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Pietro Cavallari


Il fratello del nonno del nonno di mio nonno

Pietro Cavallari è il fratello di Nicolò Cavallari, nonno del nonno di mio nonno. Ho trovato il suo nome nel libro dei battesimi della Parrocchia di San Giovanni Battista di Pontelagoscuro [1] come padre di tredici bambini nati fra il 1766 ed il 1792 da due successive mogli.
Suo padre si chiamava Giovanni Francesco ma ignoro il nome della madre. Non è citato nell'opera su Pontelagoscuro del Bedani [
2] ma successivamente ho trovate molte notizie su di lui nell'opera del Dolcetti [3].
Firma di Pietro Cavallari - 1797La sua firma esiste tuttora in calce ad un manoscritto della Biblioteca Ariostea di Ferrara [
4]. La t minuscola non è un vezzo di Pietro ma è caratteristica della scrittura di quegli anni.

Non so chi, fra Nicolò e Pietro, fosse il maggiore. Da una serie di indizi ho sempre pensato che il maggiore fosse Pietro, però, esaminando con attenzione i dati in mio possesso, non si trova nulla che faccia propendere per una ipotesi o l'altra a parte il fatto che la figlia di Pietro nasce un anno prima del primogenito di Nicolò e che Pietro muore prima di Nicolò.
Comunque manterrò la mia prima impressione e quindi pongo ipoteticamente il suo anno di nascita nel 1737.

Ancora meno indizi ci sono sull'anno della sua morte. Anzi l'unico che c'è è sbagliato: il suo ultimo figlio, nato nel 1792, si chiama Pietro come il padre e questo farebbe pensare che sia nato dopo la morte del padre mentre invece è certo che Pietro era vivo ben dopo tale data. Probabilmente è il bimbo che è morto poco dopo la nascita e prima che gli venisse imposto il nome.
Forse, dato che nel 1803 al battesimo di un suo nipote viene indicato col titolo onorifico di Don, era ancora vivo a tale data. All'epoca della raccolta dei dati per la stesura del Catasto Gregoriano (1816-1821) è già morto, forse da non molto tempo dato che le sue proprietà sono indicate con la dizione Eredità di Pietro Cavallari [
5].

Pietro Cavallari sposa Barbara Silvestri di Domenico e da lei ha due figlie che portano lo stesso nome: Anna Maria Teresa (1766) e Anna Maria Teresa (1769). Il fatto che il libro dei battesimi da me consultato inizi solo nel 1764 rende possibile che vi possano essere anche altri figli prima di tale data dei quali non sappiamo niente.

Barbara Silvestri muore e Pietro si risposa con Virginia Zocca, figlia di Giovanni Domenico, da cui avrà undici figli. Sei di questi sono femmine: Barbara Caterina Maria (1772), Rosa Maria Modesta (1775), Rosa Antonia Maria (1779), Teresa Laura Maria (1780), Caterina (1783) e Maria Teresa (1786). Cinque sono i maschi: Giovanni Battista (1774), Gaetano Francesco (1777), Gaetano Giuseppe Maria (1785), Gaetano Giuseppe Maria (1789) e Pietro (1792).

Pietro Cavallari abitava in una grande casa che faceva angolo fra la piazza della Chiesa e l'argine maestro. Dal Catasto Carafa [6] apprendiamo che, nel 1779, questa casa era ancora intestata a Domenico Silvestri. Potrebbe trattarsi del suocero di Pietro (che però a quella data era già defunto) e far parte della dote della moglie o più probabilmente il Domenico Silvestri in questione era il figlio del suocero di Pietro che aveva lo stesso nome del padre e Pietro può aver acquistato questa casa successivamente.

Sempre nel Catasto Carafa compaiono molti Cavallari proprietari di terreni vicini alle sponde del Po. A Bergantino troviamo molti nomi che sono gli stessi dei Cavallari allora viventi a Pontelagoscuro (Giuseppe, Antonio Maria, Nicola e Pietro).
Ovviamente può essere un caso però la presenza di una proprietà divisa in due ed intestata a Pietro e a Nicola Cavallari fa pensare a due fratelli che abbiano diviso l'eredità paterna. Potrebbe quindi trattarsi di una proprietà che Pietro aveva ereditato, assieme al fratello Nicolò, da suo padre Giovanni Francesco Cavallari.

