Spazio per comunicazioni urgenti

Andrea Cavallari - Corso di ecologia e pubblicazione del libro Immediati dintorni


Il corso di Ecologia organizzato dall'USL 25 di San Giorgio di Piano

Ho sempre avuto un forte interesse per le Scienze Naturali ed alla fine del Liceo, avevo pensato anche di iscrivermi a tale Facoltà ma poi avevo preferito Ingegneria per via delle scarse possibilità che vi erano allora di trovare, in tale settore, un lavoro interessante e diverso dall'insegnamento.

Per hobby però ho sempre continuato ad interessarmi a tutto ciò che aveva a che fare colla natura e così, quando, alla fine del 1987, ho saputo che l'USL 25 di San Giorgio di Piano, che copriva i Comuni della bassa bolognese e della quale facevo parte anch'io vivendo a Castello di Castel Maggiore, organizzava un corso di Ecologia aperto ai comuni cittadini, ho fatto subito domanda di partecipazione.

Dopo qualche tempo mi è arrivata una lettera che mi comunicava che la mia domanda era stata accettata ed il 10 febbraio 1988, sono andato a San Giorgio di Piano per la prima lezione del corso che mi è subito apparso interessante e ben organizzato.

Le lezioni erano settimanali ed il corso è proseguito fino alla fine di aprile. Sono riuscito a partecipare a quasi tutte le lezioni perdendo solo quella durante la quale si è parlato di rifiuti urbani.
Nelle altre si è discusso di geomorfologia del territorio (cioè lo studio della storia dell'assetto dei fiumi e delle campagne nelle ultime migliaia di anni), delle varie associazioni ecologiste italiane e dei compiti dei vari Enti pubblici (Comune, Usl, Provincia, Regione e Stato), di inquinamento dell'aria, di inquinamento delle acque, dei veleni usati in agricoltura, di vegetazione, di urbanistica, di entomologia (e di lotta biologica contro i parassiti) e delle varie leggi che riguardano l'ambiente e di come vengono applicate.

L'ultima lezione del corso è stata il 28 aprile 1988 e la serata conclusiva si è avuta il 12 del mese successivo quando ci sono stati consegnati i diplomi dopo un discorso del Dott. Cavazza, ottimo organizzatore di questa iniziativa, ed uno del Presidente dell'Usl, abbiamo visto varie diapositive ed abbiamo poi festeggiato mangiando dei pasticcini.
Dopo la fine del corso abbiamo avuto ancora la possibilità di partecipare ad una conferenza su L'impatto ambientale degli zuccherifici che si è tenuta presso il Castello di Bentivoglio ed è durata due giorni (20 e 21 maggio 1988).

Il corso è stato veramente interessante anche se talvolta abbiamo appreso notizie non rassicuranti come il fatto che, in agricoltura, mentre in Europa si usava circa un etto di veleni vari per ettaro, in Italia se ne usava mezzo chilo ma con una media dell'Emilia di due chili e settecento che arrivava a passare i ventisette chili nei frutteti fino a giungere ad incredibili quantità di oltre 150 chili per certe coltivazioni specializzate in serra.

Non sempre sono stato d'accordo con l'oratore, ad esempio, durante la lezione d'urbanistica, tenuta da un professore universitario, ho cercato inutilmente di farlo parlar male di certe conigliere orribili (che stavano allora sorgendo tutto intorno a Bologna) che avranno avuto anche la luce, le fogne ed il gas ma erano prive di quelle caratteristiche di vivibilità (oltre ai trasporti) che differenziano un insediamento umano da un allevamento di porci.

Il bello del corso però è quanto ne è seguito: già il 25 febbraio ci era stato accennato alle iniziative che si stavano portando avanti tra le quali mi interessava particolarmente la stesura di una guida del territorio dell'Usl 25 ed un mese dopo c'era la prima riunione del comitato di redazione della quale facevano parte anche molti dei partecipanti al corso, me compreso.

