Spazio per comunicazioni urgenti

Adele Bertaglia ed i suoi antenati


Adele Bertaglia

Adele Bertaglia è la mia bisnonna. E' nata nel 1845 a Pontelagoscuro da Pietro Bertaglia di Vincenzo e da Luigia Forlani di Bianco Pellegrino. E' stata la loro unica figlia e quando è nata i suoi genitori avevano rispettivamente 33 e 25 anni.

Suo padre Pietro aveva avuto una carriera alquanto variegata in quanto era stato fabbro ferraio ed anche veterinario. Secondo la tradizione familiare era stato farmacista ma finora non ho trovato conferma a questa notizia, comunque l'ultimogenito di Adele, che si chiamava Luigi, si laureerą poi in Farmacia.

E' comunque da tener presente che allora, nello Stato Pontificio, esistevano i farmacisti di prima e di seconda classe. Quelli di prima preparavano medicine sulla base di una ricetta medica mentre quelli di seconda preparavano medicamenti che non richiedessero l'intervento di un medico, assomigliando quindi agli attuali erboristi.

Adele la troviamo citata nel censimento del 1853 [1] quando ha otto anni. A quell'epoca con lei ed i suoi genitori viveva anche sua nonna paterna (Maria Piacentini fu Giuseppe) che allora aveva 66 anni. Per Pietro Bertaglia, come professione è scritto veterinario e fabbro ferraio.

Da uno Stato delle Anime del 1858 [2] vediamo che cinque anni dopo la situazione non è cambiata (a parte il fatto che hanno tutti cinque anni di più). La famiglia vive in una casa di proprietà di Pietro Bertaglia sita in via del Piacere.

Adele Bertaglia, allora diciottenne, sposa, il 1 giugno del 1863, Antonio Cavallari di Gaetano di due anni più vecchio di lei e quindi ventenne. I testimoni alle nozze sono Ponziano Cavallari di Francesco ed Alessandro Munari.
Chi celebra le nozze è Don Antonio Forlani che era zio della sposa essendo un fratello minore di sua mamma, Luigia Forlani.

Ponziano Cavallari (nato nel 1831) non è un parente del marito ma è figlio di un Francesco Cavallari che, dopo aver iniziato la sua attività a Pontelagoscuro con una bottega di pizzicagnolo, aveva cominciato, con successo, ad occuparsi di spedizioni di merci fino ad diventare padrone di vari magazzini compreso quello dove, nel 1858, era stato ricavato il teatro di Pontelagoscuro.
Alessandro Munari (nato nel 1821), che è agente di commercio, è il marito di Luigia Cavallari di Giuseppe che è prima cugina del padre di Antonio.

Nonostante la parentela dei Munari con i Cavallari è probabile che il testimone della sposa fosse Alessandro Munari in quanto sembrano esserci dei legami fra le due famiglie che risalgono a quando, nel 1815, Luigi Munari fu padrino al battesimo del fratello minore di Pietro Bertaglia e successivamente, nel 1831, Luigi Munari e Vincenzo Bertaglia, nonno di Adele, furono assieme nella Guardia Civica di Pontelagoscuro [3].

Per altro anche fra i Cavallari ed i Bertaglia vi era un'amicizia di lunga data infatti padrino al battesimo di Luigi Natale Bertaglia, nel 1814, fu Giuseppe Cavallari di Nicola e nel 1826, Vincenzo Bertaglia, nonno di Adele, era stato il padrino al battesimo di Domenica Adelaide Cavallari, figlia di Nicola di Antonio Cavallari, nonno del futuro marito di Adele.

Inventario della dote di Adele Bertaglia - 1863Due giorni prima delle nozze, il 30 maggio 1863, fu redatto l'inventario degli effetti, in biancheria ed abbigliamento, che Pietro Bertaglia conferiva come dote a sua figlia Adele.
Si tratta di un elenco lungo più di due pagine dove ogni oggetto ha di fianco il suo valore deciso dallo stimatore che è Ferdinando Astolfi. Il valore totale è di 1223,06 lire. Gli oggetti più di valore sono quelli di seta. Il cappellino della sposa è costato, da solo, 40 lire e la veletta 10.

L'inventario è suddiviso in biancheria da letto (dove la componente di maggior valore sono sei lenzuoli di lino per un totale di 75 lire), camice, calze, ecc. ed effetti usati e vestimenti (dove è compresa anche della seta ancora da utilizzare per un valore di ben 200 lire ed una mantiglia di seta nera dal valore di 30 lire). Vi sono poi due paia di boccole ed uno spillone per un valore di 95 lire ed infine 177 carati di filo d'oro per ricami per un valore di 94 lire e 16 centesimi.

Il marito di Adele era l'unico figlio maschio di Gaetano Cavallari che facesse lo spedizioniere e cioè si occupasse del commercio sul Po allora fiorentissimo e fonte di grande ricchezza per tutta Pontelagoscuro. Gaetano possedeva varie case con anche una bottega ed una stalla in via Mare ai civici dal 135 al 140 oltre al 144 ed il 145 e alla casa di abitazione al 143. Inoltre aveva due depositi doganali in Piazza del Po ai civici 236 e 237.