Consultando, però, l'Archivio Parrocchiale di Bergantino, che è ora disponibile in Internet [7], si vede che, per quanto riguarda Giuseppe ed Antonio Maria, si tratta di un caso in quanto costoro sono Giuseppe (1756 - 1830), figlio di Pietro Antonio Cavallari (1717 - 1762) ed Antonio Maria (1731 - 1792), figlio di Eugenio Cavallari (1705 - 1763), tutti di Bergantino, mentre invece per Pietro e a Nicola Cavallari i dubbi rimangono.

Esistono infatti un Nicola Cavallari (1741 - 1821) ed un Pietro Augustino Cavallari (1720 - 1795) che vivevano allora a Bergantino che però non sono né fratelli, né cugini e non sembrano nemmeno stretti parenti, inoltre all'epoca della stesura il padre di Nicola, Leopoldo Cavallari (1707 - 1783), era ancora vivo e quindi Nicola non poteva aver già ereditato.

Papa Pio VII, nel 1816, decise di far realizzare un catasto particellare di tutto lo Stato Pontificio. Tale catasto fu completato da Papa Gregorio XVI nel 1835 (ma la raccolta dei dati fu terminata nel 1821) per cui venne chiamato Catasto Gregoriano. In questo Catasto compaiono tutte le proprietà anche quelle al di là dell'argine e quindi non soggette alla tassazione relativa alle opere di bonifica che non comparivano nel Catasto Carafa.

Nel Catasto Gregoriano Pietro Cavallari è citato, come Eredità di Pietro Cavallari, varie volte a Pontelagoscuro ed una a Francolino per cui abbiamo un panorama abbastanza completo delle sue proprietà (ma nei brogliardi mancano due pagine).

A Pontelagoscuro possedava la casa dove abitava (particella 433) che, come già detto, si trovava all'angolo tra la strada che correva sull'argine maestro e al piazzale della chiesa e che era appartenuta a Domenico Silvestri.

Catasto Gregoriano: alcune proprietà di Pietro Cavallari a Pontelagoscuro

Aveva poi una casa d'affitto in Strada Mare (part. 616) proprio di fronte a dove abitava suo fratello Nicolò ed una piccola casa con bottega (part. 541) sulla strada sull'argine (via Panaro) non lontana dalla via Coperta in una zona detta Piazzetta del Mercato sotto i portici detti i Panzin.

Infine possedeva due magazzini; uno, piuttosto grande, era affacciato sul porto (part. 619) e si trovava a fianco di un altro magazzino di proprietà di suo fratello Nicolò ed alle spalle della casa dove Nicolò viveva. Il secondo magazzino si trovava subito a sinistra dall'uscita della Via Coperta dal lato di Ferrara (part. 463).

Catasto Gregoriano: alcune proprietà di Nicolò e di Pietro Cavallari a Pontelagoscuro

Pietro Cavallari ha anche una proprietà registrata sotto i brogliardi di Francolino [8]. Si tratta della particella 365 che riguarda un'isola boscata con fonte posta alla Giara Cavallari e che è registrata a nome di Nicolò e Pietro fu Francesco, Andrea e Domenico fu Carlo Antonio, Angelo fu Giuseppe, Luigi fu Giovacchino. Si tratta senza dubbio dell'Isola Bianca sul Po che, in effetti, una antica tradizione familiare diceva che fosse stata anticamente dei Cavallari.
In realtà il Catasto cita un contratto di livello e dice i proprietari erano Giovanni Battista ed Antonio Massari ma, a quell'epoca, il livellaro aveva tutti i diritti del proprietario tranne alienare il bene.

E' molto interessante anche l'indicazione Giara Cavallari per un luogo che, per più di un secolo, era stato chiamato Froldo Cavallari [9]. Il cambio di denominazione dimostra che il ramo del Po fra l'Isola Bianca e la sponda ferrarese aveva allora cominciato ad interrirsi, cosa che è continuata fino ai giorni nostri e continua tuttora.