In questa occasione conoscevo meglio gli altri partecipanti al corso abitanti a Castel Maggiore (Fiorentini e Cervellati) con i quali mi sarei dovuto trovare per studiare i percorsi di alcune gite a piedi ed in bicicletta intorno a Castel Maggiore.

I lavori per la preparazione della guida sono durati molti a lungo ma alla fine hanno portato al risultato voluto. Per altro sono stati interessantissimi perché mi hanno portato a scoprire e a vedere tante cose che non conoscevo.
Per raccogliere informazioni utili ho fatto alcune gite attorno a Castel Maggiore con i miei concittadini ma altre, molto belle ed organizzate dall'USL 25, sono state fatte tutti assieme. La prima di queste faceva parte del corso e vi hanno partecipato solo gli iscritti ma ad alcune delle successive hanno potuto partecipare anche mia moglie e mio figlio.

La preparazione del libro Immediati dintorni: guida ad un territorio di pianura

La preparazione della guida del territorio della USL 25 è stata una bellissima esperienza non solo per gli incontri (circa mensili) con i partecipanti di altri Comuni che ci portavano a conoscere tante cose nuove ed interessanti ma anche per le gite e le passeggiate fatte con quelli del proprio Comune per studiare gli itinerari da proporre e raccogliere le foto e le notizie necessarie per la compilazione della guida.

La prima di queste uscite è stata il 16 aprile 1988 e l'ho fatta con Fiorentini, grande appassionato della natura e grande conoscitore del nostro territorio. Ecco le note che ho scritto dopo quella gita:

Vecchia quercia a Castello (1988)Partiamo da Castello dove abito e Fiorentini, a cui piacciono molto gli alberi monumentali, mi fa subito vedere dove si trova una vecchia quercia di oltre 400 anni proprio qui vicino [1].

Dopo passiamo dalla chiesetta di San Biagio sulla via Saliceto che è antichissima (è l'edificio più antico di Castel Maggiore) e risale all'epoca della abbazia di Pomposa, attraversiamo la zona industriale (orribile) e superiamo il Navile (pieno di schifezze) percorrendo poi la strada di fianco al deposito della Buton (via del Ronco) dove c'è un'altra costruzione religiosa (l'Oratorio di Sant'Apollinare) anche se più recente [2] ed è costeggiata da querce.

Ci sono due bei maceri strapieni di rane ma anche, purtroppo, di bottiglie ed immondizia varia. Da uno fugge una gallinella d'acqua. Chiesto poi il permesso di passare per un'area privata si costeggia il Bondanello, un fiumiciattolo che passa per Castel Maggiore. Oltre le solite rane vediamo anche un gruppetto di pesci neanche troppo piccoli.
Noto un fiore giallo, lo guardiamo bene: è un tulipano selvatico. Un po' più piccolo di quelli coltivati ha i petali appuntiti in cima. E' molto bello e Fiorentini lo fotografa (e la foto verrà poi stampata nella guida anche se nella parte dedicata ad Argelato).

Qui accade una cosa curiosa: mentre stiamo studiando la carta topografica per orientarci, si avvicina il contadino che lavorava più in là perché ci ha scambiato per geometri che stiano prendendo le misure per una strada che si dice passerà di lì e si chiacchiera a lungo sui problemi dei contadini e di quelli dell'ambiente.

Purtroppo c'è da dire che, dopo ventidue anni da allora questa strada (la Nuova Galliera), vitale per togliere il traffico di attraversamento da Castel Maggiore e da Funo, ancora non c'è e benché se ne parli sempre, i lavori non sono ancora cominciati.

Ho poi preparato una relazione che ho presentato durante l'incontro di fine maggio per la redazione della guida. Il successivo incontro è stato in giugno. Non avevo avuto il tempo di preparare niente di nuovo così ho solo sentito quello che avevano fatto gli altri e ci si è dato appuntamento per dopo le ferie estive.