Antonio era cresciuto nella casa del padre sita in via del Mare al 143 ma quando si sposa (o forse un po' dopo, quando nascono i primi figli) si trasferisce nella vicina casa sita al numero 140 di via del Mare. Si tratta di una casa di due piani ed otto vani che confina a nord con via Buca e a sud con l'argine della via Mare e ad ovest con le altre proprietà dei Cavallari.

Antonio Cavallari ed Adele Bertaglia hanno sette figli che raggiungono l'età adulta: Ada (nata nel 1864), Bianco (1865), Agostino (1871), Giuseppe (1875), Augusto (1884) e Luigi (1887) e due che muoiono da piccoli: Gaetano (1877) e Maria Luisa (1879).
Dato che la ditta del padre di Antonio si intitolava già da tempo ad Antonio e Gaetano essendo stato Antonio il nome del nonno del mio bisnonno, tutti i figli ricevono come primo o secondo nome Gaetano affinché, si potesse lasciare invariato il nome del ditta con chiunque di loro ne avesse preso in futuro la gestione.

Nel 1875 muore Gaetano Cavallari, suocero di Adele Bertaglia, e così Antonio Cavallari, assieme a sua sorella Alceste, eredita tutte le sopra elencate proprietà del padre con un usufrutto di sua mamma Rosa Paganini, vedova di Gaetano, sulla casa di abitazione [4].

Adele Bertaglia - 1877Di Adele Bertaglia abbiamo una fotografia dove compare assieme a suo marito Antonio Cavallari e dove lei è in stato avanzato di gravidanza. Dato che la foto è stata scattata dopo un lauto pranzo per un qualche festeggiamento, anche suo marito non è venuto al meglio ma appare un po' assonnato.

Mia zia Ada, che ha aveva conosciuto Adele Bertaglia, si ricordava come la nonna raccontasse che quella foto era venuta proprio male perché, quando era stata scattata, il nonno aveva un po' troppo festeggiato e lei era incinta del povero Gaetano.
Questa notizia le faceva datare la foto attorno al 1878 pensando che fosse questo l'anno di nascita di Gaetano che morì intorno ai trent'anni e che per questa ragione veniva ricordato come il povero Gaetano.

Successive ricerche hanno però mostrato che di Gaetano ce ne stati due: il primo era nato il 16 giugno 1877 e morì da piccolo ed il secondo era nato il 22 giugno 1881 e che morì intorno ai trent'anni. E' molto probabile che quando Adele Bertaglia diceva il povero Gaetano si riferisse al primo dei due e cioè a quello morto da piccolo e che quindi la foto sia stata scattata nella primavera del 1877.

Antonio Cavallari e Adele Bertaglia - 1877Non so dove sia stata scattata questa foto in quanto è stata realizzata da Angelo Sorgato (1830 - 1894) che aveva uno studio a Bologna nel Palazzo Frati in via Miola 1079 ma che aveva anche altri due studi a Modena e Venezia [5]. Però, considerato che la sposa appare in avanzato stato di gravidanza e che quindi non poteva certo fare lunghi viaggi, è probabile che i fotografi si fossero recati a Pontelagoscuro in occasione della tradizionale ed antichissima (era iniziata nel 1563) Sagra della prima domenica di maggio (che, nel 1877, cadeva il giorno 6).
Per altro il fatto che, sul retro della foto, siano indicati anche i due stabilimenti di Venezia e di Modena permette di datare la foto fra il 1872 ed il 1883, cosa che quadra perfettamente con la data del 1877.

Tra le foto antiche dei Cavallari ve ne sono solo altre due scattate da questi fotografi e rappresentano una ragazza ed un ragazzo. E' molto probabile che siano state scattate nella stessa occasione di quella con Antonio Cavallari ed Adele Bertaglia e rappresentino Ada Cavallari che a quell'epoca aveva 13 anni e Bianco Cavallari che ne aveva 12 (ed in effetti il ragazzo della foto assomiglia al Bianco Cavallari di foto molto più tarde).

Ada Cavallari - 1877La ragazza della foto assomiglia straordinariamente ad Adele Bertaglia tant'è che, per qualche tempo, ho pensato che potesse essere una foto di Adele Bertaglia all'epoca del matrimonio ma poi le notizie che ho trovato sullo studio fotografico Sorgato mi hanno fatto scartare ques'ipotesi.
Comunque questa foto può dare un'idea di come potesse essere stata carina Adele Bertaglia da giovane.

Il marito di Adele, Antonio Cavallari, muore nel 1914 a 71 anni di età e viene sepolto nel cimitero di Pontelagoscuro che allora si trovava a sud di Borgo Tavernello. I figli di Adele si sono trasferiti quasi tutti in altre città ed Adele vive così con Bianco che è l'unico dei suoi figli che continui a vivere a Pontelagoscuro.