Inoltre una proprietà indivisa fra così tanti nomi fa pensare che si tratti di parenti che hanno ereditato da un unico antenato. Sappiamo che il Giuseppe padre di Angelo Cavallari era figlio di Giovacchino e che Giovacchino aveva anche un fratello che si chiamava Giuseppe che qui non compare in quanto, a quell'epoca, erano già defunti sia lui, sia suo figlio Don Antonio Cavallari.

Tutto ciò ci permette di supporre che Giovanni Francesco, padre di Pietro e Nicolò, avesse tre fratelli: Carlo Antonio, Giovacchino e Giuseppe (potrebbe però anche trattarsi di cugini) e che quindi i rami dei Cavallari di Pontelagoscuro che ho chiamato Ramo A (discendenti di Giovanni Francesco) e Ramo B (discendenti di Giuseppe di Giovacchino) siano collegati e derivino entrambi da un antenato comune che viveva sui terreni siti all'altezza dell'Isola Bianca e dipendenti dalla Parrocchia di Francolino.

Però il fatto che Don Antonio Cavallari, figlio di Giuseppe, nel suo testamento [10], citi, definendoli suoi parenti, i discendenti di Carlo Antonio e di Giovacchino e non quelli di Giovanni Francesco fa pensare che Giovanni Francesco non fosse fratello di Carlo Antonio, Giovacchino e Giuseppe ma al massimo un loro cugino, in questo caso l'antenato comune sarebbe il bisnonno di Pietro o uno ancora più antico.

Pietro Cavallari, commerciante

Molto curioso è il fatto che il Dolcetti, quando, all'inizio del suo diario, elenca le case di commercio e di spedizioneria, non elenchi i Cavallari ma citi invece Pietro Cavallari in un elenco di proprietari di pubblici negozi di minor conto e precisamente sotto la dicitura di cinque botteghe di formaggiari e grassina.

Molto probabilmente Pietro Cavallari viene inserito in questo elenco in quanto proprietario di una piccola casa con bottega (part. 541) non lontana dalla via Coperta in una zona detta Piazzetta del Mercato sotto i portici detti i Panzin, infatti, anche altri dei proprietari delle botteghe vicine compaiono nell'elenco.
Secondo il Catasto Gregoriano, però, Pietro Cavallari affittava questa bottega anche se non si può escludere che in precedenza ne abbia anche curata la gestione.

Che Pietro Cavallari non fosse il semplice proprietario di una bottega lo si deduce sia dal fatto che possedeva un magazzino talmente grande da essere usato come punto notevole nella carta del Po disegnata dal tenente Pietro Ulloa durante l'occupazione francese [11], sia perché, quando nel marzo del 1801 a diciotto mercanti di Pontelagoscuro viene imposta una tassa di guerra, Pietro Cavallari deve pagare 150 scudi contro i 100 che paga Antonio Dolcetti (che, nel suo diario, si lamenta moltissimo dell'esborso).

Sempre il Dolcetti nel suo diario ci racconta che, nel febbraio 1801, i Francesi sequestrarono tutte le merci presenti in quel momento a Pontelagoscuro nei magazzini e nelle barche e poi per liberarle pretesero che venissero pagati 14.000 scudi ai generali Andreù e Susset.
Il valore delle merci sequestrate era di circa 216.000 scudi dei quali 144.900 di mercanti di Pontelagoscuro. In quel momento Pietro Cavallari aveva merci nei suoi magazzini per 3572 scudi e 86 baiocchi.
Queste cifre non sono però indicative dell'entità degli affari dei vari mercanti in quanto lo stesso Dolcetti precisa che In questi tempi di cui scrivo vi sono appena cinque barche di mare, i magazzini quasi vuoti e mancano gli articoli più preziosi, come riso, grano, canape, tele, seterie, drapperie, droghe ecc.

Che Pietro Cavallari fosse un commerciante con interessi nella navigazione fluviale è confermato anche dal fatto che sia tra i firmatari, assieme al fratello Nicolò, delle Memorie per un piano di Regolamento del Porto del Ponte Lag'Oscuro già citate.

