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Origine del cognome Cavallari


L'ipotesi ufficiale

In Brasile alcuni appartenenti a famiglie Cavallari e Cavallaro hanno pubblicato, in un sito internet, i risultati delle loro ricerche sui propri antenati di origine italiana.

Stemma dei Cavallaro Non si tratta di miei antenati in quanto i Cavallari derivano da un Fortunatto Cavallari [1] nato nel 1812 dalle parti di Verona e i Cavallaro da un Giovanni Battista di Rovigo [2]. E' però interessante che in questo sito siano anche pubblicate le notizie ottenute da una società genealogica commerciale [3] che, oltre ad indicare lo stemma di famiglia dei Cavallaro (d'azzurro al cavallo inalberato d'oro, alato dello stesso), spiega anche quelle che sono le comuni origini dei cognomi Cavallaro e Cavallari.

Vi è scritto: In primo luogo il cognome può essere di origine professionale derivante dal mestiere che faceva il portatore originale. In questo caso l'origine del nome è la parola cavallaro che significa letteralmente guardiano di cavalli, sensale di cavalli o capo di una carovana di cavalli da soma. Alternativamente il nome può basarsi sulla località dove risiedeva o possedeva della terra il portatore originario. In questo caso l'origine del nome è nella città italiana di Cavallaro.

La seconda ipotesi appare abbastanza assurda in quanto in Italia non esiste nessuna "città" che si chiami Cavallaro e le pochissime località che si chiamano Cavallaro o Cavallari sono frazioni microscopiche che ben difficilmente hanno dato origine al cognome di qualcuno e che più facilmente hanno preso il loro nome da qualcuno.

C'è un sito che si occupa di cognomi che riporta anch'esso questa ipotesi e si spinge addirittura a citare alcuni toponimi dai quali potrebbe essere derivato il cognome Cavallari e tra questi cita perfino Ca' Cavallara che si trova vicino a Ferrara.
Peccato che questo esempio sia completamente sbagliato in quanto Ca' Cavallara si chiama così perché i Cavallari miei antenati hanno posseduto, per alcuni secoli, i terreni circostanti tant'è che il vicino argine del Po è stato chiamato Froldo Cavallaro per più di un secolo [4].

La prima ipotesi appare invece plausibile anche si tratta semplicemente della definizione di cavallaro presa dal vocabolario con l'esclusione di uno dei significati della parola cavallaro (colui che porta messaggi a cavallo).

Sembra tutto ben spiegato ma siamo sicuri che sia proprio così e che tutti Cavallari e i Cavallaro discendano da chi nella vita faceva il cavallaro?

Alcuni dubbi

Sempre dal vocabolario si apprende che la parola cavallaro è una variante regionale della parola cavallaio però mentre in Italia troviamo sugli elenchi telefonici moltissimi Cavallari (2097) e Cavallaro (4508) non vi si trovano né Cavallai, né Cavallaio.

Si potrebbe pensare che ciò dipenda dal fatto che la parola cavallaro sia più antica di cavallaio ma così non è. Dal Tesoro della Lingua Italiana delle Origini [5] si vede che la prima occorrenza in un testo in italiano di cavallaro è del 1363 (in Cronica del fiorentino Matteo Villani) mentre quella di cavallaio è del 1362 (in una cronaca senese).

Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini ci insegna anche che nella stessa epoca (anzi un po' prima in quanto la prima occorrenza è negli Annali di Perugia del 1336) esisteva anche il verbo cavallare che aveva un significato ben diverso dalla parola cavallaro in quanto significava fare scorrerie a cavallo.
Del resto, già nei secoli X e XI, si trova la parola Cavallarios in diplomi scritti in lingua catalana, portoghese e castigliana con il significato di cavaliere. Tale parola era derivata dal francese dove allora ampiamente diffusa, specie nella Francia meridionale e centrale [6].

Si deve però considerare la possibilità che il cognome sia derivato da un termine latino in epoca precedente alla nascita dell'italiano cavallaio e cavallaro tanto più che a Milano troviamo nel 1123 un Giovanni Caballarius ed alcune decine di anni dopo un Pietro Cabalarius [7]. Però, benché sia vero che nel tardo latino caballum indica il cavallo da soma e da tiro e caballarius "colui che è addetto ai cavalli", già nel medioevo caballarius indicava un armato a cavallo e ciò ha dato origine all'italiano cavaliere, al francese chevalier ed allo spagnolo caballero. Un significato ben diverso da quello indicato dai genealogisti professionisti.

La grande antichità di un cognome rende molto improbabile che la sua origine sia dovuta ad un mestiere dato che le persone comuni a quell'epoca di solito non avevano il cognome che ebbe una diffusione generalizzata solo in epoca molto più tarda.
E' vero che l'appellativo Caballarius sopracitato potrebbe non essere stato ancora un cognome, così come gli storici suppongono fosse nel caso di Pantione Caballario [8] che risale addirittura all'epoca longobarda (743) [>>] o di Mauripertulo Caballario che viveva a Lucca nel 761 [9] o anche Civita Caballari cioè città di Cavallaro, citata nell'852, che dipendeva dal monastero benedettino di Cafauria che si trovava sul fiume Pescara dalle parti di Chieti [10] ma si deve tener presente che il Crollalanza cita, tra le famiglie nobili, anche i Cavalara di Cremona [11] che diedero sette decurioni alla patria, il primo dei quali fu Ascanio Cavalara che fu senatore nel 1174 (vicino a Cremona vi è il villaggio di Cavallara che per secoli fu sede di Comune assieme alla frazione Mancapane e che non va confuso con l'omonimo paese di Cavallara nel mantovano).