Mio padre si ricordava bene di quando andava a Pontelagoscuro a trovare la nonna e lo zio nella casa vicina all'argine del Po. Anche una sua cugina, pił anziana di lui, mi ha raccontato di come apprezzasse le visite alla nonna che le regalava delle monetine e che le parlava con un linguaggio schietto diverso da quello degli altri adulti che la trattavano invece come una bambina.

Adele Bertaglia muore, in via Mare 57, il 29 gennaio del 1931 ad 86 anni d'età e viene sepolta accanto al marito. Nello stesso anno inizia la costruzione del nuovo cimitero di Pontelagoscuro, che esiste tuttora, e dell'annessa chiesetta di proprietà dell'Opera Pia Braghini Rossetti.

Negli anni successivi vari defunti vengono trasferiti nel nuovo cimitero ma non so se, allo scoppio della II Guerra Mondiale si fosse già arrivati a svuotarlo. Anni fa un nipote di Adele, che viveva ancora a Pontelagoscuro, mi disse che il vecchio cimitero fu completamente distrutto sotto i bombardamenti e che sembra siano state raccolte le ossa di Adele e quelle di suo marito e siano state messe in una tomba nel nuovo cimitero di Pontelagoscuro che era stata fatta costruire dai figli di Adele e che portava la scritta Fratelli Cavallari.

Su questa tomba, che esiste tuttora, non compare però alcuna scritta relativa a loro ed i loro nomi non compaiono nell'elenco dei defunti che vi sono sepolti anche se c'è da tener presente che i dati più vecchi relativi a questo cimitero non sono stati inseriti nei moderni archivi informatizzati.

Pietro Bertaglia

Pietro Bertaglia è il nonno materno del mio nonno paterno. E' nato alle ore 18 di lunedì 3 agosto 1812 a Pontelagoscuro da Vincenzo Bertaglia di Pietro e da Maria Piacentini di Giuseppe ed è stato battezzato il giorno successivo. Come secondo nome ha avuto Antonio.

Firma di Pietro Bertaglia - 1846Tra i documenti inerenti a Pontelagoscuro pubblicati dal Comune di Ferrara nel 1989 ne troviamo vari che citano Pietro Bertaglia [6]. Il primo è del maggio 1846 e consiste nella richiesta di un permesso per poter esportare a Ferrara una grossa quantità di rottami di ferro.
La richiesta è firmata da Pietro Bertaglia ed ho così potuto ricuperare la sua firma autografa.

Il secondo documento è un elenco delle spese straordinarie sostenute dal Sindaco di Pontelagoscuro nel primo semestre del 1849. Al primo di giugno sono segnati dieci scudi pagati al fabbro Bertaglia per un rampone nuovo da applicare allo stemma pontificio. E' molto buffo che, nello stesso giorno, vengano pagati ben 34 scudi ad un certo Billora per aver messo e tolto due volte lo stemma in questione. Evidentemente i sovvolgimenti del 1848 e del 1849 avevano portato a diversi cambi di regime!

Lo troviamo poi, per la terza volta, in un documento del 1853 che elenca la tassa annua dovuta dagli esercenti le professioni liberali. Pietro Bertaglia vi compare come veterinario e deve pagare una tassa di uno scudo e cinquanta baj.

Questa commistione di mestieri potrebbe far pensare che si tratti in realtà di due Pietro Bertaglia distinti ma il censimento del 1853, già citato, mostra invece che si tratta sempre della stessa persona infatti all'indicazione della professione vi è scritto veterinario e fabbro ferraio.

Prime righe dell'inventario della dote di Adele Bertaglia - 1863Pietro Bertaglia sposa Luigia Forlani, figlia di Bianco Pellegrino. Dai due, nel 1845, nasce un'unica figlia: Adele. Pietro Bertaglia è sicuramente vivo nel 1863 quando si sposa sua figlia Adele dato che è lui che le concede la dote ma ignoro quando sia morto anche se due righe poco chiare, aggiunte in calce al contratto per la dote e datate 5 novembre 1869, nelle quali Antonio Cavallari dichiara di aver ricevuto 10.000 lire, fanno pensare che Pietro fosse vivo anche in tale data.

Dai Catasti censuari del 1877 apprendiamo che, a quella data era già morto e che sua figlia Adele aveva ereditato una casa sita in via del Pentimento, 298 ed una bottega in Piazza Pace che allora era affittata ad un lattoniere.

