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La storia delle ricerche sui Silvani


La raccolta della tradizione orale

In questa pagina racconto la storia di come le ricerche sui Silvani siano state effettuate nel tempo, non tralasciando quelli che si sono rivelati vicoli ciechi o ipotesi sbagliate.
Chi sia interessato solo a conoscere il risultato delle mie ricerche può passare direttamente a quest'altra pagina
[
>>].

Quasi tutte le notizie sulla famiglia Silvani derivano da informazioni avute da mia mamma e da mia zia; però nel 1990 ho trovato per caso in un libro [1] la notizia che i Silvani sono una famiglia nobile originaria di Sarsina e discendente da un Luca Silvani per il quale viene indicato l'anno 1763. Rami della famiglia sono segnalati, oltre che a Sarsina, anche a Milano, Arezzo e Faenza.

Questo confermava quanto diceva mia nonna Rosa che ci raccontava di una origine nobile della famiglia e di come lei si potesse dire contessa. Ci diceva anche che la famiglia era originaria di Firenze, cosa che non combinava con l'origine a Sarsina ma non sarebbe impossibile che un ramo dei Silvani si fosse trasferito da Sarsina alla ben più importante Firenze.
Successivamente ho scoperto che sono i Silvani di Sarsina che vi si sono trasferiti provenendo da un'altra località sita in Toscana.

Le mie informazioni non risalgono più indietro di mio bisnonno Saturno e di suo fratello Sante. Saturno sposa Maria Cheli ed è commerciante come anche alcuni fra i suoi figli.

Fra i nipoti di Saturno va ricordato in particolare Vittorio, figlio di Tersilio, che, presi i voti col nome di Padre Virgilio, va missionario in Cina nel 1936 e vi muore di vaiolo nel 1937. Ha lasciato un diario che pare sia andato perso durante la II Guerra Mondiale ma ho avuto la fortuna di trovare varie sue lettere che permettono di ricostruire con buona precisione tutta la sua storia [>>].

Le ricerca di ulteriori notizie

Successivamente le ricerche fatte tramite Internet e tramite i libri consultabili nelle biblioteche di Bologna mi hanno permesso di trovare notizie su alcuni Silvani più o meno famosi ma non mi hanno fatto trovare altri dati sui miei antenati diretti.

Queste ricerche mi hanno però permesso di trovare altri dati sulla nobiltà delle famiglie Silvani. I Silvani di Milano sono elencati tra le famiglie nobili [2]. I loro titoli nobiliari, risalenti probabilmente al 1700 e collegati a quelli dei Silvani di Sarsina, sono stati poi riconosciuti anche dal Regno d'Italia arrivando fino al XX secolo [3].
In tempi più remoti vi erano dei Silvani nobili anche a Foligno. Ricordiamo, in particolare, il Nobile Eleuterio Silvani che, nel 1484, sposò Sallustia Torelli [4].
Troviamo dei Silvani nobili anche a Bologna dove lo stemma dei Silvani è elencato tra quelli delle Arme Gentilizie delle Famiglie Bolognesi Cittadinesche [5].

Inoltre ho trovato una conferma, anche se non diretta, su quanto raccontava mia nonna che diceva i Silvani provenivano da Firenze. Infatti, benché nei documenti fiorentini più antichi non avessi trovato Silvani, in vari documenti dell'inizio dell'800 ho trovato citati alcuni Silvani benestanti [6].

Nel 2006 mi ha scritto un pronipote di Tersilio (fratello di mia nonna) che mi ha individuato tramite le pagine di questo sito. Abbiamo così potuto scambiarci alcune vecchie fotografie ed aggiornare i dati relativi alle generazioni più recenti dei discendenti di Saturno Silvani e Maria Cheli.

Inoltre, allo scopo di pubblicare sul sito il racconto della vita di Padre Virgilio Silvani, morto missionario in Cina più di settant'anni fa (il 30 maggio 1937), ho fatto parecchie ricerche sulla Cina e su quanto citato nelle sue lettere, trovando molti dati interessanti compresa la storia successiva alla sua morte di Padre Savino Danesi che era un suo carissimo amico ed era in Cina con lui.