Inoltre se guardiamo dove sono più fittamente distribuite ora le famiglie con questi cognomi (per quanto, dopo tanti secoli, ciò non sia estremamente significativo) troviamo una straordinaria concentrazione di Cavallari a Comacchio [12] e di Cavallarin a Chioggia, entrambe località circondate dal mare e dalle paludi, mentre i Cavallaro sono in numero elevatissimo a Catania, città portuale. Infine, sempre nell'opera del Crollalanza, tra le famiglie nobili italiane troviamo anche i Cavallaro (o Cavallaris) di Messina.

Altre famiglie Cavallari nobili le troviamo a Lettere che si trova appena a monte della penisola sorrentina [13] e a Lucca, città di mercanti. A questi ultimi dedico una apposita pagina del mio sito [>>]

I Cavallari ed il mare

Il più antico Cavallari di cui avevo trovato notizia era Antonio Cavallari del fu Pietro che nel 1327 ottenne la cittadinanza veneta dopo 15 anni che abitava a Venezia [14] ed ancora una volta avevo trovato una città di mare.

Successivamente ho scoperto che che proveniva da Bologna e proprio nel bolognese ho trovato una citazione ancora più antica del cognome Cavallari. Infatti, fin dal 1245 i Cavallari figurano negli estimi dei terreni a Ganzanigo presso Medicina, importante ed antico borgo del Bolognese [15].
Medicina non si trova sul mare ma era sede di un importante porto vallivo situato presso l'antichissima frazione Buda fino al 1325 e a Portonovo dopo tale data.

Ancora oggi lì vive qualche Cavallari: nel 1950 Romeo Cavallari, un semplice operaio agricolo, ha fondato, assieme ad altri, la Cooperativa Agricola ACLI di Medicina e nello stesso anno vennero acquistate delle tenute in località Buda-Portonovo.

Un altro Cavallari alquanto antico è Puccio Cavallari che, nel 1374, troviamo elencato fra gli Anziani di Pisa, altra città di mare. Il consiglio degli Anziani, che prendeva tutte le decisioni che riguardassero la città era allora composto da Pietro Gambacorta, signore di Pisa, dal capitano di giustizia, da cinque cittadini, dal cancelliere e da un notaio [16].

I miei antenati hanno vissuto per più di due secoli a Pontelagoscuro occupandosi di commercio sul Po ma vi erano giunti nel XVII secolo da Ancona, altro grosso porto di mare. Ora ad Ancona non vi sono più Cavallari ma lì vicino, a Senigallia, troviamo ancora oggi una insolita concentrazione di Cavallari.

Inoltre, vicino a Senigallia, vi era la comunità di Cavallara che fu autonoma fino al 1581 quando venne unita a quella di Mondavio. La troviamo citata nel 1360 nella Descriptio Marchiae Anconitanae ma le sue origini sono molto più antiche dato che il castello di Cavallara compare in un diploma di Ottone III, del 7 marzo 1001, indirizzato al monastero di San Lorenzo in Campo [17].

Tutti questi legami fra i Cavallari e la navigazione non sono sfuggiti e c'è chi ha spiegato l'origine del cognome Cavallari dal mestiere del proprietario o del conduttore dei cavalli che tiravano i barconi che risalivano i fiumi. Questa spiegazione può apparire valida per la Pianura Padana ma non certo per Catania, Ancona o Senigallia, inoltre non ho mai trovato la parola cavallaro in questa accezione del termine. Chi si occupava di barconi tirati da cavalli era detto, sia nel ferrarese che nel bolognese, paròn e chi si occupava dei cavalli cavallante.

Uno dei collaboratori del Centro Genealogico Virtuale - Genealogia Italia ha suggerito che, per la famiglia Cavallaro di Messina, il cognome derivi dal commercio dei cavalli praticato dalla famiglia, dato che i cavalli del medio oriente erano famosi per la razza purosangue e Messina era un buon porto per il Medio Oriente, la Grecia, e l'Italia.
E' una ipotesi suggestiva che unisce le teorie ufficiali sull'origine del cognome col legame col mare ma non si può pensare che possa valere per tutti i numerosi Cavallari d'Italia.

Il legame del cognome Cavallari a città di mare e la scoperta della presenza a Venezia nel 1386 di Alexios Chavalari, ufficiale imperiale di Bisanzio [18], che compare anche, come testimone, in una convenzione fra l'imperatore Giovanni I Paleologo e gli ambasciatori di Genova, firmata il 2 novembre 1382 a Costantinopoli [19], ci fanno guardare al mondo greco dove abbiamo la sorpresa di trovare circa 450 famiglie Cavallari sugli attuali elenchi telefonici oltre a parecchi paesi o località geografiche che si chiamano Kavallari o nomi simili situati in Grecia o a Cipro.

