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I figli di Antonio Comaschi ed Amalia Buzzi


Giovanni Battista Comaschi

Mi è stato sempre noto che mio bisnonno Antonio Comaschi aveva avuto otto figli, sapevo che il primogenito era stato chiamato Carlo e conoscevo i nomi di tutti gli altri ma, nella tradizione orale, c'era un aneddoto dal quale sembrava che i figli di Antonio fossero stati di più.

Quando, negli anni '20, dopo la fine della I Guerra Mondiale, vi fu un periodo che fu considerato di grande rivoluzione dei costumi, Amalia Buzzi aveva due nipotine all'incirca ventenni e raccontava loro come i tempi fossero cambiati da quando lei era giovane.

Diceva che adesso le donne, fin da giovani, era smaliziate e sapevano tutto a differenza di lei che, quando si era sposata, non sapeva nemmeno cosa accadesse di preciso fra moglie e marito la prima notte di nozze.

Raccontava che ne aveva un'idea vaga ma che, prima di sposarsi, avrebbe voluto sapere qualcosa di pių preciso. Essendo orfana di madre non sapeva a chi rivolgersi ed allora aveva fatto delle domande sia a sua sorella che era già sposata, sia al suo confessore ma entrambi avevano risposto in maniera evasiva e poco chiara.

Le nipotine ascoltavano educatamente questa storia che sicuramente avevano sentito raccontare più volte e poi, quando erano da sole, ridacchiavano fra loro commentando che, se anche quando si era sposata non sapeva nulla, poi aveva imparato molto bene dato che aveva avuto tredici figli.

Ho chiesto ad un anziano Comaschi, cugino di mio padre, come mai ci fosse questa discrepanza fra l'aneddoto ed il numero di otto figli e mi disse che Amalia Buzzi, oltre agli otto figli viventi, aveva avuto tre aborti spontanei (il che, comunque, fa undici e non tredici).

Dato che il primo figlio è nato solo nel 1871 e tenendo conto anche della giovane età della sposa, ho immaginato che le tre gravidanze non andate a buon fine fossero state nei primi anni di matrimonio.

Molto tempo dopo, leggendo l'orazione per la morte di Garibaldi, pronunciata il 5 giugno 1882 da Antonio Comaschi al cimitero di Gallarate [1], ho scoperto che, prima di Carlo, era nato almeno un altro bambino che era vissuto per svariati anni ed era morto nel 1877 a Gallarate per una improvvisa malattia.

Allora non avevo alcuna altra informazione di questo bambino se non l'anno della morte. Considerato che Carlo nasce nel 1871, questo bimbo deve essere nato fra il 1866 ed il 1870 e quindi, al momento della morte, era già abbastanza cresciuto.

Ignoravo anche il suo nome ma era molto probabile che fosse Giovanni Battista dato che questo era il nome del padre di Antonio che poi darà questo nome al figlio che gli nascerà nel 1879 e quindi poco dopo la morte del suo primogenito.

E' molto probabile si riferisca a lui un racconto giuntomi tramite la tradizione orale secondo il quale qualcuno avrebbe detto di un bambino Ne faremo un buon sacerdote dato che era intelligentissimo ma la madre avrebbe replicato Oh no!, allora questo menagramo avrebbe aggiunto Non dica così, il Signore potrebbe portarglielo via e questo bambino, in effetti, sarebbe morto giovane.

Questo racconto, però, veniva riferito ad Alfonso Comaschi, figlio del fratello di Antonio, ma era evidente che doveva esserci un errore dato che Alfonso, quando morì, non era affatto giovane ma aveva circa una sessantina d'anni ed era già in pensione da parecchi anni e quindi non poteva certo essere definito giovane.

Quando poi sono riuscito a consultare il suo atto di nascita [2] ho avuto la conferma che le mie supposizioni erano giuste ed il bambino si chiamava effettivamente Giovanni Battista. Chi si reca a dichiarare la sua nascita presso il Comune di Godiasco è suo padre Antonio Comaschi che allora ha 35 anni ed è Pretore di quel mandamento.