Inoltre Pietro si interessava anche ai progressi della scienza ed ai problemi letterari. Lo troviamo infatti elencato fra gli associati alla pubblicazione della Raccolta ferrarese di opuscoli scientifici e letterari di chiarissimi autori italiani che aveva iniziato ad uscire nel 1779 a cura dell'Abate Antonio Meloni.

Pietro si associa dopo l'uscita del terzo volume che avviene sempre nel 1779 e lo troviamo citato nel quarto volume uscito nel 1780 [12]. La pubblicazione continuerà fino al venticinquesimo volume che esce nel 1796. I primi quattordici vengono curati dall'Abate Antonio Meloni poi sono seguiti dai fratelli Coleti di Venezia che ne erano stati gli stampatori dal quarto volume in poi.

Pietro Cavallari, politico

Per la sua attività, per così dire, politica, Pietro Cavallari viene citato dal Dolcetti che racconta che, nella riunione del 19 marzo 1797 furono nominati 43 decurioni e fra questi compare anche il nome di Pietro Cavallari.

Sempre il Dolcetti ci racconta che, il 2 aprile 1797, tutti i decurioni di Pontelagoscuro, di Occhiobello, di Francolino, della Pescara e di Fossadalbero, intervennero ad una assemblea elettorale tenuta a Francolino.
Scopo dell'assemblea era l'elezione di un giudice di pace e del suo assessore, come pure di 14 elettori i quali dovevano poi andare nella città di Ferrara per nominare, con scrutinio segreto, le varie persone da collocarsi alla testa del governo in tutti i vari dipartimenti, criminale e civile.

Pietro Cavallari risultò uno dei 14 scelti come elettori del governo ed in questa veste, alcuni giorni dopo, si recò a Ferrara per partecipare all'elezione del Governo.
Dai nomi dei 14 eletti si deduce non solo l'importanza di Pietro a Pontelagoscuro ma anche quella della sua famiglia: infatti i Cavallari sono gli unici ad avere due persone scelte fra i 14 (oltre a Pietro venne eletto anche suo fratello Nicolò).

Pietro Cavallari, giudice

Sempre il Dolcetti ci racconta di un curioso fatto che riguarda una attività, svolta anche da Pietro Cavallari, che non è solo politica, ma che ha anche un interessante aspetto di tipo giuridico.

Nel 1799 gli Austriaci scesero in Italia con una poderosa armata per scacciare i Francesi. Pontelagoscuro fu teatro di vari fatti di guerra e fu presa e persa più volte dai contendenti.

Il 25 aprile 1799 tutta la Provincia di Ferrara era in mano agli austriaci tranne la città di Ferrara che era assediata.
Il barone generale De' Mellas decise di creare a Pontelagoscuro un governo provvisorio con giurisdizione sull'intera Provincia di Ferrara. Quindi con un suo dispaccio incaricò il colonello Orreskovich ed il barone Liptai di eleggere una deputazione governativa. Costoro presero le necessarie informazioni ed insediarono sette cittadini eminenti come membri della Cesarea Regia Deputazione.

Il primo di costoro fu Nicolò Cavallari, fratello di Pietro ed il secondo proprio Pietro stesso.
La deputazione fu munita delle più ampie facoltà sopra tutte le comunità e terre del ferrarese, comprese anche le città di Cento e Comacchio.
Fu incaricata, oltre alle requisizioni e somministrazioni per l'armata imperiale, anche per la giudicatura degli affari civili e criminali, per la pulizia e buon contegno nelle materie politiche, per le vettovaglie ecc... e ciò fino a che con la presa di Ferrara fossero in essa aperti i tribunali competenti.

La resa di Ferrara avvenne tra il 21 ed il 27 maggio 1799. La deputazione rimase in carica fino al luglio 1799 ma con minori facoltà.
Nel periodo del blocco di Ferrara la deputazione emise molti decreti in merito a vari giudizi ed uno di questi è particolarmente interessante anche perché diede inizio ad una serie di ricorsi alla fine dei quali venne confermato il giudizio della deputazione ed il suo pieno potere decisionale.
Non sto però a ripeterlo qui avendolo già raccontato nella note su Nicolò Cavallari dove lo si può trovare.