I Cavallari di Grecia

In Grecia l'alfabeto è diverso dal nostro e le lettere doppie non vengono pronunciate per cui, oltre alle famiglie con il cognome Καβαλλαρη che corrisponde esattamente a Cavallari anche come pronuncia, abbiamo delle famiglie Καβαλαρη (con una sola lambda) e Καβαλαρης o Καβαλλαρης (è il singolare e si pronuncia Cavallaris proprio come il cognome alternativo a Cavallaro della famiglia nobile di Messina).
Si tenga presente che, trascrivendo dal greco moderno all'alfabeto latino, la beta può essere trasformata in b se si guarda allo scritto o in v se si guarda alla pronuncia. Il finale in oi non è altro che il plurale secondo le regole antiche.

Facendo qualche ricerca storica orientata al mondo greco si ha la sorpresa di leggere dapprima il cognome Cavallari nell'elenco delle famiglie nobili dei Balcani [20] e di trovare poi, nel sito greco di storia bizantina curato dalla Foundation of Hellenic World, il cognome Kaballarioi [21] fra quelli di tredici famiglie definite di grandi proprietari terrieri facenti parti dell'aristocrazia almeno dal XIII secolo. Infine la lettura del libro L'aristocrazia bizantina [22] ci fa trovare un Caballari [23] proprietario terriero e vestarca [24] già nell'XI secolo.
Il cognome Cavallari si trova anche nel poderoso Dizionario delle famiglie nobili di Grecia, Albania e Costantinopoli pubblicato da Mihail-Dimitri Sturdza [25]. Qui si elencano i Cavallari fra le famiglie nobili di Grecia e si precisa che compaiono anche nel Libro d'oro di Creta ed in quello di Corfù.

I genealogisti greci non hanno dubbi sul fatto che il cognome Cavallari non sia altro che l'italianizzazione del cognome greco Καβαλαρης. In uno studio che esamina come siano stati italianizzati dai veneziani i cognomi degli stradioti [26] al loro servizio nel XVI secolo si fa notare che, nella maggioranza dei casi, si tratta di cognomi albanesi ma che non mancano anche cognomi tipicamente greci fra i quali si elenca anche Καβαλαρης-Cavallari.

Un sito di genealogisti greci che si occupa di ricerche sui cognomi [27] ha pubblicato un elenco di famiglie greche che si sono trasferite in Sicilia tra il X ed il XIII secolo. Fra questi vi è un Kavallaris (Καβαλλαρης) che si è trasferito in Sicilia nel 1144 (quindi molto prima dei Cavallari di Medicina del XIII secolo) e che potrebbe essere l'antenato dei Cavallaris di Messina.

A questo punto è quindi da porsi la domanda da dove derivi il cognome greco Καβαλαρης (Cavallari). La prima cosa che si scopre è che, in greco moderno, questa parola significa esattamente cavaliere nella accezione di armato a cavallo [28]. In Grecia però non vi è stata la tradizione della cavalleria come in occidente e non si deve quindi pensare ad un semplice traduzione del titolo onorifico di cavaliere anche se questa origine del cognome potrebbe essere avvenuta per un numero limitatissimo di casi durante l'esistenza dei regni latini d'Oriente [29].

L'origine del cognome è invece da far derivare dal corpo dei Kabalarioi [30] creato dai Bizantini nel VI secolo dopo gli scontri con gli Unni e gli Avari. Si tratta di cavalieri con il solo torso protetto da armatura e con la cavalcatura dotata di una parziale bardatura ed armati di lancia ed arco. Erano quindi molto più mobili dei più famosi catafratti ed abili nell'uso dell'arco durante la corsa del cavallo. Furono impiegati con ottimi risultati già nel 562 quando Narsete sconfisse l'armata persiana di Cosroe I e fu proprio la carica dei kavallarioi, sul fianco della schieramento nemico, a scompaginare definitivamente l'esercito persiano.

Mark C. Bartusis, professore di Storia al Northern State College di Aberdeen, non concorda con questa ipotesi in quanto sostiene che i Kavallarioi di Bisanzio del XIII secolo [31] fossero guerrieri di origine occidentale che, dopo la IV Crociata, si offrirono come mercenari all'Imperatore di Nicea ed al Despota dell'Epiro e che da loro sia nato il termine kavallarios che indicava dapprima un armato a cavallo e che poi è diventato un titolo onorifico che si applicava ad importanti personaggi vicini all'imperatore.
C'è da dire che Bartusis stesso, nelle note del suo articolo, cita Deno Geanaklopos che invece scrive che il nome Kavallarios non ha necessariamente una origine occidentale [32] e del resto abbiamo visto che molto prima della IV Crociata era già vissuto a Bisanzio un Caballari.

Peraltro in un sito che si occupa dei cognomi dell'isola greca di Paros nelle Cicladi e che elenca fra gli altri anche i Καβαλλαρης si sostiene la stessa teoria di Bartusis e cioè che questo cognome derivi dal latino cavallarius con il significato di cavaliere. Vi si dice anche che i Καβαλλαρης di Paros provenivano dall'isola greca di Santorini [33].