Nel 2008 ho trovato molte altre notizie sul cognome Silvani su vari libri antichi, molti dei quali ho potuto consultare tramite Google libri.
In particolare ho trovata un'altra gens romana che aveva il cognomen Silvanus [7], ho scoperto l'esistenza di Silvani in epoca longobarda [8] ed ho avuto conferma della nobiltà e dell'antichità dei Silvani di Firenze [9]. Infine ho anche letto di un collegamento fra alcuni tra i Silvani di Firenze e la nobile famiglia senese dei Salvani, citata anche da Dante [10].

Per cercare ulteriori notizie sui Silvani miei antenati ho letto il libro su Pieve Santo Stefano scritto da Amintore Fanfani che vi nacque [11].
Il libro è molto interessante per capire la storia e l'atmosfera di questo paese ma non vi ho trovato informazioni utili per le mie ricerche.

Nel 2009 ho trovato molte e curiose notizie sui Silvani, signori di Castellamonte, che vivevano vicino ad Ivrea ed ho scritto una pagina su di loro. Ho anche trovato vari dati sui Silvano di Casale e sui Silvani di Corsica che non ho potuto utilizzare subito. Ho anche individuato alcuni libri utili per scrivere la storia dei Silvani di Sarsina e di quelli di Bologna.

Nel 2010 ho letto due libri sulla storia di Sarsina durante l'epoca napoleonica [12] e durante il Risorgimento [13] trovandovi numerosissime notizie sui Silvani di quel luogo che ho successivamente utilizzato per una apposita pagina del mio sito.

Nel sito L'Italia in dettaglio ho trovato i dati sulla distribuzione a livello comunale del cognome Silvani che mostrano come questo cognome sia diffuso specialmente al centro-nord e sia più frequente proprio in quei luoghi dove troviamo le citazioni più antiche di questo cognome.

Inoltre, parlando con i miei parenti, ho saputo che mia nonna, Rosa Silvani, diceva di essere parente (probabilmente cugina ma non so di che grado) con l'attore Aldo Silvani.
Ho anche saputo che la moglie di Pilade Silvani si chiamava Eleuteria e non Eleonora come mi era stato detto in un primo momento. Ho reperito una foto di Pilade Silvani in divisa militare ma, dato che nella foto compaiono due persone entrambe con i gradi di sergente, non sono certo su quale dei due sia lui.

Da quanto scritto dietro ad alcune foto ho potuto individuare le città dell'Argentina dove è vissuto Pilade Silvani ed individuare tramite il CEMLA [14], che studia i movimenti migratori, i particolari del suo viaggio dall'Italia all'Argentina.

Nel 2011 in Internet ho trovato traccia di un Anselmo Silvani del VII secolo e la notizia che anticamente i guardiani dei boschi erano chiamato saltuarii ed entrambi questi fatti avvalorano l'ipotesi che il cognomen romano Silvanus possa essere sopravvissuto al Medioevo.

In un libro [15] ho trovato una lista dei caduti di Pieve Santo Stefano nella Prima Guerra Mondiale dove c'è scritto che Everaldo Silvani, di anni 25, Sergente del 57° Fanteria, è deceduto il 22 aprile 1918 in prigionia per polmonite ed è sepolto a Mauthausen in Austria.
La cosa mi ha molto stupito perché mi era noto che era caduto in combattimento il 6 agosto 1916 e ciò non derivava da informazioni orali bensì da un comunicato ufficiale. Che si possa trattare di due diversi Everaldo Silvani appare praticamente impossibile.

Rimangono altre due possibili soluzioni: la prima è che vi sia un errore nell'elenco e chi è morto in prigionia nel 1918 sia un'altra persona e la seconda è che Everaldo Silvano sia stato creduto morto nel 1916 dal suo stesso comandante ma che in realtà sia stato fatto prigioniero.