Antonio Comaschi dichiara che l'8 settembre 1869 alle tre pomeridiane nella casa di sua abitazione posta nella traversa della strada provinciale Voghera - Bobbio sua moglie Amalia Buzzi ha dato alla luce un maschio di nome Giovanni Battista Carlo Giuseppe che non viene presentato per pericolo di vita nel trasporto.

Carlo Comaschi

Carlo Comaschi, che io consideravo erroneamente il primogenito di Antonio Comaschi e di Amalia Buzzi, nasce alle 2 e mezza antimeridiane del 18 giugno del 1871 a Godiasco, in provincia di Pavia, dove il padre, nativo di Lodi, era Pretore del locale mandamento del Tribunale ed anche vicepresidente della commissione comunale per le imposte dirette [3].

Foto di Carlo Comaschi (1894 circa)Viene chiamato Carlo come suo zio che aveva ben diciotto anni più di suo padre e che aveva allevato il fratello quando il loro padre era morto improvvisamente ed Antonio Comaschi era ancora molto piccolo.

Foto di Carlo Comaschi (29 maggio 1898)Segue la famiglia negli spostamenti dovuti alla carriera del padre e quindi si sposta a prima a Cuggiono in provincia di Milano, poi a Gallarate dove Antonio Comaschi è trasferito nel 1877/78 [4] ed infine a Ferrara dove Antonio Comaschi è trasferito alla fine del 1882.

Carlo Comaschi quindi, tranne gli anni dell'infanzia, vive e studia a Ferrara. A differenza di suo padre Antonio, di suo zio Carlo e dei suoi cugini Alfonso Comaschi e Giovanni Battista Rossi non è interessato dagli studi di giurisprudenza ma preferisce quelli scientifici e si iscrive ad Ingegneria.

A Ferrara la Facoltà di Ingegneria non c'è e così si iscrive alla vicina Università di Bologna. Nel 1998, sul sito internet dell'Università di Bologna ho trovato il suo nome tra quelli dei laureati nell'anno 1894 ma successivamente, sempre sullo stesso sito, ho trovato che nell'anno accademico 1893/94 frequentava il III anno e non ho trovato notizia della laurea.

Dato che Carlo Comaschi entra nell'Esercito e si dedica alla carriera militare, è probabile che sia entrato nell'esercito prima della laurea e si sia laureato altrove (quasi sicuramente a Torino). A questo periodo risale una sua foto scattata a Bologna. Non ero sicuro che la persona che vi compare fosse lui perché, a parte la foggia dei baffi, non appare così somigliante ma un confronto sui punti principali della testa con le altre sue foto ne ha confermato l'attribuzione.

Carlo Comaschi frequenta la Scuola d'applicazione di artiglieria e genio a Torino e viene nominato sottotenente poi, dal 16 maggio 1898, viene trasferito in servizio attivo permanente ed assegnato allo stato maggiore dell'arma del Genio continuando comunque a frequentare la scuola [5].
Risale a questi giorni un'altra foto, scattata a Torino e che rappresenta Carlo Comaschi in divisa, che riporta sul retro la data del 29 maggio 1898.

Foto di Carlo Comaschi con sua moglie, contessa Romilda Hercolani Gaddi (3 gennaio 1913)Il 24 Luglio 1901 è testimone alle nozze di sua sorella Maddalena che sposa Agostino Cavallari nella Chiesa di Santo Stefano a Ferrara.

Carlo Comaschi si sposa il 24 febbraio 1910, a Belluno, con la contessa Romilda Hercolani Gaddi, detta Ilda, nata a Faenza il 27 agosto 1875 dal Conte Giulio Cesare e da Annunziata Bellenghi.

Dato che anche Antonio Hercolani Gaddi, fratello di Romilda, era militare di carriera può darsi che Carlo avesse conosciuto la sua futura sposa tramite il fratello.
C'è da dire però che Antonio Hercolani Gaddi operò a lungo in Africa: dapprima in Congo e nel Benadir somalo dove ricevette la medaglia d'argento al valor militare per il suo comportamento negli scontri del febbraio 1907 e successivamente in Libia dove, in qualità di esperto politico, era incaricato di accordi con i capi locali.

Quando Carlo Comaschi si sposa, si scopre un errore all'anagrafe: lui pensava di avere Carlo come primo nome e Giuseppe come secondo ed invece Giuseppe risulta essere il primo nome e così si chiamerebbe come suo fratello.