In settembre ho fatto un nuovo giro in bici con Fiorentini e questa volta abbiamo portato con noi anche i nostri figli. Siamo andati per via Bondanello e vicolo San Bartolomeo proseguendo poi per varie cavedagne di campagna e costeggiando il Riolo (pressoché secco). Non ci sono stati spettacoli particolari anche se abbiamo visto vari colchici in fiore, un macero con rane verdi e gigantesche, degli equiseti e due cardellini.
Alla riunione di settembre ho portato una relazione su Castello. Per la successiva riunione mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul mulino di Torre Verde, le cave del Reno e la Vetrosilex [3]. In quel momento si sperava che la guida potesse uscire in gennaio.

A ottobre ho portato la relazione sulla Vetrosilex e si è cominciato a tirare le somme per finire la guida. Gli scritti erano ormai pronti ed erano solo da rifinire e poi si dovevano scegliere le diapositive da pubblicare. Quindi, prima della riunione successiva, ho fatto due altri giri in bicicletta con Fiorentini per scattare qualche foto e vedere alcune altre cose.

Castello di Castel Maggiore (1988)Durante il primo abbiamo percorso solo alcune cavedagne attorno via San Pierino fotografando la costruzione a forma di torre che sorge a nord di via Matteotti e trovando una vista insolita su Castello (anche questa foto è stata pubblicata con la guida). La seconda gita è stata invece lungo l'argine del Reno ed abbiamo visto una stupenda quercia (anche questa di oltre 450 anni) con la chioma ancora più folta di quella che è vicina a dove abito.

A metà novembre ci troviamo in un gruppetto ristretto e cominciamo ad esaminare centinaia di diapositive per trovare le migliori per la Guida del Territorio. Alla riunione di dicembre si cominciano a leggere le parti già pronte ed il tutto è alquanto interessante e sembra che venga piuttosto bene. Ci troviamo poi ancora per scegliere le foto e questa volta siamo più severi e ne scartiamo moltissime.

A gennaio 1989 si cominciano a vedere le prime bozze di cartine dei percorsi e i primi testi quasi finiti. E' pronta anche gran parte di Castel Maggiore. A febbraio si scelgono le foto da stampare per il Comune di Bentivoglio e si sentono altri pezzi pronti per la stampa. Si spera di fare a breve le prime prove tipografiche ed infatti a marzo ed aprile si esaminano le prime prove di stampa e a maggio e giugno si scelgono le ultime diapositive e si vedono altre prove di stampa che si presentano molto bene anche se non sono ancora a posto.

Nella riunione di fine giugno ci viene però comunicato che c'è stato un problema con la tipografia che è stata cambiata e vediamo le nuove bozze di stampa. L'impaginazione sembra migliore e sarà possibile anche mettere più foto del previsto.

A luglio siamo alla stretta finale ed entro il mese la guida dovrebbe andare in tipografia per la stampa definitiva ma, dato che con il cambiamento di tipografia, sono aumentate le foto che si possono selezionare, c'è da fare molto lavoro per riguardare quelle che erano state scartate per selezionarne alcune.
L'ultima riunione di luglio è il giorno 20 ma non posso parteciparvi perché sono a Trieste per lavoro.

Quando torno dalle vacanze estive apprendo che è scelto il titolo da dare alla guida e che è Immediati dintorni che mi sembra abbastanza originale. La guida è già in tipografia ma la stampa finale non è ancora stata fatta perché si sta aspettando che arrivino i soldi dello sponsor più importante che è l'Amiu.

Finalmente i soldi arrivano, la stampa va avanti ed il 30 novembre 1989 c'è la presentazione ufficiale della nostra opera dal titolo Immediati dintorni: guida ad un territorio di pianura. La cerimonia si tiene a Villa Zarri (ex Villa Tosca, ora restaurata piuttosto bene e con bei soffitti a cassettoni dipinti) che è vicina a Castel Maggiore.
Noi che abbiamo collaborato alla realizzazione della guida ci siamo tutti. Parlano parecchi oratori compreso Giorgio Celli, il noto entomologo dell'Università di Bologna, poi vediamo una proiezione delle diapositive pubblicate. La guida mi sembra venuta molto bene anche se purtroppo aver ristretto tanto il numero delle pagine per ragioni di costo ci ha costretto a scartare tanto materiale interessante.