I Bertaglia

Stemma dei BertagliaIl cognome Bertaglia è tipico del Veneto ma lo si trova citato anche nel Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara [7] dove si possono trovare queste notizie: BERTAGLIA D'oro al leone d'azzurro tenente un berrettone da dottore di nero: capo d'azzurro caricato di tre stelle d'oro e sostenuto da una fascia di rosso. Oriundi del Veneto: Giovanni Felice e Romualdo dottori in legge (1708).
Viene inoltre specificato che il dott. Giovanni Felice Bertaglia fu consigliere del 2° ordine nel 1748

Nel Catasto Carafa [8], che risale al 1779, sono segnati numerosi Bertaglia che possedevano molte terre sulla riva del Po poste a Garofalo in direzione di Raccano e quindi poco distanti da Pontelagoscuro anche se sulla riva opposta del Po. Si tratta infatti del punto dove il Po, prima di giungere a Polesella, devia decisamente verso nord.
L'entità della zona posseduta dai Bertaglia è tale che, per lungo tratto, la golena del Po è indicata come Golena Bertaglia.

Benché i proprietari siano molti, tutte le proprietà sono vicine anche se la stragrande maggioranza di esse appartiene ad un'unica persona che è anche l'unica ad avere il prefisso Sig. davanti al proprio nome. Ciò fa pensare ad un'unica grande proprietà trasmessa sempre al primogenito tranne alcune piccole zone lasciate ai fratelli, più per costruirvi la propria casa che per ricavarne di che vivere.

Nel Catasto Carafa sono presenti due diversi gruppi di carte che descrivono entrambi questa zona. Uno, che è quello più rovinato, appare meno curato e rappresenta forse una malacopia del seguente che probabilmente è di poco successivo e riporta qualche piccola ma interessante differenza.

Il più grosso proprietario è il Sig. Odoardo Bertaglia che nel primo gruppo di carte risulta essere proprietario della particelle del primo foglio comprese fra 19 e 24 oltre alla 26, 28 e 29. Si tratta di un'area molto grande che confina ad ovest e a nord con lo Scolo de Garofalo, ad est col Po ed a sud un canale che usciva da un chiavichino posto sullo Scolo de Garofalo e che probabilmente sostituiva il condotto vecchio di Garofalo che attraversava le terre di Odoardo Bertaglia un po' più a nord.

Ad Odoardo manca la proprietà delle particelle 25 e 27. Quest'ultima risulta essere di proprietà di Giovanna Bertaglia e consiste in una piccola superficie, con anche un casa, situata nella zona nord di una parte dei terreni che si trova al di là dell'argine maestro ma protetta anch'essa da un argine.
E' quindi probabile che Giovanna fosse una sorella o una zia di Odoardo.

La particella 25 invece risulta essere di proprietà di un certo Franco Padini e ciò è strano perché si tratta di un campo incuneato in mezzo alle proprietà di Odoardo posto sulla strada che porta alla casa padronale dei Bertaglia.

Si potrebbe pensare che si tratti di qualcuno che ha sposato una Bertaglia che ha avuto in dote quel campo ma la lettura del secondo gruppo di carte svela l'arcano: il proprietario infatti non è Franco Padini bensì Francesco Bertaglia detto Padin che possiede anche un'altra particella (la 185) della quale però è usuario Odoardo.
Si tratta quindi sempre di un Bertaglia e probabilmente si trattava di un fratello minore o di un cugino di Odoardo.

Nel secondo gruppo di carte cambia la numerazione delle particelle (Odoardo possiede quelle dal 170 al 190), la 25 diventa 191 e la 27 diventa 192. Di quest'ultima però cambia anche il proprietario che non è più Giovanna Bertaglia bensì Luigi Bertaglia.

Da queste carte possiamo ricavare anche la superficie posseduta da Odoardo Bertaglia che era di 635 stare e cioè poco più di 68 ettari e mezzo, in gran parte coltivati come abbragliato (seminativo con alberi o viti ed orti) e campagnuolo (solo seminativo). Vi erano poi pochi ettari di prativo (per la fienagione) ma nessuna zona da pascolo. Vi era anche quasi un ettaro di sabbionivo cioè una zona ricca solo di sabbia.

Il pezzetto di proprietà di Giovanna/Luigi Bertaglia è poco meno di due ettari e mezzo e risulta coltivato per poco più di metà con il rimanente a prato mentre quello di Francesco Bertaglia è meno di ettaro e risulta lasciato a pascolo.

Dalle carte più recenti apprendiamo che l'argine che racchiudeva alcune delle proprietà dei Bertaglia site al di là dell'argine maestro era stato costruito nel 1778 ed era pubblico e troviamo anche i nomi che avevano i vari campi di proprietà di Odoardo e che erano: la Punta, i Sabbioni, i Pradazzetti, il Froldo, le Todesche, il Bosco, il Pradazzo, le Forbesare, il Dosso, la Guardà, il Prato del Macero, i Pradetti del Macero, la Guardarella (per la quale risulta essere usuario di Francesco Bertaglia) e il Prato dei Cavalli.

Vi sono poi altri tre Bertaglia che possiedono tre piccoli campi, ognuno dei quali con una casa sopra, che sono continui l'uno all'altro ed anche alle proprietà di Odoardo ma che si trovano a nord di queste ed al là dello Scolo de Garofalo.