Consultando il suo atto di nascita si trova che il suo nome completo è Giuseppe Marziale Augusto Luigi Carlo. Non so, però, cosa ci sia scritto sul suo atto di battesimo e come possa essere nato questo errore.

Da allora, nelle occasioni ufficiali, si firma Giuseppe Carlo detto Carlo. In effetti quando, nel 1919, viene nominato Cavaliere della Corona d'Italia [6] è indicato come Comaschi Giuseppe Carlo.

Il cognome Hercolani Gaddi nasce nel 1767 quando il conte Leopoldo Gaddi, discendente di una antica e nobile famiglia di Forlì, sposa Caterina Hercolani, ultima discendente del suo ramo, e ne assume il cognome.
Stemma dei Gaddi HercolaniLo stemma degli Hercolani Gaddi (ma sarebbe più corretto dire Gaddi Hercolani) è alquanto complesso: partito; nel 1° troncato: con la fascia di rosso sulla partizione, caricata di una stella d'oro; di sopra, d'oro alla fiamma di rosso uscente dalla fascia; di sotto, d'argento a tre bande d'azzurro; nel 2° inquartato: d'oro e d'azzurro con una banda di rosso attraversante, caricata di una corona a cinque foglie d'oro, accompagnata da due teste di aquila d'argento, nascenti dai lati dello scudo ed imbeccanti per una delle estremità due frecce di nero biforcate ed unite in croce di Sant'Andrea.

Foto di Carlo Comaschi dopo la I Guerra MondialeNon ho notizia di dove sia stato di stanza durante la sua carriera militare ma al momento del matrimonio (1910) doveva essere a Belluno, il suo primo figlio nasce a Pavia (marzo 1912) ed il secondo nell'isola della Maddalena (1914).

Combatte nella I Guerra Mondiale ma non conosco i particolare delle sue vicende. So che è è Colonnello nel Genio Pontieri e che diventa Cavaliere dei S.S. Maurizio e Lazzaro e della Corona d'Italia.

L'Ordine Religioso e Militare (o Religiosa Milizia) dei S.S. Maurizio e Lazzaro (nato nel 1572 dalla fusione dell'Ordine di San Maurizio con quello Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme) era posto sotto il Gran Magistero dei duchi Sabaudi ed aveva il carattere di Ordine non tanto legato alle vicende dello Stato ma di famiglia e quindi dinastico.

In un quadernetto dove un figlio di sua sorella Maddalena tenne una specie di diario, per alcuni mesi del 1924 e 1925, ho trovato citato Carlo Comaschi che allora viveva a Gorizia. Nel 1924 Amalia Buzzi era provvisoriamente presso sua figlia Maddalena ma Carlo decise di prenderla con sé. Nel diario si legge: Sabato 8 novembre 1924 - ... La nonna andrà a Gorizia; Martedì 18 novembre 1924 - ... E' venuto lo zio Carlo a prender la nonna ed è stato qui a cena; Mercoledì 19 novembre 1924 - ... Partenza della nonna.

In un altro diario, tenuto da una figlia di sua sorella Maddalena, ho trovato che Carlo si reca a Ferrara, assieme al suo figlio minore, per partecipare alle nozze della primogenita di sua sorella Maddalena che si sposa il 2 ottobre 1930 nella chiesa di Santo Spirito.

Nel 1936, quando vive a Bologna in via San Felice 35, sua moglie Romilda, sofferente da tempo per un tumore, si aggrava. In ottobre sta sempre peggio e lui si affanna intorno a lei ma si ammala anche lui di polmonite e muore improvvisamente il 19 ottobre [7].

Alla moglie, che ormai è grave, non viene detto nulla ed anche lei, il 3 novembre pochi minuti dopo la mezzanotte, muore senza aver appreso della morte del marito. La mattina stessa i due figli, che già avevano subito la morte del padre appena quindici giorni prima, si devono recare in Comune per denunciare la morte della madre.

Foto della contessa Romilda Hercolani Gaddi Foto di Carlo Comaschi anziano

Per ragione di privacy non riporto i nomi delle generazioni successive a quella dei miei nonni ma posso dire che Carlo ha avuto due figli maschi ed una unica nipote che, ovviamente, porta il cognome Comaschi.