Pietro Cavallari e la seconda deputazione

Il 31 di luglio fu eletta una nuova deputazione composta questa volta da sei persone, tre delle quali erano presenti anche nella prima deputazione, Pietro Cavallari era uno di questi.

Il primo grosso problema che la deputazione dovette affrontare fu rifornire di pane il paese. I forni erano chiusi per mancanza di farine. Allora la deputazione intimò ai fornai di comprare di frumento fino al prezzo di 31 scudi il moggio, ordinando loro che, trovando i possidenti ostinati a non volerlo dare, ne informassero la deputazione che li avrebbe obbligati ad accordarlo.

Trovato il grano, però il problema non era ancora risolto perché, in quei giorni, i mulini lavoravano poco, essendo il Po assai scarso di acqua, e per di più erano tutti precettati a macinare per rifornire la città di Ferrara.
La deputazione riuscì a fare la voce grossa e a far sollevare dal precetto due mugnai e a metterli a disposizione dei fornai di Pontelagoscuro.

Il primo di settembre però la deputazione si dimetteva, su richiesta del governo, perché vi erano forti dispute tra la deputazione e gli uffici di governo di Ferrara.
Era accaduto che il consolato di Ferrara si era opposto alla sua richiesta di requisire carri da trasporto e legna e fieno, volendo il consolato requisire invece ogni cosa solo per la città.
Inoltre la reggenza pretendeva che i deputati anticipassero loro le vistose somme necessarie all'adempimento delle incombenze addossate alla deputazione ma questa si rifiutò di farlo, perché non vedeva sicuro il suo credito col governo

I discendenti di Pietro: Giovanni Cavallari

Troviamo citati tre figli di Pietro anche nel libro delle Cresime [13]. Sono Giovanni e Barbara che ricevono la Cresima nel 1778 e Rosa che la riceve nel 1783. Per i primi due bambini il padrino e la madrina sono Giuseppe e Liberata Parmeggiani di Ravalle, per l'ultima la madrina è Lucia Battara di Pontelagoscuro.
Nel libro delle Cresime troviamo citato Pietro Cavallari anche nel 1774 come padrino di Stefano Monticelli e nel 1789 come padrino di Giacomo Astolfi.

A parte questo l'unico tra i figli di Pietro del quale abbiamo ulteriori notizie è Giovanni (Battista) Cavallari nato nel 1774 dalla seconda moglie di Pietro, Virginia Zocca.
Lo troviamo infatti citato dal Dolcetti nell'elenco dei 43 decurioni nominati nella riunione del 19 marzo 1797 durante la quale fu nominato anche suo padre Pietro Cavallari.

Inoltre troviamo il suo nome nel libro dei battesimi della Parrocchia di San Giovanni Battista di Pontelagoscuro come padre di tre bambini nati fra il 1798 ed il 1803.
Probabilmente è sempre lui il Giovanni Cavallari citato nel libro delle Cresime come padrino di Gaetano Bordini nel 1796.

La moglie si chiamava Teresa Finotti di Antonio ed i bambini sono: Marianna Virginia Giovanna (1798), Francesco (1799) e Rosa (1803) [14].
Nella registrazione del battesimo dell'ultima nata, sia al nome di Giovanni, sia a quello di suo padre Pietro è aggiunto il titolo di Don.

I Finotti

Stemma dei FinottiQuella dei Finotti è una delle famiglie nobili e antiche di Ferrara (Il loro stemma è Arma di rosso a tre fasce contromerlate d'oro, capo d'oro caricato di un'aquila di nero). Una tradizione vuole che Luca Finotti trovasse nel secolo XI nel Po di Volano il miracoloso crocifisso che si venera nella chiesa di San Luca a Ferrara.
Nel XIV secolo vivevano in Ferrara Bonfiglio Finotti e Tommaso del fu Pietro entrambi notai. Da epoca molto remota questa è una famiglia nobile. Un ramo della casata si è estinto ma non quello patrizio dei Conti Lollio-Brancaleoni
[15].