Nel primo gruppo di carte queste tre proprietà hanno i numeri 14, 15 e 16 e sono rispettivamente di Giovanni, Giuseppe e Giorgio Bertaglia, nel secondo gruppo hanno i numeri 166, 167 e 168. Per le prime due vengono specificati gli stessi proprietari anche se, per entrambi, viene aggiunto che erano detti Codeghin, mentre per la terza viene indicato come proprietario Pietro Bertaglia detto Pelao.

La proprietà di Giorgio/Pietro era di circa un ettaro e mezzo ed è circa pari alla somma delle altre due. Ciò fa supporre che si trattasse di un'unica proprietà (forse di un fratello minore di un avo di Odoardo) divisa fra due fratelli, uno dei quali era Giorgio, padre di Pietro e l'altro, probabilmente soprannominato Codeghin,che era il padre di Giovanni e Giuseppe.

Continuando lungo il Po, dopo la golena Bertaglia, c'era un breve tratto di froldo (cioè di un punto dove l'argine dà direttamente sul fiume) poi c'è di nuovo una golena che, nel tratto più a sud, si chiama golena Lombardi, ma che, nel tratto più a nord (già in territorio di Raccano), si chiama di nuovo golena Bertaglia.

Nelle carte di Raccano su questa golena sorge una grossa costruzione che però non risulta censita perché, essendo in golena, non era soggetta ai contributi alla Confederazione dei Lavorieri. Poco distante vi è un terreno, di meno di un ettaro ma con una casa sopra, che era di proprietà di Francesco Bertaglia detto Padin.

I terreni dei Bertaglia a Garofalo e Raccano - 1779

Ulteriori notizie su questi Bertaglia le abbiamo in un opuscolo, scritto dall'Arciprete di Raccano e Polesella e stampato nel 1745 [9], dove si dice che questi terreni erano di proprietà degli Eccellentissimi Don Romualdo e Gian Felice Bertaglia.

Vi si sostiene anche che fosse presso quella che era la più grande delle golene col loro nome che vi era una chiavica, detta del Sarasino, che permetteva al Canal Littiga di entrare nel Canale de' Buoi antecedentemente alla rotta di Ficarolo del XII secolo.

Il Froldo Saracino in una antica cartaCiò sembra veramente improbabile ma la notizia interessante è che, a quei tempi, si vedevano ancora, di sotto alla golena maggiore, muri e marmi diroccati che, secondo il popolo, appartenevano al palazzo della Nobil Famiglia Sarasina.
Sarasin o Saresin è il cognome di varie famiglie veneziane, una delle quali ha dato il nome a Calle Sarasina, presso la Riva di Biasio, che esiste tuttora [10].

In una antica carta, pubblicata nel 1658 [11], proprio in quel punto, viene indicato un Froldo Saracino. Per quanto riguarda il palazzo è molto probabile che si tratti di quello distrutto durante la Guerra del Sale di cui parla Marin Sanudo [12] che lo vide in rovina nel 1483: uno loco apelato Garofallo dove era palazo dil Duca, nunc brusado il coperto, roto la fanestre, et vastato; da la banda di là è la rota facta per Nadal da Mosto, qui tunc era Prefecto di la classe inferior.
E' molto interessante l'accenno alla rotta provocata dai veneziani per scopi bellici dal lato del Po verso Ferrara perché anche l'antica carta riporta una rotta proprio in quel punto.

Il Bertaglia più famoso del XVIII secolo è Don Romualdo Bertaglia che proveniva anche lui da questa famiglia di Garofalo. Ne parla Luigi Ughi, nella sua opera sugli uomini illustri ferraresi [13] ma di lui non dice molto:

agrimensore e Perito nella metà di questo secolo XVIII, fu grandemente istruito nelle matematiche, e di lui ci rimane pubblicato colla stampa tra le sue altre sue relazioni il progetto di arginare a destra il Po di Primaro del 1758. Egli sta sepolto nella Chiesa delle Stimmate.

Su di lui molto di più ci racconta Giammaria Mazzuchelli [14] che scriveva quando il Bertaglia era ancora vivo. Da lui apprendiamo che Romualdo Bertaglia nacque intorno al 1688, che si laureò in legge (e quindi il Romualdo citato nel Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara è sicuramente lui) e che si dedicò poi alla matematica specializzandosi nell'idrostatica. Come esperto di idraulica fu chiamato a Roma parecchie volte e fu richiesto anche a Ravenna, Mantova, Bologna e Fano. Pubblicò varie opere, parecchie delle quali riguardanti il problema della sistemazione idraulica del Reno e se fosse conveniente immetterlo nel Po.

Di lui ci parla anche il Frizzi nelle sue Memorie per la storia di Ferrara [15], sempre a proposito del problema della sistemazione idraulica del Reno. Da quest'opera apprendiamo anche che Romualdo Bertaglia morì il 26 agosto 1762.