Giuseppe Comaschi

Giuseppe Comaschi (detto Beppino) nasce alle ore cinque antimeridiane del 5 aprile 1873 a Godiasco in provincia di Pavia e riceve i nomi Giuseppe, Cesare, Vincenzo. Segue le orme paterne e studia giurisprudenza ma non fa né il giudice, né l'avvocato bensì entra come alunno retribuito presso la Pretura di Ferrara .

Il 1 luglio 1901 è nominato alunno di terza classe nella 2a Pretura di Ferrara con una retribuzione annua di 720 lire [8]. Meno di un anno dopo, il 1 aprile 1902, è promosso dalla terza alla seconda classe e la sua retribuzione arriva a 960 lire annue [9]. Da una guida di Ferrara del 1913 [10] si apprende che, in quell'anno, è Cancelliere nel II mandamento della Pretura di Ferrara.

Sposa Alma Giacomelli il 22 ottobre 1906 a Ferrara ed ha un unico figlio che, a sua volta, ha un unico figlio che, ovviamente, porta il cognome Comaschi. Suo figlio nasce a Copparo (FE) nel 1907 e quindi penso che abbia vissuto lì per qualche tempo.

Nel diario del 1924, già citato, lo troviamo nominato una sola volta apprendendo però che era stato fatto Cavaliere: Domenica 7 dicembre 1924 - ... Alle due e mezza è venuto il Cav. Comaschi ad accompagnare ... che è stato qui a giocare fino a sera quando è ritornato lo zio con la zia Alma.

Muore a Bologna il 16 giugno 1958 ed è quindi probabile che io abbia fatto in tempo a conoscerlo ma, anche se ricordo di essere stato alcune volte a Bologna in casa di suo figlio, non rammento lui.

(Maria) Maddalena Comaschi

Foto di Maddalena Comaschi

 

Maddalena Comaschi è la mia nonna paterna e di lei parlo più diffusamente in una apposita pagina [>>].

Qui mi limito a dire che è nata il 22 marzo 1875 a Cuggiono (Milano) dove era stato trasferito il padre nel corso della sua carriera di magistrato ed è stata battezzata tre giorni dopo nella Parrocchia di San Giorgio. Il suo nome completo č Maria Maddalena Teresa ed è chiamata così perché anche sua nonna paterna si chiamava Maria Maddalena. Sembra che la cosa si ripetesse da alcune generazioni e sicuramente così fu poi chiamata una sua nipote.

Si diploma Maestra ed insegna a Pontelagoscuro (FE) dove conosce Gaetano Agostino Cavallari [>>] che sposa il 24 luglio 1901 in Santo Stefano a Ferrara. Vive a Pontelagoscuro col marito fino al trasferimento a Ferrara nel 1910.

Hanno sette figli, tre femmine e quattro maschi. Per ragioni di privacy non riporto i nomi delle generazioni successive a quella dei miei nonni ma posso dire che che i nipoti di Maddalena hanno i cognomi Cavallari, Borri e Camozzi.

Rimane vedova nel 1920. Muore il 1 giugno 1949 all'una di notte. Quando vengono avvisati i parenti e si telefona a casa del suo cognato, Luigi Cavallari, per il telefono si sentono i vagiti di un nipotino appena nato.

 

Rachele Comaschi

Foto di Rachele Comaschi

 

 

Fra i miei prozii Comaschi, Rachele è quella sulla quale ho meno notizie. Non so quando sia nata anche se dovrebbe essere stato circa nel 1876 e non so esattamente dove ma dovrebbe trattarsi sempre di Cuggiono.

E' stata chiamata Rachele come una sua zia paterna che probabilmente morì prima della sua nascita.
Ho trovato una Rachele Comaschi che è morta a Milano il 19 ottobre 1863
[11] ma ignoro se si trattasse della sua zia o di una omonima; però, considerato che suo padre Antonio aveva chiamato Maddalena, come sua madre, la sua prima figlia che era nata nel 1875 e Rachele la successiva, potrebbe forse trattarsi proprio di lei.

Sposa un certo Mariani del quale ignoro il nome di battesimo. Vive a Lissone vicino a Milano. Non ha figli.