Non sappiamo se la moglie di Giovanni appartenesse a questa famiglia ma nel Giornale del Basso Po n. XVI del 17 Mietitore Anno VI Repubblicano (5 luglio 1798) [16] viene citato un Antonio Finotti, che dovrebbe avere la stessa età del padre di Teresa in quanto sono citati anche i suoi figli come persone già adulte, che viene accusato di essere un aristocratico antidemocratico in quanto ha negato il giuramento di fedeltà alla Repubblica.

Sempre sul Giornale del Basso Po, nel n. XVIII del I Termale Anno VI Repubblicano (19 agosto 1798), c'è un articolo abbastanza confuso dove si attacca Giovan Battista Perini di Pontelagoscuro che era direttore della Dogana dicendo che era patrocinato dal Zannini (probabilmente Giovanni Zannini, figlio di spedizionieri di Pontelagoscuro) di cui era suocero il famoso Finotti.

E' quindi molto probabile che questo Antonio Finotti coincida col padre della moglie di Giovanni Cavallari considerato che l'età è la stessa e l'Antonio Finotti di Ferrara ha già una figlia maritata a Pontelagoscuro con una persona del medesimo ambiente e ceto di Giovanni Cavallari.


[1] - Liber Baptismorum 1764-1801 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[2] - Giovanni Bedani - Memorie storiche di Pontelagoscuro - Ferrara 1905.   <<

[3] - Antonio Dolcetti - Le cronache di Pontelagoscuro a cura di Roberto Balzani - Edizioni Analisi srl, Bologna 1993.   <<

[4] - Memorie per un piano di Regolamento del Porto del Ponte Lag'Oscuro - Biblioteca Comunale Ariostea (Manoscritti Classe I N. 421/2) - pubblicato in Il Lago-Scuro Ponte per la Città a cura di Marica Peron e Giacomo Savioli - Ferrara 1987.   <<

[5] - Archivio di Stato di Roma - Fondo della presidenza del censo - Catasto Gregoriano - Ferrara, mappa e brogliardi di Pontelagoscuro. (consultabile anche tramite Internet nell'ambito del Progetto Imago.   <<

[6] - Catasto Carafa - compilato nel 1779 per la tassazione dei terreni dei tre comprensori del Polesine di Ferrara, di San Giorgio e della Transpadana Veneta - è conservato presso i Consorzi di Bonifica del I e II Circondario - nel 2005 è stato digitalizzato su DVD-ROM.   <<

[7] - Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giorgio Martire a Bergantino, consultabile sul sito Family Search.   <<

[8] - Archivio di Stato di Roma - Fondo della presidenza del censo - Catasto Gregoriano - Ferrara, brogliardi di Francolino. (consultabile anche tramite Internet nell'ambito del Progetto Imago.   <<

[9] - Un froldo indica un argine lambito direttamente dalla corrente del fiume mentre una giara dice che fra l'argine ed il fiume è interposta una zona di depositi sabbiosi.   <<

[10] - Archivio di Stato di Ferrara - Archivio Notarile - Notaio Contughi Scannabecchi Carlo - M. 1685, p. 2 (1797 - 1804 Testamenti).   <<

[11] - Carta della Pianta del Porto di Ponte Lago Scuro ridotto a Carta Marittima dal Ten.te in primo dell'Armata Citt.o Pietro Ulloa aggiunto al Cap.no di detto Porto, pubblicata a pagina 60-61 in "Il Lago-Scuro Ponte per la Città - a cura di Marica Peron e Giacomo Savioli - Ferrara 1987".   <<

[12] - a cura di Antonio Meloni - Raccolta ferrarese di opuscoli scientifici e letterari di chiarissimi autori italiani - Tomo quarto - Nella stamperia Coleti - Vinegia, 1780.   <<

[13] - Liber Confirmatorum 1718-1811 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[14] - Liber Baptismorum 1801-1826 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[15] - Francesco Pasini e Ferruccio Frassoni - Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara - originale 1914 - ristampa anastatica Edizioni Arnaldo Forni, Bologna 1997.   <<

[16] - Giornale del Basso Po pubblicato in "Giornale del Basso Po [22 marzo 1798 - 6 settembre 1798]. (Sei mesi di Repubblica Cisalpina a Ferrara)" a cura di Giulio Righini - Ferrara 1962.   <<


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