Lo troviamo citato anche nelle Memorie della mia vita del Frizzi [16] dove Giuseppe Agnelli, bibliotecario della Comunale di Ferrara e curatore della pubblicazione avvenuta postuma, inserisce degli appunti presi da un quadernetto inedito del Frizzi [17] dove si parla del Bertaglia che fu maestro del famoso Teodoro Bonati, a sua volta professore del Frizzi.

Queste note sono molto interessanti anche perché ci informano che Romualdo Bertaglia proveniva dalla famiglia di Garofalo. La data di morte indicata differisce da quella presente nelle Memorie per la storia di Ferrara ma non so quale sia quella giusta.

Il Sig. Dott. Bertaglia fra i Matematici e Periti è l'oracolo del paese. Egli deriva dalla Villa di Zocca o Garofalo. E' sacerdote e dottor di leggi in Ferrara. Quando andò a Roma sotto il pontificato di Benedetto XIV si fece grande onore. In sua gioventù è stato il promotore dell'Allegria, mentre convocava tutta l'onesta gioventù in sua casa o ne' prati della Montagnola e l'esercitava in tutte le sorta di giuochi e divertimenti onesti e vari. Dopo di lui la gioventù è caduta nell'ozio, nella effeminatezza e nella melanconia. Egli ha scritte moltissime operette, progetti, dissertazioni, visite e simili in difesa de' Ferraresi contro Bologna e Ravenna per le controversie delle acque. Era uomo ardente e di petto: dicea il suo sentimento apertamente, il che gli procurò alcun nemico. Avea una comunicativa infelice e tarda, ma però il suo discorso era rettissimo. Nel 1761 stette a Roma trattenutovi dal Papa col Dott. Bonati da Bondeno suo scolare per asciugar le Paludi Pontine. Morì li 26 Agosto 1763.

Ho trovato anche una citazione relativa ad un tal Pacifico Bertaglia ma il fatto che anch'egli sia un esperto di idraulica, che sia vissuto nello stesso periodo di Romualdo e che il suo nome compaia in una sola opera [18] mi fa pensare che possa trattarsi di un errore e che la citazione riguardi invece Romualdo. Di lui si dice:

Presentò il 20 giugno 1744 la sua relazione tecnica contro il porto-canale Marini e a favore del porto-canale Corsini, proponendo lavori che furono successivamente attuati.

Nei documenti dell'Archivio Parrocchiale di Pontelagoscuro i primi Bertaglia li ho trovati entrambi citati nel 1810, nel Libro delle Cresime [19]: una è Maria Maddalena Bertaglia madre del cresimando Francesco Salara di Giuseppe e l'altro è Vincenzo Bertaglia di Pietro, nonno di Adele.

Vincenzo Bertaglia è padre di Maria Teresa nata nel 1805. Dato che non ho trovato traccia del battesimo di questa bambina può darsi che Vincenzo si sia trasferito a Pontelagoscuro dopo il 1805 ma potrebbe anche darsi che sua moglie, Maria Piacentini di Giuseppe, abbia voluto avere il primo figlio a casa dei genitori.

Una Teresa Bertaglia fu Vincenzo è citata nello Stato delle Anime del 1858 ma la sua età risulta essere di 48 anni, sarebbe quindi nata nel 1810 e non nel 1805.
Si può pensare ad un errore ma è più probabile che la prima Teresa sia morta giovanissima ed una successiva figlia sia stata chiamata come lei. In questo caso, dato che anche il battesimo di questa seconda Teresa non compare nell'archivio parrocchiale di Pontelagoscuro, si può supporre che Vincenzo Bertaglia si sta trasferito a Pontelagoscuro fra il 1810 ed il 1811.

Teresa Bertaglia ha sposato Carlo Baroni fu Paraclito, impiegato di dogana, ed hanno due figli: Vincenzo di sedici anni e Livia di quattordici. Con loro vive anche una domestica ventiduenne

Anche Piacentini non è un cognome tipico di Pontelagoscuro: nell'archivio, oltre a Maria, ho trovato citati solo altri due Piacentini, entrambi nel libro delle Cresime del 1778: Anna Maria madre del cresimando Giovanni Bruschi di Filippo e Giuseppe, padrino del cresimando Carlo Amatori di Pietro.

In entrambi casi si tratta di famiglie benestanti di Pontelagoscuro ma la cosa più interessante è che Giuseppe, che ha l'età giusta per poter essere il Giuseppe padre di Maria, non è di Pontelagoscuro bensì di Papozze.

Stemma dei Piacentini di Ferrara e BolognaNel Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara, già citato, sono riportate due famiglie Piacentini che vivevano da lungo tempo nel ferrarese.
La prima era oriunda di Bologna ed aveva lo stemma così descritto: d'oro alla fascia d'argento, capo d'azzurro caricato da una rosa di rosso. A questa famiglia appartennero Ruggiero Piacentini, dottore di leggi e professore universitario (1611), Luigi Piacentini che fu Consigliere del 2° ordine nel 1610 ed il gesuita Matteo Piacentini che prese il nome di Padre Desiderio e fu oratore e poeta (1626).