Qualche giorno dopo c'è un altro incontro per fare il punto sul libro. Si parla della cena dei redattori che verrà offerta dall'Usl stessa e dell'errata-corrige che si rende necessaria per i vari errori riscontrati tra i quali, particolarmente grave, un errore nell'impaginazione che fa sì che l'indice analitico sia in gran parte sbagliato. Inoltre si decide di utilizzare anche le tantissime diapositive che, pur essendo belle ed interessanti, non hanno trovato posto nel libro, per realizzare un audiovisivo da presentare nelle scuole.

La cena dei redattori ha luogo il 19 dicembre 1989 in un ristorante a Casadio. C'è una gran nebbia e così siamo una dozzina. Riceviamo dieci copie del libro a testa e su di una di esse raccolgo le firme dei presenti.

Per tutto il gennaio del 1990 si susseguono le riunioni per la scelta delle diapositive da inserire nell'audiovisivo e a fine febbraio il lavoro è pronto. Rimane però da fare il grosso lavoro di lettura e sincronizzazione dei testi con le diapositive e questo viene affidato ad una ditta specializzata.
La presentazione ufficiale dell'audiovisivo avviene il 25 settembre 1990 nella nella nuova e lussuosa sede dell'Usl 25. E' venuto bene ma mi dispiace che, trattandosi di centinaia di diapositive, non sia possibile averne una copia.

Per qualche tempo ho continuato a vedere i partecipanti a questa bella avventura ma poi ci siamo persi di vista. Se qualcuno di loro leggesse queste note lo invito a mandarmi una mail di saluto. Oltre ai già citati Dott. Cavazza, Fiorentini e Cervellati ricordo Lorena e Massimo (di Funo) e Lorena e Fabio (di Galliera).

Se poi, nel frattempo, l'audiovisivo fosse stato digitalizzato e trasformato in una presentazione da computer e qualcuno lo avesse, mi farebbe molto piacere averne anch'io una copia.

Le gite organizzate dall'USL 25

Sia durante il corso di ecologia, sia successivamente durante la redazione della guida del territorio sono state organizzate dall'USL 25 alcune gite per conoscere meglio il nostro territorio. Sono state tutte interessantissime e mi hanno fatto scoprire tante cose che non credevo potessero sopravvivere in un territorio fortemente antropizzato come quello della bassa bolognese.

La prima si è svolta il 10 aprile del 1988 ed essendo strettamente legata al corso di Ecologia non ci ha portato a vedere delle bellezze naturali ma degli impianti per il trattamento delle acque e dei rifiuti. Ecco le note che ho scritto subito dopo quella gita:

Siamo un gruppo piuttosto numeroso, tutti in bicicletta. La prima sosta è sul ponte della ferrovia vicino a San Giorgio per osservare dall'alto il complesso dell'Interporto. E' certo una gran distesa di cemento realizzata senza troppo preoccuparsi dell'impatto ambientale e dell'estetica. La seconda sosta è al depuratore delle acque ed è molto interessante.

Lo visitiamo all'interno e ci viene spiegato il funzionamento. Le acque luride entrano in una grande vasca dove sono agitate continuamente per arricchirle di ossigeno. Qui miliardi di batteri si nutrono delle sostanza organiche decomponendole, poi le acque passano in un'altra vasca dove decantano i fanghi così prodottisi ed infine esce per tracimazione l'acqua pulita. Vedendo com'è l'acqua che entra, sembra impossibile che in poche ore possa diventare limpida. La cosa più strana è che, se l'acqua che entra è troppo pulita, i batteri ne soffrono e rischiano di morire di fame. Praticamente il tutto è un organismo vivente, infatti, se l'acqua contiene troppo sostanza tossiche chimiche, i batteri possono morire tutti e ci vogliono tre o quattro mesi per rimettere in funzione l'impianto.