Concludendo si può affermare che, almeno una parte dei Cavallari italiani, discenda da famiglie greche trasferitesi in Italia alla caduta dell'Impero Romano d'Oriente. Ciò appare particolarmente probabile per i miei antenati di Ancona perché allora l'itinerario più sicuro per evitare i pirati turchi era attraversare l'Adriatico all'altezza di Ancona che fu nel XV secolo il porto più importante dell'Adriatico verso Bisanzio in quanto quelli pugliesi erano sotto attacco da parte dei Turchi che nel 1480 arrivarono ad occupare Otranto.

Probabilmente non tutti Cavallari greci, una volta giunti in Italia, hanno mantenuto il loro cognome ma in alcuni casi questo è stato tradotto nell'italiano Cavalieri.
Ne troviamo un esempio presso l'Università di Padova dove, il 19 giugno 1737, consegue il dottorato in legge l'abate Giovanni Antonio de Cavallaris proveniente da Rovigno e nobile di Parenzo in Istria: nell'elenco degli studenti viene indicato con il cognome Cavalieri seguito da de Cavallaris fra parentesi [34].

E' possibile anche che vi siano degli altri Cavallari che, pur non avendo un'origine greca, abbiano il loro cognome che derivi ugualmente dai Kaballarioi greci tramite il termine medievale caballarius che fu usato a lungo per indicare un armato a cavallo.
Ad esempio, nel sardo medievale, troviamo la parola caballare che indicava un cavaliere armato. Ignazio Putzu, in un suo articolo sulla lingua sarda [35], spiega benissimo come questa parola derivasse direttamente dal bizantino kaballari(os) ed indicasse il contadino-soldato limitaneo dotato di fondo rustico statale per il mantenimento suo e del cavallo ai fini del servizio militare.

La medesima cosa scrive anche Gian Giacomo Ortu nel suo La Sardegna dei Giudici [36] dove spiega che i caballares dell'XI e XII secolo rappresentavano una piccola aristocrazia militare di livello superiore ai lieros de cavallu menzionati in fonti posteriori.

Stemma dei Cavaller di CagliariIn Sardegna vi sono tuttora varie famiglie Cavallari e Cavalleri. In passato a Cagliari vi fu anche la nobile famiglia dei Cavaller che ora risulta estinta. Si trattava però di una famiglia di origine catalana (in catalano cavaller significa cavaliere). Il primo esponente di questa famiglia fu Vincenzo Cavaller che divenne sindaco di Cagliari nel 1509 [37].
Lo stemma di famiglia dei Cavaller di Cagliari era palato d'oro e di rosso di sei pezzi col capo d'argento.

Molto interessante è anche quanto scrivono John B. Trumper. Marta Maddalon e Nadia Prantera nel loro articolo La seta: un percorso linguistico [38] dove ammettono che caballarius stesse in primis ad indicare un armato a cavallo ma sostengono che, talvolta, questo termine venisse usato anche per soldati appiedati purché dotati di un'armatura a maglia segmentata.
E' da notare infatti che la caratteristica principale che distingueva i Kabalarioi dagli altri cavalleggeri era di avere una corazzatura leggera con il solo torso protetto da un'armatura.

Il motivo per cui si parla di ciò in un articolo sull'etimologia dei termini che riguardano l'allevamento del baco da seta è che, nell'allevamento del baco da seta (che in Italia ebbe origine nelle zone soggette ai bizantini), la larva nel primo stadio antecedente alle mute viene chiamata cavaddaru in Calabria e cavaliéro nel settentrione ed che, in questa fase, il corpo del baco appare segmentato.

Per altro il termine caballarios, nel X ed XI secolo, è ampiamente diffuso anche nella Francia meridionale e centrale ed è talvolta usato anche come come sinonimo di milites [39]. Ho trovato anche una citazione che riguarda un Adam Cavalerio che viveva nel 1083 [40] in Valle Sesedana che è l'attuale Valsesia e si trova nelle province di Vercelli e Novara.

E' interessante notare che in provenzale cavaler significa cavaliere e che, proprio nelle province del sud del Piemonte dove vi sono valli dove si parla ancora il provenzale e l'occitano, sono particolarmente diffusi i cognomi Cavallero, Cavallera e Cavalleri.

Stemma dei Cavalleri di CarmagnolaRicordiamo in particolare i Cavalleri di Carmagnola che facevano parte di una delle quattordici famiglie nobili di Carmagnola e che ebbero tale riconoscimento dal Marchese di Saluzzo il 9 novembre 1476. Successivamente Vittorio Amedeo II di Savoia, con patenti del 15 dicembre 1682, concedeva la nobiltà ai cugini Giovanni Bartolomeo, Giovanni Battista e canonico Ottaviano Cavalleri, tutti di Carmagnola [41].
Il loro stemma era inquartato d'oro e di rosso ed il loro motto era Virtus in arduis.

Stemma dei Cavalleri di CuneoAnche a Cuneo vi era una nobile famiglia Cavalleri. Si trattava di una delle più antiche famiglie cuneesi. Erano considerati nobili già fin dal 1251. Il loro stemma era d'oro a tre mazze d'armi d'azzurro ed il loro motto era Auribus et consilio [42].

