenuto nel libro di Antonio Balbiani già citato in precedenza.

Molto interessante è anche il libro Storia della 15A divisione Türr nella campagna del 1860 in Sicilia e a Napoli, già citato, dove l'autore, Carlo Pecorini Manzoni racconta dapprima la sua esperienza da Quarto a Palermo e poi le vicende della 15A divisione Türr creata da Garibaldi l'8 giugno 1860. Il libro contiene anche moltissimi documenti interessanti.

Per completare la storia della spedizione Sacchi ho utilizzato anche la Relazione del tenente colonnello Chiassi, per quanto riguarda il distaccamento dallo stesso comandato di due compagnie dal 29 luglio al 7 settembre 1860 [20] e la Relazione del capitano Francesco Racchetti sulla prima spedizione in Calabria; dal giorno 8 agosto sino alla presa di Reggio Calabria [21] entrambi appartenenti alla Spedizione Sacchi ed entrambe pubblicate nel numero di luglio 1912 della Rivista d'Italia.

Vi sono anche svariati altri libri scritti da garibaldini partiti con le spedizioni successive a quella dei Mille. Molti di questi sono di difficile reperibilità ma spero col tempo di trovarli e di leggerli.

Quelli che sono riuscito a reperire ma che non ho ancora utilizzato per aggiornare questo sito sono: La Brigata Milano nella campagna dell'Italia meridionale del 1860 di Wilhelm Rüstow pubblicato a Milano nel 1861, La campagna di Milazzo nella Guerra d'Italia dell'anno 1860 di Giuseppe Piaggia pubblicato a Palermo nel 1860, Reminiscenze della battaglia di Milazzo firmato semplicemente un combattente (ma scritto da Giuseppe Battista Zaffaroni) che parla di Clemente Corte e del ruolo del battaglione Gaeta nella battaglia e che fu pubblicato a Milano nel 1862 e Vita politica della famiglia Campo di Marietta Campo pubblicato a Palermo nel 1884 dove si parla anche del battaglione Gaeta e del reggimento Vacchieri alle battaglie di Milazzo, Cajazzo e Volturno. Inoltre anche la Risposta di Marietta Campo agli opuscoli del Dott. Onofrio Di Benedetto e di Antonio Colina, pubblicato a Palermo nel 1886, contiene alcuni dati interessanti.

Molto interessante è anche Le spedizioni di Volontari per Garibaldi - Cifre e documenti complementari al reseoconto Bertani, estratto dal Corriere Mercantile e pubblicato a Genova nel 1861, che contiene molti dati sui comitati di arruolamento dei volontari e sul finanziamento delle varie spedizioni. Vi sono elencate 23 spedizioni per un totale di 13.417 uomini ma l'elenco si ferma ai primi di agosto e mancano le spedizioni successive comprese quelle di Pianciani e di Nicotera.

Mentre sono ancora da reperire sono La seconda spedizione di Garibaldi nel 1860 di Temistocle Mariotti che partì con Malenchini e Da Novara a Roma di Francesco Mistrali che fece parte della spedizione Medici.


[1] - Giuseppe Cesare Abba - Da Quarto al Volturno - Noterelle di uno dei Mille - Edizioni Zanichelli - Bologna 1890.   <<

[2] - Giuseppe Cesare Abba - Storia dei Mille - Edizioni Bemporad - Firenze 1904.   <<

[3] - Alexandre Dumas - Les garibaldiens - 1861; in italiano I garibaldini - Editori Riuniti 1996.   <<

[4] - Dumas si riferisce alla spedizione Agnetta che in realtà partì nella notte del 25 maggio a bordo dell'Utile sul quale erano imbarcati 69 uomini.   <<

[5] - Indro Montanelli e Marco Nozza - Garibaldi - Editore Rizzoli - Milano 1962.   <<

[6] - Charles Stuart Forbes - The campaign of Garibaldi in the Two Sicilies: a personal narrative - Edinburgh; London, 1861.   <<

[7] - George Macaulay Trevelyan - Garibaldi and the making of Italy - Fourth impression - Longsman, Green and Co. - London, 1912.   <<

[8] - Antonio Balbiani - Il Messia dei popoli oppressi - Volume Secondo - Tipografia Editrice Dante Alighieri - Milano, 1872.   <<

[9] - Carlo Pecorini Manzoni - Storia della 15A divisione Türr nella campagna del 1860 in Sicilia e a Napoli - Tipografia della Gazzetta d'Italia - Firenze, 1876.   <<

[10] - Bortolo Vanazzi - I Lodigiani nella guerra del 1860 - Editori Quirico e Camagni - Lodi 1910; pubblicato anche in Archivio storico per la Città e i Comuni del circondario di Lodi - Anno XXIX (1910).   <<

[11] - Emeroteca digitale della Biblioteca Nazionale Braidense - emeroteca.braidense.it   <<

[12] - Gaetano Sacchi - Relazione sui fatti d'arme della Brigata Sacchi nella Campagna del 1860 dal 19 luglio 1860 al 12 febbraio 1861 - pubblicato in Bollettino della Società pavese di Storia Patria - Volume XIII - Mattei & C. Editori - Pavia, 1913.   <<

[13] - Giulio Adamoli - Memorie giovanili - pubblicate in Il Fanfulla - giornale liberale di Lodi e circondario - anno IV, n. 35 del 2 settembre 1911.   <<

[14] - Giulio Adamoli - Da San Martino a Mentana: ricordi di un volontario - Edizioni Fratelli Treves - Milano, 1892. Pubblicato anche in Internet sul sito www.adamoli.org   <<

[15] - a cura di Manlio Bonati - Memorie inedite del garibaldino Francesco Parodi - pubblicate in Bollettino della Domus Mazziniana - Anno 1993, numero 1, pp. 49-69.   <<

[16] - Gen. Giovanni Pittaluga - La diversione: note garibaldine sulla Campagna del 1860 - Casa Editrice Italiana - Roma, 1904.   <<

[17] - Piero Corbellini - Diario di un garibaldino della Spedizione Medici in Sicilia, 1860 - Editore Riccardo Gagliardi - Como, 1911.   <<

[18] - Alessandro Luzio - Le Spedizioni Medici-Cosenz in La Lettura - Rivista Mensile del Corriere della Sera - Anno X - numero 6 - giugno 1910.   <<

[19] - giornale quotidiano L'Unità Italiana - n. 101 e 102 del 12 e 13 luglio 1860.   <<

[20] - Giovanni Chiassi - Relazione del tenente colonnello Chiassi, per quanto riguarda il distaccamento dallo stesso comandato di due compagnie dal 29 luglio al 7 settembre 1860 - pubblicata in Rivista d'Italia - Anno XV - Fasc. VII, 15 luglio 1912, pagg. 167-173 - Roma, 1912.   <<

[21] - Francesco Racchetti - Relazione del capitano Francesco Racchetti sulla prima spedizione in Calabria; dal giorno 8 agosto sino alla presa di Reggio Calabria - pubblicata in Rivista d'Italia - Anno XV - Fasc. VII, 15 luglio 1912, pagg. 155-167 - Roma, 1912.   <<


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