L'ultima sosta è alla discarica di Bentivoglio dove, dall'85 vengono portati i rifiuti di Bologna e dintorni. Sono già stati chiusi due lotti. Ognuno è un terrapieno alto vari metri e contenente 60/70000 tonnellate di rifiuti. E' impressionante sapere che un lotto viene riempito in soli 5/6 mesi. I rifiuti vengono compressi con uno speciale compattatore, così da privarli dell'aria prima di ricoprirli di terra. Tutte le reazioni che avvengono poi all'interno del lotto (e che durano anche 20 anni!) si svolgono con batteri anaerobi. Non c'è puzza, se non di metano, infatti i batteri producono per ogni lotto circa 100 metri cubi di biogas all'ora. E' molto interessante il terzo lotto appena aperto: è un enorme buco per terra con sistemi piuttosto complessi sul fondo per impedire l'inquinamento della falda acquifera, per raccogliere il percolato che si forma (cioè il liquido che cola e che è molto inquinante) e per raccogliere il biogas.

La seconda gita si è svolta il 17 aprile del 1988 e ci ha fatto conoscere degli angoli suggestivi e poco conosciuti del territorio. Questa volta sono venuti anche i nostri familiari e si è approfittato dell'occasione per fare anche una bella festa. Siamo andati all'ex-risaia di Bentivoglio ed ecco il racconto di quello che abbiamo visto:

Casone Partigiano vicino a Bentivoglio (1988)Si prende un sentierino sull'argine sinistro del Navile in direzione Nord. E' tutto molto suggestivo anche se rovinato dall'acqua inquinata che scorre nel Navile. Due fagiani fuggono davanti a noi. Più avanti ci sono delle vasche per l'allevamento dei pesci, qui vediamo due cavalieri d'Italia che si muovono nell'acqua bassa non troppo lontani. Li possiamo osservare per poco e poi si alzano in volo. Mentre volano sono particolarmente belli con le lunghe gambe rosse che penzolano dal corpo slanciato nero e bianco.

Abbandonato il Navile si entra nella zona coltivata, una volta a riso, ora più che altro a grano. Interessanti le vecchie costruzioni fatte apposta per il riso dalla strana architettura, bello anche un filare di vecchissimi gelsi e due enormi olmi. Infine si giunge al Casone partigiano. Qui sorgeva un casone di canne, legno e muratura fin dal 1790. Nel corso dell'ultima guerra vi è stata combattuta una dura battaglia fra i partigiani ed i tedeschi in ritirata. Ora è stato ricostruito fedelmente circondato da un fossatello d'acqua e contiene ricordi dei partigiani caduti.

Vicino al Casone c'è un bellissimo prato e lì ci siamo cotti delle salsicce alla brace mangiando poi su tavolini sotto gli alberi. Con noi c'è anche mio figlio, che non ha ancora compiuto tre anni, che apprezza talmente le salsicce che alla sera, chiestogli di raccontare alla nonna cosa avesse visto, ha detto: Siamo stati in gita per vedere le salsicce!

La terza gita ha avuto luogo il 1 maggio 1988 ed è stata veramente speciale perché siamo stati alla valle La Comune, che è l'ultima zona umida della provincia di Bologna e che è difficilissimo poter visitare dato che si tratta di una zona privata per cui occorre ottenere un permesso che non viene concesso facilmente.
Anche in questo caso, dopo la gita, mi sono segnato cosa avevamo visto per cui riporto fedelmente le mie note:

In una colonna di macchine ci si dirige per stradelli costeggianti laghetti verso la parte centrale della valle dove ci aspettano. Vediamo un enorme uccello che scambiamo per un gabbiano particolarmente grosso, veniamo poi a sapere che si trattava di un airone cinerino. Quasi tutti hanno scarpe da tennis o simili ma i nostri accompagnatori ci dicono che il percorso è molto fangoso e ci procurano numerose paia di stivali.