E' molto curioso che il Comune dove ora vi è il maggior numero di Cavallari (639) sia quello di Comacchio e che questo Comune sia anche quello dove risiede il maggior numero di persone che si chiamano Cavalieri (545) o Cavalieri D'Oro (118). Ho contattato l'archivista della Cattedrale di Comacchio che mi ha detto che per entrambi i cognomi è possibile risalire al XVI secolo ed utilizzando anche l'Archivio Notarile, arrivare intorno al 1500 e che, a quella data, i ceppi di origine dei due cognomi sono separati.

E' possibile che entrambi i cognomi derivino da due distinti Καβαλαρης greci giunti in momenti diversi a Comacchio. In un caso il cognome greco sarebbe stato tradotto e nell'altro semplicemente italianizzato. Non si sa, però, se costoro siano giunti direttamente della Grecia o attraverso Venezia nelle cui truppe, abbiamo prima visto, militavano degli stradioti greci che portavano tale cognome.

I Cavallar del Trentino e dei paesi di lingua tedesca

Che non tutti i Cavallari discendano da chi nella vita faceva il cavallaro si deduce anche dalla esistenza del cognome Cavallar (e Kavallar) che è diffuso nei paesi di lingua tedesca. Questo cognome è presente anche in Italia ma solo in zone un tempo soggette all'Austria. Si tratta di un cognome nobile che è inserito nel Gotha dei paesi di lingua tedesca. Esiste anche la famiglia Cavallar von Grabensprung anch'essa nobile.

In tedesco cavallaro si dice Pferserhüter per il significato di guardiano di cavalli e Pferserhändler o Roßkamm per il significato di sensale di cavalli quindi il cognome non può certo derivare da questa parola.
E' possibile che dei Kavallari greci, in fuga davanti ai Turchi, si siano rifugiati in Austria ed il cognome non sia stato tedeschizzato in quanto simile alle parole tedesche Kavalier (cavaliere) e Kaval (il cavallo delle carte da gioco)
[43].

In alcuni casi, in Italia, il cognome Cavallar è stato italianizzato in Cavallari all'epoca del fascismo. Ciò, ad esempio, è accaduto ai Cavallar residenti nel Comune di Commezzadura, in Val di Non, il cui cognome è stato cambiato in Cavallari nel 1923 [44].

Dato che nel XIX secolo troviamo che la maggior parte dei Cavallar del Trentino risiede in Val di Rabbi [45] dove esiste una piccola frazione che si chiama proprio Cavallar e dato che allora in Val di Rabbi vi erano svariati cognomi che coincidevano col nome di piccole frazioni della valle (come Penasa, Dalla Serra, Depeder, Matarei, Pedergnana, Stablum, Valorz e Zanon) si potrebbe pensare che il cognome sia nato qui ed abbia avuto origine dal nome della frazione.

Ciò però appare estremamente improbabile in quanto il cognome Cavallar (e Kavallar) risulta diffuso da molti secoli in Austria, in Germania, in Slovenia ed anche in Ungheria ed esistono altre località che si chiamano Cavallar anche in zone di madre lingua tedesca come è per il Kavallar situato in Carinzia presso Villach e per la vicina Kavallaralm (fattoria dei Kavallar).

In ogni caso, anche se il cognome fosse nato dalla località, bisognerebbe capire come sia nato il nome della località. La cosa più probabile è che la località (la cui più antica citazione è del 1545) abbia preso il nome da quello del suo primo padrone anche se è possibile che poi abbia dato il cognome ai suoi successivi proprietari od abitatori perché, nei paesi nordici, era frequente che chi andava ad abitare in una fattoria ne assumesse il nome anche se aveva già un suo cognome.

I Cavallari della pianura padana

Stemma dei CavallariUna curiosità finale è che a Ferrara si vendono delle cartoline (moderne) con gli stemmi dei cognomi più frequenti a Ferrara e c'è anche quello dei Cavallari. Non so dove sia stato trovato ma la sua semplicità (capo palo nero in campo rosso) fa pensare che sia alquanto antico.
Secondo Goffredo di Crollalanza
[46] il colore rosso è quello più nobile sul blasone e può essere anche un ricordo dell'Oriente. Non lo si poteva portare se non si aveva il permesso del sovrano o si era di nobile e principesca famiglia. Il nero invece rappresenta la fortezza e la costanza ma può anche ricordare un dolore.

La cartolina con lo stemma attribuito ai Cavallari di Ferrara ha anche un elmo utilizzato come timbro sullo scudo e questo elmo rappresenta una famiglia nobile (ventaglia chiusa e bavaglia abbassata, gorgiera fregiata di collana e medaglia, posizione di tre quarti a destra) e su di lui è posta una corona comitale (cioè a 16 punte perlate delle quali nove visibili), il che equivale al titolo di Conte.
L'elmo porta appesa al collo una medaglia con una croce patente a cerchio rossa che a rigore indicherebbe un Cavaliere Templare ma che potrebbe forse indicare anche un Cavaliere di Malta (rappresenta anche la Contea di Jaffa in Terrasanta).

In effetti un Cavallari in Terrasanta c'è stato: si tratta di Bernardus Cavallarius (del quale ignoro il paese d'origine) che, nel 1163, è citato in un documento con il quale Boemondo III, figlio del principe Raimondo concede la libertà di commercio nella città di Laodicea i cui confini sono i porti marittimi ad ovest, a sud la Chiesa di San Pietro di Platea, ad est la strada e a nord la casa di Suriano che viene chiamata Asset [47].

