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Andrea Cavallari - Elementari


Scuola Elementare Alfonso Varano

Classe terza - Scuola elementare A. Varano - Ferrara - 1957-58Ho frequentato l'intero ciclo delle elementari presso la scuola Alfonso Varano in via della Ghiara a Ferrara dall'anno scolastico 1955/56 al 1959/60.
Per i primi tre anni ho avuto come maestra la signora Callegarini Rossi, in quarta elementare il maestro Arcangelo Cucchi ed in quinta il maestro Ivano Trentini.

A quell'epoca, fin dalle elementari, dagli studenti si pretendeva molto ma c'è da dire che gli insegnanti erano preparatissimi perché, a loro volta, avevano frequentato scuole severe.
Tra l'altro quelli della mia età sono stati gli ultimi a sostenere l'esame in terza elementare (sostituito da uno in seconda, ben più facile) e l'esame di ammissione alle medie (era un ulteriore esame da sostenere subito dopo quello di quinta elementare per essere ammessi alle Scuole Medie) che fu poi abolito.

Durante i primi tre anni avevamo dei vecchi banchi di legno, dipinti di nero, con la panca per sedersi incorporata. Erano a due posti e nel ripiano avevano due fori nei quali venivano infilati dei calamai di vetro spesso, fatti come in vasettino cilindrico senza coperchio, dove stava l'inchiostro per scrivere che, periodicamente, il bidello versava da una grossa cuccuma simile a quelle usate per fare il caffè.
Allora infatti si scriveva con la cannetta con il pennino ed era indispensabile la carta assorbente. Utilizzare una penna stilografica era proibito e le biro erano una rarità esotica che ancora nessuno usava.

Educazione stradale nel 1959Quando iniziammo la quarta classe i banchi furono sostituiti con altri nuovi che a me piacevamo molto perché li trovavo molto moderni. Erano fatti di tubi metallici con una seggiolina staccata ed il ripiano in formica verde. C'era ancora il buco con infilato il calamaio ma questo era fatto di plastica nera e non era più aperto come quello di vetro ma si poteva chiudere spostando una levetta incorporata.

Così non avevo più un compagno di banco perché la fila dove mi trovavo io era fatta da banchi singoli. Quando il maestro ci diede il solito tema Il vostro compagno di banco fui costretto a parlare di chi stava davanti a me. Da quel vecchio quaderno ho ora appreso che quell'anno in classe eravamo in diciotto e che chi stava davanti a me si chiamava Ceccotto.

Abbiamo anche fatto alcune cose che, per allora, erano all'avanguardia. Ad esempio in quarta abbiamo seguito un corso di educazione stradale e siamo stati dotati dal Comune di cinture e bandoliere bianche da mettere sul grembiulino nero (che allora indossavano tutti gli scolari maschi) per fermare il traffico, con tanto di paletta, quando gli scolari uscivano dalla scuola.

Anche se il traffico era allora inesistente eravamo molto orgogliosi della paletta e delle nostre divise da vigile.
Successivamente, ripensando a quell'epoca, mi sono molto stupito dell'organizzazione dimostrata fornendo anche cinture e bandoliere bianche a misura di bimbo finché non ho scoperto che, molto probabilmente, quello che abbiamo indossato non erano altro che parti delle vecchie uniformi di balilla!

Classe quinta - Scuola elementare A. Varano - Ferrara - 1959-60In quinta giocavamo a basket (che allora si chiamava solo pallacanestro) e le interrogazioni si svolgevano in uno strano modo ispirato a Lascia o Raddoppia e a Campanile Sera (due trasmissioni di quiz seguitissime) che aveva il pregio di far studiare anche i più somari.
Infatti la classe era divisa in quattro squadre permanenti e chi veniva interrogato poteva scegliere il grado di difficoltà della domanda che valeva da uno a tre punti che venivano dati o tolti alla squadra a seconda della risposta giusta o sbagliata.
Accadeva così che anche i più svogliati studiavano per cercare di portare a casa almeno un punticino ed i più bravi, che di solito sono malvisti dai compagni, quando portavano a casa i tre punti erano osannati come un campione di calcio.