Nel diario già citato è nominata alcune volte : Venerdì 24 ottobre 1924 - ... La zia Rachele, in risposta ad una lettera della mamma dove l'aveva invitata a Ferrara, scrive che sabato, o la massimo domenica mattina sarà qui; Sabato 25 ottobre 1924 - Arrivo della zia Rachele; Domenica 2 novembre 1924 - La mamma e la zia Rachele portano fiori e il cuscino al cimitero; Lunedì 3 novembre 1924 - Partenza della zia Rachele; Giovedì 17 settembre 1925 - Arrivo della zia Rachele.

Ignoro quando sia morta ma so che sicuramente era viva il 2 ottobre 1930 quando si sposa la primogenita di sua sorella Maddalena e Rachele, pur senza partecipare al matrimonio, invia un dono di nozze.

 

Giovanni Battista Comaschi

Foto di Battista Comaschi Nel 1877 Antonio Comaschi torna a Gallarate dove muore il suo primogenito e dove, nel 1879, nasce un altro figlio che viene chiamato Giovanni Battista come il nonno e come, molto probabilmente, si chiamava il primogenito di Antonio morto per una improvvisa malattia. In famiglia, però, viene chiamato semplicemente Battista.

Il 21 giugno 1896 le sue sorelle più piccole, Lucia e Teresa, hanno la loro Prima Comunione e per l'occasione Giovanni Battista scrive un sonetto che poi fa pubblicare in forma di santino:

Foto di Battista Comaschi con il suo primogenito (aprile 1915)

Sonetto scritto da Giovanni Battista Comaschi in occasione della Prima Comunione delle sue sorelle Lucia e Teresa (21 giugno 1896)

Giovanni Battista entra dapprima nella carriera militare, poi torna alla vita civile come intendente o amministratore del Conte Papadopoli.

Sposa Eugenia Bertoldi ed ha tre figli, due maschi ed una femmina. I suoi nipoti portano i cognomi Comaschi e Zona. Ama molto i suoi figli e manda spesso loro foto a sua sorella Maddalena che era di poco più vecchia di lui. Vive a Venezia dove muore, il 14 settembre 1931, a soli 52 anni di età.

Carlotta Comaschi

Foto di Enrico Marè e Carlotta ComaschiCarlotta Comaschi nasce a Gallarate il 7 maggio 1882 e dopo due giorni, viene battezzata nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta. Come secondo nome è chiamata Teresa.

Poco dopo la sua nascita tutta la famiglia si trasferisce a Ferrara dove studia e diventa maestra. Va ad insegnare a Codigoro dove incontra Enrico Marè, figlio di Raffaele e Carolina Cococciani.

Enrico ha undici anni più di Carlotta essendo nato l'11 maggio 1871 a Porto San Giorgio nelle Marche (e battezzato il giorno successivo nella Pievania di San Giorgio Martire). I due si piacciono ed il 6 agosto 1910 Enrico Marè dà formale promessa di futuro matrimonio. Lo fa presso la Parrocchia di Santo Stefano, che era quella della sposa e lo fa per mezzo di un suo procuratore, il sig. Giuseppe Lanzoni.

Il matrimonio ha luogo il 10 agosto 1910. nell'Archivio Parrocchiale della chiesa di Santo Stefano a Ferrara nel libro dei matrimoni dal 1904 al 1929 a pagina 68 e con il numero 15 c'è scritto: Foto di Enrico Marè e Carlotta Comaschi con i loro figli

Die Decima Augusti 1910

Diebus praemissis declarationibus in hoc Eccl.a Parr.St.Stephani praestitis documentis status liberi et iuramenti suppletaris nulloque impedimento detecto: infrascriptis interrogavit Marè Henricum Raphaelli in Cura Portis S.Giorgi in Diocesi Picentina nunc de Cura Captisgauri Diocesis Comachiensis et Comaschi Carolam Advocati Antonii natam Paroecia Gallarate Diocesis Mediolanensis, olim de Cura Santo Stephani nunc de Cura Captisgauri Diocesis Comachiensis: corumque mutuo habito consensu per verba de presenti matrimonio iunxit eisque in Missae celebratione benedixit

(Vide acta) Sacerdos Theophilus Marcoionni delegatus Parroci S. Stephani Antonii Giacometti

Testes Joannis Baptista Pancina Iacobi ex Cura Captisgauri
Tasso Torquatus quom Caietani Medicus ex Cura S.Pauli

Dalla coppia nascono due figli entrambi maschi che si sposano entrambi e a loro volta hanno due figli ognuno. I quattro nipoti di Enrico Marè e Carlotta Comaschi, che ovviamente portano tutti cognome Marè, sono tre femmine ed un maschio.