Anche lo stemma di famiglia dei Cavallaro, ottenuto da una società genealogica commerciale, del quale ho parlato all'inizio di questa pagina, ha un elmo utilizzato come timbro sullo scudo. Questo elmo rappresenta invece una famiglia di cittadinanza e borghese, in quanto ha la visiera chiusa, nessuna collana e nessuna medaglia ed è posizionato di pieno profilo a destra. Come cimiero vi sono tre penne che caratterizzano anch'esse una famiglia borghese.
Però, dato che non so dove siano stati reperite le notizie relative a questi due elmi, non so nemmeno se le informazioni che si possono ricavare siano corrette o siano invece dovute alla fantasia di qualche disegnatore.

Stemma dei Cavallari di CesenaNella raccolta di stemmi cesenati realizzata da Gioacchino Sassi, sacerdote di Cesena, per riparare alla perdita del Libro d'oro della nobiltà cesenate che venne dato alle fiamme nella pubblica piazza nel 1789 [48], troviamo lo stemma dei Cavallari di Cesena (di rosso al cavallo bianco al naturale, inalberato su terreno verde) che è diverso dal precedente col quale però ha in comune lo sfondo rosso.

Stemma dei Cavallari di Medicina (BO)Inoltre, nella Sala del Consiglio del Comune di Medicina (BO), ho visto un tabellone, attaccato ad una parete, con gli stemmi dei cognomi delle famiglie di Medicina. Ci sono anche i Cavallari e lo stemma, che non conoscevo, è diverso da quello visto a Ferrara anche se lo ricorda un po' nei colori (di rosso ai tre filetti d'oro in palo, colla trangla di nero).

Come ho scritto in precedenza è proprio a Medicina, nella frazione Ganzanigo che anticamente fu sede di un castello distrutto poi dai bolognesi nel 1337, che ho trovato, negli estimi dei terreni, la citazione più antica del cognome Cavallari risalente al 1245. I Cavallari si trovano citati anche negli estimi del 1393 e, nei successivi secoli, sono elencati fra gli appartenenti alla Partecipanza di Medicina e cioè di coloro che si spartiscono i terreni che si dicono lasciati in eredità da Matilde di Canossa ai figli maschi delle famiglie del territorio.
Nel XVIII e XIX secolo troviamo i Cavallari anche tra quelli di Villafontana che allora era un Comune e che ora fa parte di quello di Medicina.

E' interessante notare che in dialetto bolognese cavallir significa cavaliere e che Claudio Ermanno Ferrari, nel suo vocabolario bolognese-italiano [49], precisa che, mentre in italiano cavaliere significa anche colui che cavalca, in bolognese cavallir è usato esclusivamente come titolo di dignità.

Stemma dei Cavalara di Cremona Lo stemma di famiglia dei Cavalara di Cremona, già citati in precedenza, era di rosso al leone d'oro. Ancora una volta compare il campo rosso come in vari altri stemmi dei Cavallari.

Stemma dei Cavallara di MantovaEsiste anche lo stemma della antica e nobile famiglia dei Cavallara di Mantova (d'azzurro al cavallo inalberato d'oro, alato dello stesso, tenente una face ardente) che è descritto dal Ruscelli nella sua opera sulle imprese illustri [50].
Questo stemma è stato disegnato da Giovanni Battista Cavallara ma non so se si fosse ispirato ad uno stemma preesistente (il Pegaso alato c'è anche nello stemma dei Cavallaro di Messina) limitandosi ad aggiungere la fiaccola o se l'abbia creato ex-novo.

In Provincia di Mantova c'è un paese che si chiama Cavallara e che è una piccola frazione del Comune di Viadana. Ci si può quindi chiedere se il nome di questo paese derivasse dal cognome dell'omonima nobile famiglia o viceversa e secondo un manoscritto del 1778, pubblicato da poco [51], il nome deriverebbe da un gruppo di cavalieri longobardi che si sarebbe lì fermato all'epoca della regina Teodolinda (VI secolo).

Ciò è molto interessante perché conferma la mia ipotesi che, nei tempi più antichi, la parola cavallaro (derivata dall'analoga parola bizantina) indicasse un cavaliere armato e non un guardiano di cavalli.

Infatti, anche se esiste San Fantino, il Vecchio, nato nel 294 e morto nel 336, che era soprannominato il Cavallaro perché lavorava come guardiano di cavalli, la sua non rappresenta la più antica citazione di un Cavallari in quanto tutte le notizie sulla sua vita ci provengono da uno scritto di Pietro, Vescovo di Taureana, risalente all'VIII secolo [52].
Questo scritto intitolato Bios e cioè Vita è però scritto in greco e a San Fantino viene attribuito il titolo di Ἱππονομεὑς e non di Cavallaro che nasce invece dalla traduzione del termine greco.