Sempre in quinta abbiamo iniziato anche a fare delle gite scolastiche: il 16 ottobre del 1959 siamo stati portati in pullman a vedere le bestie feroci del circo Togni ed il 27 dello stesso mese, in più classi e su due pullman, abbiamo fatto quella che veniva definita una gita scolastica a carattere geografico e che prevedeva il seguente itinerario: Ferrara - Bologna - Passo della Raticosa - Imola - Ravenna - Ferrara.

Con il tempo non siamo stati fortunati ma ricordo ancora il tratto sull'Appennino dove ho apprezzato particolarmente il panorama che si vedeva da una strada che correva lungo il crinale di una collina. La grande speranza di tutti però era che, alla mattina, arrivasse una corriera rossa anziché blu e che si salisse su quella.

Bisogna infatti sapere che allora era ben pochi gli autonoleggi di corriere per scopi turistici per cui, per le scuole, venivano utilizzate delle corriere che normalmente svolgevano servizio pubblico e che avevano dei colori fissi secondo l'utilizzo: quelle in servizio urbano erano bicolori, verde bandiera sotto e verde veronese sopra, mentre quelle extraurbane erano tutte blu. Esistevano poi delle rare corriere che facevano dei tragitti sulle lunghe distanze che erano invece rosse per cui salire su di una di queste era un avvenimento raro.

Anche se le Edizioni Panini dovevano ancora nascere, la mania per le figurine c'era già. Quelle che andavano per la maggiore erano, ovviamente, quelle con i calciatori che però io, non essendo particolarmente interessato al calcio, non seguivo anche se mi ricordo che era particolarmente ambita quella di Nicolè della Juventus.

In genere l'album dove attaccare le figurine e due o tre bustine di figurine venivano regalati ai bimbi all'uscita delle scuole e le successive bustine dovevano essere acquistate dal giornalaio ma succedeva che si trovassero molto spesso le stesse figurine mentre altre risultavano molto rare.

C'erano poi le figurine che venivano regalate con qualche prodotto come quelle dell'album Caccia subacquea che mi piacque moltissimo. L'album uscì nel 1955 e le figurine non si acquistavano ma erano attaccate ai Cremini della Ferrero che erano dei parallelepipedi di una pasta di cioccolata grandi pressapoco come le figurine ed avvolti in carta stagnola giallognola ma non arrivai mai a completarlo. L'album però riportava stampata la spiegazione di ogni figurina per cui, anche senza averla, si poteva leggere, il testo relativo.

Un altro tipo di figurina era quella data in omaggio dalla macchinetta dove si acquistava un chewing-gum alla volta. La macchinetta aveva una fessura dove mettere le dieci lire necessarie e sopra vi era una sfera trasparente con i chewing-gum anch'essi sferici.

A me non piacevano i chewing-gum e quindi non avevo di queste figurine anche se mi sarebbe piaciuto avere quelle della serie delle bandiere dei vari stati. Sul retro della figurina vi erano dei dati sullo stato in questione compreso il nome della capitale.

Un'altra mania che vi era allora era conoscere i nomi della capitali dei vari stati e chi ne sapeva molte non era considerato un secchione ma bensì guardato con ammirazione (non saprei dire il perché di ciò).

Io ero uno dei due campioni della classe ed un giorno fu organizzata una sfida utilizzando appunto queste figurine. Per svariato tempo rispondemmo entrambi a tutte le domande ma vinsi io perché, quando arrivammo all'Arabia Sauita, l'altro disse correttamente Riad mentre io, che sapevo che la figurina riportava erroneamente La Mecca, dissi: ha ragione lui ma il nome che è scritto lì e che volete sentire è La Mecca.

I miei compagni di classe

Riguardando le vecchie foto di allora mi vengono in mente vari nomi (Acerbetti, Altieri, Bassi, Curzola, Gulinelli, Magri, Pesaro), alcuni volti mi sono invece familiari ma non sono in grado di abbinarvi un nome. Se poi sfoglio i quaderni di quel tempo trovo citati dei nomi che non ricordo più (Bendoni, Berti, Burini, Callegari, Casoni, Cavicchi, Coraini, Durini, Porta, Pugi, Toselli, Simeon, Soavi, Storari, Succi, Zappaterra).
Non ho più alcuna notizia di nessuno di loro (tranne uno che so essere stato l'amministratore del condominio dove abitava mia mamma) e se qualcuno di loro leggesse queste pagine avrei piacere di una sua e-mail.


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