Nel diario del 1924, già citato, troviamo nominata Carlotta Comaschi una sola volta, lunedì 3 novembre 1924, dove c'è scritto: Partenza della zia Rachele. Arriva la zia Carlotta con i figli e stanno a pranzo da noi.

Carlotta Comaschi resta vedova ma non so da quando, però, so che nel 1930 lo è già perché nel diario, tenuto da una figlia di sua sorella Maddalena, in occasione delle nozze della primogenita di sua sorella Maddalena che si sposa il 2 ottobre 1930 nella chiesa di Santo Spirito viene definita come zia Carlotta vedova Marè.

Firma di Carlotta Comaschi (apposta nel 1936)

Carlotta Comaschi vive a Copparo (Fe) dove insegna per molti anni. Muore nel 1957 e viene sepolta accanto a suo marito, Enrico Marè, nel cimitero di Copparo.

Teresa Comaschi

Foto delle gemelle Teresa e Lucia ComaschiCon decreto del 30 dicembre 1882 [12], Antonio Comaschi è trasferito presso il Tribunale di Ferrara dove, nel 1883, nascono le ultime due figlie. Sono due gemelle e vengono chiamate Lucia e Teresa.

Teresa Comaschi nasce il 14 dicembre 1883. Come già le sorelle diventa maestra ed insegna a Masi Torello. Nel diario del 1924, già citato, la troviamo nominata alcune volte: Giovedì 16 ottobre 1924 - Giornata movimentata. ... inaspettato viene a pranzo da noi, c'è anche zia Teresa invitata per mangiare i gnocchi; Giovedì 30 ottobre 1924 - Le sorelle vanno al Guglielmo Tell con la zia Teresa che per l'occasione mangia qui alla sera e dorme qui alla notte; Venerdì 11 settembre 1925 - E' venuta la zia Teresa che ci dice di nuovo che va a stare a ... [qui c'è una parola poco leggibile che probabilmente è Seregno che si trova vicino a Lissone dove viveva sua sorella Rachele N.d.A].

Teresa conosce Rino Poli, Maestro di musica e compositore, che è di dodici anni più vecchio di lei essendo nato nel 1871 e lo sposa. I due non hanno figli.

Benché ai suoi tempi avesse raggiunto una certa fama, su Rino Poli non ho trovato alcunché e tutto quello che so deriva dalla lettura del numero unico del giornale La Calabrese [13] emesso in occasione della rappresentazione della sua omonima opera rappresentata presso il Teatro Verdi di Ferrara dal 27 febbraio al 4 marzo 1921.

Giornale 'La Calabrese' relativo all'opera omonimaRino Poli era nato a Cona in provincia di Ferrara e poi da giovane si era recato in Argentina dove aveva insegnato per alcuni anni al Conservatorio Chopin di Buenos Aires ed aveva collaborato alla Rivista Musicale della medesima città. Aveva diretto concerti di grande successo ed aveva composto romanze, preludi, valzer, ouverture.

Una volta rientrato in Italia è riuscito, dopo molti sforzi, a portare in scena la sua opera, in due atti e tre quadri, dal titolo La Calabrese musicata su parole di Ada Fiorenza. Il direttore d'orchestra era Arturo Lucon [14] e gli interpreti erano il baritono Mariano Stabile (Baldo) [15], il soprano Mercedes Aicardi (Fiora) [16], il tenore Giuseppe Marchesi (Francesco di Mayda), il basso Silvio Becucci (Nico) ed il tenore Aristodemo Bregola (fattore di Baldo).

La scena si svolge in Calabria nel 1850 e racconta di Baldo, un signorotto prepotente, che si innamora di Fiora, figlia di Nico, che invece ama Francesco di Mayda un forestiero che ella salvò dopo che era caduto in un burrone. Dopo varie vicende ha luogo un duello rusticano fra Baldo e Francesco. Quest'ultimo cade ferito ma Baldo crede d'averlo ucciso e mentre gioisce viene pugnalato da Fiora.