[1] - Sito dei Cavallari brasiliani: Fortunatto Cavallari - Genealogia da Família Cavallaro.   <<

[2] - Sito dei Cavallaro brasiliani: A saga da Família Cavallaro.   <<

[3] - The Historical Research Center.   <<

[4] - Catasto Carafa - compilato nel 1779 per la tassazione dei terreni dei tre comprensori del Polesine di Ferrara, di San Giorgio e della Transpadana Veneta - è conservato presso i Consorzi di Bonifica del I e II Circondario - nel 2005 è stato digitalizzato su DVD-ROM.   <<

[5] - a cura de' L'Opera del Vocabolario Italiano che è un Istituto del CNR con sede a Firenze presso l'Accademia della Crusca.   <<

[6] - Don Juan Francisco de Masdeu - Historia critica de España y de la cultura española - Tomo XIII, Libro II - En la Imprenta de Sancha - Madrid, 1794.   <<

[7] - in Codice Diplomatico della Lombardia medievale, pergamena dell'8 maggio 1123 e pergg. cart. 610, n. 1.   <<

[8] - Carlo Troya - Codice diplomatico longobardo dal DLXVIII al DCCLXXIV - Tomo IV - dalla Stamperia Reale - Napoli, 1854.   <<

[9] - Nicoletta Francovich Onesti - L'antroponimia longobarda della Toscana: caratteri e diffusione - in Rivista Italiana di Onomastica, VI, 2 (2000), pp. 357-374.   <<

[10] - P. D. Alessandro Di Meo - Annali critico-diplomatici del Regno di Napoli della mezzana età - Tomo IV - Nella stamperia Simoniana - Napoli, 1798.   <<

[11] - Comm. Giovanni Battista di Crollalanza - Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane - Pisa 1886.   <<

[12] - vi sono moltissimi Cavallari anche a Ferrara ma, secondo il Dizionario storico-araldico dell'antico Ducato di Ferrara, queste famiglie non sono di origine ferrarese.   <<

[13] - Flaminio Rossi - Teatro della Nobiltà d'Italia ove compariscono le Nobili & Illustri Famiglie di cento e dieci più famose città cominciando da Napoli e suo Regno - Appresso Gio. Iacomo Carlino - Napoli, 1607.   <<

[14] - Università di Venezia Fonti per la Ricerca storica - Richieste di cittadinanza (secc. XIV-XV) - Rif. LCR2:19,N116 C3:105V.   <<

[15] - Luigi Samoggia - Blasonario medicinese: Stemmi delle Comunità e delle Famiglie Storiche di Medicina - Beccari Editore - San Giovanni in Persiceto, 1997.   <<

[16] - Carlo Ciucciovino - La cronaca del Trecento italiano - Volume III - 1351-1375 - UniversItalia s.a.s. - Roma, 2016.   <<

[17] - a cura di Marinella Bonvini Mazzanti e Gilberto Piccinini - La quercia dai frutti d'oro: Giovanni Della Rovere (1457-1501) e le origini del potere roveresco - Atti del Convegno di studi, Senigallia 23-24 novembre 2001 - Tecnostampa - Ostra Vetere, 2004.   <<

[18] - in Studi Veneziani n. 12 (1970) p. 351 Venetian Commercial Privileges under the Palaeologi di Julian Crysostomides.   <<

[19] - a cura di L. T. Belgrano - Prima serie di documenti riguardanti la colonia di Pera in Atti della Società ligure di Storia Patria - Volume XIII - Tipografia del R. Istituto Sordo-Muti - Genova, 1877.   <<

[20] - in Balkans Nobility Genealogy di Timothy F. Boettger.   <<

[21] - Society in Late Byzantine Period pubblicato sul sito della Foundation of Hellenic World.   <<

[22] - L'aristocrazia bizantina di P. Kazhdan e Silvia Ronchey pp. 218, 227, 243, 251, 268, 306, 308, 320, 331.   <<

[23] - è da notare che il termine greco è Καβαλλούριος che, secondo me, va considerato un aggettivo e cioè appartenente ai Kaballarioi. Gli autori del libro lo trascrivono invece come Caballuri giungendo così a considerazioni, secondo me, errate come, ad esempio, il dire che di questa famiglia non vi sia più traccia dopo l'XI secolo. C'è da dire che loro stessi qualche dubbio debbono averlo avuto perché a pagina 243 la famiglia viene indicata come Caballuri/Caballari.   <<

[24] - vestarca, vestes e protovestes erano titoli onorifici e non è facile dire in cosa differissero tra loro. In origine indicavano chi si occupava del guardaroba dell'imperatore ma poi, dal X secolo, si trasformarono in titoli onorifici.   <<

[25] - Mihail-Dimitri Sturdza - Dictionnaire historique et genealogique des grandes familles de Grece d'Albanie et de Constantinople - Chez l'auteur - Paris, 1983.   <<

[26] - Επώνυμα του παρελθόντος - Stradioti - 16ος αιώνας (Cognomi del passato - Stradioti - 16° secolo) - dal blog Ελληνικά επίθετα (Cognomi greci) - 24 febbraio 2012.   <<

[27] - Ελληνικά επίθετα Κάτω Ιταλία-Σικελίας του 10ου ως 13ου αιώνα (Cognomi greci verso l'Italia-Sicilia tra il 10° ed il 13° secolo) - dal blog Ελληνικά επίθετα (Cognomi greci) - 2 novembre 2009.   <<

[28] - Καβαλλαρης (kavalàris) in greco indica anche il ponticello del bouzouki (tipico strumento musicale dalla forma di un grosso mandolino) ma pure in questo caso significa cavaliere perché, anche in italiano, in meccanica, si indica con l'appellativo cavaliere qualunque pezzo, a forma di forcella, che stia a cavallo di qualcos'altro.   <<