Ho quindi scritto ad Alvaro Tacchini, gestore del sito Storia Tifernate [www.storiatifernate.it] ed autore del libro citato, chiedendogli la fonte della sua notizia per cercare di capire se vi sia un errore nell'elenco o no.
Alvaro Tacchini mi ha gentilmente risposto con molta sollecitudine e dopo aver consultato anche un suo collaboratore, mi ha detto che i dati sul sergente Silvani erano stati desunti dai registri dello stato civile del comune di Pieve Santo Stefano e dall'Albo d'Oro dei caduti e che anche lui non sapeva spiegarsi la discrepanza di informazioni.

Successivamente ho scritto al Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra del Ministero della Difesa ma non ho mai avuto una risposta per cui il mistero rimaneva ancora da dirimere.

Il pronipote di Tersilio Silvani, con il quale sono in corrispondenza e che si interessa anche lui di ricerca genealogiche, mi ha scritto dicendomi che ha trovato molte notizie relative a vari antenati diretti: il padre di Saturno Silvani si chiamava Giuseppe ed è stato sposato tre volte. Viveva a Santa Maria in Bagno ma si è trasferito a Pieve Santo Stefano prima della nascita di Saturno. La madre di Saturno dovrebbe essere la terza moglie di Giuseppe che si chiamava Assunta Cheli.

E' particolarmente interessante la provenienza dal territorio di Bagno di Romagna perché, fino al 1923, è stato in provincia di Firenze e questo può in parte spiegare l'origine fiorentina di cui parlava mia nonna. Inoltre anche oggi Bagno di Romagna è il Comune con la maggior percentuale di persone che portano il cognome Silvani.

Nel 2012 sono stato, per alcuni giorni in vacanza a Bagno di Romagna ed ho approfittato dell'occasione per fare delle ulteriori ricerche presso la Biblioteca ed Archivio Storico Comunale trovando tantissime notizie e tantissimi Silvani che mi hanno permesso di scrivere una corposa pagina sui Silvani di Bagno [>>].

Per quanto riguarda i miei antenati diretti non ho, però, scoperto in base a quale documento si possa affermare che il Giuseppe Silvani, padre di mio bisnonno Saturno, sia proprio il Giuseppe Silvani di Bagno. I dubbi mi sono sorti perché di Francesco, figlio del Giuseppe Silvani di Bagno, verrà detto ultimo esponente di questa stirpe di proprietari e perché nel 1853, anno di nascita di mio bisnonno Saturno a Pieve Santo Stefano, Giuseppe sembrerebbe abitare ancora a Bagno in quanto viene eletto presidente dell'Accademia del Teatro dei Ravviati che aveva ripreso l'attività, nel 1851 dopo un periodo di decadenza.

Se questa parentela fosse stata confermata, molto probabilmente, sarebbe stato possibile risalire almeno fino a Goro da Vitine, vissuto nel primissimi anni del '500 e poi, considerato che queste zone sono state conquistate da Firenze nel 1404 e che i primi da Vitine noti erano già persone importanti e consiglieri della Comunità di Bagno, si potrà cercare di capire se si fossero trasferiti qui da Firenze e se portassero già allora il cognome Silvani.

Nel 2013 il ministero dei Beni Culturali ha reso disponibili in Internet parecchi registri anagrafici conservati presso vari Archivi di Stato tra cui quello di Firenze che ha i dati dell'intera Toscana. Ciò mi ha permesso di fare delle ricerche dirette su Saturno Silvani.

Ho scoperto che è verissimo che sia nato da Giuseppe Silvani ed Assunta Cheli e che suo padre fosse di Bagno di Romagna ma ho anche visto che il Giuseppe in questione non è Giuseppe Silvani di Francesco bensì Giuseppe Silvani di Benedetto che apparteneva a quei Silvani cosiddetti di Fontechiusi dove con Fontechiusi si intende il territorio della Parrocchia della Chiesa di San Silvestro in Fontechiusi che si trova subito a nord a San Piero in Bagno, importante frazione di Bagno di Romagna ed attuale sede del Comune.