Alcuni angoli sono estremamente suggestivi, vediamo salici neri, rari lontano da qui perché prediligono le zone allagate. Il sentiero migliora molto e si può camminare bene. Vediamo in lontananza dei cavalieri d'Italia ed un piro-piro, un uccellotto buffo su una zampa sola. Vedo anche numerosi buchi di picchi in una quercia. Qualche enorme airone cinerino ci sorvola. Sono bestie alte novanta centimetri e con quasi due metri di apertura alare. In lontananza si sente il cù-cù del cuculo, è del tutto identico al rumore degli omonimi orologi.

Finalmente ci si avvicina alla garzaia cioè il posto dove gli aironi hanno il nido. Ce ne sono parecchi su un gruppo di grandi alberi. Ogni nido pesa ben una cinquantina di chili. Ci si può avvicinare abbastanza. Vediamo i grandi aironi levarsi in volo, è uno spettacolo superbo. In breve decine di aironi ci volteggiano sulla testa, non hanno molta paura e non si allontanano, tornando spesso al nido. Vedo anche una nitticora, simile agli aironi ma più piccola e tozza e senza il collo lungo.

Anche nel 1989, durante la redazione della guida sono state fatte alcune gite. La prima è stata la ripetizione di quella al Casone partigiano ed ha avuto luogo il 7 maggio. Riporto le note che ho scritto subito dopo questa bella gita:

Il punto di ritrovo è a Bentivoglio. Quando arriviamo c'è un gruppetto di persone alle quali man mano se ne aggiungono altre tra le quali Fiorentini in motorino e col videoregistratore. Il gruppo grosso che deve arrivare da San Giorgio di Piano invece non arriva.
Intanto visitiamo una interessante mostra sistemata nelle ex-scuderie del Castello. Si tratta di immagini in bianco e nero di Bologna e specialmente di avvenimenti bolognesi di ogni genere degli ultimi dieci anni. Sono fatte da tre giornalisti (del Carlino, dell'Unità e di Repubblica) e sono tutte molto belle sia tecnicamente, sia come interesse. Sono esposte anche sculture in legno di un certo Nuvoloni
[4] che poco dopo arriva con tanto di basco da pittore e barba corta e così gli si parla un po'. Le sculture sono in legno di ulivo e sono lavorate il meno possibile in quanto si parte da vecchi ciocchi contorti cercandone uno che sia già simile a ciò che si vuole scolpire. Quella che mi piace di più è l'opera intitolata uomo dove il torso sembra uscire a stento dalla morsa dell'albero.

Localita' L'Olmo vicina a Bentivoglio (1989)Finalmente arriva il grosso del gruppo, in ritardo per disguidi vari e si parte. Quest'anno si fa un giro leggermente diverso con il primo tratto sempre sull'argine sinistro del Navile ma scendendo poi a sinistra appena si arriva alle prime vasche del pesce, proseguendo fino alla discarica e passando poi dietro alle vasche per riprendere infine il Navile.
Sulle vasche sfrecciano numerosi uccelli, si tratta quasi esclusivamente di gabbiani, tutti giovanissimi ed ancora con un colorito grigiastro che solo fra qualche tempo passerà al solito bianco. Molto lontani, posati nei campi, si vedono anche molti grandi uccelli, chi ha il binocolo ci dice si tratti di aironi cinerini e di nitticore, certo provenienti dalla valle
La Comune di Malalbergo dove si trova l'unica garzaia della provincia di Bologna.

Vecchio pioppo vicino al Casone Partigiano di Bentivoglio (1989)Sul Navile, da un certo punto in poi, l'erba non è tagliata e si viaggia con le bici in un vero mare dove non si deve rallentare. pena molta fatica per riprendere il cammino. Da alcuni campi coltivati a lato dell'argine si alzano folti stormi di storni. Si scende poi il Viale dei Gelsi e si fa una breve sosta alla località L'Olmo dove i due magnifici alberi che sovrastano l'unica costruzione che vi resta, a poca distanza dalla caratteristica aia di mattoni per l'essiccatura, sono platani. L'olmo che ha dato il nome al luogo deve essere morto da molti anni, molto prima della grafiosi che in questi anni ha fatto strage di quasi tutti gli olmi d'Europa. La caratteristica casa dalle ampie tettoie, esemplare di una architettura legata alla produzione del riso da noi poco diffusa, è ancora in buone condizioni, ora è usata solo come deposito di macchine agricole ma, almeno, questo fa sì che non venga lasciata cadere in rovina.