[29] - ad esempio Lanfrancus Chavallari che faceva il pirata dalle parti di Tessalonica intorno al 1278 (cfr. Dumbarton Oaks Papers, No. 57 - Symposium on Late Byzantine Thessalonike).   <<

[30] - come già detto la beta si pronuncia v e oi non è altro che il plurale, il nome quindi va trasposto in Cavallari. Secondo alcuni studiosi non si trattava però di cavalieri armati sia di lancia che di arco ma reparti di cavalleria formati per tre quinti da lancieri e da due quinti da arcieri. Nel 1150 Manuele I modificò l'esercito bizantino cambiando l'armamento dei Kaballarioi ed equipaggiandoli all'occidentale.   <<

[31] - Mark C. Bartusis - The Kavallarioi of Byzanthium - in Speculum - A Journal of Medieval Studies n. 63, 1988, pp. 343-350.   <<

[32] - Deno Geanaklopos - Emperor Michael Palaeologus and the West - Cambridge, Mass. 1959.   <<

[33] - Παριανά επίθετα Κ & C & Q (Cognomi di Paro inizianti con K, C e Q) - dal blog Παριανά ονόματα (Nomi di Paro) - marzo 2014.   <<

[34] - Università degli Studi di Padova - Acta Histriae - Archivio Antico.   <<

[35] - Ignazio Putzu - La posizione linguistica del sardo nel contesto mediterraneo in Neues aus der Bremer Linguistikwerkstatt: Aktuelle Themen und Projeckte - Universitätsverlag Dr. N. Bruckmeyer - Bochum, 2012.   <<

[36] - Gian Giacomo Ortu - La Sardegna dei Giudici - Volume III della collana La Sardegna e la sua storia - Edizioni Il Maestrale - Nuoro, 2005.   <<

[37] - Marcello Lostia - Dizionario Onomastico Familiare: personaggi e famiglie vissute nel Castello di Cagliari dal 1572 - 1699 - pubblicato sul sito della Associazione Araldica Genealogica Nobiliare Della Sardegna.   <<

[38] - John B. Trumper, Marta Maddalon e Nadia Prantera - La seta: un percorso linguistico in Atti del Convegno "La seta ed oltre ..." - Università della Calabria - 25-26 ottobre 2001 - Edizioni Scientifiche Italiane - Napoli, 2004.   <<

[39] - Archibald R. Lewis - The Development of Southern French and Catalan Society, 718-1050 - University of Texas Press - Austin, 1965.   <<

[40] - A. Bernard, A. Bruel - Recueil des chartes de l'abbaye de Cluny - Imprimerie nationale - Paris, 1876-1903.   <<

[41] - Vittorio Spreti - Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi. Riconosciute dal R. Governo d'Italia - Milano, 1928-1935.   <<

[42] - Goffredo Casalis - Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna - Volume V - presso G. Maspero librajo - Torino, 1839.   <<

[43] - Esiste anche uno strumento popolare turco (simile ad un grosso flauto dolce) che si chiama kaval ma in questo caso i cavalli non c'entrano in quanto sembra che il termine derivi dalla radice kav che significa vuoto in quanto, al suo interno, questo strumento è cavo.   <<

[44] - a cura di Pietro Podetti - Famiglie e condizioni di vita - dal sito del Comune di Commezzadura.   <<

[45] - un progetto congiunto della Provincia Autonoma di Trento e della Arcidiocesi Tridentina mette a disposizione, in Internet, delle informazioni relative a tutti i nati in Trentino tra il 1815 e il 1923. I dati (previa registrazione) possono essere consultati sul sito Nati in Trentino.   <<

[46] - Goffredo di Crollalanza - Enciclopedia araldico-cavalleresca - Prontuario Nobiliare - presso la direzione del Giornale araldico - Pisa, 1876-77 (ne esiste anche una ristampa anastatica di duecento esemplari numerati, realizzata da Arnaldo Forni Editore di Bologna nel 1964 ed altre successive).   <<

[47] - Reinhold Röhricht - Regesta Regni Hierosolymitani (MXCVII - MCCXCI) - Libraria Academica Wagneriana - Oeniponti [Innsbruck], 1893.   <<

[48] - Gioacchino Sassi - Blasone cesenate - manoscritto - è consultabile sul sito della Biblioteca Malatestiana.   <<

[49] - Claudio Ermanno Ferrari - Vocabolario Bolognese - Italiano - Seconda edizione - Tipografia della Volpe - Bologna, 1835.   <<

[50] - Girolamo Ruscelli - Le imprese illustri - appresso Francesco Rampazetto - Venetia, 1566.   <<

[51] - Stefano Faveri - Croniche Universali - trascrizione del manoscritto inedito del 1778, a cura di Alfio e Paola Lucchini - Seri.vol.ma. - Formola di Vezzano Ligure, 2010.   <<

[52] - Pietro, Vescovo di Taureana (a cura di Domenico Minuto) - La vita e i miracoli del santo e glorioso servo di Cristo Fantino - Edizioni Giuseppe Pontari - Reggio Calabria, 2003.   <<


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