Sono così potuto risalire fino trovare i nomi di tutti i bisnonni paterni di Saturno Silvani. Il più antico Silvani che ho trovato si chiamava Domenico. Potrebbe trattarsi di un Domenico nato da Nicola Silvani e Benedetta Roverelli, vissuto a Fontechiusi e morto nel 1838 a 87 anni di età ma non ne avevo ancora la certezza.

Nel 2016 e nel 2017 ho continuato ad esaminare i dati del ministero dei Beni Culturali ed ho trovato gli atti di morte dei tre Domenico che vivevano allora a Bagno e di Maria Santa Buccherini e la loro lettura risolve ogni dubbio: infatti sia Pietro Domenico che Domenico Pasquale, al momento della morte, risultano essere celibi mentre invece Domenico Silvani di Nicola, che muore nel 1838, risulta essere vedovo ed infatti sua moglie, Maria Santa Buccherini, era morta un anno prima nel 1837.

I problemi non sono però del tutto risolti perché, nell'atto di morte, il cognome di Maria Santa è indicato come Bucarini e non Buccherini. C'è da dire che negli atti di morte, specie di persone anziane, non sono infrequenti i cognomi errati e che a Bagno di Romagna vi erano sia dei Buccherini (o anche Bucherini con una "c" sola) sia dei Buscherini.

Ora è consultabile in Internet anche il censimento generale della Toscana fatto nel 1841, vi ho trovato moltissimi dati utili ma non ho trovato dove vivesse, a quella data, la famiglia di Benedetto Silvani che non compare né sul territorio di Bagno, nè in quello di Pieve Santo Stefano.
A dire il vero a Fontechiusi abitava un Giuseppe Silvani, celibe, ma, oltre all'età di 31 anni anziché 29, costui risulta essere fratello di Sante Silvani con cui viveva e dato che Sante aveva allora 42 anni ed era quindi nato nel 1799 non può essere figlio di Benedetto che all'epoca aveva solo 14 anni.

Il ministero dei Beni Culturali ha pubblicato molti dati relativi alla città di Roma ed ho così potuto fare alcune ricerche su Tommaso Silvani, fratello maggiore di mia nonna. Dalla tradizione familiare sapevo solo che era nato intorno al 1882, che il cognome di sua moglie era Lardi (ma ne ignoravo il nome), che aveva un pastificio e era vissuto a Roma.

Quando però ho cercato notizie sul suo matrimonio nei registri dell'Archivio di Stato di Roma non ho trovato alcunché ma, quando ho sfogliato gli atti di nascita per vedere quelli dei suoi figli, ho trovato quello del suo primogenito dal quale ho appreso che il cognome di sua moglie non era affatto Lardi bensì Giannelli.
Utilizzando questa nuova informazione ho potuto trovare e leggere il suo certificato di matrimonio dal quale ho visto che l'errore della tradizione familiare era solo di aver pensato che il negozio che Tommaso aveva nel 1911 avesse preso il nome dal cognome di sua moglie.

Tommaso Silvani, infatti, si sposa ben dopo il 1911 e precisamente il 15 aprile 1916. E' un commerciante ed ha 33 anni. E' quindi effettivamente nato nel 1882. La sposa si chiama Novilia Settimia Giannelli, ha 26 anni (è del 1889) ed è nata a Castel di Piano in provincia di Grosseto ma risiede a Roma. E' figlia di Valentino che all'epoca del matrimonio è già deceduto e di Angelica Tuoni che vive ancora a Castel di Piano.

Nel 2021, basandomi sugli scritti di Antonio Manno [16] e di Pericle Massara Di Previde [17] ho preparato e pubblicato una pagina sulla famiglia dei Silvano di Casale Monferrato.