Finora non ho avuto modo di leggere la stampa ferrarese dell'epoca per conoscere le reazioni ed i commenti a questa rappresentazione. Il giornale ABC di Madrid, in un numero del 1922 [17], la cita in un elenco di opere rappresentate in Italia nel 1921 ma senza alcun commento.

Leggendo un libro molto interessante sulla storia dei locali pubblici di Ferrara [18], nel capitolo sul Caffè del Teatro si trova scritto: Il m.o. Rino Poli battezzò nel 1919 la sua Calabrese e vi pianse sopra perché il giorno dopo era già morta.

Sembrerebbe dunque che quest'opera fosse già stata rappresentata ma senza successo. Che quest'opera fosse stata scritta ben prima del 1921 si può dedurre anche da alcune lettere (che, però, non ho ancora avuto modo di leggere) che Rino Poli scrive a Felice Orsini tra il febbraio 1913 ed il marzo 1914 [19].

Foto di Teresa Comaschi e Rino Poli

Nel febbraio del 1935 Teresa, che allora abitava a Portomaggiore, viene ricoverata alla casa di cura Malacarne di Ferrara, sita in Corso Giovecca 173, per quella che doveva essere una semplice operazione. Invece qualcosa va storto e a seguito della semplice operazione Teresa muore alle 3 e 30 del mattino dell'11 febbraio 1935.

Al marito lascia una eredità di 56000 lire in gran parte derivate dalla eredità di suo cugino Battistino Rossi (figlio di sua zia Carolina Comaschi) avuta due anni prima.
Rino Poli muore il 1 gennaio del 1943 e viene sepolto alla Certosa di Ferrara. Nel 1982 viene traslato al cimitero di Cona, paese dove era nato.

Lucia Comaschi

Foto di Lucia Comaschi nel 1929Lucia Comaschi, gemella di Teresa, nasce a Ferrara il 14 dicembre 1883. A differenza delle sorelle non insegna bensì diventa Archivista al Provveditorato degli Studi.

Nel diario del 1924, già citato, la troviamo nominata alcune volte: Sabato 1 novembre 1924 - Nel pomeriggio viene la zia Lucia; Domenica 30 novembre 1924 - E' venuta la zia Lucia a pranzo da noi; L'11 giugno 1925 si parte per Bellaria con la nonna. Alla fine della stagione arriva la zia Lucia per aiutarci a portare a casa la nonna e decide di prendersela con lei a pensione a Bologna.

Conosce Salvatore D'Urso che è un Ispettore scolastico, di origine siciliana, che ha dodici anni più di lei essendo nato nel 1872 e lo sposa, a Bologna, il 28 luglio 1934, nella chiesa di San Vitale ed Agricola, quando lei è già cinquantenne. Con loro vive Amalia Buzzi, l'anziana madre di Lucia, che però muore alla vigilia di Natale del medesimo anno.

Foto di Salvatore D'UrsoI due vivono assieme molti anni e ci sono varie foto che li mostrano assieme agli altri parenti o in gita in montagna. Alla mattina del 22 aprile del 1950 Salvatore D'Urso muore e Lucia rimane vedova.

Non so se trasferisca allora nell'appartamento proprio sotto le Due Torri, in Galleria del Leone che ricordo molto bene in quanto Lucia Comaschi è stata l'unica Comaschi della generazione di mia nonna che ho potuto conoscere bene o se vi fosse già trasferita in precedenza, ma so che, nell'atto di morte di sua madre che viveva con lei e con suo marito, è indicato l'indirizzo di via Mazzini, 37.

Nel 1961, quando vi fu il primo centenario dell'Unità d'Italia, chiesi a Lucia notizie su suo padre Antonio Comaschi che sapevo fosse stato garibaldino ma non poté dirmi molto sulle avventure di suo padre fra i Cacciatori delle Alpi ed i garibaldini, perché Antonio Comaschi non era il tipo che, per tutta la vita, racconta le sue imprese in guerra ed anzi, specie nei suoi ultimi anni, era alquanto taciturno.