Stemma dei Piacentini di Ferrara e BolognaLa seconda famiglia era oriunda di Padova e più anticamente da Piacenza ed aveva lo stemma partito d'azzurro e di rosso. A Padova è segnalata fin dal 1210 quando Jacopo dei Piacentini fu Podestà di quel Comune.

Non c'è però alcun dubbio su fatto che né Vincenzo Bertaglia, né suo padre Pietro siano nati a Pontelagoscuro. Considerato che il Pietro Bertaglia detto Pelao di Garofalo avrebbe circa l'età giusta per essere il Pietro padre di Vincenzo è possibile che le due figure coincidano tanto più che i proprietari del terreno confinante con quello di Pietro erano Elisabetta e Vincenzo Gubertini.

Dato che allora era frequente che un bambino prendesse il nome del padrino al battesimo non è impossibile questo Vincenzo Gubertini sia stato il padrino del nostro Vincenzo, tanto più che le due proprietà hanno caratteristiche del tutto equivalenti e che a quella dei Gubertini si arrivava per un vialetto che attraversava quella dei Bertaglia cosa che può far supporre che si trattasse un tempo di un'unica proprietà e che anche Elisabetta fosse una Bertaglia andata poi in sposa a Vincenzo Gubertini.

Nel libro dei battesimi [20] troviamo cinque battesimi di figli delle coppia Vincenzo Bertaglia e Maria Piacentini: Luigia (1811), Pietro (1812), Luigi Natale (1814), Luigi Primo (1815) e Domenica (1817). Solo di Pietro, padre di Adele, ho ulteriori notizie.

Rimane infine da segnalare che, nel documento, già citato, del 1853 che elenca la tassa annua dovuta dagli esercenti le professioni liberali si trova anche un Dott. Giovanni Battista Bertaglia che è medico chirurgo a Ravalle e che paga una tassa annua di 2 scudi e 50 baj. Non so se sia collegato o no ai Bertaglia miei antenati.

I Forlani

Forlani è un cognome diffuso, fin dai tempi antichi, in varie zone del ferrarese. A Pontelagoscuro era presente un ramo di questa famiglia fin dal XVII secolo. Dei Forlani ferraresi e di quelli di Pontelagoscuro parlo diffusamente in una mia pagina sulle famiglie pontesane alla quale rimando [>>] mentre qui parlerò solo dei Forlani miei antenati.

Luigia Forlani è la madre di Adele Bertaglia ed è quindi la nonna materna di mio nonno paterno. Nasce nel 1820 ed ho trovato sue notizie sia nel censimento del 1853, sia nello Stato delle Anime del 1858. Nel primo documento sua padre è citato come Bianco Pellegrino e nel secondo è chiamato semplicemente Pellegrino.

Dal secondo documento apprendiamo anche che, a quella data, Pellegrino Forlani è ancora vivo ed ha 65 anni, è quindi nato intorno al 1793. Suo padre si chiamava Isidoro. E' spedizioniere ed abita in vicolo del Pentimento in una casa di sua proprietà. Con lui vive il trentatreenne Don Antonio Forlani che è sicuramente un suo figlio.

Dal libro delle Cresime apprendiamo che un Pellegrino Forlani è padre di Maria, nata nel 1803. Sua moglie si chiama Antonia Veratelli. E' impossibile che si tratti del medesimo Pellegrino padre di Luigia (a meno di qualche errore nelle date).
Può darsi che vi fossero due Pellegrino Forlani e potrebbe essere questo il motivo per cui il padre di Luigia è chiamato Bianco Pellegrino nel primo documento.

Isidoro Forlani è citato tre volte nel libro delle Cresime: due come padrino ed una come genitore di un cresimando. Nel 1778 è padrino di Gaetano Crivelli di 11 anni, figlio di Zaccaria e Francesca Forlani, nel 1796 è padrino di Giuseppe, figlio di Antonio ed Angela Piziemilia mentre, nel 1783, è padre di Giosuè Forlani che ha sei anni.
Da quest'ultimo documento apprendiamo anche il nome di sua moglie e (probabile) madre di Bianco Pellegrino che è Caterina Guazzaloca (scritta, però, come Guazaloccha).

Dal contratto di nozze fra Antonio Cavallari (di Giuseppe) ed Eurosia Zanchetti che viene registrato dal notaio il 13 gennaio 1780 [21] e del quale Isidoro Forlani è testimone apprendiamo il nome del padre di Isidoro che era Girolamo Forlani.

Nel libro dei Battesimi troviamo citato varie volte Isidoro Forlani: nel 1770 è padrino di Chiara Trapelli di Lorenzo ed in questa occasione viene scritto di Girolamo, nel 1774 è padrino del figlio di Carlo Stanghellini ed in questa occasione viene scritto fu Girolamo in che fa pensare che Girolamo sia morto tra il 1770 ed il 1774, nel 1775 è padre di Ursula Maria (ed il nome della madre è Maria Caterina Guazzalocca) e nel 1777 è padre di Maria Teresa (e della madre si dice che era figlia di Giuseppe Guazzaloca).