Si arriva al Casone partigiano, di nuovo c'è un bel laghetto ricavato dietro al casone dove già crescono i girini ed intorno al quale sono stati piantati salici ed appena più distanti alcune farnie. Il casone ha le canne scure e luccicanti perché coperte di una vernice protettiva antincendio dopo che alcuni vandali lo avevano parzialmente distrutto dandogli fuoco.
Mentre aspetto che la salsicce siano pronte, facciamo un salto da un enorme pioppo che sorge isolato. In distanza sembra piccolo ma da vicino ha una mole rispettabile: in tre adulti con le braccia spalancate si abbraccia a stento il tronco. Qui il panorama che è molto aperto, cosa rara da noi dove, da qualunque punto, si è sempre vicini a strade, case e pali della luce. Lungo un canale vedo degli iris selvatici.

La seconda ed ultima gita è stata fatta il 3 dicembre del 1989 ed ha inaugurato i percorsi indicati nel libro pubblicato. La stagione era molto avanzata ma siamo stati fortunati perché abbiamo trovato una splendida giornata con un sole non certo autunnale. Anche in questa gita abbiamo visto cose nuove e curiose ed anche uno stranissimo fenomeno acustico. Ecco le brevi note su quella bella giornata:

Ci sono moltissime persone e quando ci incamminiamo a piedi da davanti il Castello di Bentivoglio siamo ben 43. Si cammina, lungo il percorso già noto, sull'argine sinistro del Navile. In un campo lontano vediamo molti uccelli razzolare tra la terra arata: si tratta di pavoncelle che posso ammirare col binocolo, sulla testa hanno veramente un ciuffo di penne simile a quello del pavone. Si piega poi in direzione della discarica passando di fianco alle vasche del pesce. Vediamo volar via un grosso airone cinerino che poi si posa più in là nei campi dove ce se ne sono già altri due.
L'ultima delle vasche è tutta ghiacciata e con uno strato di ghiaccio anche abbastanza spesso, evidentemente è meno riparata dal vento delle altre dove l'acqua è ancora libera. Si prosegue in direzione del viale dei Gelsi. Vediamo altri cinque aironi fermi in un campo, secondo me hanno un'aria un po' infreddolita, se ne stanno lì abbastanza tranquilli.

Il viale dei Gelsi è senza foglie e quindi non molto caratteristico però posso ammirare il tronco cavo del primo a destra che contiene vari funghi fossilizzati. Si ritorna sull'argine del Navile per il rientro. Dove il sentiero torna sull'argine si vedono benissimo due fori di picchio, trattasi di picchio rosso, specie non troppo diffusa. Anche alcune delle vasche lungo l'argine sono ghiacciate ma con uno strato sottilissimo e tirandovi sopra un sasso risuonano con un rumore stranissimo, cristallino e soprannaturale.

[1] - Qualche tempo dopo proprio da questa quercia ha preso nome la Festa della Quercia che si svolge annualmente a Castello e ciò ben prima che la Quercia venisse scelta come simbolo del PDS.   <<

[2] - Purtroppo ora questo oratorio, che risale alla metà del XVIII secolo ma sorge su di un'area occupata da una chiesetta fin dall'VIII secolo, sta cadendo in rovina senza che nessuno intervenga.   <<

[3] - La Vetrosilex era una grande fabbrica di contenitori di vetro con tre alte ciminiere, sempre fumanti, visibili anche da lontano.   <<

[4] - Si tratta di Elio Nuvoloni, pittore e scultore bolognese.   <<


Tophost

Questo sito non utilizza cookie

Copyright © Andrea Cavallari
Tutti i diritti sono riservati