Sempre nel 2011, mi ha scritto il pronipote di Tersilio Silvani con il quale sono in corrispondenza inviandomi un documento che chiarisce definitivamente che Everaldo Silvani non morì in combattimento nel 1916 come risulterebbe da documenti originali in mio possesso ma morì in prigionia a Mauthausen il 22 aprile 1918 come avevo trovato scritto in un libro. Non si sa però se la sua prigionia fosse nota alle autorità italiane o no, non sembra, comunque, che i parenti ne fossero informati.

La famiglia Cheli

Cheli è un cognome diffuso specialmente in Toscana. L'unico nome che conoscevo dei miei antenati con questo cognome era Maria Cheli, madre della mia nonna materna. Nel 2010 da una mia zia ho avuto la copia di una foto di Maria Cheli.

Di lei so solo che è nata a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, nel giugno del 1857 e che è morta a Roma il 22 gennaio del 1938.
Ignoro il nome dei suoi genitori ma so che avevano un caffè. Mia mamma, che è stata sua ospite da bambina, si ricordava che il caffè era fra due vòlti.

In Internet ho trovato alcune notizie e gli stemmi delle famiglie Cheli che vivevano in Toscana [18].

Nel 2011, da ricerche fatte dal pronipote di Tersilio Silvani con il quale sono in corrispondenza, ho saputo che la madre di Saturno Silvani si sarebbe chiamata Assunta Cheli. Non so se fosse in qualche modo parente di Maria Cheli che successivamente sposerà Saturno ma è molto probabile che fosse anche lei di Pieve Santo Stefano.

Quando nel 2013 ho potuto consultare molti dei registri anagrafici di Pieve Santo Stefano ho trovato i dati relativi al matrimonio di Assunta Cheli che quando, nel 1843, si sposa ha 21 anni. Dovrebbe quindi essere nata nel 1822 o nel 1823 ma purtroppo non ho potuto consultare i registri di Pieve Santo Stefano relativi a questi anni. Ho trovato anche i nomi dei suo genitori ma, per ora, non ho altri dati.

Per quanto invece riguarda la mia bisnonna Maria Cheli ho potuto trovare i nomi di tutti i suoi bisnonni paterni risalendo fino a Pier Lorenzo Cheli mentre per il ramo materno sono arrivato solo fino ai suoi nonni dato che non ho trovato l'atto di nascita di sua mamma Rosa Comanducci che sembra essere nata in una altra città.

Nel 2015 ho scoperto che Rosa Comanducci è nata a San Sepolcro e sono così potuto risalire fino a trovare i nomi di tutti i suoi bisnonni. Il più antico Comanducci che ho trovato è Sebastiano Comanducci che è il bisnonno della mamma della mia bisnonna.

La nonna paterna della mia bisnonna, Maria Cheli, si chiamava Rosa Draghi e non so da dove provenisse suo padre Giovanni Battista Draghi. Nel 2016 ho pernottato in un bel agriturismo a Monterchi, vicino a San Sepolcro, gestito da una famiglia Draghi ed ho notato una pergamena, appesa ad un muro, con delle notizie sul cognome Draghi realizzata da una società genealogica commerciale che mi sono trascritte. Parlando con uno dei gestori, ho saputo che di Draghi ce ne sono vari in zona ma sparsi qua e là a differenza di altri cognomi locali che sono caratteristici di ben determinati borghi.

Quando però ho potuto consultare l'atto di morte di Rosa Draghi ho trovato altre notizie molto particolari e tragiche: Rosa Draghi, infatti, muore annegata, assieme a sua figlia Maria Antonia, nella notte fra il 17 ed il 18 febbraio 1855 a causa della terribile inondazione del Tevere che colpì Pieve Santo Stefano in quella notte a causa della frana di un pezzo di Belmonte che aveva bloccato improvvisamente il corso del Tevere a sud del borgo.