Mi raccontò però vari aneddoti su di lui tra i quali quello della sciabola appesa al muro che riporto nella pagina su Antonio Comaschi [>>]. In questa occasione mi regalò le due medaglie ricordo di Antonio Comaschi ricevute da parte di Vittorio Emanuele III e di Napoleone III per aver partecipato alla campagna e montate in un bel contenitore di legno.

Purtroppo non le chiesi se era lei la protagonista dell'aneddoto Lucia, il tappeto! relativo a sua mamma Amalia Buzzi [>>] in quanto allora non avevo dubbi che si trattasse di lei e solo successivamente un mio cugino mi disse che l'aveva sentito raccontare anche con una domestica di nome Lucia come destinataria della frase pronunciata da Amalia Buzzi.

Quando Lucia Comaschi diventa troppo vecchia per vivere da sola distribuisce fra i suoi parenti tutto quello che conteneva il suo appartamento tranne i mobili necessari per arredare una piccola stanza e si trasferisce in una pensione che teneva anziani e che si trovava anch'essa nella Galleria del Leone.

Il 27 marzo 1972 Lucia Comaschi muore.


[1] - Antonio Comaschi, Giuseppe Osculati, Giovanni Gilardoni - 2 giugno 1882 : necrologie pronunziate al cimitero di Gallarate per la morte di Giuseppe Garibaldi il 5 giugno 1882 - Tipografia Marino Bellinzaghi - Gallarate, 1882.   <<

[2] - Archivio del Tribunale di Voghera - Comune di Godiasco - Stato Civile - Nati 1866-1911.   <<

[3] - La Provincia di Pavia - Guida-Almanacco per l'anno 1874 - Stabilimento Tipografico-Librario Successori Bizzont - Pavia, 1873.   <<

[4] - Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia - Num. 140 di venerdì 14 giugno - pagina 2339 - Roma, 1878.   <<

[5] - Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia - Num. 121 di mercoledì 25 maggio - pagina 1904 - Roma, 1898.   <<

[6] - Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia - Num. 91 di mercoledì 16 aprile - pagina 1039 - Roma, 1919.   <<

[7] - Ufficio di stato civile del Comune di Bologna - Atti di Morte, parte I - 1936.   <<

[8] - Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia - Num. 186 di lunedì 5 agosto - pagina 3718 - Roma, 1901.   <<

[9] - Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia - Num. 105 di lunedì 5 maggio - pagina 1928 - Roma, 1902.   <<

[10] - Umberto Ferrari - Guida commerciale della provincia di Ferrara, anno 1913 - Camera di commercio - Stab. Tipografico Ferrarese - Ferrara, 1913.   <<

[11] - Ufficio Registro Successioni di Milano - Comaschi Rachele - Cartella 16, Faldone 5, Pratica 66.   <<

[12] - Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia - Num. 52 di sabato 3 marzo - pagina 906 - Roma, 1883.   <<

[13] - giornale - La Calabrese - Numero unico - Ferrara, 27 febbraio 1921.   <<

[14] - Arturo Lucon (1889-1950) studiò a Venezia con Ermanno Wolf-Ferrari e successivamente con Arturo Toscanini. Nel 1921 aveva appena iniziato la sua carriera di direttore d'orchestra che proseguì fino al 1949.   <<

[15] - Mariano Stabile (1888-1968) è un baritono siciliano che, proprio nel 1921, raggiunse una larga fama per la sua interpretazione del Falstaff di Verdi alla Scala di Milano, diretto da Arturo Toscanini.   <<

[16] - Mercedes Aicardi, soprano modenese, fece venti serate consecutive di Aida, nella parte della protagonista, al Teatro dell'Opera di Roma. Insegnò Canto al Conservatorio Orazio Vecchi di Modena.   <<

[17] - diario ilustrado ABC - Año decimo octavo, N. 6030 - Madrid, día 4 de Mayo de 1922.   <<

[18] - Giuseppe Longhi - Cammin facendo ... su "La mia contrada" - Cronache ferraresi - Grafiche Umberto Mignani - Bologna, 1972.   <<

[19] - Archivio Storico del Comune di Imola - Archivio Luigi Orsini - Scritti di Altri, busta 60.   <<


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