La nascita di Maria Teresa nel 1777 è in contrasto con l'affermazione che Giosuè Forlani avrebbe avuto sei anni nel 1783 e sarebbe quindi nato anche lui nel 1777 dai medesimi genitori. E' probabile che sia sbagliata l'età indicata nel libro delle Cresime ma potrebbe anche darsi che i due fossero gemelli e ci si sia dimenticati di segnare il nome di Giosuè

Nel 1770 troviamo anche citata Rosa Forlani come madrina di Francesco Marani. E' figlia di Girolamo Forlani e moglie di Sante Trapelli. Si tratta evidentemente di una sorella di Isidoro. Nel libro delle Cresime troviamo citati due suoi figli: Luigi, che riceve la Cresima nel 1774 all'età di sette anni e Angelo, che riceve la Cresima nel 1778 all'età di sei anni.


[1] - Archivio delle Delegazioni (Pontelagoscuro) Busta 57 Anno 1853 - presso Archivio Storico Comunale di Ferrara.   <<

[2] - Stato delle Anime - 1858 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[3] - Mostra di immagini e documenti di Pontelagoscuro a cura di R. Menegatti e G. Savioli - Ferrara, 1978.   <<

[4] - Catasti Censuari - 1877 - presso Archivio Storico Comunale di Ferrara.   <<

[5] - a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini - Fotografia & fotografi a Bologna: 1839-1900 - IBC - Casalecchio di Reno, 1992.   <<

[6] - Documenti del vivere quotidiano a Pontelagoscuro dalla Restaurazione all'Unità - Assessorato alle Biblioteche e agli Archivi del Comune di Ferrara - 1989.   <<

[7] - Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara compilato dal conte Francesco Ferruccio Pasini Frassoni - Edizioni Forni - Bologna 1969 - (ristampa anastatica dell'originale, Roma 1914).   <<

[8] - Catasto Carafa - compilato nel 1779 per la tassazione dei terreni dei tre comprensori del Polesine di Ferrara, di San Giorgio e della Transpadana Veneta - è conservato presso i Consorzi di Bonifica del I e II Circondario - nel 2005 è stato digitalizzato su DVD-ROM.   <<

[9] - Domenico Cullatti - Breve trattato storico, e cronologico dell'Origine delle Parrocchie, e de' Parrochi, e del loro Ministero - Appresso Simone Occhi - Venezia, 1745.   <<

[10] - Giuseppe Tassini - Curiosità veneziane - ed. Fuga - Venezia, 1915.   <<

[11] - Alberto Penna - Carte generali e particolari di tutto lo Stato di Ferrara levate dagli originali di Bartolomeo Gnoli e di altri ancora - in Ferrara l'anno 1658 - Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara - Collocazione N.A. 49 [ne esiste una versione elettronica realizzata da Luca Gavagna ed Alessio Ricci].   <<

[12] - (a cura di Rawdon Brown) Marin Sanudo - Itinerario di Marin Sanuto per la terraferma veneziana nell'anno MCCCCLXXXIII - Dalla Tipografia del Seminario - Venezia, 1847.   <<

[13] - Luigi Ughi - Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi - Tomo I - per gli eredi di Giuseppe Rinaldi - Ferrara, 1804.   <<

[14] - Giammaria Mazzuchelli - Gli scrittori d'Italia - Volume II, Parte II - presso a Giambattista Bossini - Brescia, 1760.   <<

[15] - Antonio Frizzi - Memorie per la storia di Ferrara - Tomo Quinto postumo ed ultimo - per gli eredi di Giuseppe Rinaldi - Ferrara, 1809.   <<

[16] - Antonio Frizzi - Memorie della mia vita - a cura di Giuseppe Agnelli - Tipografia Taddei - Ferrara, 1898.   <<

[17] - Antonio Frizzi - manoscritto autografo conservato presso la Biblioteca Comunale (Ariostea) di Ferrara - (Mss. Cl. I n. 527 cart I, 13).   <<

[18] - Umberto Moretti - Per la storia del Porto-Corsini di Ravenna in Atti del Congresso Internazionale di Scienze Storiche - (Roma, 1-9 aprile 1903) - Volume X, Atti della Sezione VI: Storia della Geografia, Geografia Storica - Tipografia della R. Accademia dei Lincei - Roma, 1904.   <<

[19] - Liber Confirmatorum 1718-1811 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[20] - Liber Baptismorum 1801-1826 dell'Archivio Parrocchiale della Chiesa di San Giovanni Battista a Pontelagoscuro.   <<

[21] - Archivio di Stato di Ferrara - Archivio Notarile - Notaio Contughi Scannabecchi Agricola - M. 1609, p. 2 (1779 - 1796).   <<


Tophost

Questo sito non utilizza cookie

Copyright © Andrea Cavallari
Tutti i diritti sono riservati