Sia pur in una notizia così tragica fa sorridere l'incredibile burocrazia che vigeva allora e che vige tutt'ora in Italia: dato che nei dati dei genitori del defunto va indicato di se il genitore è vivente e fu se è deceduto, chi ha compilato l'atto di morte di Maria Antonia Cheli si è trovato nell'impossibità di sapere se, al momento della morte di Maria Antonia, sua madre, Rosa Draghi, fosse ancora viva o no, per cui, dove andava indicato il cognome e nome della madre della defunta, ha scritto Draghi Rosa, morta si crede contemporaneamente, annegata.

Nel 2016 sono passato, a piedi, anche per San Sepolcro e poi per il territorio di Gricignano, dato che avevo trovato che alcuni antenati di Rosa Comanducci vivevano sul vicino territorio di Trebbio, mi era dispiaciuto non passarvi ma, nel 2017, tornando ad esaminare i dati dei nati di questo borgo, ho trovato moltissimi altri dati sui suoi antenati alcuni dei quali erano vissuti proprio sul territorio di Gricignano. Ho anche visto che l'esatto cognome di sua mamma, Maria Angiola, è Calosi e non Calori come avevo erroneamente letto quando avevo un solo documento con questo nome.

La lettura del censimento del 1841 mi ha permesso di precisare meglio parecchi dati sui Cheli che allora vivevano a Pieve Santo Stefano e a Corliano, sia per quanto riguarda gli antenati di Maria Cheli, sia per quanto riguarda la famiglia di Assunta Cheli.


[1] - Pietro Ercole Visconti - Città e famiglie nobili e celebri dello Stato Pontificio - Roma 1847.   <<

[2] - Vittorio Urbano Crivelli Visconti Le casate nobili d'Italia - Edizioni Eliograf - Roma 1955.   <<

[3] - Vittorio Spreti - Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi. Riconosciute dal R. Governo d'Italia - Milano 1928-1935.   <<

[4] - I Torelli (Linea di Foligno, con la successione Frè Torelli) a cura di Davide Shamà e Andrea Dominici Battelli in Genealogie delle dinastie nobili italiane.   <<

[5] - Floriano Canetoli - Blasone bolognese ovvero Arme gentilizie di famiglie bolognesi, nobili, cittadinesche e aggregate - Bologna 1791-1795.   <<

[6] - Comune di Firenze - Documenti dell'Archivio preunitario - Serie Deliberazioni, Cancellerie e Atti Magistrali.   <<

[7] - Don Juan Francisco De Masdeu - Historia Critica de España y de cultura española Tomo XIX - En la imprenta de Sancha - Madrid, 1800.   <<

[8] - Carlo Troya - Codice diplomatico longobardo Tomo quarto - Stamperia Reale - Napoli, 1854.   <<

[9] - Jacques Lacombe - Dictionnaire historique et géographique portatif de l'Italie Tome second - Chez Lacombe Libraire - Paris, 1775.   <<

[10] - Filippo Baldinucci - Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua - Stamperia Tartini e Franchi - Firenze, 1778.   <<

[11] - Amintore Fanfani - Una pieve in Italia - Mondadori - Milano, 1964.   <<

[12] - Vittorio Tonelli - Sarsina Napoleonica: storia e folklore in terra romagnola - Grafiche Galeati - Imola, 1980.   <<

[13] - Vittorio Tonelli - Sarsina nel Risorgimento - Editrice La Mandragora - Imola, 1995.   <<

[14] - CEMLA (Centro de Estudios Migratorios LatinoAmericanos) - Banco de datos de inmigrantes.   <<

[15] - Alvaro Tacchini - L'Alta Valle del Tevere e la Grande Guerra - Petruzzi Editore - Città di Castello, 2008.   <<

[16] - Antonio Manno - Il Patriziato Subalpino: dizionario genealogico - Volume 29, pagg. 420-422 - Pacchie - Peretti - S.l., 19..?.   <<

[17] - Pericle Massara di Previde - Genealogie Patrie - manoscritto - Biblioteca Reale Sabauda di Torino.   <<

[18] - Enrico Ceramelli Papiani - Raccolta Ceramelli Papiani - fondo archivistico - è consultabile sul sito dell'Archivio di Stato di Firenze.   <<


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